Quella strana sensazione.
Arrivò
al museo alle otto e dieci, giusto in tempo per sorbirsi l'antipatica
prosopopea del responsabile generale del museo, George
Milton. Appena lo vide, Lucas si fermò storcendo le
labbra. Era lì, davanti una grande vetrina, a parlare
pomposamente gesticolando come un mimo con due persone, un uomo e una donna.
Sperava di allontanarsi senza farsi vedere, ma fallì nell'intento. Milton lo
vide e, scusandosi con i suoi visitatori, lo fermò chiamandolo a voce alta.
− Dottor Barrymore,
aspetti. −
− Oh buongiorno Professor Milton. − proruppe Lucas con un finto sorriso.
−
Buongiorno a lei. Prima che cominci il suo lavoro, vorrei presentarle due
persone... − e
indicò le persone con cui parlava poco prima. In quell'istante, la donna si
voltò. Per un attimo, gli sembrò di conoscerla.
−
Venga, gliele presento. − Lucas lo
seguì senza dire nulla.
−
Questo è il Dottor Lucas Barrymore.
− presentò
Milton.
Il
primo ad allungare la mano fu lo sconosciuto, un ragazzotto
sui trent'anni o poco meno, dai capelli rossicci e gli
occhi di un azzurro spettrale.
−
Piacere di conoscerla Dottor Barrymore. Io mi chiamo
Simon Wilde. −
Lucas
gli strinse la mano senza molto entusiasmo, al contrario del ragazzo.
−
Piacere mio... −
poi il suo sguardo si spostò sulla donna, anzi, sulla ragazza.
Era molto giovane, non più di ventitre, ventiquattro anni. E
anche in quel caso, fu l'altra parte a fare il primo passo nelle presentazioni.
−
Sono lieta di conoscerla Dottor Barrymore. Mi chiamo
Daphne O' Connell... −
mentre le stringeva la mano, Lucas si bloccò.
O'
Connell? La sua mente impiegò qualche secondo per
dare un volto a quel nome. E quando avvenne, impallidì
tanto da farle corrugare la fronte in un'espressione preoccupata.
− Sta bene? − gli chiese la giovane.
−
Certo.. è solo che il suo cognome non mi è nuovo... − Daphne gli sorrise.
−
Forse avra' sentito parlare di mio padre, Alexander O' Connell. − Nella mente di Lucas, si susseguirono una serie di immagini sbiadite, poi
la chiara visione di un bambino. Biondo, occhi chiari, un bambino molto
sveglio.
-Alex!- pensò Lucas con meraviglia
e terrore. Quella ragazza era la figlia di Alex O'Connell, figlio a sua
volta di Evelyn e Rick,
coloro che firmarono la prima disfatta di quell'essere infernale, tornato dagli
inferi per consumare la sua vendetta, e ci sarebbe riuscito se sul suo cammino
non avesse trovato loro due.
−
Oh.... ecco perché. Si, ho sentito parlare di suo
padre, è un'illustre esperto di antichità.... −
Era
vero, Lucas ne aveva sentito
parlare sul serio, e aveva sempre sperato di non incontrarlo mai, da quello che
poteva dedurre, doveva essere l'unico superstite della sua famiglia, e quindi
l'unico che in lui potesse scorgere i tratti del vecchio antagonista.
Nella
conversazione si intromise Milton. − Bene, ora
che ci siamo presentati, direi che è il momento di metterci al lavoro, non vi pare? −
Metterci al lavoro? Perché aveva usato il
plurale? Lucas pregava di non doversi ritrovare a
lavorare affianco della giovane, lei non c'entrava nulla, probabilmente neanche
sapeva di tutta
l'assurda e inquietante storia, ma sentiva che era pericolosa. Milton si
accorse dell'espressione perplessa di Lucas, e con un
mezzo sorrisetto spiegò cosa intendeva dire.
− Dottor Barrymore,
questi giovani sono qui per apprendere in prima persona quello che significa
questo lavoro. Il signor Wilde ha da poco conseguito
la laurea in storia antica, mentre alla signorina O'Connell
mancano alcuni esami per laurearsi in egittologia. Sono entrambi due autentiche
promesse. Il signor Wilde affiancherà il professor Schumman, mentre la signorina O'Connell
affiancherà lei, dato che la ritengo il miglior esperto in egittologia del
nostro centro. −
Lucas
e Daphne si guardarono, lei gli sorrise senza essere
ricambiata.
−
Non credo sia una buona idea, professor Milton. Lei sa
che quando lavoro, non voglio distrazioni, e seguire la signorina O'Connell mi procurerebbe
certamente difficoltà. Non dubito che la signorina sia un ottimo elemento, ma
mi creda, sarebbe meglio se affiancasse qualcun altro.
− disse Lucas guardandola negli occhi.
Aveva degli occhi stupendi, un verde cristallino
tempestato da piccole pagliuzze dorate, avevano un taglio obliquo, molto allungati verso le
tempie. Aveva già visto quegli occhi, non riusciva a ricordare dove, e quando,
ma ne era quasi certo, non erano occhi che si potevano
dimenticare facilmente.
Quegli
occhi ora lo fissavano indispettiti e perplessi, Daphne
si domanda cos'aveva che non andava per lui, tanto da giudicarla e rifiutarla senza
neanche conoscerla. Milton tossì in difficoltà.
−
Dottor Barrymore, capisco benissimo la sua.....chiamiamola misantropia
professionale, ma insisto perché lei segua la signorina O'Connell, sono sicurissimo che andrete d'accordo. −
Lucas serrò le labbra.
− Professor Milton, lei non può darmi del misantropo solo perché non
vorrei essere affiancato dalla signorina. La mia contrarietà va sopratutto a
suo beneficio, visto che con la mia propensione a lavorare da solo non potrei
seguirla come si deve, e la laurea è una cosa importante... −
Daphne
che fino a quel momento era stata in silenzio, sbottò stizzita.
−
La ringrazio molto per il suo interesse al mio.. bene,
dottor Barrymore, ma credo di sapermela cavare anche
se lei non mi presta il cento per cento della sua attenzione. Ho sentito molto parlare di lei, e mi sarebbe piaciuto lavorare accanto a lei sperando di imparare
sempre qualcosa in più. Quello che le chiedevo era
solo di poter stare a contatto con questo lavoro, che per me è sopratutto passione.
Ma vedo che lei mi è fortemente contro, anche se non
ne conosco il motivo. −
Lucas
era sorpreso, gli era sembrata una ragazza calma e piuttosto remissiva, si era
sbagliato.
−
Signorina, mi perdoni se le ho dato l'impressione di
esserle contro, mi creda non ho nulla contro di lei, ma... −
Daphne non gli diede modo di finire. −
Bene, se non ha nulla contro di me, mi faccia lavorare insieme a lei. −
Milton diede un altro colpo di tosse per
richiamare l'attenzione.
−
Signor Wilde, credo sia meglio lasciare che i signori
si mettano d'accordo, che ne dice se l'accompagno dal professor Schumman? − Simon era a disagio quanto Milton,
Daphne e Lucas si fronteggiavano a denti stretti in
un duello alla pari, uno più determinato dell'altra. − Credo.. credo sia meglio si... − rispose Simon avviandosi con Milton. Nessuno
dei due guardò i due uomini allontanarsi, erano troppo impegnati a fissarsi
negli occhi, Daphne ci teneva a fargli capire che non era il tipo di persona
che abbassava lo sguardo per prima. Infatti fu Lucas a farlo, cedendo alla fine davanti alla caparbietà di
quella ragazza.
−
E va bene, signorina O'Connell,
ha vinto lei. Ma si ricordi che io l'ho avvertita per tempo....
−
Il
volto di Daphne si distese, e tornò dolce e solare come prima.
−
Non si preoccupi, credo di sapere il fatto mio. −
−
Vedremo... − disse
Lucas accennando un sorriso ironico, continuando a
fissare i suoi occhi, quegli occhi che aveva già visto altrove, ma non
ricordava dove.....o quando.