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Autore: Tayr Seirei    17/11/2009    4 recensioni
I pensieri e i sentimenti di una possibile discendente di Wendy riguardo Peter (almeno inizialmente. Ah, è ambientata nel Ventunesimo secolo). Cosa succederebbe se lo incontrasse realmente, se non fosse più solo un sogno?
EDIT 17/10/12: modificate alcune cose e migliorata la grafica.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Pan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2°: ... e la storia avrà fine.



"Perché ci hai messo tanto, Peter?"
"Eri davvero molto lontana. Ma ora sono qui."


Le stelle sussurrano, stanotte.
Chiacchierano di fughe, di fredde sere invernali, di Isole che ci aspettano.
Narrano la nostra storia, Peter.
Anni di sogni hanno scolpito la tua immagine nella mia anima.
Conoscevo già ogni dettaglio: i tuoi occhi azzurri, le ciglia lunghe, il naso ben cesellato. Quelle sottili ciocche bionde che di tanto in tanto ti cadono sugli occhi. Mi sembra naturale allungare una mano e scostarle, sfiorandoti leggermente la fronte.
Non ti ritrai al mio tocco. Con qualcun altro sarebbe stato diverso, ma... noi due ci conosciamo, no?
- Rina. - Pronunci il mio nome piano, come se fosse un cioccolatino da far sciogliere sulla lingua. E per la prima volta lo sento veramente mio. Detto da te, dà tutta una nuova dimensione alla mia individualità.
Posi le mani sui fianchi snelli e mi scruti.
Il tuo sguardo, il tuo sorriso, la tua impertinenza... Sono le stesse cose che ha conosciuto Wendy, ma credo che, perlomeno fisicamente, tu sia cresciuto un pochino.
- Perché siete andati così lontano? - chiedi contrariato.
Questa è davvero una bella domanda.
Una certa Elisabeth, a metà delle generazioni tra me e Wendy, dovette trasferirsi con la sua famiglia in Italia, nella magica città lagunare di Venezia. Le sue discendenti, poi, chi per amore o meno romanticamente per lavoro, si spostarono per tutta la penisola... finché la bisnonna non venne qui a Castellammare di Stabia.*
Sicuramente non è paragonabile a Londra, a Venezia o alla Città Eterna, ma a me piace. La notte il cielo non è opaco, si vedono le stelle... e i sogni hanno spazio per volare...
Però so che spiegartelo sarebbe perfettamente inutile.
Il tempo, per te, non esiste.
- Mi dispiace, è stata tutta colpa dei grandi. - rispondo mantenendomi sul vago.
Non voglio mentire, non a te.
Come invece ho dovuto fare per sopravvivere fin ora.
Odio la mia vita...
E comunque, illustrarti il mio albero genealogico punto per punto temo non gioverebbe. Non sai quanta fatica ho fatto io per risalire sino a Wendy.
Fai una smorfia, la tua antipatia verso gli adulti dev'essere rimasta invariata negli anni,
- Come al solito, gli adulti mi mettono i bastoni fra le ruote.
Ti siedi in aria con le gambe incrociate, e inclini un poco il capo di lato. Naturalmente lo sapevo già, ma non posso evitare che mi sfugga un "Voli!" estasiato.
Accenni un inchino, a cui rispondo subito dal mio letto. Capitan Uncino sarebbe lieto delle nostre buone maniere.
- Ora volerai anche tu.
A queste parole, sento di nuovo il batticuore.
E se mi fossi sbagliata...?
Ma il dubbio dura solo un istante fugace.
Chi crede, può farcela.
La nuova Campanellino, benché non sia insolente come prima, sembra un po' riluttante. Ad una tua occhiataccia, però, lascia cadere la polvere fatata sul mio capo.
Mi serve un pensiero felice...
Ti guardo dritto negli occhi.
Sei tu.
Quasi senza accorgermene, mi alzo blandamente in aria, come se non avessi più peso.
Finalmente...
... non è più solo un sogno. Stavolta sono sveglia, o forse dormo e non tornerò più "dall'altra parte". L'importante è che non finisca.
- Non sei cresciuta - constati, con palese soddisfazione e, credo, compiacimento.
- Per te.
- Grazie. - Mi tendi una mano, poi la ritrai di scatto, sospettoso.
- Aspetta - dici, indagandomi con lo sguardo. - Conosci molte favole?
La prova del nove. Ridacchio, nel rispondere: - Sì, più o meno tutte quelle esistenti...
I tuoi begli occhi paiono illuminarsi. - Allora sei perfetta!
- Non quanto te.
- Nessuno lo è quanto me.
Sì, sei esattamente come t'immaginavo, anche di carattere. Tremendamente presuntuoso.
Eppure adorabile...
Passi una mano tra i capelli troppo lunghi, ribelli, con noncuranza. - Rina... Vuoi venire con me?
La domanda che ho aspettato per tuta la vita. Pensavo di essere più immediata, più convinta... invece sento la voce morirmi in gola per un momento. Ma come per il dubbio di prima, è questione di secondi.
- Sì - accetto con fermezza. Non tornerò sulla mia decisione.
E' definitiva.
Non ti abbandonerò, Peter. La mia è una promessa.
Nossignori, non ti lascerò mai e poi mai. Non come Maimie, non come Wendy, Jane e chissà quante altre... Rimarrò con te. Perché ti amo, e poi... voglio darti quell'unica gioia che ti è sempre stata preclusa...
Peter Pan. Sarò sempre al tuo fianco.
E ti amerò fino alla fine del mondo. Non potrai mai ricambiarmi ma, credimi, questo non ha importanza.
Sembri intuire i miei pensieri. Mi regali un altro sorriso incantevole, e porgi la mano.
Stavolta non ti tiri indietro, e io posso afferrarla tranquillamente. Voliamo silenti fino alla finestra aperta, e ci posiamo sul davanzale.
Me ne andrò così, silenziosamente. Non ho mai fatto chiasso. Quindi ora vado, senza nemmeno un saluto per chi lascio. Presto vi dimenticherete di me... oppure no, ma non conta, poiché io vi avrò già scordati.
Il mio sguardo vaga sulla mia stanza, l'unico rifugio sicuro che abbia mai avuto. Mi dispiace solo lasciare qui i miei libri, cari amici. Ognuno, a modo suo, mi ha permesso di arrivare a questo momento... a quando avrei disteso le mie ali e spiccato il volo.
Infine i miei occhi si posano su un vecchio libro, la copertina di tela azzurra consunta e sbiadita. E' stato il mio primo libro, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare*2.
In un attimo, corto quanto un battito di cuore, comprendo appieno il significato dell'intero racconto, che è riassunto tutto in una delle ultime frasi: "Vola solo chi osa farlo."
Ho sognato. Ho creduto. Ho osato.
Per me, vivere significa questo.
Sorrido mentre saltiamo giù dal davanzale e ci affidiamo alle correnti.

I sussurri delle stelle, mutati in dolci brezze, li sollevano in un attimo ad altezze vertiginose, finché non divengono solo due puntini lontani nel firmamento.
Anche le stelle amano il lieto fine.



Fine


*Castellammare di Stabia. Località scelta perché mi piace il nome, rimane impresso. XD
*2 Piccolo tributo a questo libro che avrà sempre un posticino speciale nella mia libreria; come per Rina, fu il mio primo romanzo vero e proprio.


Questa fanfic finisce qui... (sono quasi commossa ç_ç) perché volevo narrare solo ìl loro incontro. Se vi è piaciuta, potrei provare a scrivere una specie di sequel, ma articolato come una vera storia lunga, in terza persona, per descrivere almeno una piccola parte di ciò che hanno vissuto poi Rina e Peter sull'Isolachenoncè.
Ringrazio tanto Rein94 che ha recensito e seguito questa storia... e invito tutti i lettori che l'hanno gradita a recensire (visto che era il capitolo finale...) per favore! ç.ç

E adesso me ne vado, ma spero ricordiate sempre anche voi che "Vola solo chi osa farlo" ^_^

Bye!

[EDIT del 16/11/14]
{Ringraziamenti per tutti! Rein94, Adaliah, SbornyXVII, Lisa_Pan, _Grafite_Rossa_, Lilian Flumer, VampireBlack, __Benny__, Annette85 e cussolettapink. Che hanno recensito e/o aggiunto a Preferiti/Ricordate/Seguite - _Grafite_Rossa_ ha anche segnalato per le scelte, olè! Grazie tante a tutti!}





  
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