Armory One
Benché nessuno di noi ci avrebbe scommesso su un soldo bucato, me compreso, a diciotto anni compiuti, Cagalli Yula Athha vene acclamata dal popolo come nuovo Delegato degli Emirati Uniti di Orb, uno dei pochi Paesi, insieme al Regno di Scandinavia e all’Unione Equatoriale, decisi a non schierarsi mai né con PLANT né con l’Alleanza Terrestre. Non che non avessimo fiducia nelle capacità della nostra compagna o nelle sue idee, tuttavia eravamo convinti che, visti i precedenti, l’azione facesse molto più per lei rispetto alla politica e, soprattutto, alla diplomazia. Cagalli ci smentì prontamente dal primo all’ultimo, dimostrando, pur con qualche piccola pecca dovuta all’inesperienza, di essere adatta a ricoprire quel ruolo prestigioso. Nel giro di pochissimi mesi, infatti, fu in grado di risolvere diverse questioni spinose per Orb, lasciandoci a bocca aperta e spingendoci sempre più a credere che fosse partita col piede giusto affinché un giorno potesse eguagliare il suo amato padre. Visti il grande carisma di cui era dotata e la sua ferrea forza di volontà, sarebbe stato davvero così, negli anni a venire, sebbene a causa della giovanissima età, ed attorniata da un Parlamento che le remava contro, per un maledetto attimo fu costretta ad abbassare incautamente il capo, finendo così per cedere alle pressioni degli altri Emiri e mettendo, pur senza averne reale intenzione, me, se stessa e l’intera Nazione in guai seri.
Più volte Cagalli aveva intavolato discussioni con gli altri Stati circa il disarmo, ed in particolare aveva pregato PLANT di abbandonare una buona volta le tecnologie di Orb delle quali aveva iniziato ad usufruire dopo che un cospicuo numero di profughi della Prima Guerra, tra i quali figuravano diversi Coordinators, si era rifugiato lì. Il nuovo Presidente, Gilbert Dullindal, non aveva però mai risposto in modo esauriente alla sua richiesta, fingendo di non sapere che
Mi trascinò con sé fino ad Armory One, PLANT di recente costruzione facente parte del complesso di colonie L4, adibito come arsenale militare per ZAFT. Fu lì che il Presidente Dullindal ci aveva concesso udienza, e mentre ci accompagnava egli stesso fra i vari hangar zeppi della nuova produzione di massa di Mobile Suits dell’industria bellica nazionale, gli ZGMF-1000 ZAKU Warrior, cercò di dimostrarci che il potere era importante anche in tempi di pace. Cagalli non era d’accordo, e anche a me la storia non piaceva, non dopo aver dato uno sguardo d’insieme a ciò che ci circondava.
D’un tratto vi fu un’esplosione, cui fecero seguito altri boati e l’assordante suono dell’allarme: qualcuno si era introdotto nella base e, a quanto pareva, si era impadronito di ben tre unità. Durante la fuga in cui avremmo dovuto essere scortati dagli uomini di Dullindal, io e Cagalli cercammo riparo fra le macerie di ciò che era appena andato distrutto. Infine, non trovando vie sicure, fui costretto a prendere in prestito uno degli ZAKU abbandonati, portando la mia protetta con me nell’abitacolo: non avevo la minima intenzione di rimanere ucciso in quel posto, né di lasciar morire Cagalli. Provammo la fuga, ma finimmo coinvolti in uno scontro con uno dei Mobile Suits rubati. Si trattava di un modello di ultima generazione, lo ZGMF-X88S Gaia, sviluppato insieme allo ZGMF-X24S Chaos e allo ZGMF-X31S Abyss, trafugati anch’essi poco prima. A darci man forte, arrivò un’unità aerea assemblabile in un altro MS, le cui strabilianti capacità mi lasciarono a bocca aperta. Durante la battaglia, comunque, mi feci trascinare imprudentemente dall’azione e Cagalli ne pagò le conseguenze: non essendo assicurata con delle cinture come me, quando fummo colpiti perse l’equilibrio e venne sbalzata in avanti, battendo il capo e finendomi addosso. Quando mi accorsi che aveva perso i sensi a causa di una ferita alla testa dalla quale fuoriusciva parecchio sangue, mi sentii gelare. Fui tranquillizzato dal suo respiro regolare e dal fatto che si risvegliò pochi minuti dopo, fra le mie braccia, quando ormai le acque si erano calmate. Mi disse di star bene, a parte la botta ricevuta, ed io mi affrettai a cercare un luogo tranquillo per farla scendere. Invano, perché vi fu un nuovo scontro e, nella confusione di quei concitati momenti, l’unico posto in cui credetti di poter essere al sicuro fu l’interno di una nave spaziale non ancora varata:
Quando uscimmo dallo ZAKU, fummo attorniati da diversi membri dell’equipaggio, ed una ragazza dai capelli corti e l’uniforme rossa, come quella che anch’io avevo indossato fino a due anni prima, ci puntò contro una pistola intimandoci di rendere note le nostre generalità. Le spiegai la situazione e la pregai di accompagnarci in ambulatorio poiché Cagalli era ferita. Non potendo avvalersi della consulenza del Comandante della nave, impegnato con tutto quel trambusto, lei ci accordò il permesso di raggiungere l’infermeria sotto la sua supervisione e quella di pochi altri soldati, senza sapere che, di lì a poco, le cose si sarebbero complicate parecchio per noi tutti. Per me e Cagalli soprattutto.
Chiedo scusa per l'assurdo ritardo, ma valgono anche per questa long le stesse cose che ho spiegato in calce alla shot Famiglia, l'ultima che ho postato.
La cosa più comica di tutte, scrivendo della seconda serie, sapete qual è? Che dopo aver concluso la parte che ritenevo più complicata da rielaborare dal punto di vista di Athrun, mi sono bloccata proprio quando le cose dovrebbero invece semplificarsi. XD Va beh, stessa cosa era successa anche all'inizio, quando dovevo scrivere i capitoli su Kira e Cagalli (i più facili, poiché avevo un sacco di cose da dire) e non riuscivo minimamente a mettere due parole in fila. Bah. Speriamo di sbloccarci presto.
Ringrazio Lyl_Meyer, Atlantislux e kari16 per i commenti allo scorso capitolo, Gufo_Tave per quello alla shot su Kira e Athrun, e Kira Yamato per aver inserito quest'ultima fra le storie preferite. Un grazie va ancora a tutti i lettori di cui non conosco il nome. :)
Shainareth