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Autore: Melardhoniel    10/12/2009    3 recensioni
Ed eccomi qui, ancora!! xD. Questa volta con una breve fic sulla mitica canzone dei Beatles "Lucy in the Sky with Diamonds". Quante leggende, quanti miti, quanti dubbi ci girano intorno.. eeeh.. chissà.. lo scoprirete solo leggendo!! xD / Lucy O’Donnel, in Vodden 1963- 22 September 2009- Nell’universo una stella ha cessato di splendere.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Let it Born, Let it BEatles;'
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per sempre nel mio cuore

Per sempre nel mio cuore


Lunedì 28 Settembre 2009


Sono qui. Lucy, sono qui.

Con te.

A guardare questa lapide fredda e bianca, a toccare la tua foto. Sorrido, mentre una lacrima compie il suo giro solitario.

È così triste pensare che proprio ora che avevamo ripreso i contatti, il destino abbia deciso di allontanarti per sempre da me. Lo so, questa storia l’avete già sentita con mio padre e mia nonna, Julia.

Deve essere la Maledizione dei Lennon.

Ricordo i tuoi bellissimi capelli biondi; quarantadue anni fa ne andavo matto.

Quarantadue anni fa. Mi sembra ieri che ti vedevo arrivare a scuola sempre in ritardo, con le guance arrossate dal freddo; e la tua mamma si fermava a parlare con la mia..

Papà non mi portava né mi veniva a prendere quasi mai.. aveva paura della reazione delle mamme; e, soprattutto, della mia mamma.

Mio padre, John Lennon. Il mio caro papà.

Soltanto poche volte mi aveva portato all’asilo, in braccio, una era nel 1966; mi ricordo che appena varcò la soglia e mi posò a terra schioccandomi un bacio sulla guancia e dicendomi “Vai, Julian. La mamma passerà a prenderti alle quattro”, ogni ragazza, mamma, bambina, bambino, papà lì presenti lo avevano accerchiato.

Soltanto tu, Lucy, ti eri avvicinata a me e avevi chiesto “Jules, perché quelle signore accerchiano il tuo papà?” con quella vicina dolce e flebile. E io avevo fatto spallucce e ti avevo preso per mano, portandoti da papà; lui ti aveva salutato suscitando l’invidia di decine di bimbe, poi ci aveva visti allontanare mano nella mano.

Un’altra volta era stata nel 1967, soltanto il giorno prima io avevo portato a casa un disegno che ti raffigurava, dando il via alla canzone più chiacchierata del secolo. Persino ora girano dubbi e leggende.

Ricordo che quella volta, invece, tu sapevi benissimo chi fosse mio padre, ma nulla era cambiato fra noi; nemmeno quando a prendermi era venuto Paul. Tu scherzando mi avevi chiesto se, dato che John Lennon mi accompagnava a scuola, magari a prendermi sarebbe venuto Peter Sellers. Invece no, non era Peter, ma quel giorno ti è rimasto impresso nella memoria; lo so, anche se non lo davi a vedere. In fondo, essere salutate da Paul McCartney e chiacchierare con lui non è proprio una cosa all’ordine del giorno.

Oh, beh, precisiamo. Per me sì. Ma non per una ragazza di provincia qualunque.

Ma era proprio questa la differenza tra te e una di quelle tante compagne che a tre anni mi accerchiava e mi contendeva per poi avere conoscenze all’interno dei Beatles, o essere semplicemente notate da mio padre o mia madre; tu eri diversa: eri semplice. E me ne sono accorto fin dal primo giorno di scuola


-Caro Julian!- Una ragazzina che avrà circa la mia età si avvicina. Ha i capelli rossi raccolti con una fascia, e da quanto si crede grande fa quasi paura.

-Scusa, ci conosciamo?- Domando io.

-Adesso sì. Mi chiamo Emily. Emily Clarkson- Mi risponde, sottolineando il nome e il cognome. Chissà, forse spera che me lo ricordi in modo da parlarne a mio padre.

-Allora, come sta Johnny?- Domanda lei, come se ci conoscessimo da sempre.

-Come scusa?-

-Ma sì, Johnny. John Lennon. Tuo padre…-

-Oh, sta bene grazie.- E cambio posto, lasciandola delusa: non era di certo la reazione che si aspettava.

Mi siedo nell’altro tavolo, e l’unico posto libero è quello vicino ad una ragazzona mora con gli occhi neri, che frequenterà l’ultimo anno.

-Lei si gira e strabuzza gli occhi

-Non ci posso credere! Julian Lennon! Piacere, Anna Law. Mi chiamo così in onore di una canzone composta da tuo padre- Aggiunge, sbattendo le ciglia. Io cerco di non vomitarle addosso. (PS: la canzone è “Anna (go to him)” dell’album Please Please Me).

-Ah, sì? Giura! Io invece in onore di mia nonna!- E mi volto, in cerca di un po’ di pace.

Ma vicino a me c’è un’altra ragazza, del secondo anno, con i capelli castani e gli occhi verdi.

Faccio finta di cercare i pastelli nello zaino, nascondendo il mio viso, quando la ragazza vicino a me comincia a fissarmi, e poi mi riconosce.

-Julian! Ciao, io sono Michelle.-

-Oh, sei francese?- Domando io, più interessato.

-Ma no, sciocchino! È in onore della canzone di Rubber Soul!-

-Aaaah!- Oh, poveri noi!

 Tempo zero che un’altra bimba mi si avvicina.

-Ciao Julian! Io sono Eleanor. Questo è il numero di telefono di casa. Dì a tuo padre di chiamarmi, dopotutto porto il nome di una delle sue canzoni!- E si allontana.

Io le urlo dietro

-Tecnicamente quella l’ha scritta Paul!-

-Julian… - Due bimbe gemelle, sui tre anni, camminano titubanti verso di me.

-Ciao!Mi chiamo Dizzy- Dice la prima.

-E io Lizzy.- La seconda.

Cos’è, il “Miss” lo avete lasciato a casa? O non c’erano abbastanza femmine nella vostra famiglia a cui darlo come nome?

-Ah, bene…-

Oh, povere bambine. Ma facciamo qualcosa! Dirò a mio padre di usare nomi normali per le sue canzoni, in modo da non sottoporre le bambine a questo scempio fanatico! Ci manca solo Misery. Ma sono sicuro che da qualche parte in questo asilo c’è.

-Ciao Ju!- No, già chi mi chiama Ju mi sta antipatico.

Mi giro, e una bambina sui cinque anni si aggiunge alle gemelle, e mi tende la mano

- Mi chiamo Misery.- Appunto.

Cercando di non scoppiarle a ridere in faccia, le rivolgo un sorriso falsissimo, e mi sposto sul tappeto, dove finalmente ho un po’ di pace.

-Scusami…- Una vocina flebile e dolce mi giunge all’orecchio, e io strillo esasperato.

-Sì, sono il figlio di John Lennon. Ma non presentarti neppure, non darmi neanche il numero di telefono di casa, tanto non ti chiamerà mai!-

-Veramente volevo dirti che sei sdraiato sul mio temperino…- Si imbarazza lei, abbassando lo sguardo.

Io alzo la pancia, rosso in viso, e lo scorgo: un temperino blu, il corpo del reato.

Glielo porgo timidamente, e intanto la osservo: è bionda, e ha due splendidi occhi blu.

-Tieni. Io sono Julian.-

-Ah. E a quanto mi hai detto prima sei il figlio di John Lennon. Piacere, mi chiamo Lucy O’Donnel.-

-Ciao Lucy.-

-Ciao. Senti, Julian… puoi rispondere ad una mia domanda? Ma chi è John Lennon?-

Mi ero sentito così sollevato che in quel preciso istante avevo già deciso il nostro futuro. Saresti stata l’unica a conoscere veramente mio padre.


Ed è stata proprio quella tua semplicità che mi ha fatto intervenire quando ho scoperto che eri malata di Lupus, donando soldi all’ospedale per cercare un rimedio e vendendoti a trovare con mia madre Cynthia, portandoti dei fiori ogni volta.

Ma a quanto pare non è bastato. Un’altra lacrima solca il mio viso, e si ferma alle labbra.

E ora vederti qui, toccare questa fredda lapide bianca, rivangando i ricordi, mi fa piangere.

Perché? Perchè ho perso la prima migliore amica che abbia mai avuto.

Non ce la faccio più a stare qui, mi dispiace Lucy. Ma tornerò domani, lo prometto. I tuoi parenti se ne stanno andando, e anche mia madre è alle porte del cimitero.

Lentamente lascio scivolare dentro al vaso di cristallo sulla tua lapide due rose rosse. Te lo ricordi? Erano i tuoi fiori preferiti.

Arrivederci, Lucy.

Mentre mi allontano e raggiungo mia madre, sulla lapide una scritta brilla per l’ultima volta


Lucy O’Donnel, in Vodden

1963- 22 September 2009


Nell’universo una stella ha cessato di splendere.


***


Mi scuso per il super ritardo! In realtà ho cominciato a scrivere questo capitolo il giorno della morte di Lucy, e prima volevo inserirlo nella fic “la musica nel cuore”; però poi mi sono accorta che c’era ancora tanto da scrivere, e ho deciso di trasformarla in una storia a sé, ma prima andava creato l’inizio!

Laban: eh, già. Julian andava in una scuola normale! E che cosa vuoi farci? xD sì, è verissimo, Paul è tenero! Lo ha detto anche Julian, quando ha ammesso che ha più foto con Paul che con suo padre.

Non conoscevi Mind Games??  Te la sei andata a sentire, poi? =)


Zazar90: eh già! Lo zietto Paul! E anche lo zietto Ringo, non dimenticatevelo!! xD


 Alla prossima!


Baci,

Marty


…e questa è proprio la fine…



  
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