Marta~
Sebbene
avessi sempre avuto una sola ala, ho sempre desiderato volare.
Guardavo
gli altri librarsi felici in cielo. Sbattevano le loro due ali leggiadre e
soffici, bianche e candite. Si liberavano pacati nel vuoto, in due, mentre io
li osservavo invidiosa.
Loro
erano in due…io avevo solo me stessa.
Avevo
una gemella, ma anche se mia sorella fosse stata sempre al mio fianco, con lei
avevo stretto un patto di carne e sangue, nulla di più, nulla di meno.
Determinate
volte, sono riuscita a trovare un’ala nuovo, qualcuno che mi aiutasse a volare
e per tutto quel tempo, mi sono sentita così viva e allo stesso tempo privata
del mio desiderio più inconscio. Volare non fu più un piacere, ma una routine,
una necessità dovuta all’abitudine e quell’elevazione che cercavo si tramutò in
un macigno.
Ora
le mie ali hanno dimenticato come si vola perché ho sempre solo finto di
sbatterle.
Svegliatevi...
Paradiso perduto...
Voi, che tingete il mare del colore dello zinco, che trasformate il bosco in un
deserto giallo e il vento in fumo di polvere da sparo, che bruciate il cielo...
Voi, che cercate di ripetere l'aggio malvagio di Lilith, la donna senza
limitazioni che fu la prima moglie di Adamo e diventò la sposa del Diavolo...
Voi, che tentate di ripetere la rivolta provocata da quello splendido Lucifero
che era il più brillante del cielo...
Ascoltate il dramma della specie alata che vola alta nel cielo.
Loro sono i messaggeri del Creatore, sono quelli che annunciano il giorno del
Giudizio Universale.
Non sono ne' dei ne' uomini...
Si chiamano Angeli.
Eppure,
sebbene possegga un’ala, non posso considerarmi un angelo. Quelli ne hanno di
bianche e candide, che usano per salvare i loro protetti avvolgendoli, ma
io…non ho nessuno da proteggere.
Però,
poi, ho conosciuto te. Non eri nessuno, ma sentivo il dovere di starti vicina.
Le
tua labbra erano ferme, ma il tuo spirito gridava a gran voce il mio aiuto e
come una madre protegge un figlio di una donna qualunque, io ho iniziato a
curare te e a farti divenire la mia ala mancante.
Però,
non mi sento una madre, né una sorella o una semplice amica.
Io
sono ciò che tu vorresti che sia, ma che non potrò mai essere.
Questa
verità, mi sgretola il cuore, mi raffredda l’aria e la rende irrespirabile.
Questo
sentimento così enigmatico mi farà morire un giorno o l’altro, però, morire tra
le tue braccia o pensando al tuo caloroso sorriso è un buon modo per andarsene,
per una come me.
Sotto un sole imperfetto,
abbracciando un desiderio incompleto, in un giardino in miniature continui a
negare te stesso. Penso a te che sei una creature finita, il mio cuore si è
tanto ingrossato che sta per scoppiare. La mia coscienza si è deformata. Presto
si ridurrà lasciando un riverbero, e cadrà ballando. In migliaia di pezzi di
sentimenti. Voglio abbracciarti, cantando una canzone nostalgica. Voglio
accarezzarti per sempre finché non ti addormenterai. Le mie braccia non possono
più stringerti, ma voglio che ti giunga questa preghiera.
Non
so cosa fare.
Posso
solo rimanerti vicina.
Per
me tu non sei la salvezza, sei il veleno, che mi annulla i sensi e mi soggioga
al suo volere e lentamente mi consuma.
Non
posso ostacolarne l’effetto, non voglio…
Cosa
voglio io in realtà?
Io,
la chiave ce l’ho. Ho la soluzione, una soluzione che non conosco, ma so di
avere.
Però,
ho davvero il diritto di aprire la porta?
Ci
dicono che se adesso ci impegniamo, il nostro futuro sarà felice... ma non
esiste una garanzia del genere. Quindi vivi come più ti piace, senza pretendere
di essere ciò che non puoi.
Io
rimarrò al tuo fianco, questa è una promessa.