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Autore: Mex    27/11/2009    2 recensioni
“Mi sta dicendo che finalmente è riuscito a trovare Atlantide?” il professor Sorni si tolse gli occhiali ed iniziò a ripulirli di nuovo, per la terza volta, lo faceva sempre quando era nervoso. I suoi occhietti miopi si puntarono in quelli del giovane dottor Daniel Jackson.
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti dopo, ahimé, 22 giorni vi posto questo capitolo che pensavo di proseguire ma sarebbe divenuto troppo lungo sia come tempi che come lunghezza. Buona lettura e abbiate pazienza, il tempo per scrivere mi si restringe sempre di più.


IX Capitolo: La guerra inizia

La paura della morte in un essere giovane e cresciuto in un ambiente amorevole, privo di qualsiasi rischio, fa emergere involontariamente il lato più egoistico dell’essere stesso, che non pensa più ad altro che alla propria salute in equilibrio precario, disperandosi senza veder rimedio. Alice non fece eccezione a questa regola.
Crollò tutto in un colpo. Finì sulle ginocchia, scossa da forti singhiozzi, impotente. Piona si alzò e si avvicinò alla ragazza poi le disse poggiandole una mano sulla spalla: “Coraggio, bambina, dobbiamo tornare. Il destino ci attende. I guerrieri hanno bisogno di una guida. La battaglia ci aspetta” La Satriani si portò una mano a nascondere la faccia mentre scuoteva la testa in un gesto struggente, degno dei migliori melodrammi in programma. “Dai, bambina. Non tutto è perduto” La mano fu tolta velocemente dal viso, lampi d’ira le passarono per le iridi scure “Non tutto è perduto? Che dovremmo fare? Andare a buttarci in bocca al lupo? No! Questa è già la seconda volta! Ma almeno prima sapevo quello che dovevo fare. Invece adesso è tutto inutile. Cosa possiamo fare? Scegliere in che modo preferiamo morire?! Dovevo starmene a casa …” Un ceffone in piena faccia la fece tacere. “Taci! Non sei più una bambina! Forse moriremo tutti ma di certo non lo faremo piagnucolando come te! Anche i più piccoli del mio popolo sanno che non bisogna mai desistere, fino alla fine. E quando non ci resta nulla davanti se non la morte, bisogna fronteggiarla degnamente. Non sono arrivata all’età di centottant’anni per consolati. Se vuoi morire qui, sia! Io ho ben altro a cui badare” Girò i tacchi e si avviò verso il villaggio quanto più velocemente la sua persona potesse permettere.
Alice rimase per qualche momento immobile. Gli occhi fissi sullo stargate. Si tolse il cappello e lo guardò. Indiana Jones … chi diavolo credeva di essere? Non poteva sopportare tutto questo. Perché si era cacciata in quel guaio? E, Dio, ecco adesso anche le fitte alla tasta erano tornate. Chiuse gli occhi per cercare di far passare il dolore. Quando li riaprì fu invasa da nuovo coraggio. Ne aveva passate tante, sarebbe sopravvissuta anche a questa.
Ma lei non ne aveva passate tante. Perché le era venuto quell‘idea assurda? Ssshhh, conviene forse non ricordarglielo adesso che ha ripreso in mano la situazione.
Si alzò in piedi nuovamente risoluta. Si calcò il cappello in testa, strinse per un attimo la collana attraverso la maglietta e tirò fuori la pistola per controllarne il caricatore. Raggiunse Piona dopo pochi passi di corsa.
Il sole era completamente tramontato prima che arrivassero al villaggio. Questo era in fermento. Donne munite di alti archi e con il petto coperto da corazze di cuoio salivano su degli animali che fungevano loro da cavalli. Alcune, a capo del loro reparto, incitavano le loro guerriere e ricevevano in risposta lunghi ruggiti che facevano tremare il terreno. Gli uomini appiedati erano provvisti di scudi e lunghe spade affusolate.
Fenimoore appena le vide si affrettò ad affiancarle “Che succede, ragazzina? Il Colonnello non è tornato …” “Il Colonnello è morto e noi stiamo assistendo agli inizi di una guerra che a quanto ho capito travolgerà ogni cosa nella galassia” In poche parole gli riassunse quello che era accaduto e quello che sapeva. Fenimoore ci mise poco a decidere “Fai i bagagli. Si torna a casa” “Aspetti- si rivolse a Piona- quante persone conta il villaggio?” “Non più di duecento ed una ventina sono fuori, su altri pianeti, per il commercio” “Ci sono possibilità che riusciate a sopravvivere?” “Pochissime. Forse qualcuno riuscirà a rimanere vivo dopo che avranno finito il raccolto e avranno raggiunto gli altri” Alice si rivolse a Fenimoore “Portiamoli con noi” Il Sergente iniziò a scuotere la testa “Perché no? Se questi Mietitori sono le Bestie degli Antichi e si sono risvegliati dobbiamo avere degli alleati. Perché dobbiamo lasciarli morire inutilmente? Noi abbiamo i mezzi per difenderli, temporaneamente.” Fenimoore si guardò in giro.
Delle fascine erano state accumulate alla base delle capanne per darle fuoco, il villaggio sarebbe stato così avvolto dal fumo quando ci sarebbe stato l’attacco e il piccolo esercito avrebbe avuto un minimo di vantaggio. Erano pronti a lottare ed erano pronti a morire. Vide passare il piccolo Xavolupa, il visetto deformato dai segni rituali, lunghe righe praticati con le dita e tintura rossa. In testa portava un casco ed in mano uno scudo più grande di lui.
“Va bene. Raduniamoli alla svelta.” Piona si oppose “Il mio popolo non scappa, noi combatteremo” Fenimoore le girò le spalle mentre armava il P90 “Cazzo, vecchia, non abbiamo tempo di discutere- fu obbligato a voltarsi ed ad inginocchiarsi nonostante fosse palese la sua resistenza- Fermala ragazzina! Lo sta rifacendo” Si portò le mani alle orecchie cercando di ostacolare la voce che gli rimbombava nella testa. “Piona, si fermi! Fenimoore ha ragione, dobbiamo sbrigarci. Non vi stiamo offrendo un nascondiglio né una scappatoia. Vogliamo solo che vi uniate a noi nella lotta. Vi offriamo un modo più efficace di combattere” Diavolo altro che archeologa, il suo destino era in politica! Piona annuì. Chiuse gli occhi per un attimo e per prima cosa calò il silenzio poi pian piano tutti si riunirono attorno a loro. A tali livelli poteva arrivare la telepatia della donna! Alice iniziò a sospettare che se Piona fosse riuscita a sopravvivere ancora a lungo, nessuno avrebbe potuto immaginare la sua potenza. Il suo discorso fu breve ma incisivo. Nessuno fece obbiezioni a ciò che disse, e l’unico rumore alla fine del suo discorso fu una forte esplosione. Fenimoore tolse con uno scatto la sicura al fucile : “Molto toccante. Muoviamo il culo. Ragazzina, vai avanti. Apri il passaggio ed avvisa gli altri. Vecchi e bambini su quei cosi, così ci muoveremo più velocemente. Io starò nella retroguardia” Una donna sulla trentina, un comandante degli squadroni a “cavallo” gli si affiancò “Io e la mia unità ti aiuteremo” “Perfetto, ci mancava solo questa. Che la festa abbia inizio”
Le fiaccole furono gettate sulle fascine che immediatamente presero fuoco, incendiando così anche le capanne. Ben presto lunghe lingue sinuose salirono fino al cielo consumando quello che era stato costruito con fatica in cinquant’anni e rendendo lo spettacolo che avevano di fronte ancora più terrificante se possibile. Dal lato ovest del villaggio, dal margine del bosco illuminato in maniera spettrale dal rogo, alcune ombre vi si staccarono. La donna accanto a Fenimoore urlò: “Sapete bene cosa faranno. Non useranno armi da fuoco solo armi bianche e archi. Che gli Antenati siano con tutti noi!”
Le figure, tutte in una volta sola, sguainarono le spade. Quando furono colpite dalla luce, queste mandarono bagliori rossastri preannunciando sangue. L’arco era riposto accuratamente sulle spalle. Non rimasero certo ad aspettarli, ma mentre Alice aiutava Piona a montare in groppa all’animale  poté dare una fugace occhiata ad una delle “Bestie”.
La nonna di sua cugina, quando erano piccole le diceva sempre che il Diavolo non aveva né corna né le zampe caprine, ma in realtà si presentava sempre nella sua veste più seducente. C’era da dire che l’amabile nonnina all’età di sedici anni era stata sedotta e poi abbandonata da un aitante capitano che dopo la guerra era ritornato della sua fidanzata a New York. Nel momento in cui ci fu un guizzo delle fiamme Alice poté confermare quanto le aveva detto la donna.
Il primo della fila di Mietitori, che andava ad allargarsi ad ala, corrispondeva perfettamente a questa descrizione. Era alto circa due metri, con un corpo perfettamente proporzionato e muscoloso, aveva i capelli lunghi fino alle spalle di un colore indefinibile a quella luce. Portava pantaloni attillati e quello che assomigliava molto ad un gilet di pelle, le braccia muscolose erano completamente nude, il destro era ricoperto da tratti che si intrecciavano tra loro andando a creare un disegno intricato. Non poté vedere altri particolari perché la colonna si mise in moto. Incitarono gli animali e si misero a correre.
Alice, spronata dalle urla che sentiva provenire dalla retroguardia, aumentò la velocità tanto quanto le sue gambe poterono reggere. Quando intravide la radura raccolse le ultime forze e si precipitò al DHD. Perse per un attimo l’equilibrio, ma riuscì comunque a digitare il codice ed aprire lo stargate prima che quegli esseri arrivassero vicini, trattenuti com’erano dalla retroguardia. Attivò il GDO e per sicurezza buttò anche il cappello all’interno del passaggio per far capire che erano proprio loro anche se arrivavano persone sconosciute e diede il Traduttore a Piona. Per prima aiutò proprio questa a passare poi cercò di sollecitare i restanti a fare il più in fretta possibile.
Con la coda dell’occhio vide Fenimoore che si avvicinava correndo sparando raffiche che però non riuscivano a fermare i Mietitori. Non erano tanti, ma nonostante i colpi che ricevevano, nessuno di loro era caduto al suolo. Al contrario, il terreno era disseminato da molti Druyniani colpiti dalle frecce dei nemici. Fu in un secondo che riuscì a vedere il piccolo Xavolupa, che stava aiutando una bambina a passare attraverso il passaggio, essere sotto tiro di quello che sembrava il capo dei loro assalitori. Per istinto gli si buttò davanti e la lunghissima freccia trapassò la sua schiena. L’urto la portò a travolgere il bambino che fu trascinato insieme a lei giù dagli alti gradini per i quali si accedeva allo stargate. Quando finirono di rotolare nessuno dei due si mosse più.
Fenimoore aveva visto tutta la scena, ma ormai era troppo tardi per poterla portare via, dovette attraversare il passaggio per ultimo, con ormai i nemici a neanche cinque metri di distanza.
Giunse dall’altra parte riverso sulla schiena urlando un rauco: “Chiudete quel fottuto scudo!” Cosa che prontamente fu fatta e poi lo stargate fu richiuso. In un attimo fu raggiunto non solo dal Dottor Beckett, ma anche dalla Weir e da Sheppard. Carson lo aiutò a rimettersi in piedi. Elizabeth disse: “Chi è questa gente, Sergente?!” Fenimoore la ignorò e si rivolse a Sheppard: “Signore, ci hanno attaccato. Sono invincibili … gli ho sparato un intero caricatore contro e non ha fatto una piega. … Io … io non sono riuscito a portarli indietro” Il Maggiore strinse i pugni e le mascelle; in mano portava il cappello della ragazza: “La Satriani?” il Sergente scosse la testa senza guardarlo negli occhi. Elizabeth chiuse un attimo gli occhi cercando di dominare i suoi sentimenti, non poteva farsi vedere debole, non in quel momento. Sheppard strinse i denti con tanta forza che l’ultimo molare destro si incrinò.
Piona si guardò in giro mentre cercava di allontanarsi dalle cure di un troppo insistente dottore. Erano duecento, ma lì poteva vederne massimo una cinquantina. Molto di più rispetto a se fossero rimasti a Drunya. Si avvicinò ai tre con in mano il Traduttore. “Tu sei il capo di questi uomini?” La Weir si girò ed annuì “Alice mi ha parlato di voi. E se è vero, come mia ha detto la ragazza, che da qui si possono avere maggiori possibilità, dobbiamo fare in fretta” “Che cosa? Non riesco a capire” “Dovete dirmi se siete in grado di poter tornare indietro e salvare chi è rimasto là”



Un grazie a chi legge e recensisce. Alla prossima
  
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