Il suono della campanella mi sveglia dal mio dormiveglia durante la lezione di Biologia. Meno 167… faccio una crocetta sulla pagina del diario di oggi…167 alla fine della scuola…calcolando che i giorni sono 200 direi che siamo a buon punto no? No, per niente…è solo un modo per farmi sembrare le vacanze più vicine…è solo che voglio andarmene in vacanza, andarmene al mare da papà. Non lo vedo dal Natale scorso. Quest’estate non ho potuto andarlo a trovare perché ero in vacanza studio e poi questi dannati debiti…dovrebbero abolire la scuola…si…così io mi posso fare tutte le vacanze che voglio al mare..e invece no…sempre questa maledetta scuola… Tra due mesi è Natale e anche stavolta non andrò da mio padre…”Devi concentrarti sulla scuola” continua a dirmi mia mamma con quella voce squillante “o sennò non ci andrai nemmeno quest’estate!”… Cos’è ora andare da mio padre è un premio che devo conquistarmi? Io ho tutto il diritto di vederlo…è mio padre in fondo! “Becky ci sei?!? Pronto???” Attratta da quella voce alzo lo sguardo dalla mia agenda: Miranda mi sta fissando come per dire “Ce la fai??? Sbrigati è suonata è ora di andare in quel posto chiamato casa!” Già Miranda…La conosco da quando ho quattro anni…quindi, anche se non sono una cima in matematica, la conosco da ben 12 anni… Non direi che siamo proprio migliori amiche, io non credo che si possa essere migliori amiche…però….diciamo che è la persona a cui tengo di più…Sì, posso essere una tipa strana..ma sono così. Preferisco prevenire che curare: non avere delusioni dalle persone… Velocemente chiudo lo zaino viola e mi avvio con lei verso l’uscita “Ma che hai? Sembri alquanto strana…è da due giorni che sei così! Successo qualcosa? Qualche ragazzo in vista?” Ecco lo sapevo, inizia a tempestarmi di domande come al solito “No Miry…Semplicemente sto pensando a quando potrò andare da mio padre” Rispondo sbuffando “Ti manca vero?” Non faccio in tempo a rispondere che un clacson richiama la mia attenzione… è mia mamma…mi aspetta nella sua cinquecento color panna…sbuffa e picchietta con le unghie sul volante… “Ma è possibile che ti devo sempre aspettare?” “Scusa ero in classe..” Rispondo non curante “Va be…fa niente…non mi interessa…oggi ti devo dare una grande notizia!” Dice sorridendomi e girandosi verso il mio sedile “Cioè? A Natale torno da papà?” chiedo con un sorriso a trendadue denti pronta ad abbracciarla forte “Ehm..no Becky…ti devo dire un’altra cosa!” Il mio sorriso svanisce nel giro di un istante… “Non fare quella faccia! È una notizia bellissima!” continua lei. Decido di ascoltarla appoggiandomi al finestrino “Oggi Smith mi ha chiamato nel suo ufficio e…” “e???” la incito a continuare…non sopporto quando fa così la misteriosa “E ho ottenuto una promozione!!!” dice sorridendo e battendo le mani La abbraccio forte “Mamma è stupendo!!! Sei una grande!!!” Rimaniamo abbracciate per un po’ fino a che si stacca. Diventa tutto a un tratto seria… “C’è una cosa però…” “cosa mamma?” chiedo preoccupata “Ecco ehm…vedi…dovrò andare per un mese a lavorare in Germania…sai…ora essendo salita devono mandarmi dove c’è bisogno…” “Beh…posso venire anche io no? Studio tedesco è una buona possibilità per mettermi alla prova mamma! Dove dovrai andare? Berlino, Amburgo, Lipsia, Francoforte, Sachsen???” Mia mamma mi blocca mettendomi timidamente una mano davanti alla bocca “No Becky, non puoi venire…Non potrei seguirti e poi perderesti troppi giorni di scuola…non posso…” “E io dove andrei? Da papà?” chiedo apprensiva “No Becky, non da tuo padre…anche lui lavora sempre…è già tanto se riesce stare a dietro a se stesso..e poi te l’ho detto hai la scuola!” “Mamma che palle con sta scuola!!!” dico sbuffando “Non mi interessa…tu rimarrai qui…a Londra…” “E con chi scusa? Da sola? A me piacerebbe ma lo sai che potrebbero metterti in prigione se lo scoprono?” Dico con un sorrisino “Certo che lo so infatti non ti lascio sola qua a Londra…Non voglio tornare e non trovarti più o peggio trovarmi la casa disfata” “aaah pensi di più alla casa eeeh?” Dico ridendo. “Scherzavo Becky!!! Comunque stavo dicendo…ho parlato con un mio caro amico…che non sentivo da molto…e gli ho chiesto se ti potrà ospitare per un mese…ovviamente gli ho detto che sei estremamente educata e non lo farai disperare come ovviamente farai!” mi dice lanciandomi un’occhiataccia “Da un tuo amico?!?” chiedo incredula scuotendo la testa “e chi sarebbe? Sai non voglio andare a vivere con degli sconosciuti” “Il nome non ti interessa…ti basta solo sapere che è un mio caro amico…in questo periodo ci siamo sentiti veramente poco a causa dei nostri impegni di lavoro…però..ha accettato di tenerti con te..ritieniti fortunata!” “Oh sì certo….fortunatissima” rispondo ironica “Becky!” mi apostrofa mia madre… la fisso mentre guida…è così da quando sono nata: i capelli mori e mossi lunghi fino alle spalle, gli occhi color nocciola, le labbra sottili. Anche se è stressante devo ammettere che è una bella donna… “Scusa chi sarebbe voglio sapere?” ripeto io “Ti ho detto che non te lo dico! Con la bocca che ti ritrovi lo diresti a tutte le tue amichette…” “Non sarà mica il presidente d’america mamma! Anche se lo dicessi?” “Quasi…” “quasi che cosa???” chiedo guardandola male “Che è quasi il presidente d’america…” dice ridendo lei “Ma la smetti di prendermi in giro???” le dico tirandole un pelusche che era sul cruscotto della macchina “Eeeehi vuoi farmi fare un incidente?” Dice lei divertita “Quasi quasi!” “Becky!!!” Scoppiamo a ridere tutte e due come sceme…più che madre e figlia sembriamo due sorelle…e in effetti potremmo esserlo…lei è così giovane…Mi ha avuta a 18 anni…Stava con mio padre da un anno. Inutile dire che io non ero programmata…dopo che sono nata hanno tentato di stare assieme ma nulla…non andavano d’accordo, non erano fatti l’uno per l’altra… “ehm scusa quando dovrei andare dal tuo amichetto?” chiedo distraendomi dai miei pensieri “Dopo domani” dice lei tutto d’un fiato quasi sperasse non sentissi “Coooooosa???? Ho sentito bene?” “Credo di sì…” sussurra mordendosi il labbro inferiore “Ma…ma….ma sei pazza??? E come avrò il tempo di preparare tutte le cose mamma??? E poi dove abiterebbe???” “A Londra…” si limita a dire Continuiamo il viaggio verso casa in silenzio…a volte il silenzio è interrotto dai miei “robe da pazzi” A volte mi fissa…sa che non sono per niente contenta.. Ma io dico…non poteva lasciarmi andare da papà? Al posto che essere in mano a un perfetto sconosciuto? Poi mi immagino come sarà…il classico avvocato con i capelli tutti pettinati e ingellati, camicia col colletto inamidato…dio…mi viene la morte a pensarci…