- Ma che cavolo ho combinato?
- Ho
fatto un sogno. Un sogno strano.
- Strano
ma bello. Sono stata tutta la notte con un uomo incredibile.
- Aprii gli occhi.
- Lui
era fantastico. E tutta quella notte fu fantastica, un po’ confusa ma
fantastica.
- Perché quella non era la mia stanza?
- Perché mi faceva male la testa?
- Perché ero nuda?
- Mi voltai: perchè
Johnny Depp è steso accanto a me, nudo come mamma l’ha fatto, addormentato e…
censura.
- Avete
presente quando vi si collegano tutti i pezzettini del puzzle? Ecco.
- Orlando. Keira. Cecilia. Johnny. Cena. Vino.
Letto. Insieme.
- Cazzo.
- Merde.
Alla francese. Merde. Shit. Bugger –lo dice anche Johnny, ai Pirati-.
- Avevo fatto sesso con Johnny Depp.
- Continuai a guardarlo. A parte il corpo indescrivibile
da David di Michelangelo, era buffo. Buffo e sexy, okay.
- Ma che cavolo avevo fatto? Ero corsa incontro ai
miei problemi e gli avevo detto: ‘mi sento sola, venite a trovarmi!’.
- Cercai di calmarmi. Lo diceva anche il mio
psicologo: prima di suicidarmi
mentalmente era meglio calmarmi, analizzare il tutto, prendere un caffè.
Mi si illuminarono gli occhi. Caffè! Caffè.
Adesso. Caffè. Abbisogno di caffè.
- Per scendere dal letto senza svegliare la statua
greca impiegai circa dieci minuti. Quando mi voltai era ancora profondamente
addormentato, quasi dolce.
- Ma che avevo fatto? Lo sapevo che non avrei
dovuto bere e non avrei dovut-
- “AAARGHMPF”.
- Mi ritrovai distesa per terra, decisamente
dolorante, con gli occhi serrati per la caduta. Già, certo, ieri notte non
avevo avuto molto tempo per riordinare. Avevo… altro da fare.
- Ovviamente la speranza di non averlo svegliato
fu vana.
- “Ci siamo alzati con il piede sbagliato?”,
chiese con la voce impastata.
- No. Non dovevo parlarci! Perché mi sarei
complicata tutto, avrei avuto una crisi isterica e gli avrei vomitato addosso
anni e anni di psicoterapia.
- Scappa.
Cecilia, scappa.
- “Certo. Hai preso una laurea in battute
banali?”, commentai, acida.
- Forse un po’ troppo acida. Afferrai la maglietta
nera che giaceva per terra, accanto alla mia mano, e mi alzai.
- “Scusami. La mattina sono incazzata col mondo”,
sospirai e feci per infilare la t-shirt. Solo che non era una t-shirt.
- Era un indumento decisamente non mio che lasciai
candidamente cadere a terra. Johnny ridacchiò. Certo, come al solito le figuracce…
- “Sappi che, nonostante fossi… comica, diciamo
pure così… be’, eri davvero eccitante”.
- Il mio colore tese al ‘semaforo’. Rosso, per la
precisione.
- Ehi,
però ha detto che sono eccitante. E… cavolo, gli sarà passato l’effetto
dell’alcol!
- “Be’… grazie…”, mormorai. A quel punto mi aveva
già radiografata per bene, quindi presi degli indumenti per coprirmi con una
tranquillità di cui non mi credevo capace.
- Sì,
vabbè, muoviti, idiota. Vattene da lì.
- “Be’, stanotte è stato bello…”, disse lui,
avvicinatosi. Troppo. “Ripetiamo l’esperienza?”.
- “Poetico”, mormorai.
- Non
voltarti. No. Se ti giri, è finita. Forza di volontà o no, nessuna donna
resisterebbe a questo tizio, in queste condizioni.
- Mi voltai.
- Fissa
quello che ti pare. Non la faccia. Non in basso. Le spalle!
- Mi concentrai sulle spalle.
- No, no. Cattiva idea. Non alzare lo sguardo sul
mento. E nemmeno sulle labbra.
- Non sapevo dove guardare. O forse lo sapevo.
- No.
Questa è l’ultima. Se alzi ancora un po’ lo sguardo vedi il suo naso. E quello
ti mette ko. Lo sai che adori il suo naso. E tutto il resto, certo. Non
guardarlo. Non guard-
- Ecco.
- Io
te l’avevo detto.
- Guardai il mio caffè e presi un biscotto dalla
scatola. Erano i biscotti al burro, quelli da migliaia di calorie al grammo,
quelli buonissimi che mandano a quel paese la dieta.
- Al
diavolo la dieta.
- “Sono un’idiota”.
- Sì. Patentata. Che si ficca nei casini da sola.
Voglio dire… lo sapevo. Lo sapevo dall’inizio che lui era pericoloso per me.
- Ma no! Io dovevo andare da lui come l’orso col
miele! E certo!
- L’avevo saputo da subito che sari caduta ai suoi
piedi. Ero una donna. Purtroppo non omosessuale.
- Accidenti, finire a letto con Depp era il sogno
di chiunque! E io mi lamentavo pure.
- “Ma perché?”.
- Già. Era il sogno di ogni donna e io sfidavo
ogni donna a non innamorarsi di lui. Andando al di là di essere Johnny Depp,
Dio, era intelligente, interessante, carismatico. E aveva quella voce… avevo
sempre badato alla voce delle persone. E la sua voce… era meravigliosa. Sweeney
Todd non mi piaceva solo perché era un musical.
- Lo adoravo perché era la sua voce. Se la batteva con Il Fantasma Dell’Opera, il mio musical
preferito in assoluto.
- E non sarei rimasta abbagliata da qualunque cosa
facesse o dicesse se non fosse stato lui.
- ‘Ripetiamo
l’esperienza…’. Era una frase assolutamente priva di poesia e,
soprattutto, di tatto. Era così... e tutte le altre cose che mi aveva detto… se
me le avesse dette un altro l’avrei piantato in Nasso in un nanosecondo. Invece
le aveva dette lui, con quei modi, quella faccia, quella voce…
- Il vero problema era: sarei riuscita a staccarmi
da lui, non appena lui se ne sarebbe andato?
- Perché non c’era nessun presupposto per un
qualsiasi tipo di storia. Quella notte e anche quella mattina… non avrebbero
significato niente per lui e per me avrebbero significato tutto. Perché lui mi
piaceva. Ero una persona normale, l’avevo conosciuto, ci avevo fatto sesso. Era
normale che io avessi una cotta gigantesca per lui.
- Solo che io ero lungimirante. Perché lo sapevo
che ci sarei stata male.
- Oh, lui aveva la sua compagna, la sua famiglia,
il suo tutto.
- E io chi ero? Quella che c’era andata a letto
insieme per una volta. O due.
- “Ma perché diavolo sono andata a letto con
Johnny Depp?!”.
- “Lo sapevo!”.
- “Aaaah!”.
- Dominic mi guardava con una faccia estatica,
semi-sdraiato sul mio divano. Accanto a lui una tizia che non avevo mai visto.
- “Come diavolo sei entrato?”, strillai.
- Lui mi ignorò. “Te l’avevo detto. Io sono un
genio. Lui ti piaceva. Tu gli piacevi. Non devi ringraziarmi”.
- “Potresti evitare di farne una questione di
stato?”.
- “No. E comunque lei è Sarah”, indicò la ragazza
che si alzò e mi tese la mano.
- “Scusami”, disse lei, “mi sarei presentata prima
ma sembrava una questione… delicata?”.
- “Sì”, sospirai, “e io non sono così esplicita,
di solito”. Anche se parlo da sola.
- “Ehi”, fece lei, “Depp. Quel Depp”.
- Risi e mi sedetti di nuovo.
- “Farò finta di non aver sentito”, predicò
Dominic guardando Sarah, “e mi concentrerò sul fatto che tu e lui avete fatto
le cosacce!”.
- Le
cosacce?
- “Dimentica anche quello. Non hai sentito niente,
Dom”, implorai.
- “Tranquilla, sarò muto come una tomba”.
- “Grazie. Avete fatto colazione? Volete un caffè?
E come siete entrati, scusate?”.
- “Ci ha fatti entrare Keira”, disse Sarah,
venendosi a sedere vicina a me. Keira? Quella Keira?
- “Quella famosa?”, chiesi, temendo il peggio.
- “Sì, proprio io, stronza che non sei altro”.
- Ebbene sì, in quel momento entrò Keira,
imbufalita come un bufalo. Mi alzai in piedi, pronta a scappare.
- “Ciao”, sussurrai, supplichevole.
- “Io ti ammazzo. Mi hai chiusa lì dentro, con
Orlando”.
- “L’ho fatto per te”.
- “Keira”, s’intromise Dominic, “lo sai che
Cecilia e Johnny hanno consumato?”.
- Mi voltai verso di lui, sbalordita.
- “UNA TOMBA?”, strillai, indignata. Oh, io ti uccido. Stavolta davvero. No, ti
torturo. Faccio come Busiride. Ti mangio per cena. O come Sweeney… che
persecuzione, basta parlare di Depp. O pensare a lui.
- Per fortuna non fui l’unica ad attentare alla
sua vita: Sarah prese a tirargli botte ovunque. Decisamente mi era simpatica.
- Keira mi si abbarbicò addosso, strillando
qualcosa sull’essere contenta e felice e averlo saputo già prima che saremmo
finiti insieme. Qui tutti sanno tutto.
- “Certo, va bene”, dissi, sospirando. “Adesso
potreste tenervi questa cosa per voi, per favore? Vi prego”.
- “Hai ragione, certo”.
- “Ovviamente”.
- “Cosa ovviamente?”, chiese Orlando, entrando in
cucina. Sembrava tranquillo e assolutamente non incazzato. Bene. Meglio così.
- “Niente”, lo liquidai, prendendo la tazzina in
mano.
- “Cecilia è stata con Johnny”, se ne uscì Keira.
- “Appunto”, digrignai i denti. Privacy. Voglio la privacy.
- “Volevo dirlo io!”, protestò Dominic, offeso.
Uno sguardo con Sarah bastò a farlo tacere.
- “E io che pensavo che ci aveste chiusi in camera
per farci far pace”, disse Orlando, sedendosi anche lui. Alla fine ci ritrovammo
a fare colazione tutti insieme, con quei biscotti paradisiaci e anti-dieta, il
caffè e tante, tantissime allusioni a Johnny.
Nonostante tutte le battute e i commenti, riuscirono a distogliermi dalle mie paranoie e dalle mie paura. Stavo rimandando, lo sapevo. Stavo procrastinando. E lo psicologo lo diceva sempre: era male. - Ma me la godevo finchè potevo.
- E potei godermela solo per qualche minuto
ancora, perché Depp si presentò in cima alle scale e tutti gli altri tacquero. Il
biscotto che tenevo in mano si sbriciolò. Nessuno fiatava.
- “Lo so che sapete tutto”, disse lui, “che lo
sapete che abbiamo fatto sesso, stanotte. Ora ho fame. E comunque mi è piaciuto”.
- E scese le scale e si sedette con noi.
- Dio, aiutami.
- Dai,
non è passato molto dall’ultimo aggiornamento. All’incirca due settimane, anche
meno. Sono fiera di me.
- In
effetti sono stata ispirata dalla visione di Nemico Pubblico. Siamo andate io e
la mia migliore amica –e ci sarebbe venuta anche quell’altra brutta della mia
altra migliore amica se quel maledetto del prof… basta-. Abbiamo partorito dei
commenti decisamente non eleganti. E alla fine abbiamo pianto come due
deficienti. Quanto è teneroooooo!
- Basta,
diamoci un contegno.
- Sono
fissata con il naso di Depp. È incredibile. Non sono normale, lo so, ma quel
naso è incredibile. Secondo me, Pitagora ci ha costruito sopra il teorema. È perfetto!
E comunque io e la mia classe andremo in gita a Parigi e io ho deciso che
mangio tibetano. Al ristorante di Johnny. E se non ce lo trovo –togliamo il
se-, mi incateno lì, gridando che ho un attacco di diabete fulminante e di
conseguenza il mio ultimo desiderio è di “parlare” con Mr Depp. Per chi non lo
sapesse, non esistono gli attacchi di diabete fulminante, ma sono dettagli.
- Okay,
mi faccio pubblicità, anche se non ve ne frega niente:
- il
29 novembre capitanerò la squadra della 3 H di Pescara al programma ‘Per Un
Pugno Di Libri’, su Rai3. Se volete vedere qualche figuraccia che sarà
probabilmente trasposta in questa storia, non perdetevi il programma.
- As
always, grazie per le preferite e le seguite e compagnia bella.
- Thiliol:
certo, sensi di colpa banditi dalla mia testa. Ma non pensi che, dopo che quell’Adone
ti abbandona per tornare alla sua vita, cadresti in depressione? Io sì. E anche
Cee. Dai, è abbastanza logico. Più o meno. Spero ti sia piaciuto il capitolo. Un
bacione.
- Rebecca
Lupin: sì, gli sviluppi ci saranno. Purtroppo il capitolo non doveva finire
qui, ma se l’avessi scritto tutto mi sarebbero uscite tipo 20 pagine, dovevo
tagliare in qualche punto. Al prossimo ci sarà una svolta. E comunque Cee è
comica, lo so. L’ha dimostrato in questo capitolo. Cioè… Cecilia si presta alle
figuracce. Non so perché. Comunque, spero ti sia piaciuto. Un bacio.
- Summerbest/Silvia:
avvistati C e J in un incontro ravvicinato del terzo tipo. Attenta, C: gli
avvenimenti potrebbero prendere una piega diversa. Okay, la smetto. Sì, avremmo
rosicato parecchio se GG avesse scritto un messaggio del genere. Diciamo che la
povera Cee –se povera si può definire- è capitata in uno scontro tra titani,
visto che Orlando e Keira stanno in rotta. Però è durata poco, dai, hanno fatto
pace subito e il loro litigio ha fatto avvicinare C e J. Quindi è stato
positivo. Quindi sto sparando stronzate. Lascia perdere, è normale. Un bacio
grande.
- Emma:
la mia adorata. Hai ragione. Tutto quello che hai detto è verissimo. Ma Cee se
ne accorgerà. Solo che adesso deve crogiolarsi nelle sue stupide paranoie, ecco
perché non può godersi quella notte. E quella mattina, capisci a me XD Ma, come
ho già detto, anche io ci rimarrei malissimo non appena lui… insomma, è come
assaggiare un quadretto di cioccolato e sapere che sei allergica… okay,
paragone stupido. Povera te. Io e le mie amiche abbiamo una prof di educazione
fisica che è pazza, isterica, ma almeno ci porta in gita a Parìs.
- Non
mi parlare di quella CENSURA di Winona Ryder. Fossi stata in lei, mi sarei
abbarbicata a Johnny e non l’avrei più lasciato andare. E poi, visto che fa ‘mmmh’,
dev’essere ancora più… più… basta.
- Lo
psicologo –il mio psicologo adorato che mi sta risolvendo la vita- è un aiuto
enorme. Non sono disturbata, certo –anche se non ci crede mai nessuno J- , ma semplicemente non riesco a curare
la mia patologia, il diabete. E quindi bisogna trovare una soluzione. E quindi
vado dal mio psicologo che ha trovato un bel caso da risolvere. Non so costa
sto scrivendo, non ci fai più caso, quindi… un abbraccio forte forte, Darling.
- Chris:
la mia compagnuccia di banco. Ho ritrovato i documenti del motorino. Anche Sara
mi dà addosso perché mi si è perso il documento, ieri notte. Ci mancate solo
voi, stronze! Non ho toccato un libro e domani non puoi abbandonarmi. Ti ricordo
che alle 18 c’è la trasmissione, quindi guardala. Chè domani devi interrogarmi
sui libri. Ho già in mente il seguito, al più presto ci lavoriamo, okay? Sappi che
tu e Sara siete un’associazione a delinquere, insieme. Ah, forse sabato parto. Che
ne so, mio padre se ne esce con queste cose -_- bah. S’agapò, mon amour. Hola,
io speak deutsch, garçon. Ecco. Ieri io ed Ele abbiamo aperto il libro delle
risposte sull’amore. Io ho chiesto: è vero che L è un idiota? E il libro:
Lascia perdere.
- Veeeediii?
XD
- Sara:
abbiamo appena chiuso msn –o meglio, c’è uno che non mi dà tregua- e tu hai già letto. Che ti
devo dire, Sarè? Spero di averti resa al meglio. Lo sai che ci sarai anche nel
prossimo capitolo? Be’, ora lo sai. Ah, sto preparando le valigie per andare
dallo Zio a sostituire la Moss. Non vedo l’ora di leggere il tuo capolavoro.
- Voglio
leggereeee! E comunque già te l’ho anticipata l’ending della storia, mi sa. Se non
te l’ho anticipata, appena mi becchi te la dico.
- Ti
venero e t’adoro, in tutti i sensi. E recupera tua Moglie, che è sparita dalla
circolazione e appena la becco…
- Androgina:
quando mi scrivi certe cose, ci rimango male. Non voglio che tu abbia delle
giornate no. Mi dispiace. E i professori sono sadici, ci godono a mettere
brutti voti. No, non è vero. Ma sappi che sto sempre dalla tua parte. Hai visto?
Sto aggiornando prestissimo.
- Mi
dispiace che Federico stia così, digli che anche se non lo conosco bene ha
tutto il mio appoggio. E tu non stare giù. E non ti preoccupare per gli sms. Non
mi faccio sentire mai, una volta che posso…
- È
sempre la stessa storia. Ho mille cose da scriverti ma non ci riesco mai. Prima
o poi sì, però.
- Love
u. Eternally.
- Xoxo,
Federica.