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Autore: vaffanson    12/11/2009    1 recensioni
Quanto può essere lungo l'istante prima di morire? E' vero che puoi rivivere tutta la tua vita in quell'attimo? E cosa penserà l'altra persona che ti sta per uccidere? Mi chiamo Roger Andersen e sto per morire. Oltretutto nel giorno del mio compleanno.
Genere: Thriller, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Forse è proprio vero, quando una persona sta morendo rivede tutta la sua vita.

Ma la rivede come un film in ordine cronologico, dalla sua infanzia alla sua morte, o come la funzione random di un olo-movie, coi capitoli impostati casualmente e non riesci a capire la trama del film?

Sono sempre stato un grande appassionato di film e un grande lettore di libri di fantascienza, che allora erano cartacei, non come adesso che uno è costretto a leggere i libri sul video del suo computer, o addirittura come i più pigri che li ascoltano.

I libri devono essere materiali e la bellezza della lettura è anche quella di toccarli e di sfogliare le pagine. Da piccolo mi ero appassionato a vecchi film della fine del secolo scorso. Ce n’era uno in particolare, “l’esercito delle dodici scimmie”: quello era uno dei pochi film dove la sequenza temporale era difficile da seguire e l’ho dovuto vedere diverse volte per poterlo capire e apprezzare a pieno. I viaggi nel tempo mi hanno sempre appassionato, anche se impossibili. Quello che mi appassionava ancora di più era vedere come i nostri predecessori si immaginavano il futuro. Un futuro che riuscirò a vedere solo fino ad oggi purtroppo. Questa passione mi è stata trasmessa da mio padre. Quando da piccolo mi parlava di un vecchissimo libro “1984” in cui uno scrittore degli inizi del secolo scorso aveva scritto su di un ipotetico futuro ambientato circa quaranta anni dopo.

Per fortuna le sue previsioni non si erano avverate, almeno non così tragicamente, diceva sempre mio padre, ma da quel libro avevano creato dei programmi televisivi orrendi che avevano fatto la fortuna delle tv per qualche anno. E pensare che sono riuscito a vedere un mondo che nemmeno io potevo supporre. Nonostante il pessimismo di mio padre, devo dire che la situazione non è male. Forse perché sono figlio di una famiglia europea di ceto medio e quindi non faccio parte di quella parte elevata di mondo in miseria. Ma nonostante alcuni problemi che ci portiamo dietro la situazione sta migliorando. Ci vorranno ancora diversi anni, ma sia l’Africa che l’Asia si stanno sviluppando e il tenore di vita è in continua crescita e l’Europa rimane quel vecchio continente dove la vita scorre tranquilla. Se poi vivi in una famiglia benestante la vita diventa piacevole, se riesci ad apprezzare quello che hai.

Non eravamo ricchi e non potevamo permetterci la macchina volante, per cui i problemi di traffico erano irrisori. E comunque gli spostamenti non erano più quelli caotici della fine del secolo scorso. L’elevata tecnologia permetteva di vivere senza faticare e quindi l’infanzia di un bambino poteva essere spensierata. Come quella che ho vissuto.

Due genitori stupendi, si volevano bene (una rarità visto il vertiginoso aumento di divorzi), una bella casa, molti amici, alcuni virtuali, ma molti anche fisici. Abitando in quartiere tranquillo e periferico avevo la possibilità di uscire in giardino e poter fare degli sport, invece che giocarci solo virtualmente dentro casa con dei simulatori, che anche se di altissima tecnologia non potevano certo competere con il prato, il sole e il vento delle giornate estive.

  
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