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Autore: ladyvonmark    08/11/2009    12 recensioni
"Siamo andati tutti a scuola -almeno, si spera-. Anche i personaggi
famosi. Anche loro hanno dei compagni di liceo ai quali si sono legati.
Compagni estranei al mondo di Hollywood.
Cecilia Ariani ha 31 anni, è per metà inglese e
per metà italiana. E vive in America -una ragazza
international, insomma-. Ha frequentato il liceo in Inghilterra e,
guarda caso, è finita nella stessa classe di un ragazzo di
nome Orlando Bloom. Chissà chi è questo tizio,
direte voi -notare vena ironica-. Sempre più per caso, i due
sono molto amici. E Cecilia inizia a conoscere qualche amico di
Orlando..."
Prima fanfiction che pubblico -dedicata alla mia androgina Dod XD-.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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v bkvck
Ma che cavolo ho combinato?
quando Cecilia pensa che è un'idiota.
Ho fatto un sogno. Un sogno strano.
Strano ma bello. Sono stata tutta la notte con un uomo incredibile.
Aprii gli occhi.
Lui era fantastico. E tutta quella notte fu fantastica, un po’ confusa ma fantastica.
Perché quella non era la mia stanza?
Perché mi faceva male la testa?
Perché ero nuda?
Mi voltai: perchè Johnny Depp è steso accanto a me, nudo come mamma l’ha fatto, addormentato e… censura.
Avete presente quando vi si collegano tutti i pezzettini del puzzle? Ecco.
Orlando. Keira. Cecilia. Johnny. Cena. Vino. Letto. Insieme.
Cazzo.
Merde. Alla francese. Merde. Shit. Bugger –lo dice anche Johnny, ai Pirati-.
Avevo fatto sesso con Johnny Depp.
Continuai a guardarlo. A parte il corpo indescrivibile da David di Michelangelo, era buffo. Buffo e sexy, okay.
Ma che cavolo avevo fatto? Ero corsa incontro ai miei problemi e gli avevo detto: ‘mi sento sola, venite a trovarmi!’.
Cercai di calmarmi. Lo diceva anche il mio psicologo: prima di suicidarmi  mentalmente era meglio calmarmi, analizzare il tutto, prendere un caffè. Mi si illuminarono gli occhi. Caffè! Caffè. Adesso. Caffè. Abbisogno di caffè.
Per scendere dal letto senza svegliare la statua greca impiegai circa dieci minuti. Quando mi voltai era ancora profondamente addormentato, quasi dolce.
Ma che avevo fatto? Lo sapevo che non avrei dovuto bere e non avrei dovut-
“AAARGHMPF”.
Mi ritrovai distesa per terra, decisamente dolorante, con gli occhi serrati per la caduta. Già, certo, ieri notte non avevo avuto molto tempo per riordinare. Avevo… altro da fare.
Ovviamente la speranza di non averlo svegliato fu vana.
“Ci siamo alzati con il piede sbagliato?”, chiese con la voce impastata.
No. Non dovevo parlarci! Perché mi sarei complicata tutto, avrei avuto una crisi isterica e gli avrei vomitato addosso anni e anni di psicoterapia.
Scappa. Cecilia, scappa.
“Certo. Hai preso una laurea in battute banali?”, commentai, acida.
Forse un po’ troppo acida. Afferrai la maglietta nera che giaceva per terra, accanto alla mia mano, e mi alzai.
“Scusami. La mattina sono incazzata col mondo”, sospirai e feci per infilare la t-shirt. Solo che non era una t-shirt.
Era un indumento decisamente non mio che lasciai candidamente cadere a terra. Johnny ridacchiò. Certo, come al solito le figuracce…
“Sappi che, nonostante fossi… comica, diciamo pure così… be’, eri davvero eccitante”.
Il mio colore tese al ‘semaforo’. Rosso, per la precisione.
Ehi, però ha detto che sono eccitante. E… cavolo, gli sarà passato l’effetto dell’alcol!
“Be’… grazie…”, mormorai. A quel punto mi aveva già radiografata per bene, quindi presi degli indumenti per coprirmi con una tranquillità di cui non mi credevo capace.
Sì, vabbè, muoviti, idiota. Vattene da lì.
“Be’, stanotte è stato bello…”, disse lui, avvicinatosi. Troppo. “Ripetiamo l’esperienza?”.
“Poetico”, mormorai.
Non voltarti. No. Se ti giri, è finita. Forza di volontà o no, nessuna donna resisterebbe a questo tizio, in queste condizioni.
Mi voltai.
Fissa quello che ti pare. Non la faccia. Non in basso. Le spalle!
Mi concentrai sulle spalle.
No,  no. Cattiva idea. Non alzare lo sguardo sul mento. E nemmeno sulle labbra.
Non sapevo dove guardare. O forse lo sapevo.
No. Questa è l’ultima. Se alzi ancora un po’ lo sguardo vedi il suo naso. E quello ti mette ko. Lo sai che adori il suo naso. E tutto il resto, certo. Non guardarlo. Non guard-
Ecco.
Io te l’avevo detto.
 
Guardai il mio caffè e presi un biscotto dalla scatola. Erano i biscotti al burro, quelli da migliaia di calorie al grammo, quelli buonissimi che mandano a quel paese la dieta.
Al diavolo la dieta.
“Sono un’idiota”.
Sì. Patentata. Che si ficca nei casini da sola. Voglio dire… lo sapevo. Lo sapevo dall’inizio che lui era pericoloso per me.
Ma no! Io dovevo andare da lui come l’orso col miele! E certo!
L’avevo saputo da subito che sari caduta ai suoi piedi. Ero una donna. Purtroppo non omosessuale.
Accidenti, finire a letto con Depp era il sogno di chiunque! E io mi lamentavo pure.
“Ma perché?”.
Già. Era il sogno di ogni donna e io sfidavo ogni donna a non innamorarsi di lui. Andando al di là di essere Johnny Depp, Dio, era intelligente, interessante, carismatico. E aveva quella voce… avevo sempre badato alla voce delle persone. E la sua voce… era meravigliosa. Sweeney Todd non mi piaceva solo perché era un musical.
Lo adoravo perché era la sua voce. Se la batteva con Il Fantasma Dell’Opera, il mio musical preferito in assoluto.
E non sarei rimasta abbagliata da qualunque cosa facesse o dicesse se non fosse stato lui.
‘Ripetiamo l’esperienza…’. Era una frase assolutamente priva di poesia e, soprattutto, di tatto. Era così... e tutte le altre cose che mi aveva detto… se me le avesse dette un altro l’avrei piantato in Nasso in un nanosecondo. Invece le aveva dette lui, con quei modi, quella faccia, quella voce…
Il vero problema era: sarei riuscita a staccarmi da lui, non appena lui se ne sarebbe andato?
Perché non c’era nessun presupposto per un qualsiasi tipo di storia. Quella notte e anche quella mattina… non avrebbero significato niente per lui e per me avrebbero significato tutto. Perché lui mi piaceva. Ero una persona normale, l’avevo conosciuto, ci avevo fatto sesso. Era normale che io avessi una cotta gigantesca per lui.
Solo che io ero lungimirante. Perché lo sapevo che ci sarei stata male.
Oh, lui aveva la sua compagna, la sua famiglia, il suo tutto.
E io chi ero? Quella che c’era andata a letto insieme per una volta. O due.
“Ma perché diavolo sono andata a letto con Johnny Depp?!”.
“Lo sapevo!”.
“Aaaah!”.
Dominic mi guardava con una faccia estatica, semi-sdraiato sul mio divano. Accanto a lui una tizia che non avevo mai visto.
“Come diavolo sei entrato?”, strillai.
Lui mi ignorò. “Te l’avevo detto. Io sono un genio. Lui ti piaceva. Tu gli piacevi. Non devi ringraziarmi”.
“Potresti evitare di farne una questione di stato?”.
“No. E comunque lei è Sarah”, indicò la ragazza che si alzò e mi tese la mano.
“Scusami”, disse lei, “mi sarei presentata prima ma sembrava una questione… delicata?”.
“Sì”, sospirai, “e io non sono così esplicita, di solito”. Anche se parlo da sola.
“Ehi”, fece lei, “Depp. Quel Depp”.
Risi e mi sedetti di nuovo.
“Farò finta di non aver sentito”, predicò Dominic guardando Sarah, “e mi concentrerò sul fatto che tu e lui avete fatto le cosacce!”.
Le cosacce?
“Dimentica anche quello. Non hai sentito niente, Dom”, implorai.
“Tranquilla, sarò muto come una tomba”.
“Grazie. Avete fatto colazione? Volete un caffè? E come siete entrati, scusate?”.
“Ci ha fatti entrare Keira”, disse Sarah, venendosi a sedere vicina a me. Keira? Quella Keira?
“Quella famosa?”, chiesi, temendo il peggio.
“Sì, proprio io, stronza che non sei altro”.
Ebbene sì, in quel momento entrò Keira, imbufalita come un bufalo. Mi alzai in piedi, pronta a scappare.
“Ciao”, sussurrai, supplichevole.
“Io ti ammazzo. Mi hai chiusa lì dentro, con Orlando”.
“L’ho fatto per te”.
“Keira”, s’intromise Dominic, “lo sai che Cecilia e Johnny hanno consumato?”.
Mi voltai verso di lui, sbalordita.
“UNA TOMBA?”, strillai, indignata. Oh, io ti uccido. Stavolta davvero. No, ti torturo. Faccio come Busiride. Ti mangio per cena. O come Sweeney… che persecuzione, basta parlare di Depp. O pensare a lui.
Per fortuna non fui l’unica ad attentare alla sua vita: Sarah prese a tirargli botte ovunque. Decisamente mi era simpatica.
Keira mi si abbarbicò addosso, strillando qualcosa sull’essere contenta e felice e averlo saputo già prima che saremmo finiti insieme. Qui tutti sanno tutto.
“Certo, va bene”, dissi, sospirando. “Adesso potreste tenervi questa cosa per voi, per favore? Vi prego”.
“Hai ragione, certo”.
“Ovviamente”.
“Cosa ovviamente?”, chiese Orlando, entrando in cucina. Sembrava tranquillo e assolutamente non incazzato. Bene. Meglio così.
“Niente”, lo liquidai, prendendo la tazzina in mano.
“Cecilia è stata con Johnny”, se ne uscì Keira.
“Appunto”, digrignai i denti. Privacy. Voglio la privacy.
“Volevo dirlo io!”, protestò Dominic, offeso. Uno sguardo con Sarah bastò a farlo tacere.
“E io che pensavo che ci aveste chiusi in camera per farci far pace”, disse Orlando, sedendosi anche lui. Alla fine ci ritrovammo a fare colazione tutti insieme, con quei biscotti paradisiaci e anti-dieta, il caffè e tante, tantissime allusioni a Johnny.
Nonostante tutte le battute e i commenti, riuscirono a distogliermi dalle mie paranoie e dalle mie paura. Stavo rimandando, lo sapevo. Stavo procrastinando. E lo psicologo lo diceva sempre: era male.
Ma me la godevo finchè potevo.
E potei godermela solo per qualche minuto ancora, perché Depp si presentò in cima alle scale e tutti gli altri tacquero. Il biscotto che tenevo in mano si sbriciolò. Nessuno fiatava.
“Lo so che sapete tutto”, disse lui, “che lo sapete che abbiamo fatto sesso, stanotte. Ora ho fame. E comunque mi è piaciuto”.
E scese le scale e si sedette con noi.
Dio, aiutami.






Dai, non è passato molto dall’ultimo aggiornamento. All’incirca due settimane, anche meno. Sono fiera di me.
In effetti sono stata ispirata dalla visione di Nemico Pubblico. Siamo andate io e la mia migliore amica –e ci sarebbe venuta anche quell’altra brutta della mia altra migliore amica se quel maledetto del prof… basta-. Abbiamo partorito dei commenti decisamente non eleganti. E alla fine abbiamo pianto come due deficienti. Quanto è teneroooooo!
Basta, diamoci un contegno.
Sono fissata con il naso di Depp. È incredibile. Non sono normale, lo so, ma quel naso è incredibile. Secondo me, Pitagora ci ha costruito sopra il teorema. È perfetto! E comunque io e la mia classe andremo in gita a Parigi e io ho deciso che mangio tibetano. Al ristorante di Johnny. E se non ce lo trovo –togliamo il se-, mi incateno lì, gridando che ho un attacco di diabete fulminante e di conseguenza il mio ultimo desiderio è di “parlare” con Mr Depp. Per chi non lo sapesse, non esistono gli attacchi di diabete fulminante, ma sono dettagli.  
Okay, mi faccio pubblicità, anche se non ve ne frega niente:
il 29 novembre capitanerò la squadra della 3 H di Pescara al programma ‘Per Un Pugno Di Libri’, su Rai3. Se volete vedere qualche figuraccia che sarà probabilmente trasposta in questa storia, non perdetevi il programma.
As always, grazie per le preferite e le seguite e compagnia bella.
 
 
Thiliol: certo, sensi di colpa banditi dalla mia testa. Ma non pensi che, dopo che quell’Adone ti abbandona per tornare alla sua vita, cadresti in depressione? Io sì. E anche Cee. Dai, è abbastanza logico. Più o meno. Spero ti sia piaciuto il capitolo. Un bacione.
Rebecca Lupin: sì, gli sviluppi ci saranno. Purtroppo il capitolo non doveva finire qui, ma se l’avessi scritto tutto mi sarebbero uscite tipo 20 pagine, dovevo tagliare in qualche punto. Al prossimo ci sarà una svolta. E comunque Cee è comica, lo so. L’ha dimostrato in questo capitolo. Cioè… Cecilia si presta alle figuracce. Non so perché. Comunque, spero ti sia piaciuto. Un bacio.
Summerbest/Silvia: avvistati C e J in un incontro ravvicinato del terzo tipo. Attenta, C: gli avvenimenti potrebbero prendere una piega diversa. Okay, la smetto. Sì, avremmo rosicato parecchio se GG avesse scritto un messaggio del genere. Diciamo che la povera Cee –se povera si può definire- è capitata in uno scontro tra titani, visto che Orlando e Keira stanno in rotta. Però è durata poco, dai, hanno fatto pace subito e il loro litigio ha fatto avvicinare C e J. Quindi è stato positivo. Quindi sto sparando stronzate. Lascia perdere, è normale. Un bacio grande.
Emma: la mia adorata. Hai ragione. Tutto quello che hai detto è verissimo. Ma Cee se ne accorgerà. Solo che adesso deve crogiolarsi nelle sue stupide paranoie, ecco perché non può godersi quella notte. E quella mattina, capisci a me XD Ma, come ho già detto, anche io ci rimarrei malissimo non appena lui… insomma, è come assaggiare un quadretto di cioccolato e sapere che sei allergica… okay, paragone stupido. Povera te. Io e le mie amiche abbiamo una prof di educazione fisica che è pazza, isterica, ma almeno ci porta in gita a Parìs.
Non mi parlare di quella CENSURA di Winona Ryder. Fossi stata in lei, mi sarei abbarbicata a Johnny e non l’avrei più lasciato andare. E poi, visto che fa ‘mmmh’, dev’essere ancora più… più… basta.
Lo psicologo –il mio psicologo adorato che mi sta risolvendo la vita- è un aiuto enorme. Non sono disturbata, certo –anche se non ci crede mai nessuno J- , ma semplicemente non riesco a curare la mia patologia, il diabete. E quindi bisogna trovare una soluzione. E quindi vado dal mio psicologo che ha trovato un bel caso da risolvere. Non so costa sto scrivendo, non ci fai più caso, quindi… un abbraccio forte forte, Darling.
Chris: la mia compagnuccia di banco. Ho ritrovato i documenti del motorino. Anche Sara mi dà addosso perché mi si è perso il documento, ieri notte. Ci mancate solo voi, stronze! Non ho toccato un libro e domani non puoi abbandonarmi. Ti ricordo che alle 18 c’è la trasmissione, quindi guardala. Chè domani devi interrogarmi sui libri. Ho già in mente il seguito, al più presto ci lavoriamo, okay? Sappi che tu e Sara siete un’associazione a delinquere, insieme. Ah, forse sabato parto. Che ne so, mio padre se ne esce con queste cose -_- bah. S’agapò, mon amour. Hola, io speak deutsch, garçon. Ecco. Ieri io ed Ele abbiamo aperto il libro delle risposte sull’amore. Io ho chiesto: è vero che L è un idiota? E il libro: Lascia perdere.
Veeeediii? XD
Sara: abbiamo appena chiuso msn –o meglio, c’è uno che  non mi dà tregua- e tu hai già letto. Che ti devo dire, Sarè? Spero di averti resa al meglio. Lo sai che ci sarai anche nel prossimo capitolo? Be’, ora lo sai. Ah, sto preparando le valigie per andare dallo Zio a sostituire la Moss. Non vedo l’ora di leggere il tuo capolavoro.
Voglio leggereeee! E comunque già te l’ho anticipata l’ending della storia, mi sa. Se non te l’ho anticipata, appena mi becchi te la dico.
Ti venero e t’adoro, in tutti i sensi. E recupera tua Moglie, che è sparita dalla circolazione e appena la becco…
Androgina: quando mi scrivi certe cose, ci rimango male. Non voglio che tu abbia delle giornate no. Mi dispiace. E i professori sono sadici, ci godono a mettere brutti voti. No, non è vero. Ma sappi che sto sempre dalla tua parte. Hai visto? Sto aggiornando prestissimo.
Mi dispiace che Federico stia così, digli che anche se non lo conosco bene ha tutto il mio appoggio. E tu non stare giù. E non ti preoccupare per gli sms. Non mi faccio sentire mai, una volta che posso…
È sempre la stessa storia. Ho mille cose da scriverti ma non ci riesco mai. Prima o poi sì, però.
Love u. Eternally.
 
 
Xoxo, Federica.
  
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