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Autore: KikiWhiteFly    24/11/2009    1 recensioni
Terza Parte - From Q to Z.
“Passiamo direttamente al piano B?”
Ancora una volta Blair si dimostrò scettica e disse: “Cioè?”
“Cioè... Blair e Bass. Il romanticismo non è per noi...”
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quadro


Un quadro pittoresco, quello che si palesava davanti gli occhi di Blair Waldorf. La suddetta aveva le braccia incrociate al petto, era stretta nel suo maglioncino di lana, mentre contemplava quasi estasiata la perfezione di quel ritratto. Sapeva che la famiglia di Chuck per quanto ricca – una delle più ricche, invero – e popolare, non aveva goduto di tutta quella familiarità – ecco perché le era parso strano vedere appeso alla parete laterale un ritratto di famiglia, la prima volta che s'addentrò nella lussuosa abitazione che faceva solo un baffo al lusso più sfrenato.

Eppure, anche adesso che era la fidanzata ufficiale del rampollo più chiacchierato dell'Upper East Side, non poteva fare a meno di rimanere inebetita di fronte tale splendore.

Sentì due dita picchiettare sulla sua fronte e distinse subito il tocco del ragazzo, che con quel semplice schiocco la stava riportando sul pianeta Terra.

Che c'è?”

Aveva domandato spontaneamente, circondandole le spalle con un braccio. Lei si era stretta a lui, tacendo. Alcuni istanti di assoluto mutismo, prima che lui le soffiasse qualche parole nel timpano destro. “Dovrò sostituire questo quadro...”

Oh no! No, Chuck! È la tua famiglia!”, lo rimbeccò subito lei, tenendo alti i valori morali della stirpe Bass.

Adesso, sei anche tu la mia famiglia”, e Blair guardò incantata la cornice dorata, intarsiata ai bordi da foglie d'acanto e morbide curve che ricordavano tanto le onde del mare.

Mi stai proponendo...”, lasciò in sospeso la frase. Un'ovale di stupore contornava la bocca piccola, il dito sospeso a mezz'aria, le ciglia che sbattevano ripetutamente, piuttosto scettiche.

Sai che sono tipo da poche parole, Waldorf”

Le bastò uno sguardo per trovare la risposta: sì, avrebbe posato assieme a lui in un ritratto di famiglia, com'era da tradizione da secolari gerarchie.

Si sentì oltremodo onorata, anzi, di più: lusingata. Annuì discretamente, accennò un'affermazione col capo.

Sai che lo sono anche io, Bass”

Rispetto



Chuck Bass aveva imparato a rispettare le donne nel momento stesso in cui ne aveva conosciuta una: Blair Waldorf. Questa gli aveva fatto scattare un innaturale meccanismo dentro: aveva cercato di estirpare la radice di quelle farfalle, ma l'origine sembrava già parecchio profonda.

E il suo stesso rispetto era stato ricambiato in modo assai originale: Blair adesso gli stava lanciando un soffice guanciale in piume d'oca, ben poco galantemente. La rituale litigata di metà mese – più o meno quando ogni donna aveva i nervi a fior di pelle – era un momento assolutamente memorabile nella storia dei coniugi Bass. Già, perché era stato sbattuto fuori dalla sua stessa camera, e adesso se ne restava inebetito davanti la porta verniciata di un bianco quasi surreale, aspettando magari un suo repentino cambiamento d'umore.

Ebbe l'impressione di sentire l'interruttore della luce spegnersi ed un attimo dopo, avvertì un tonfo sordo sul letto. Con un sospiro mal celato Chuck raggiunse il divano, buttandocisi letteralmente addosso.

Cominciava a pensare che il sofà gli dimostrasse più rispetto della sua donna.

Fantastico, davvero fantastico.


Simili



La mente malvagia di Blair aveva sempre architettato, sin dalla più tenera età, piani per la conquista dell'Universo... o almeno della Constance.

Sapeva già da bambina che la casa delle bambole sarebbe stata sua e che non ci avrebbe abitato una squillo da quattro soldi, a bordo di una dispendiosa limousine. Ci avrebbe abitato Barbie, e, tanto per permettere la riproduzione di esseri quantomeno simili a lei, Ken. Ora aveva ritrovato quella graziosa casetta, conservata come il più grande tesoro in un angolo dell'armadio dimenticato da Dio.



Giochi a sgozzare le Barbie, Waldorf?”

Lei lo guardò di sbieco. Ma lui continuò, completamente indifferente, stendendosi sul morbido materasso in lattice. “Mi sono sempre chiesto quale taglia di reggiseno portassero”

Sei disgustoso”, trattenne una smorfia amara, targandolo con quella semplice parola.

Perché... tu non facevi fantasie sul tuo Ken?”

Blair saettò con lo sguardo verso quel tenero ragazzo con gli occhi color del ghiaccio, i capelli alzati su, da un lato, e il portamento regale. Si trovò a paragonarlo a Chuck. “Oh, sì... Molte volte”, strinse Ken al petto, trovandosi a cavalcare la cresta della fantasia.

Così assurdamente ricchi, sfrontati, caparbi, testardi e perversamente diabolici... In fondo non erano così diversi.

In fondo se fossero stati delle bambole sarebbero somigliati senza ombra di dubbio a Barbie e Ken, solo più Blair e Chuck.

Erano quelli i momenti in cui rimpiangeva la sua casa delle bambole.

Test



Blair Waldorf si era recata in una provinciale farmacia di Brooklyn per comprare un test di gravidanza; tutto per sfuggire dalle grinfie di Gossip Girl, che avrebbe sicuramente diffuso la notizia in tutta la rete Internet. Adesso però le mani le formicolavano: odiava aspettare quel breve lasso di tempo che avrebbe deciso quel che sarebbe stato il suo futuro.

Le mani premute contro il lavabo, la testa che andava a cozzare contro un'ovale che disegnava uno specchio, il labbro che mordeva in continuazione il gemello sottostante, con veemenza.

Abbassò le palpebre, esalando un ultimo, grande, respiro. Il momento che precedeva il confine tra la sua gioventù e quella di un'ordinaria balia, con la differenza che accanto a lei ci sarebbe stata una servitù preparata ad ogni evenienza.

E Blair s'immaginò con la vestaglia di raso, mentre percorreva a carponi il pavimento di marmo, sentendo sua figlia – perché femmina? – frignare come una qualsiasi mocciosa, fasciata in un batuffolo di lana che poi avrebbe catalogato come una copertina. E l'avrebbe stretta tra le proprie braccia, sotto il suo seno, facendole sentire il respiro materno. Certo, avrebbe interrotto un'effusione amorosa del terzo tipo con Chuck; magari lui avrebbe sbuffato e le avrebbe detto di lasciar perdere, come quando squillava il cellulare. Sempre odioso, quel Chuck.

Smaterializzò la visione dalla propria mente quando sentì l'insistente bussare alla porta del bagno - il solito tono borioso di Chuck! - che le intimava di affrettarsi. “Ho capito che hai le tue cose, ma non credo che per infilare un dannato assorbente ci vogliano dieci minuti!”, aveva alzato la voce, imprecando sommessamente.

Blair sorrise, osservando le righe colorate impresse sopra l'oggetto rettangolare. Sbarrò gli occhi, tossicchiò euforicamente, stranamente felice di poter ingrassare per i successivi nove mesi e diventare una donna in tuta e pannolini.

Non credo, Bass”, mormorò, mettendolo a tacere. “Almeno per i prossimi nove mesi”

Odiosa ed amabile visione di un futuro tutt'altro che ordinario.

Specie se i genitori erano Chuck Bass e Blair Waldorf.

E questo la diceva lunga.

 


Unione



Uniti, come sempre, anche in quel momento. Chuck le teneva stretta la mano guantata, inconsapevolmente stava sorreggendo tutto il suo corpo. “Mi dispiace... il vostro bambino non ce l'ha fatta. Questo capita quando si è sottoposti ad un forte stress e...”, il medico aveva continuato a parlare – a vuoto – fornendo a quelli che sarebbero potuti essere dei futuri genitori delle spiegazioni, riguardo la vita e morte.

Chuck sentiva che Blair si stava incolpando: lo leggeva nei suoi occhi. La verità era che certe cose accadono grazie – o per colpa, in questo caso – alla mano del destino: è già scritto. Non per questo la loro unione sarebbe venuta meno, non per questo motivo il loro legame ne avrebbe subito le conseguenze.

Il medico s'allontanò qualche secondo, con la scusa di dover visitare un paziente gravemente malato. Chuck si avvicinò col viso alla sua spalla, incassando il mento nella curva che poi si collegava direttamente al collo.

È stata colpa mia”, una lacrima domò le sue guance, piuttosto inviperita.

Non essere sciocca, Blair”, le disse lui, baciandole la mano come un messer.

L'unione fa la forza, è vero.

La forza di Chuck e Blair, sommata insieme, porterà inevitabilmente a sperare. La prossima volta andrà meglio.


Vincoli

Si era sempre chiesta se fossero carte ingiallite, timbri violacei, fedi al dito, a vincolare le persone tramite un legame; erano fantasie astute quelle che le picchiettavano il cervello ogni giorno, calcando con particolare attenzione su quel dubbio sempre insito nella propria mente.

Osservò la foto incorniciata, ornata qua e là da deliziose forme di fiore madreperla. Ciò che però colpiva era l'interno.

Scandalosamente veritiero: Blair Waldorf e Chuck Bass si scambiavano un pudico bacio – preferivano conservare per il secondo tempo, ovviamente – all'ombra di una quercia. Lei racchiusa nel suo abitino cucito su misura, griffato da un famoso stilista.

Lui, in smoking e cravatta, come un vero Lord. Entrambi irreali, il ritratto della felicità, mentre si stavano concedendo ai fotografi.

E pensò a quando l'aveva raccontato a sua madre e Cyrus, e loro avevano riso più volte e tossicchiato teatralmente, chiedendosi se quella fosse una Candid Camera.

E poi la gente aveva detto loro una serie di battute di poco conto, quali: “Sarà il divorzio più breve della storia... Il guinness dei primati” o “Mi raccomando Bass, non flirtare con le hostess in aereo”

Imbecilli.

Alla faccia loro, dopo dieci anni era tutt'altro che una hostess a distrarre Bass. Piuttosto una deliziosa lattante di tre anni che ogni tanto amava coalizzarsi ad un'altra mocciosa, di sei anni. Le hostess al massimo le avrebbe sognate coi pannolini.

Sorrise tra sé e sé, osservando lo sfondo del desktop: un delizioso quadretto familiare. Eppure Blair aveva sempre odiato quelle tradizioni, quelle smancerie erano poco Waldorf.

Si sdraiò sulla comoda poltrona in pelle, esibendo un sorriso sornione: i vincoli veri non sono stabiliti da un anello o da un pezzo di carta, sono i vincoli che si creano come nodi, come stoffa intrecciata su se stessa.

Sono quei vincoli che preferiremmo non sciogliere, anche nel caso in cui se ne presentasse l'opportunità.

Non sono vincoli, sono sentimenti.




Zero



Zero”, mimò lei gestualmente “Zero! Sai cosa vuol dire, Bass?”, fece arcigna, flettendo col busto in avanti. Chuck la stava aspettando sugli scalini freddi, un mazzo di rose in mano, il cuore nell'altra.

Allora il ragazzo prese l'iniziativa: abbandonò fiori e regali a terra, le corse incontro, un secondo prima che lei voltasse il capo castano e frustasse la schiena coi lunghi boccoli. Riflessi di cui non sapeva esser dotato, ora diventavano i suoi migliori amici: l'afferrò per il gomito, facendo una certa pressione. Quel poco che bastava affinché lei si voltasse, grugnendo sprezzante per il dolore.

Cosa diavolo vuoi, ancora?”

Marcò l'ultima parola.

Cosa diavolo vuoi che voglia, Blair?”

Il romanticismo non era proprio nelle sue vene. Motivo per cui cioccolatini e regalini erano poco credibili, visto il soggetto.

Sicura che questo sarà l'ultimo zero percento della tua vita? Indietro non si torna”

Non mancò di ricordarle, avvertendo la sua insicurezza e osservando le pupille muoversi freneticamente, poco convinte delle affermazioni che aveva deliberatamente esplicato qualche attimo prima.

Se acquisti almeno l'uno percento, entro oggi, il novantanove non lo dovrai nemmeno guadagnare”, disse lei, confabulando maliziosa tra sé e sé.

Uno percento, eh?”, Bass si passò una mano sotto il mento. “Sicura di non volere i cioccolatini?”

Blair arcuò un sopracciglio, ma lui l'ammonì subito, confidandole che si trattava di una beffa bella e buona. Allora poggiò il palmo della mano adiacente alla porta, e, sorridendo di vittoria, le sussurrò: “Passiamo direttamente al piano B?”

Ancora una volta Blair si dimostrò scettica e disse: “Cioè?”

Cioè... Blair e Bass. Il romanticismo non è per noi...”

E iniziò a pungerle i fianchi con le dita, stuzzicando il suo istinto.

Direi proprio di no”, la sua mano s'impigliò tra i capelli di Chuck, come se stesse cercando dei rovi a cui appigliarsi. Le era mancato, tanto – troppo –, ora poteva solo piegarsi al suo volere e inginocchiarsi di fronte l'indomabile polo d'attrazione che li costringeva ogni volta ad attrarsi reciprocamente. 

Fine.

Non so se è una conclusione degna di questo nome, ma spero che sia almeno all'altezza di Chuck e Blair <3

In quest'ultima parte - sì, scusate per l'aggiornamento in ritardo, ç_ç - ho descritto l'amore "maturo", perché l'amore


affronta varie fasi, e mi sembrava giusto concludere questo alfabeto così. Spero di tornare presto con qualcos'altro, ^^

Grazie a chi ha recensito questa mini-raccolta:

AnniPrisoner, Kimly, nanalove, uchihagirl, Jose007, VanillaChocolat96

Alle preferite: 

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Alle seguite:

1 - raffa_94 [Contatta]
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4 - _chocola_ [Contatta]

E, infine, ai 465 lettori della prima parte e ai 237 della seconda... e a quanti vorranno leggere la terza XD

Grazie a tutti *_*

Alla prossima ^^

Kiki.


   
 
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