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Autore: war    18/11/2009    2 recensioni
Fra gli esorcisiti, per combattere il Conte del Millennio e i Noah, viene inviato dal Vaticano un aiuto, giunto direttamente da quel Dio che a volte ci si dimentica di amare... La strada da percorrere è una sola: ed essa è sempre stata perfettamente delineata davanti ai nostri piedi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Iniziavo ad irritarmi.
Intrappolata in un sogno non mio, tsè! Il massimo della sfortuna! Se poi ci si aggiungeva anche una mocciosa col gusto sadico del gioco gli ingredienti, per farmi saltare definitivamente il sistema nervoso, c’erano tutti.
- Ci fosse almeno un po’ di colore in tutto questo buio… - borbottai scontenta mentre mi muovevo a tentoni lungo quella che doveva essere una parete perfettamente liscia.
Ad un tratto sentii di nuovo la risata echeggiare nelle tenebre
- Fuochino, fuochino… - mi suggerì.
Significava che stavo andando nella direzione giusta o che sarei finita in un mare di guai? Il mio sesto senso mi diceva che le cose andavano a braccetto…
Finalmente tastai con le dite quella che aveva tutta l’aria di essere una maniglia. Che diavolo ci faceva una porta davanti a me? Cosa avrebbe implicato aprirla?
Istintivamente la mano corse verso l’orecchino.
Quanto avrei voluto avere anche solo la metà della sagacia e dell’intelligenza di Leonardo! Ma non era il momento di recriminare. Abbassai piano la maniglia e la luce, seppure debole mi infastidì. Strizzai gli occhi, cercando di mettere a fuoco qualcosa, stando ben attenta a restare comunque protetta dall’anta della porta.
- Benvenuta Esorcista! – disse la voce di bambina.
Aprii di più la porta e osservai l’ambiente.
La stanza dei giochi di una bambina.
Pupazzi buffi dalle forme gommose che ricordavano orsacchiotti, conigli e bruchi. Bambole dagli eleganti abiti di trine, più simili a nobildonne in miniatura che a giocattoli veri e propri… Il pavimento era a scacchi, bianco e nero e aveva una strana conformazione, come se fosse inclinato. Dava un leggero senso di fastidio e di giramento di testa, come se l’equilibrio fosse qualcosa di precario.
Su una poltrona di velluto rosso, con lo schienale alto e composto da lavorato legno tinto nell’oro sedeva scompostamente una bambina. No, forse non era tanto giovane, era solo vestita come tale… Indossava una camicia bianca tutta pizzi e merletti, una gonnellina a pieghe di un colore blu notte e aveva delle calze a righe bianche rosse blu. Scarpe di vernice nere con la zeppa e grossi fiocchi che cingevano le caviglie.
Era indubbiamente bella, sia per i capelli neri che parevano sfuggire un po’ al tentativo di domarli, sia per gli occhi, grandi e dorati. La pelle era scura e le stigmate segnavano la sua fronte. Quindi anche fra i Noah c’erano persone giovani. O magari no, magari quello era l’aspetto che una creatura malevola aveva scelto di usare, per sua comodità… Per essere meno sospetta, per essere più libera di agire…
- Con chi ho l’onore di parlare? – chiesi avanzando fino ad entrare nel cono di luce prodotto dalle candele che stavano sospese a mezz’aria. Dopotutto era un sogno, non dovevo farmi impressionare da qualche effetto scenico. Questo tuttavia non voleva dire sottovalutare l’avversario che avevo davanti.
- Road Kamelot. Il Noah dei Sogni - ridacchiò lei dondolando i piedi.
- Angel Cielo, ma immagino tu lo sappia già – dissi cercando di capire da dove poteva provenire un attacco a sorpresa.
Qualcosa mi cadde sul volto. Era umido, tipo la pioggia ma era anche caldo… Portai la mano sulla gota e ritraendola notai che era sporca di sangue. Sollevai gli occhi al soffitto.
Imprigionata da quelli che sembravano foulard di seta c’era Lenalee. Le braccia aperte, le gambe a penzoloni, come il capo. Il sangue stava colando dalle ferite che aveva sulle gambe. La sua Innocence era stata sconfitta?
- E’ ancora viva, tranquilla. Ma non lo sarà per molto. Gli ordini del Conte sono quelli di eliminarvi… - mi informò lei.
- Interessante! – le dissi. C’era una nota stonata, qualcosa che non quadrava, me lo suggerivano l’assenza di odore del sangue e il fatto che la ragazza non mi stesse trasmettendo alcuna sensazione. A causa della mia Innocence avevo, volente o dolente un rapporto speciale con chiunque la possedesse.
- Non vai ad aiutarla? Non è da… amici… - mi disse lei ridacchiando.
- Gli altri? – chiesi spostando di nuovo lo sguardo al soffitto.
- Loro due si sono arresi – mi informò indicando Marie e Miranda; due esorcisti di cui avevo visto le schede ma che non avevo ancora avuto il piacere di conoscere di persona. Non mi parevano tanto arresi… Più che altro erano svenuti, come Lenalee… Poi capii. Se uno sviene, qualsiasi illusione mentale o qualsiasi manipolazione del sogno cessa. Svenire non è come addormentarsi. Quello che vedevo erano solo immagini create da Road.
- Perché non li finisci? – chiesi indicandoli col capo.
Lei battè le palpebre.
- Pensavo ti stessero a cuore i tuoi amici… - sussurrò – forse dovrò rivedere i miei piani… -



Non fui abbastanza rapida nello spostamento e qualcosa mi travolse.
Finii a terra, schiacciata dal peso morto di qualcuno. Avevo già stretto il pugno per colpire ma mi trattenni. Chi mi era rovinato addosso era Allen.
Notai il sangue sporcare il suo mantello bianco. Gli mancava un braccio che era stato trasmutato in spada e che giaceva poco lontano da noi… Il volto era una maschera di sofferenza e sangue, ma non era svenuto, non ancora.
- Angel… Scappa! – mi sussurrò cercando di alzarsi.
Non dissi nulla ma cercai di agevolarlo nel tentativo. Lui tossì poggiando la testa sulla mia spalla e quando gettò indietro il capo notai che il suo sangue mi aveva sporcato il pigiama.
Certo che la mia personale sfiga ci vedeva benissimo! Non solo mo trovavo nel bel mezzo di un sogno manipolato dalla Principessa dei Noah, ma ci ero apparsa con un abbigliamento che ammazzava definitivamente la mia immagine di femminilità. Non che fosse un obbligo quello di apparire almeno carina, però insomma avere addosso almeno un pantalone serio e una camicia non sarebbe stato così male!
- Già stanco piccolo baro? – chiese una voce maschile apparendo poco dopo attraverso il muro. Quello lo conoscevo eccome! Tyki Mikk!
Avanzò nella stanza trascinandosi dietro Lavi e Yu.
Il primo stringeva fra le dita il suo martello ma notai subito che era molto rovinato, quasi in procinto di finire in pezzi. Non aveva più la benda ma i capelli rossi gli cadevano comunque sull’occhio, nascondendolo. Sul viso gli erano apparsi degli strani ghirigori, come tatuaggi ma non sembrava gli stessero dolendo, forse era qualcosa che accadeva quando attivava la sua Innocence, anche se i rapporti non ne parlavano…
Yu era a torso nudo, con il grosso tatuaggio nero che gli riempiva metà del petto e parte della spalla. Si era indubbiamente ingrandito rispetto all’ultima volta che lo avevo visto, ma non ci stetti a riflettere molto. La situazione stava volgendo decisamente a mio svantaggio… Due Noah ed io sola, dato lo stato in cui erano ridotti i miei compagni.
- Oh, ma abbiamo anche il nuovo… Ehi! Ma allora la mia prima intuizione non era sbagliata! Sei davvero una ragazza! Anche se quello sguardo arrogante si addice di più ad un ragazzino! – mi disse lasciando cadere Yu e Lavi sul pavimento e allungando una mano verso di me. Non mi spostai, lasciai che le sue dita si posassero sul mio viso.
Ingoiai la risposta che mi era salita alle labbra, inutile peggiorare la mia posizione, tuttavia quel tocco, leggero come ali di una farfalla si rivelò disgustoso come lo zampettare di un millepiedi. No, non era quella la sensazione che mi ero aspettata.
- A ben guardarti sei anche molto carina… Ehi Road, perché non le dai un vestito decente? – disse Tyki con l’aria di chi si voglia divertire, soprattutto alle mie spalle.
La ragazzina rise battendo le mani. – Si, si! Mi piace questo gioco! –
Avevo la netta sensazione che invece a me non sarebbe piaciuto proprio per niente!
Qualcosa di viscido mi avvolse e poco dopo mi ritrovai in piedi davanti a Tyki Mikk, che mi fissava ironico e… C’era dell’altro nel suo sguardo ma fui certa di non voler sapere cosa fosse, era troppo legato al termine lussuria!
- Un po’ barocco e audace per le sue forme ma… E’ sexy – approvò sorridendo a Road.
- Vero? Anche io la trovo bella! – disse la mocciosa tutta contenta.
Prima che la mia mente si perdesse in voli pindarici che mi avrebbero portata a morire di vergogna sbottai
- Piantatela deficienti! – e cercai di colpire Tyki Mikk, ma il mio pugno gli passò letteralmente attraverso. Grandioso! Mi ero dimenticata di questa sua dote particolare!
- Non sei per niente carina… - mi sussurrò il Noah direttamente nell’orecchio. Mi spostai con un brusco scatto sulla sinistra.
- Ma come no? Sono stata persino tanto gentile da attaccare te e non la bambina! Sei ingiusto! – protestai usando il tono del falsetto.
Lui battè le palpebre confuso.
- Hai senso dell’umorismo – appuntò per poi ammettere – Mi piace! –
- Quindi sarai gentile anche tu e ci farai tornare a fare la nanna nei novisti comodi lettucci? – chiesi ignorando forzatamente il modo in cui ero vestita.
- Purtroppo mi chiedi troppo… - sospirò lui con aria teatralmente afflitta.
- Mugen! Prima Illusione! – l’attaccò di Yu aprì un bel buco nel pavimento
- Guarda che loro sono i nemici! Cosa ti salta in mente di metterti a fare conversazione!? – mi aggredì arrabbiato.
- Era un diversivo! Volevo vi riprendeste un po’! – gli dissi strizzandogli l’occhio. Questo lo avrebbe fatto incazzare… Difatti la sua spada puntò alla mia gola.
- Ma che carini! Guarda si vogliono ammazzare a vicenda e levare a noi la scocciatura! – trillò Road.
Non so grazie a quale miracolo riuscii ad evitare che la katana mi affettasse.
- Ma sei scemo!? – sbraitai verso Yu.
- No… E’ solo che non vede te, ma lui! – sorrise Road indicando Tyki.
Mi ero quasi dimenticata di dove fossi! Non andava per niente bene! C’era un modo per scappare al controllo della giovane Noah, ma non mi pareva il caso di metterlo in pratica… Insomma, svenire davanti al mio nemico era qualcosa che il mio orgoglio non era in grado di accettare!
- Bakanda! – ringhiò Allen bloccando il colpo che il samurai stava per infliggermi, usando il suo spadone che poteva fare anche da scudo.
Lavi si mise al mio fianco, attivando la sua Innocence.
- Dove sono Lenalee e Miranda e Marie? – chiesi rivolta a Road.
Lei sbuffò.
- E se non te lo volessi dire? –
- E se non potessi dirmelo? – ribattei ghignando.
- Sai troppe cose! – sbottò lei irritata e tentò di colpirmi con le candele che divennero pericolosi oggetti appuntiti che si muovevano secondo i desideri di quella mocciosa!
Venni colpita al braccio e per la miseria, faceva male sul serio!
Mi era passata la voglia di scherzare e soprattutto di tirare un po’ per le lunghe tutta la faccenda al fine di poter studiare un po’ più da vicino i Noah e i loro poteri.
Intanto Tyki aveva infilzato Allen come si potrebbe fare con un pezzo di carne sullo spiedino e Lavi cercava disperatamente di tenere la katana di Yu lontano dal mio collo…
La mia mano corse di nuovo all’orecchino di Leonardo. Forse toglierlo non avrebbe fatto… Io non avrei causato quella devastazione… Forse, poiché eravamo nel mondo dei sogni i danni sarebbero stati limitati… Ma di nuovo non potevo agire su un forse. Forse, quando si trattava di vite umane era troppo poco.
D’accordo, non potevo procedere all’attivazione totale dell’Innocence…però potevo usare il mio potere clericale. Sarebbe dovuto bastare; me lo sarei dovuta far bastare!
Le candele di Road mi colpirono di nuovo. Quelle maledette scarpe col tacco! Mi levavano ogni agilità. Non appena riuscii a stringermi in un angolo, in modo da avere almeno le spalle coperte mi chinai a strappare i legacci di quelle trappole per piedi e ne approfittai per lanciarle in testa a Tyki. Esultai perché la prima andò a segno mentre la seconda, dato che lui aveva adottato la contromossa di diventare fantasmagorico, colpì in piena fronte Allen.
- Ahia! -
- Scusa! – mi giustificai arrossendo.
- Adesso mi sono annoiata! E’ ora di fare sul serio! – disse Road e dal muro, dal pavimento e dal soffitto spuntarono braccia che ci afferrarono e immobilizzarono. Così era troppo facile per loro!
- Spiacente piccolo baro, questa volta la tua Innocence non potrà ricostruirti il cuore! – disse il Noah del piacere facendo apparire una gigantesca farfalla sulle cui ali c’era raffigurato un teschio. Macabro.
- Tease… - chiamò.
- Every day and every night,
I always deram that
You are by mi side…
- intonai quelle parole. Le parole che avevo racchiuso dentro di me.
Sapevo che la mia Innocence avrebbe reagito.
La luce mi avvolse, vidi Tyki lasciare cadere a terra il corpo di Allen, vidi Tease bruciarsi, come una falena che si getta nelle fiamme.
Sentii Road gridare e l’altro imprecare maledicendomi.



Aprii gli occhi e mi ritrovai nel mio letto. Tirai un sospiro di sollievo: non ero più in quell’orrendo incubo.
- Ahi, ahi, ahi… Quanto pesi Yu-chan! – la voce di Lavi mi fece balzare a sedere. Sul pavimento della mia stanza c’era il giovane Bookman, con un po’ di contusioni e il corpo di Kanda comodamente sdraiato su di lui.
- Tsk! – sbuffò il giapponese mettendosi a sedere e crucciando la fronte quando i capelli gli caddero addosso, come un manto nero e lucente. I suoi occhi saettarono alla ricerca del fermaglio e poi si fissarono su di me, sgranandosi.
Sentii il letto muoversi e un gemito provenire dalle mie spalle. Voltai un poco la testa, giusto in tempo per scorgere Allen che si stava mettendo seduto.
- Che è successo? Dove sono finiti Road e Tyki Mikk? – chiese portandosi una mano sulla testa.
- Si sono ritirati. – annunciai cupa.
- Angel! Stai bene? – chiese l’albino osservandomi per occupatissimo e facendo scorrere lo sguardo su di me.
Mi sentii esaminare da un occhio verde, due blu e due grigi. E mi sentii quasi come se fossi nuda.
Avvampai furiosamente.
Allen e Lavi avevano la bocca aperta, ci sarebbero potute entrare le mosche mentre Yu emise il suo solito, amichevole ed eloquente TSK!
- Wow! – esclamò l’erede di Bookman tornando a farmi la radiografia.
Quella… quella dannata di Road mi aveva vestita come una ballerina del Moulin Rouge! Calze a rete, gonnellina a balze di velluto nero con fiocchetti rossi, bustino in tinta, con stringhe e stecche e… nastri di raso nero nei capelli! Volevo morire!
Mentre ancora rimbambita continuavo a sperare che si aprisse una voragine e che mi inghiottisse all’istante, Kanda, che non aveva mai perso il suo sangue freddo, si era alzato, aveva preso una coperta dal mio armadio e finalmente me l’aveva gettata addosso borbottando
- Copriti, che sei indecente! –
Non erano esattamene quelle le parole che avrei voluto sentirmi dire ma lo ripagai con il silenzio, grata che mi avesse comunque dato qualcosa con cui nascondere l’abominio che indossavo… Come accidenti avessi fatto a portarmi nella realtà quello che doveva essere e restare in un sogno non avevo la minima voglia di spiegarmelo, almeno per il momento!
- Non fare quella faccia… Bakanda è stronzo anche di prima mattina, adesso lo sai anche tu! Dai, andiamo a farci preparare le uova strapazzate e il bacon secondo la ricetta segreta inglese e poi io voglio l’english breakfast con la panna! – disse Allen alzandosi in piedi e stiracchiandosi entusiasto.
- Io voglio del caffè espresso e una spremuta di arancia… Non ci starebbe male nemmeno una fetta di torta al cioccolato e un po’ di frutta…- mi lasciai coinvolgere.
- Siete disgustosi! Voi mangiate come maiali, quell’altro ingurgita soia scaduta… Lenaleee!!!! Lenaleee!!!! Solo tu mi capisci!!!! – piagnucolò Lavi eclissandosi in corridoio e andando alla ricerca della ragazza, che probabilmente dormiva sonni tranquilli nella sua stanza.
Mi sentii sollevata al pensiero che sebbene Road avesse preso di mira noi quattro, alla fine nessuno si era fatto troppo male.
- Baka Usagi! E’ miso! TSK! – sibilò Kanda seguendo Bookman Junior lungo il corridoio.
Allen mi fissò con un sorriso dolce e innocente sul volto.
- E’ bello scoprire che stanno tutti bene – mi disse.
Gli sorrisi a mia volta, provando lo stranissimo impulso di accarezzargli il viso, come per accertarmi che lui fosse davvero lui e che stesse bene sul serio e non fosse solo una maschera costruita… Lasciai perdere e fissandolo seriamente dissi
- Già. Però adesso fuori, che mi devo vestire! -
  
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