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Autore: war    27/10/2009    2 recensioni
Fra gli esorcisiti, per combattere il Conte del Millennio e i Noah, viene inviato dal Vaticano un aiuto, giunto direttamente da quel Dio che a volte ci si dimentica di amare... La strada da percorrere è una sola: ed essa è sempre stata perfettamente delineata davanti ai nostri piedi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La luna splendeva in cielo, con le stelle a farle compagnia, anche se ogni tanto il cielo diventava solo velluto blu. Immaginai le nuvole, che avevano lo stesso colore della notte, frapporsi fra il mio sguardo e il Cielo. Le stelle non erano sparite, semplicemente erano state oscurate.
L’aria si era fatta frizzante ma non avevo voglia di rientrare, quindi mi ero rassegnata a sopportare il freddo, almeno ancora per un po’. Lanciai uno sguardo alla mia sinistra, dove secondo i miei calcoli dovevano esserci le stanze degli esorcisti, e quindi anche la mia. Riconobbi la bambolina segnatempo che Lavy aveva attaccato fuori dalla sua finestra e mi stupii di vedere che tre finestre dopo, dove c’era la camera di Kanda, provenisse una leggera luminescenza. Era sicuramente dovuta ad una candela accesa, quindi doveva avere ospiti.
Sentii le labbra piegarsi ad un ghigno. Se non fossi risultata blasfema, avrei potuto dire che era un miracolo! Feci un respiro profondo, lasciando che l’aria fredda mi scendesse nei polmoni. Mi piaceva., dava una sensazione di pulito. Era come dare una sferzata energetica a tutto il mio organismo. Una folata di vento più gelida del solito mi dissuase dal proseguire oltre la mia permanenza sulla terrazza.
Non ero ancora giunta ad una conclusione accettabile in merito al mio dubbio. Era il caso che chiedessi scusa a Kanda? Non potevo negare la mia parte di responsabilità nell’esserci fatti sbattere fuori dalla biblioteca, ma allo stesso tempo non sarebbe stato giusto nei confronti di Allen scusarsi. Sarebbe stato come dare la colpa di tutto a lui. Sospirai cercando di trovare la soluzione che mi permettesse di salvare capra e cavoli. Avevano ragione quando mi dicevano che la diplomazia è un’arte e che io dovevo studiare di più e applicarmi con maggiore passione!
Ad ogni modo, il ragazzo aveva cenato ad un’ora diversa dalla nostra e per il resto della giornata ci aveva deliberatamente evitati, di questo ne ero ragionevolmente certa. Quando Lavy aveva incastrato Allen con una partita a poker io mi ero elegantemente defilata. Conoscendo l’arte del baro dell’albino mi dissi che i casi erano due. O Bookman junior era al soldo e non sapeva come spenderli, o la sua morbosa mania per documentare i fatti lo spingeva verso il lastrico. Bancarotta.
I miei passi mi avevano condotto davanti alla stanza di Kanda.
Esitai un momento, la mano già sollevata e le nocche pronte ad incontrare il legno della porta. Non bussai mai. La porta si aprì all’improvviso, dall’interno.
Mi trovai a fissar due grandi occhi viola, dolci.
Lenalee…
Notai quasi immediatamente le tracce di pianto, sulle ciglia umide, sulla punta del naso arrossata, nello sguardo lucido e pesino nella piega triste delle belle labbra. Fu lei la prima a riprendersi dalla sorpresa.
- Angel? – alitò appena. Cercai di riprendermi alla svelta.
- Ciao Lenalee… Ero… Volevo… Immagino di essere inopportuna… - conclusi facendo un passo indietro e voltandomi nella direzione opposta per poter battere in ritirata velocemente.
Perché accidenti doveva darmi fastidio, farmi sentire un po’ triste sapere che la ragazza era stata nella camera di Kanda? Non aveva completamente senso!
- No, no! Aspetta! Io e Kanda abbiamo… finito. – disse lei accennando un sorriso cordiale.
- Non dire frasi equivoche, sciocca! – abbaiò la voce di Yu da dentro la stanza.
Non seppi perché la sua foce mi fece sobbalzare.
- Che ci fai qui? – chiese poco dopo, spuntando dietro la ragazza. Il suo corpo era snello e armonioso, le spalle larghe, i capelli sciolti ricadevano come un manto nero e lucente sulle sue spalle e oltre, lungo la schiena che non potevo vedere. Indossava una camicia bianca, semiabbottonata attraverso il cui tessuto si intuiva un tatuaggio sulla parte sinistra del petto. Probabilmente uno di quei tatuaggi cinesi, molto coprenti, con dei grandi pezzi di nero. I pantaloni della divisa gli si rimodellavano sulle gambe lunghe e longilinee, muscolose ma non fino allo stonato eccesso, e i piedi nudi parevano non risentire affatto del freddo del pavimento.
Il suo tono duro era superato solo dalla freddezza dei suoi occhi di zaffiro. Quegli occhi erano del colore sbagliato, eppure continuavano a portare a galla in me sentimenti malinconici. Come facevo a sapere che erano del colore sbagliato? Non ricordavo né di che colore erano e nemmeno a chi appartenessero quegli occhi… E allora coma potevo esserne tanto certa? Ma soprattutto come potevo nutrire quella cieca convinzione che per me erano occhi importanti? Occhi che forse avevo amato… Mi decisi ad aprire bocca, giusto per non sembrare più rimbambita di quanto non fossi già apparsa.
- Ecco... Io... - arrossi miseramente sotto il suo sguardo inflessibile
Lui sbuffò. Io chinai il capo. Non mi ero mai sentita in quel modo, come se avessi una colpa che non comprendevo. O forse si. Forse era già successo qualcosa di simile… Tanto, tantissimo tempo prima… Una reminescenza di un’altra vita.
Non ero imbarazzata davanti a Kanda, non avevo soggezione di lui. Piuttosto ne avevo di quell’altro, quello a cui il suo modo di fare mi rimandava. Un insieme di sentimenti confusi e incerti che avevano il sapore agrodolce delle cose perdute…
- Volevo scusarmi – dissi riacquistando tutta la mia sicurezza.
Raddrizzando le spalle e riprendendo in mano le redini del mio cuore che aveva deciso di fare un po’ per conto suo.
- Tsk! –
- Ma ci tengo a mettere in chiaro che mi scuso per la mia parte di responsabilità, non perché credo tu abbia ragione a Allen torto. Un soldato da solo non fa la guerra, siamo tutti responsabili in egual misura. – precisai
Lenalee sorrise con la consueta dolcezza.
- Non hai nulla di cui scusarti. Sono loro due che non sono in grado di interagire come persone mature… A conti fatti sei tu la vittima che si è trovata in mezzo ai loro litigi. – mi disse convinta.
- Non sono io, è il moyashi il deficiente – ringhiò Yu.
- Lo dice anche Komui nee-san che siete difficili da gestire , insieme! – puntualizzò lei
Kanda le diede una leggera spinta per farle fare un passo avanti e sulle parole
- Siete fastidiose – ci chiuse la porta in faccia.
Rimasi come un ebete a fissare i disegni del legno scuro e la maniglia ottonata. La mia mente era un foglio bianco. Niente.
- Sei scortese! – si lamentò Lenalee sbuffando ma non sembrava essersela presa.
- Mi sa che ho peggiorato le cose… - constatai amareggiata.
- Ma no! Ha accettato le tue scuse, anzi credo che gli abbia fatto piacere questa tua dimostrazione di interesse nei suoi confronti. – mi assicurò lei sorridendo serena.
- Non mi pare che abbia fatto i salti di gioia… Ma dato che non mi ha puntato Mugen alla gola mi ritengo soddisfatta! – cercai di vedere il lato positivo.
- Credimi è tutto a posto. Kanda è piuttosto ermetico, ma lo conosco da quando eravamo bambini e ho imparato a leggere il suo comportamento. – mi spiegò mentre ci allontanavamo lungo il corridoio per raggiungere le nostre stanze.
Stavamo scendendo le scale che portavano al piano inferiore, dove poi a destra c’erano gli alloggi delle esorciste quando Lenalee si decise a parlare di nuovo. Per poco non mi feci il resto delle scale a ruzzoloni.
- Non dirai nulla a Komui di me e Kanda, vero? – chiese
Insomma! Mi era parso di capire che lei fosse interessata a lui, poi aveva parlato come se non lo fosse, adesso invece parlava come se avessero una storia segreta… E Yu poi, non si era sbilanciato per nulla! Pareva che fosse cosa normale avere Lenalee nella sua stanza, e poi pareva che lei le desse fastidio come chiunque altro… Era davvero il caso di farsi venire mal di testa? Me lo chiesi sconsolata, ormai non avrei smesso di pensarci fino a che non avessi avuto le idee chiare.
- Immagino che se tuo fratello dovesse sospettare qualcosa ne farebbe una tragedia greca… Però Lenalee, davvero dovresti essere un po’ più prudente se non vuoi che si sappia… - le dissi fermandomi sullo scalino. Non ero certa che non sarei inciampata nei miei stessi piedi se mi fossi mossa. Non so perché ma sentivo le gambe mollicce e provavo una certa delusione.
Lei arrossì puntandomi in volto due ametiste gigantesche.
- Ma no! Tra noi c’è solo una profonda amicizia! Per mè è quasi un fratello, uno della famiglia! – cercò di giustificarsi.
- Permettimi, ma non capisco. Sono confusa… Ad ogni modo sebbene non siano affari miei… Che ci sarebbe di male se fra di voi fosse nato qualcosa? – chiesi, forse più a me stessa che non a lei. Davvero, quel senso di disagio era fastidioso! Fossi almeno riuscita a dargli un senso!
- Adesso sono io a non capire… Cosa ci dovrebbe essere fra me e Yu? – chiese lei perplessa. Beata innocenza! Tuttavia mi sentii… sollevata. Non era che io avessi qualche mira o qualche interesse particolare nei confronti di Kanda, ma c’era qualcosa in lui… Qualcosa che risvegliava sentimenti sepolti sotto le ceneri e fino a che non avessi avuto le idee più chiare avrei indagato, anche se questo voleva dire tentare di instaurare un qualsivoglia tipo di rapporto con una persona che desiderava l’esatto contrario! Se il mio possibile ronzare intorno a Kanda non avrebbe infastidito la ragazza allora tanto meglio, ero più libera di agire!
-Non saprei, non è una domanda a cui possa rispondere io, ma se lui fosse la tua persona speciale… - dissi cercando di imbeccarla. Lei arrossì e scosse la testa, facendo ondeggiare i capelli.
-Vuoi dire… Come… Essere innamorata? – chiese
- Qualcosa di simile, si – ammisi arrossendo a mia volta.
Ricordatemi come mi ero infilata in questa conversazione, per favore!!!
Lei si spostò davanti alla vetrata.
La luna brillava alle sue spalle.
- Tu sei… innamorata? – chiese sfacciatamente con la sua spontaneità innocente.
- No. Ora non lo sono e forse non lo sono nemmeno mai stata. Ho… vaghi e confusi ricordi… Come se avessi amato un sogno, ma è passato tanto tempo… - confessai.
Ricordai un viso fiero e regale, dei capelli neri come petrolio e un corpo alto e atletico… Bellissimo. Lucente. Lord….
- E’ finita tanto male? – chiese lei riportandomi alla realtà e distruggendo qualsiasi ricordo la mia mente stesse ricomponendo.
- Diciamo che non è mai nemmeno iniziata – riconobbi e seppi che era vero. Qualsiasi cosa fosse stata, non era un sentimento ricambiato. Un senso unico, una strada senza uscita. Però…
- Quindi hai solo dovuto aspettare che i tuoi sentimenti… cambiassero? – chiese lei ed io capii che stava disperatamente cercando un consiglio. Non era che si volesse fare i fatti miei…
- Non lo so. Forse continuo ad amare quella persona, portandomi dietro la sensazione di sofferenza di non esserne corrisposta… O forse, non vedendola più il mio cuore, che ha imparato a stare da solo se ne è fatto una ragione e continua a guardare avanti… So solo che le emozioni, che custodisco sono così preziose che non voglio rinunciarvi, anche se a causa loro dovessi soffrire - riconobbi.
- Si. Hai ragione. Nemmeno io voglio rinunciare a quello che provo per Allen, anche se lui nemmeno se ne accorge! Quello che provo non può essere cambiato! – disse lei mostrando una grinta che non le avevo mai visto finora.
- Allen Walker? – chiesi perplessa. Non avrei mai immaginato che potesse trattarsi di lui! Quindi il legame che stavo cercando di stringere con lui, anche se era la mia missione e il mio santo dovere... Come potevo tranquillizzare la ragazza e nello stesso tempo non scoprirmi?
- Lo so… Non ho speranze… Lui è gentile con tutti… Però… Però… - lei si morse il labbro.
- A te piace, indipendentemente da questo. – finii per lei
- Già. Piace anche a te? – chiese
Era l’occasione propizia!
- Non come piace a te. Allen è una bella persona, ma questo non è un motivo sufficiente per innamorarsene. Il Vaticano mi ha esplicitamente richiesto di unirmi agli esorcisti e di aiutarvi come posso. E’ esattamente quello che farò, perciò capiterà che ci saranno momenti in cui avrò rapporti più stretti con uno di voi… - le spiegai.
Lei sorrise.
- Non sono gelosa. Il cuore di Allen è grande ed io ho la certezza che un piccolo spazio lo abbia lasciato anche per me! e poi mi piacerebbe che anche tu giorno, rientrando da una missione possa sentirti qui come a casa tua! Come se fossi anche tu mia sorella! – mi disse per rassicurarmi.
Non era esattamente quello che intendevo però al momento me lo feci andare bene. Come potevo dirle che forse il suo amato sarebbe presto diventato un Noah? Il nostro peggior nemico? Lasciai perdere, almeno per il momento. Sorrisi, dato che non potevo fare altro.
Davanti alla porta della mia stanza le dissi
- Buonanotte, Lenalee… -
- Buonanotte Angel. – mi disse lei prima di proseguire verso la sua stanza.



  
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