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Autore: ladyvonmark    05/12/2009    11 recensioni
"Siamo andati tutti a scuola -almeno, si spera-. Anche i personaggi
famosi. Anche loro hanno dei compagni di liceo ai quali si sono legati.
Compagni estranei al mondo di Hollywood.
Cecilia Ariani ha 31 anni, è per metà inglese e
per metà italiana. E vive in America -una ragazza
international, insomma-. Ha frequentato il liceo in Inghilterra e,
guarda caso, è finita nella stessa classe di un ragazzo di
nome Orlando Bloom. Chissà chi è questo tizio,
direte voi -notare vena ironica-. Sempre più per caso, i due
sono molto amici. E Cecilia inizia a conoscere qualche amico di
Orlando..."
Prima fanfiction che pubblico -dedicata alla mia androgina Dod XD-.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ughi Quando si dice essere diplomatici
Cecilia, Johnny e la bandiera bianca. Teoricamente.

Ringkomposition: composizione ad anello spesso usata nella letteratura classica.
Ecco.
Ero partita con il voler scappare dalla mia stessa casa e avevo terminato con lo stesso desiderio devastante.
Sapevo che più rimanevo in compagnia di quell’uomo più mi facevo del male. È possibile desiderare due cose diametralmente opposte?, mi chiedevo. Era possibile desiderare lui e desiderare di scappare da lui?
Domanda retorica, ovviamente. Nel mio mondo fatto di contraddizioni i miei desideri erano opposti.
Ma perché non riesco ad essere normale, almeno per una volta?
“Sarah”, chiamai, pensierosa.
“Dimmi”, rispose lei.
“Tu non mi conosci. Quanto ti sembro normale, da uno a dieci?”.
Non sapevo se ridesse per la domanda o per la mia aria trasognata. Vedendo la mia faccia seria, però, si diede una regolata. Aveva capito l’andazzo.
“Credo… dieci…”.
Fu il mio turno di ridere sguaiatamente. Non ci avrei creduto neanche se mi avessero pagata.
“Okay, va bene. Nove”, si corresse lei.
“Sarah, rifletti: ho una casa piena di attori con problemi psichici; faccio figure di cacca a velocità avanzata; ho fatto sesso con Johnny Depp; e mi ci faccio pure le paranoie. Quanto sono normale?”.
Lei mi guardò e annuì, dandomi ragione.
“Facciamo ott-sette… sei?”.
Ricominciai a ridere.
“Il giorno che è tornato siamo andati a fare un giro in città, io ero con Keira e lui era con Orlando e me ne sono uscita con un ‘… anche se Johnny sprizza erotismo da tutti i pori…’ e ovviamente lui era dietro di me”.
Sembravo un po’ isterica, ma ridevo per non mettermi a piangere.
“Perché ridete?”, chiese Dominic.
Ci zittimmo.
Lo guardammo.
Ci guardammo.
E ricominciammo a ridere come due cretine.
 
Era davvero facile parlare con la mia nuovissima conoscenza. Mi ricordava i tempi in cui avevo le mie amiche, in cui ero un fiume di parole.
“Scusa”, dissi, “ti ho sequestrata. E ti sto raccontando I Dolori Della Giovane Cecilia, anche detta L’Idiota”.
“Ma figurati. E poi con Dom non è che ci sia tutto questo dialogo intellettuale”, disse lei, alzando gli occhi al cielo.
Mi ricorda qualcuno…
“Non c’è dialogo intellettuale”, chiesi, ghignando, “o non c’è dialogo?”.
Sarah spalancò la bocca.
“Certo che quelli hanno proprio una brutta influenza su di te”, commentò, scuotendo la testa. “Non si può più parlare che te ne esci con i doppi sensi”.
Ridacchiai. “Già”.
Tacemmo per qualche secondo.
“Sarah, credi che io stia sbagliando?”.
“A fare che?”, si voltò verso di me.
Sospirai, reprimendo l’istinto di sbattere il cranio contro il muro fino a sfondarlo. Sia il cranio che il muro. “A farmi tanti problemi. A sentirmi in colpa. A pensare alle conseguenze. A pensare che è stata la notte più meravigliosa della mia vita ma che non deve ripetersi. A ricordare… i dettagli forse preferisci non saperli…”.
“Ehi, i dettagli sono fondamentali!”.
“Vedi che sei una pervertita? Per stare con Monaghan…”.
“Ma tu guarda, quella che stanotte si è data da fare e a quanto pare anche stamatt- okay, taccio”.
“Grazie”.
Presi a fissare il soffitto. Sfonda la parete. Prendila a testate!
“è normale”, disse lei, di nuovo seria, “è normale che tu ti faccia tanti problemi, Cecilia. Stai pensando al futuro. Stai pensando a te. Stai pensando che lui potrebbe farti star male. Non devi aver paura di essere troppo paranoica… perché ha senso. Ha senso che tu non voglia farti male. Come ha senso che tu preveda il dopo. Ne ho paura anche io”, confessò.
Presi a guardarla. Più o meno era una situazione analoga, da quanto potevo intuire.
Che sfigate.                               
 
“Johnny?”.
Mi ero decisa a parlargli, dopo averlo evitato per tutto il giorno. Coniglio.
Lui mi guardò un momento, poi riprese il cellulare. Vai, muoviti.
“Dimmi”.
Inspirai profondamente, cercando di controllare il tremore. Sapevo di essere una codarda.
E anche coi fiocchi. Non stai pensando che sei stile Sparrow. Ti dico che non lo pensavi.
“Possiamo…”, mi schiarii la gola, “possiamo parlare?”.
Ecco. L’avevo detto. Le parole che sono per antonomasia le più terrificanti esistenti. In ogni relazione finita c’è stato un ‘Possiamo parlare’. È lo slogan degli avvocati divorzisti, loro sanno che le relazioni finiscono con un ‘PP’. Uh, peccato che quella non fosse una relazione!
“Certo”, disse lui. “Di cosa?”.
Srotolamento di mascella clamoroso. Di cosa?  Di cooosaaa?!
Inspirai di nuovo, espirai, inspirai, scoppiai a piang-, no, quello me lo risparmiai. Mi sedetti accanto a lui, sul divano.
Distanotteestamattina”.
“Scusa?”.
“Di… stanotte. E stamattina”, ripetei, vicina a soffocarlo con un cuscino.
Lui ridacchiò. Sembrava assente. Non sembrava attento. E mi venne da prenderlo e urlargli a due centimetri da quel suo naso meraviglioso. Ma mi trattenni. Diplomazia.
“Che c’è da parlare?”.
Oltre alla mascella, si era srotolata anche la lingua. Lo stava facendo apposta?!
Inspirai. Per la terza volta.
“È questo il punto”, me ne uscii. “Non so se c’è qualcosa di cui parlare…”.
Forse avrei voluto arrivarci un po’ meno bruscamente. Ma almeno avrei risparmiato la bile. Per dopo.
“Cecilia, siamo stati a letto insieme. Un’esperienza decisamente piacevole che sarebbe ripetibile in qualsiasi momento, per me”.
Ecco. Metteva in ballo il Principe Albert. Non mi lasciai abbindolare né corrompere, per quanto avrei voluto buttarmi a pesce su di lui e girare un film vietato ai minori. No, rimasi ferma dov’ero e mi caricai ancora di più.
“Certo. Quindi è questo. È quanto. Non c’è nient’altro”, conclusi.
Ovviamente lo sapevo. L’avevo saputo e avevo voluto l’ascia sul collo, l’umiliazione del sentirmi sbattuto in faccia che era stata un’esperienza piacevole. Ah, decisamente, certo.
“Mi spieghi qual è il problema?”, sbottò, alzandosi in piedi. Lo sapevo. Lo sapevo che lui non era neanche vicino ad intuire quello che provavo io.
“Non c’è problema”, risposi freddamente, “era solo a titolo informativo”.
Mi alzai anche io e me ne andai di sopra a leccarmi le ferite. O, almeno, ci provai.
“E visto che non c’è problema, adesso te ne scappi nel tuo rifugio e crei il solito muro? Perché ovviamente sono io che ho fatto un casino. Molto maturo, Cecilia. Davvero”.
Mi bloccai. O meglio, mi pietrificai. La rabbia mi pietrificò. E poi mi spinse verso di lui, facendomi tremare tanto che temevo di non reggermi in piedi. Quante gliene volevo dire. Un fiume di insulti affiorò alla mia bocca. E non sarebbero bastati. Nessun aggettivo sarebbe bastato per esprimergli quanto mi stesse umiliando.
“Quindi io sarei un’immatura?”, conclusi.
“Ti comporti come un’immatura, non hai neanche il coraggio di dirmi che problema hai!”.
“Io sarò immatura ma tu non vuoi vedere quello che ti circonda! Vuoi sapere qual è il problema?!”, strillai.
“Sentiamo, sono curioso!”.
“Tu sei venuto qui, sei entrato nella mia vita, mi hai illusa!”.
“Non dire stronzate, forse ti sei fatta un tuo film mentale”.
“No, questo no, perché io ho cercato di prendere le distanze, perché lo sapevo come sarebbe finita! Lo sapevo, ma tu: noooo, Cee, pensavo ti fossi dimenticata di me!
“Sì, questa è proprio una dichiarazione!”, esclamò con sarcasmo.
Perché sei così fredda?”, lo scimmiottai, furiosa.
“Stai esagerando”.
Vi invidio, ma non per il mare! Tu mi hai provocata e io ci sono cascata, è colpa mia perché lo sapevo, lo sapevo che non sarei stata capace, perché sei quello che sei!”.
“Ragazzi-”, tentò Keira, con un filo di voce.
“Che diavolo sarei?!”.
“Sì, facciamo pure i finti tonti! Be’, Johnny, mi sono presa una sbandata per te, pare che non sia così strano! Ma tu, tu hai una compagna e dei figli e io sto solo facendo la parte della pazza, isterica, schizofrenica!”.
“Sì, perché stai esagerando, hai visto quello che volevi vedere!”.
“Va bene, menti a te stesso, menti a me. Sai cosa? Non voglio sapere più niente di te. E ora io me ne vado!”.
Presi e marciai fuori dalla porta, con la gola secca per il pianto imminente. Umiliata. Umiliata e ferita. E stupida. Come cazzo avevo fatto a prendermi una sbandata per quello?
Umiliata, ferita e stupida e… oh.
“E COMUNQUE QUESTA è CASA MIA!”.
 
[Ovviamente io ero uscita, ma la narrazione dovrebbe continuare, incentrandosi su Johnny. Quindi fate finta  che fosse il mio fantasma, quello in casa]
Johnny sfrecciò di sopra, incazzato come una iena.
Sarah guardò Dominic.
Keira si era precipitata di sopra, seguendo Orlando.
Johnny stava facendo le valigie. Era ovvio. Non ci voleva un genio per capire che Cecilia non lo voleva in quella casa.
“Hai combinato un casino”.
Johnny si voltò verso Orlando.
“Certo. Che spirito di osservazione”. E riprese a buttare roba nella borsa, furioso.
“No, non hai capito. Ci è rimasta male. Ci è rimasta malissimo. E ce l’ha soprattutto con sé stessa. Cristo, Johnny, ci abbiamo scherzato tutti ma tu sei andato da lei, l’hai provocata, le hai fatto credere che ti interessava”.
“Ma senti un po’ chi parla! Non mi sembri un campione di maturità”, sputò con sarcasmo Johnny. “State facendo una storia lunghissima per una semplice scopata! Non ho mai detto che l’amavo o cose simili!”.
“Ma gliel’hai f-”, Keira bloccò Orlando poggiandogli una mano sul braccio. Lo accompagnò alla porta e fece un cenno a Sarah, facendola entrare. Poi chiuse.
Johnny sbuffò rumorosamente e si sedette sul letto.
“Che c’è? Anche voi mi fate la paternale?”.
“Johnny”, tentò Keira, stringendo le labbra.
“No!”, esclamò Sarah, secca. “No, senti, io non ti conosco. Ma ti ascolti? Quanti anni hai, cinque? La paternale? Chi se ne frega di farti la paternale! Renditi conto, però, di quello che dici. E proprio perché io non ti conosco dovresti prendere il mio giudizio per buono. Loro sono amici tuoi e suoi. Io no.
Spiegami quali sono i tuoi sentimenti verso Cecilia”.
“Non credo di dover rendere-”.
“Ora”.
Di fronte all’ordine perentorio di Sarah, Depp non potè fare altro che arrendersi. Le donne sono terribili, diaboliche.
 
Venti minuti dopo, erano seduti tutti e tre sul letto.
“Lasciatelo dire”, fece lei, scuotendo la testa. “Sei proprio un coglione, lo ripeto”.
“Per la quinta volta”, precisò Keira, ridacchiando.
“Sì, dettagli”.
“Va bene, finitela”, se ne uscì Johnny, “forse ho un po’ esagerato”.
“E?”.
“E parlerò con Cecilia”.
“Dio sia lodato!”, Keira si alzò, sollevata.
“Ma devo andare”, disse Johnny, afferrando il borsone.
“Perché?!”.
“Perché abbiamo entrambi bisogno di schiarire le idee. E stando insieme”, spiegò lui, “non è possibile”.
Rimasero in silenzio.
Finchè Sarah non marciò verso di lui, fece un gesto plateale con le mani e sospirò.
“Ma perché queste illuminazioni non ti vengono più spesso?! Lo vedi che se ti applichi… figlio mio, ti darei un bacio!”.
E quel condizionale non rimase condizionale, perché Sarah schioccò le labbra in stile ventosa sulla guancia di Johnny, lasciando lui e Keira un po’ perplessi.


Bonsoir e scusate per il ritardo. As always. Ormai non è neanche più ritardo, quindi...
sono tornata lunedì mattina -precisamente alle 4- da Rimini. O meglio, dall'Egitto.
Ragazzi, una settimana indimenticabile davvero. Non ero tanto convinta quando sono partita, invece ora non riesco a smettere di pensare alle persone meravigliose che ho incontrato lì. Che meraviglia. E comunque la chris, eyre e sarè ne sanno qualcosa, no? Le sto ammorbando, per lo meno la chris e la eyre. Ma fa nulla, fa nulla. Io sono felice e infatuata -innamorata è un po' un'esagerazione-.
Piccola rettifica: la trasmissione Per Un Pugno Di Libri manderà in onda la puntata dove io sono capitana il 6-12-09 alle 18, quindi se volete... insomma, avete capito.
Grazie mille per le letture e per i preferiti e cavoli vari. Sono ripetitiva, no?
Elvi92: hai visto, non ho aggiornato tardissimo! Sperando che ti piaccia anche questo, kisses.
Rebecca Lupin: sono contenta che ti abbia fatto ridere. Questo è un po' meno... boh, hai capito, un po' meno comico. E comunque per me Johnny può anche mancare proprio di tatto, fa nulla. Mi va bene il suo nasino. E quello che lo circonda. Kisses.
Thiliol: Eh, lo penso pure io che non ti ricapita. E la mia collezione di biglietti del cinema di Nemico Pubblico lo dimostra. Però... cioè... se uno è un po' nostalgico è la fine. Figurati che io sono 'partita' per un tizio che sapevo sarebbe rimasto in Egitto. E ho evitato di creare una 'storia' per questo. Uno è previdente, no? No, eh? Kisses.
Yunie992: ma figurati, che problema c'è... anche io ho spesso problemi di computer, perciò ti capisco benissimo. Anche perchè spesso ho le crisi isteriche.
Sì, il naso mi piace. Ma pure tutto quello che c'è intorno! E il biscotto la pensa come me. Hai presente quelle scene di cartoni in cui c'è silenzio e qualcosa si sbriciola inspiegabilmente? Ecco. E non preoccuparti, il Neurone Solitario affligge anche me.
Okay, Johnny non è il campione di finezza... ma se lo può permettere. Dopotutto chi ha bisogno della finezza quando c'è lui e... no, niente. Sto diventando volgare anche io.
Grazie per i complimenti, cara, e sappi che le tue recensioni sono lunghe e assolutamente fondamentali! Come  ti viene in mente di scrivere certe cose! Sono fantastiche! Mi dispiacerebbe tanto se non me le lasciassi più. E poi sono una fan degli sproloqui, quindi mi piacciono. Un abbraccio forte, darling.
Sister: rivoglio sognare anche io lo Zio! Abbiamo finito Il Console! Non ci credo, che sollievo, finalmente. Oggi ho Narnia. Voglio il tuo gattoooo! Il gattone! Vabbè, io non so che scriverti: ti dico tutto, ideamo insieme il capitolo, lo scrivo e lo leggi subito... lo dico pure io che Joh mezzo nudo è una cosa assurda, non è una novità. S'agapò <3
Emma: mia adorata. Ormai il tuo giudizio è fondamentale!
Anche io sono sommersa dallo studio, non preoccuparti, soprattutto dopo una settimana di assenza. Lo rifarei mille volte, però... partire per l'Egitto, intendo. Il mio potere comico? Quello che mi permette di fare tante belle figurine di cavolo. E la vacanza è la piena testimonianza di ciò. E comunque adoro Brignano, l'ho anche conosciuto e lo trovo una persona molto intelligente. Le pippe mentali della Cee... ecco, quelle le leggerai soprattutto nel prossimo capitolo, che è fondamentalmente su quello. Basta spoiler u.u Sì, in effetti la colazione è stata comica per quello, per Cee che è bistrattata da tutti. E l'entrata di Joh è... *-* wonderful! Infatti anche io gli sarei saltata addosso. Ma Cee si deve fare i problemi, sennò questa storia non esisterebbe =D
Parigi... a questo punto ci vogliono spedire a Madrid. Ma io voglio andare da Johnny, chissene di Madrid! T.T Professori incompetenti! Non capiscono niente! Perchè io devo vedere quel naso... quel... triangolo rettangolo perfetto su cui Pitagora ha costruito il suo teorema! <3
Sei troppo un aMMooore, chè mi vuoi guardare. Ti farai due risate! =) Però sono contenta, insomma. Quindi il 6 alle 18... Rai3.
E figurati, per il diabete! Anzi, te l'ho detto io! E poi tu te lo puoi permettere di ficcare il naso nella mia vita, se mi desse fastidio te lo direi tranquillamente. Con tutti i complimenti che mi fai, poi... E non preoccuparti, mia caVa, chè i tuoi romanzi li adoro davvero. Un abbraccio forte forte.
Androgina: adorata, mia <3 sono tornata, visto? Anche se, a dirti la verità, preferivo l'Egitto. Eh, so che sono banale e ovvia, però è così... certo, ogni persona sana di mente morirebbe contenta dopo aver sentito quelle parole dalla bocca di Johnny. Ma non mi risulta che Cee sia normale.
Quanto ti adoro, Androgina mia? Le tue parole mi fanno gonfiare il petto. Lo so che sono un impiastro, che ci vuoi fare? Però se dici che sono anche adorabile allora sono contentissima =)
Love you, till the end. As always.
Sarè: la mia personaggiAH! Lo so che mi odi che dovevo aggiornare molto prima, ma tu hai già letto tutto, quindi non ti puoi lamentare, mia caVa. Sto pensando una nuova storia sullo Zio, ti racconterò appena ho qualche minuto libero -quindi a Natale.
Sei sparita, da ieri. Ah, ieri sera ho visto 'Giovani Aquile', con James Franco. Che uomo, io dico. Aspetto di vederti su msn per mandarti gli ultimi aggiornamenti di bts, così mi dici che cosa ne pensi, eh? Sto aspettando la tua, cara la mia personaggiah. Altro che Rachele e Rachele. Io che mi sto ammazzando per farvi avere i nuovi capitoli... predichi bene... okay, la smetto.
Sto rispondendo alla seconda recensione. Oh, Romeo, Romeo, ti dice qualcosa? A me sì. Sono partita, sono tornata, ho preso il sole, mi sono dichiarata, ho ballato pure la danza del ventre. Ma sai già tutto, che te lo dico a fare? E comunque non vedo l'ora di leggere riguardo lo Zio, sperando che ti venga un'ispirazione su di lui. Ti voglio bene.
Adieu,
Federica.
  
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