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Autore: laolga    16/11/2009    6 recensioni
storia ideata dalla fantastica Pazzascatenata89, poi continuata a quattro mani anche con l'appoggio di Olghisch. Due scrittrici perfette creano un'atmosfera unica di suspance, amore ed avventura!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO SECONDO


Mi rialzai con fatica non appena udii allontanarsi il rombo del camion che per poco non mi ammazzava.

Cercai con lo sguardo tracce del mio ignoto accompagnatore e mi venne male vedendo i resti della sua moto distrutti sull'asfalto.

Ci mancava poco e facevi la fine della moto...

Appunto. Possibile che riesca ad attirare tutte le sfortune in questo modo? Non è molto normale come cosa, sai?

Mi avvicinai al mezzo con precauzione, sperando con tutto il cuore di non trovare il cadavere del ragazzo, anche perchè la sola vista probabilmente mi avrebbe segnato per tutta la vita.

-Cazzo!-

Mi voltai di scatto: una voce che proveniva dal ciglio della strada aveva attratto la mia attenzione.

Infatti un ragazzo, il ragazzo, era steso a terra e si massaggiava un ginocchio.

Gli corsi immediatamente in contro, sbarrando gli occhi.

-Sei...vivo?- chiesi, incredula.

Lui sbuffò e si tirò su a sedere, strappando i miseri ciuffi d'erba attorno a se.

Evidentemente anche lui è scampato alla morte.

Uhm...sì...per un soffio.

Sorrisi, immensamente sollevata, e gli porsi una mano, per aiutarlo ad alzarsi.

Lui mi guardò, e afferrò il mio braccio, alzandosi da terra.

-Non ti sei fatta male, vero?- mi chiese poi, zoppicando fino alla sua moto.

-No, no...una piccola botta alla testa, ma ormai ci ho fatto l'abitudine...-

Lui mi lanciò uno sguardo stranito e si chinò a studiare due ruote e pezzo di metallo sparsi sul terreno.

Intanto attorno a noi si era formata una fila infinita di auto strombazzanti che minacciavano di investirci nuovamente se non ci muovevamo a chiamare la polizia e sgomberare la strada.

Sembrava che a nessuno importasse se eravamo feriti, vivi o morti: l'importante era che ci levassimo di torno.

-chiamo la polizia?- chiesi a proposito al mio accompagnatore.

Lui dapprima non mi rispose, poi, sentendo che cercavo il cellulare nella mia tasca dei jeans, si alzò in piedi e mi fermò, preoccupato.

-Non lo fare!, la moto non è mia, sono senza patente e il camion che dovrebbe pagare i danni è scappato...-

Mi fermai, anche perchè del mio cellulare non vi era traccia, ed annuii, poco convinta.

-E allora che facciamo?-

Lui si guardò attorno, ed alzò le spalle.

-Io...mi dispiace, ma non era previsto tutto questo...-si scusò, vedendo il mio sguardo deluso.

Sorrisi, cercando di rassicurarlo, poi un ondata di clacson mi ricordò che era meglio spicciarsi.

-Ok, senti...chiediamo un passaggio a qualcuno, ok?-proposi.

-E lasciamo qui la moto?-

-Ehm...tanto non è tua, no?-

-No...-

-Fantastico, allora.-tagliai corto.

Mi avvicinai ad un'auto particolarmente rumorosa e bussai al finestrino oscurato.

Non appena si abbassò comparve il volto di una donna piuttosto giovane ma altrettanto nervosa.

-Si può sapere cosa state aspettando qui??- urlacchiò spazientita.

Arrossii e sorrisi, imbarazzata.

-Ehm, salve...Scusi per il disturbo, ma ovviamente non era di nostro interesse fare quest'orribile incidente.- azzardai.

Quella sollevò un sopracciglio, diffidente.

Il mio quasi-riuscito-accompagnatore mi scrutava da una certa distanza, preoccupato.

-E...non possiamo assolutamente chiamare la polizia.- proseguii, sperando di fare la cosa giusta.

La donna annuì e senza aggiungere altro prese il suo cellulare.

-Non vorrà mica chiamarla lei??- esclamai, preoccupata.

-Ma certo: se voi non potete!-

La donna mi sorrise odiosamente, digitando sul telefono i numero della polizia.

Mi voltai di scatto, cercando il mio accompagnatore, che era tornato a studiare la moto non sua, o meglio su ciò che ne rimaneva, e al contrario di me pareva non interessarsi al caos provocato dai clacson.

Gli corsi in contro e gli tirai una pedata per richiamarlo all'attenzione.

-Ehi!!- protestò immediatamente, alzandosi.

-Ascoltami: una stronzetta sta chiamando la polizia, quindi ci conviene darci una mossa e sgomberare prima che ti schiaffeggino 10.000 dollari di multa.-

Il ragazzo spalancò la bocca, lanciando un'occhiataccia al cielo.

Poi disse, finalmente serio.

-Allora corriamo più avanti, dovrebbe esserci un Autogrill o qualcosa, non mi ricordo bene.-

Annuii, e cominciai ad avviarmi.

Poco dopo lo vidi sfrecciare più avanti, correndo come un pazzo sfrenato, e solo allora udii le sirene della polizia.

Ecco, questa proprio ci voleva!, la POLIZIA alle calcagna per essere salita in moto con un incosciente!!

Non capisci nulla: così potrà spiegare tutto alla polizia e salvarsi anche dall'assassino, che chissà dove sarà finito ora...e spiegare anche che non ricorda nulla così da tornare alla sua vita normale!

E tradire quel bel ragazzino?

Sì!

Oh, non se ne parla proprio!



Correvo da circa due minuti e mi sentivo terribilmente male, come se stessi per svenire. Dedussi che a motoria dovevo essere proprio una schiappa, se già dopo due passi sentivo il fiato mancarmi e la milza esplodere...

Ma poi ripensai all'inseguimento con l'assassino di poche ore prima, e mi ricordai di essere riuscita a salvarmi la pelle solo grazie alla forza delle mie gambe: bisognava solo concentrarsi.

Corsi ancora per qualche metro, seguendo la figura movimentata del tipo davanti a me, e solo quando lo vidi arrancare mi fermai, ansante.

Feci qualche passo strascicato e lo raggiunsi, sorridente.

-Certo che la polizia ti fa proprio paura, eh?- gli chiesi, piegata in due per ritrovare il fiato perduto.

Per tutta risposta lui si voltò ed annuì, sospirando.

-Beh, io non vedo nessun Autogrill, però- aggiunsi allora, guardandomi attorno.

Campi di grano ancora verde si estendevano per tutto l'orizzonte, senza un'ombra di edifici o raggruppamenti di case. Le uniche presenze umane erano determinate da fumi stretti e contorti che salivano verso il cielo provenienti da un'industria lontana.

Fantastico!, ora si è anche persa!!

Lo dicevo io, che doveva consegnarsi alla polizia...

Taci!

Dopo di te.

Il ragazzo si passò una mano sulla fronte sudata e sbuffò rumorosamente.

-Ok, forse mi posso essere sbagliato, ma la strada è giusta, perciò prima o poi riusciremo ad arrivare alle prove in tempo senza farci beccare dalla polizia...-

Scossi la testa, desolata.

-Cioè?? Dovremmo farci tutta la strada a piedi???-

-Già.-

Mi misi le mani nei capelli, pronta a strapparmeli tutti di un colpo solo.

-Ma non è così lontano...- azzardò lui.

Lo fulminai con lo sguardo, spremendo il mio cervellino alla ricerca di un'idea più ingegnosa.

Fu allora che la nostra salvezza arrivò, rombante e caotica: l'auto che ci concesse un passaggio.

Si trattava di una decappottabile rosso fiammante, con tanto di decorazioni gialle e nere...ma ciò che mi colpì erano le ragazze scatenate che cantavano a squarciagola sopra le note della radio accesa al massimo volume.

Pietrificata, assistevo alla scena, e feci giusto in tempo a scostarmi per non farmi investire prima che l'auto sfrecciasse più avanti.

Dopo pochi metri, con un rombo assordante, frenò, cambiò marcia e tornò indietro, raggiungendoci.

Le tre ragazze, una bionda, una mora ed una più scura, avevano smesso di cantare, e ci guardavano, incuriosite.

-Ehi, ma quello non è Justin???- gridò la bionda all'amica, sempre senza azzardarsi ad abbassare il volume della radio.

-E cosa ci fa qui????-fece la mora.

-Ma soprattutto: QUELLA CHI È????- aggiunse la nera, indicandomi con sguardo indignato.

Le tre si guardarono, confuse, poi la bionda, sorridendo magnificamente, ci chiese:-Avete mica bisogno di un passaggio?-

Un'occhiata d'intesa era bastata fin dall'inizio per convincerci.

Fantastico: ora ci ritroviamo con delle screanzate incoscienti che se non combineranno pasticci in autostrada si limiteranno all'interno dell'automobile...

Che intendi dire, scusa? Sono solo vivaci ragazze che gentilmente offrono un aiuto a chi ne ha bisogno!

Sai che intendo: secondo me li hanno fatti salire solo perchè lui è abbastanza carino.

Ah...allora è questo il tuo timore!, hai paura che lui si possa distrarre dalla nostra protagonista con quelle tre racchiette?

No, no... ovvio che no: perchè mai dovrei impicciarmi? E ora attenzione a non perdere il filo della storia.

Il mio ex-accompagnatore, senza sprecarsi di urlare per rispondere alle sconosciute, saltò nell'auto, accomodandosi sui sedili posteriori rimasti vuoti, e con un cenno m'intimò di raggiungerlo.

Senza pensarci due volte lo seguii: eravamo salvi.

Beh, non direi...

Shhht!, segui la storia e piantala di commentare!

Si, si, scusami capo.

Shhh...

L'interno dell'auto era di pelle rossa ma il lusso e l'eleganza erano letteralmente sommersi da oggetti di vario genere: milioni di dischi, cicche, pacchetti di pillole non chiaramente definite, hot-dog smangiucchiati, biancheria intima e un'infinità di lattine e bottiglie di birra.

Mi ritrovai presto spiaccicata dalle altre, che, a parte la guidatrice, si erano riversate sul mi quasi-ex-accompagnatore e lo stuzzicavano in tutti i modi immaginabili (si trattava di un'immaginazione davvero varia, però XD).

Infatti, le due ragazze mi si erano sedute addosso e facevano miliardi di domande compromettenti all'unico ragazzo nell'auto, ridacchiando ed urlando a più non posso.

Ben presto cominciai a sentirmi male: a momenti soffocavo, avevo la nausea e per di più l'auto puzzava in modo terribile di cibarie andate a male.

Resistetti più che potei, e quando l'auto (chissà dove, quando e come) si fermò, mi precipitai fuori, vomitando rumorosamente.

La musica dell'auto si era fermata (finalmente!!!!!!!!!) e in sostituzione se ne sentivano altre assordanti delle macchine che ci circondavano (come non detto=.=), ferme come noi in una lunga fila.

Quando mi fui ripulita la bocca mi accorsi che l'auto delle tre ragazze si era spostata molto più avanti e a poco avrebbe finito la coda, entrando in un mega-parcheggio stracolmo con miliardi di cartelli pubblicitari del concerto che a pochi minuti sarebbe iniziato.

Rincorsi l'auto fino a quando non s fermò all'entrata del parcheggio, per pagare.

Saltai nell'auto e ritrovai il mio quasi-ex-ricercato-accompagnatore, che si trovava in uno stato massimo confusionale, stravolto e strapazzato dalle sue idolatrici.

Quando l'auto si fu fermata, parcheggiata in modo quasi accettabile, il ragazzo si precipitò fuori dal mezzo e, chinandosi, vomitò.

(E due!)

Solo allora parve ricordarsi di essere terribilmente in ritardo, tanto da aver saltato le prove pre-concerto.

***********************************************************************************************


Ta-daaaa!!! Ecco fattooo!

Coi piedi ma almeno l'ho scrittooo=))


(........)


Che scema che sono, scusate, ma si erano tagliati via tutti i dialoghi...e non me ne ero accorta!=(

Beh, eccolo intero=))

Spero nei vostri commenti!!!


PS: Justin è il nome più appropriato per il nostro lui, anche se non ci stiamo riferendo al cantante super-iper-mega-sbav-ooh-wow che tutti conosciamo=))


Autrice di questo capitolo: Groppo Elena Olga

   
 
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