Han non si era mostrato del tutto felice all’annuncio di Luke. “Senza offesa, ragazzo, ma a me non vanno tanto a genio queste stregonerie”, così aveva detto.

Ma era bastato un sorriso di Leila a placarlo. “Andiamo, Han, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Non me ne andrò a combattere in giro per la Galassia, se questo può rassicurati”. Han aveva borbottato qualcosa,  poi si era arreso: “E va bene”. E così era cominciato l’addestramento.

 

Dopo qualche mese Leila aveva quasi eguagliato il fratello nella sua padronanza della Forza. Un bel giorno Luke le annunciò: “Non ho più nulla da insegnarti. Ora sei anche tu un cavaliere jedi”.

Leila rise, senza sapere bene il perché. L’addestramento era stato lungo e faticoso, ma sicuramente ne era valsa la pena. Ora era in grado di controllare i propri poteri, e di distinguere con maggior chiarezza le percezioni che tante volte l’avevano turbata in passato.

Si lasciò cadere su una poltrona. Luke sedette accanto a lei per qualche minuto; poi si congedò dalla sorella con uno sguardo e una lieve stretta di mano, ed uscì in silenzio.

Mentre fissava distrattamente la parete di fronte, Leila d’improvviso vide apparire una figura evanescente, i cui contorni andavano lentamente definendosi. Quasi subito riconobbe Obi-Wan, e alzandosi di scatto esclamò: “Maestro Kenobi!”

Il vecchio jedi sorrise e le rivolse la parola: “Principessa, sono lieto di sapere che avete terminato il vostro apprendistato. Permettetemi di dire che sono orgoglioso di voi, come pure di vostro fratello Luke che, a quanto so, è stato un buon maestro”. Leila rispose: “Oh, è stato senza dubbio il miglior maestro che potessi desiderare. E questo è merito vostro, e del maestro Yoda”.

“Luke è un grande jedi”, ribatté Obi-Wan, “ed ora lo siete anche voi”.

Leila scosse la testa; ma la sua attenzione fu attratta da un’altra figura che si era materializzata alle spalle del vecchio Ben. Si trattava di un uomo, più giovane di Obi-Wan di almeno una decina d’anni; portava anch’egli gli abiti solitamente indossati dai jedi. Si avvicinò lentamente, e si fermò a fianco del maestro Kenobi.

Leila non l’aveva mai visto, eppure il suo viso le appariva stranamente familiare. L’uomo la fissava silenziosamente, e nel suo sguardo gentile brillavano un affetto ed un orgoglio che avrebbero potuto essere quelli… di un padre.

Con un tuffo al cuore, Leila percepì la verità. Quell’uomo che le stava dinanzi era suo padre, Anakin Skywalker, colui che tanto a lungo aveva desiderato di conoscere. La terribile ombra di Lord Vader, che di tanto in tanto tornava ad oscurare i suoi pensieri, rapidamente svanì dalla sua mente. Ciò che era successo in passato non aveva più importanza.

Con voce incerta sussurrò: “Padre…?”

Anakin poté leggere nella voce della figlia che lei l’aveva perdonato, e ricambiava il suo affetto. Un’infinita gioia assalì il suo cuore, e non fu in grado di proferir parola. Si limitò a sorridere.

Obi-Wan gli posò la mano sulla spalla. “Bene, amico mio, immagino che avrete tante cose da dirvi. Vi lascio soli”. E la sua figura sbiadì pian piano, scomparendo poi del tutto.

Padre e figlia, finalmente ritrovati, si guardavano sorridendo fra le lacrime di gioia. Rimasero a lungo in silenzio, mentre fuori scendeva lentamente la sera, e la luce rossa del tramonto cedeva il passo alle ombre della notte.