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Autore: lady lina 77    19/12/2009    11 recensioni
Sono passati sei mesi dalla sconfitta di Manson e di maschera di ferro e per d'Artagnan e i suoi amici è un periodo di pace... Il guascone è tornato a Parigi e può pensare tranquillamente ai suoi amici, alla sua carriera come moschettiere e al suo rapporto con Constance. Ma sarà davvero così? Una vecchia nemica sta tornando nella sua vita, più vendicativa e pericolosa che mai. E attraverso le sue macchinazioni, i suoi piani folli e criminali, le sue azioni sconsiderate, porterà i moschettieri a vivere nuove avventure, nuovi pericoli, nuovi dolori e nuove battaglie. E stavolta la loro nemica si insinuerà non solo a Parigi, i suoi tentacoli invaderanno la Francia intera, anche senza l'aiuto del Cardinale...
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti e scusate per il grosso ritardo con cui aggiorno, ma avevo cose urgenti e con scadenza da scrivere e poi, come vi avevo detto, sono stata in vacanza. Alla fine ho visitato la Germania, Friburgo e Foresta Nera (un bosco incantato per davvero, come quelli delle fiabe! Bellissimo davvero!!!). In più ho pure fatto un viaggio col brivido, dato che ho passato la frontiera Svizzera da 'clandestina' avendo dimenticato a casa, da brava acquilotta reale, la carta d'identità... Meno male che non hanno chiesto documenti, altrimenti ora sarei alla frontiera bloccata e non quì ad aggiornare! Mi è costata una vacanza con un pò d'ansia questa mia dimenticanza eheh...

Comunque:

Edvige: Grazie come sempre dei commenti carinissimi! Anche io amo i film sui moschettieri, il mio preferito rimane quello anni 40 con Gene Kelly! Intanto ti ho aggiunta su msn, spero di beccarti qualche sera, mi connetto sempre verso le 20! Mi piacerebbe conoscerti meglio!

Kiky: Grazie anche a te! Sai che la coppia Aramis/De Treville non è male, ora che mi ci fai pensare? Anche se io il capitano l'ho sempre visto come una sorta di padre per i moschettieri!

Fulmy: Su Athos e Aramis... eheh, no spoiler per ora! Comunque grazie anche a te per il commento!

Tetide: Mille grazie anche a te, compagno di viaggi ai mercatini di Natale, io è solo il secondo anno che ci vado e me ne sono innamorata! Quelli che ho visto l'anno scorso a Salisburgo erano stupendi a dir poco!

Grazie a chi ha messo anche la fics fra le seguite e preferite!

Per concludere: BUON NATALE A TUTTI E BUON 2010!!!

E al prossimo, spero celere, aggiornamento!




Gli scontri di Nancy



Nancy era una piccolissima cittadina tranquilla, agricola, abitata da gente semplice che si dedicava prevalentemente all'agricoltura. Le congiure e le lotte di potere che tanto animavano la Parigi di quegli anni erano lontane anni luce, la vita trascorreva tranquilla in Lorena, scandita dai ritmi dell'agricoltura, dal susseguirsi sempre uguale delle stagioni e dai rintocchi della Chiesa. Le persone erano per lo più povere, analfabete, ma oneste nella loro semplicità. Le strade di Nancy non erano lastricate come a Parigi ma erano per lo più sterrate, e le case erano semplici ma ordinate, povere e modeste ma non cadenti. Il clima era gioviale, di amicizia e fiducia, nonostante la grande povertà e i tanti problemi che affliggevano la gente. A Nancy le famiglie nobili vivevano in grossi palazzi o castelli fuori dalla città, nelle campagne. Famiglie arroganti, che ben sapevano quanto la gente dipendesse da loro per vivere, dal lavoro nelle loro campagne che essi gli offrivano. Per questo i giovani nobili delle campagne potevano permettersi anche atti di prepotenza o violenza quando arrivavano in città, sapevano bene che nessuno avrebbe osato ribellarsi a loro... Se qualcuno avesse osato dire qualcosa, avrebbe perso il lavoro e il sostentamento per la propria famiglia.

Era in questo clima che si muovevano le cinque nuove 'suore' arrivate da una settimana in città.

La Madre Superiora aveva dato l'incarico ai cinque di portare ogni mattina del cibo in donazione alle famiglie più povere della città. Un buon modo per guardarsi intorno per loro e un buon modo per la suora per non dare nell'occhio e per tenere nascosta la missione dei moschettieri ideata con De Treville, facendo fare ai cinque uomini un lavoro da … missionaria. Copertura perfetta, nessuno avrebbe mai potuto rimproverarle nulla...

Mentre Aramis sembrava perfettamente a suo agio nei panni di una religiosa, lo stesso non si poteva dire per Rochefort e Porthos che inveivano in continuazione contro la scomodità di camminare con delle lunghe gonne che li facevano inciampare ad ogni passo. Athos invece era taciturno ed attento come sempre a ciò che lo circondava, mentre a d'Artagnan l'atmosfera di quella cittadina ricordava tanto e con tanta nostalgia l'amata Guascogna...

Ogni mattina, alle sei, si ritrovavano fuori dalle mura del convento pieni di sonno e comininciavano, dividendosi, il loro giro per i vicoli e viottoli di Nancy. Solitamente il loro percorso era assolutamente tranquillo, ma capitava spesso di vedere, nascosti nell'ombra, gruppi di giovani nobili che parlottavano fra loro. E puntualmente, la sera successiva, avvenivano scontri e attentati al confine, fuori dalla cittadina.

Non erano attentanti devastanti, ma scuotevano la vita degli abitanti della zona. Vivere al confine, infatti, significava spesso assistere a scontri fra guardie poste alle frontiere per le conquiste di terre. Ma i disordini degli ultimi tempi erano diversi... I nobilotti francesi non miravano a conquistare nuove aree straniere ma si limitavano a scuotere il sistema francese dall'interno. Sembravano disordini creati ad arte per creare scompiglio in patria piuttosto che all'esterno... E i moschettieri non riuscivano a darsi una spiegazione. Si trattava di anarchici? Si trattava di oppositori della corona? Di amici di qualche stato straniero che aspettava solo l'indebolimento della Francia per attaccare? Cosa volevano queste persone? E chi era il loro capo? Perchè di una cosa erano certi, qualcuno che comandava c'era! Troppo cadenzati, troppo organizzati, gli attentati dovevano avere PER FORZA una guida che li progettava. Bisognava semplicemente trovarla e fargli sputare il rospo. Così forse i disordini sarebbero finiti e magari avrebbero scoperto se c'erano effettivamente collegamenti fra quanto stava avvenendo a Nancy e gli attentati di Parigi...

Quella mattina d'Artagnan decise di smettere di osservare. Se avesse visto in giro qualche nobile, sarebbe passato al piano B. Ossia, pedinare!!! In fondo, se il tizio in questione se ne fosse accorto, avrebbe sempre potuto dire che era una normale suora che CASUALMENTE faceva la sua stessa strada... Il guascone ridacchiò fra se e se... A raccontare bugie era sempre stato bravissimo, fin da bambino! Li avrebbe fregati come niente...

Percorse silenziosamente i vicoletti di Nancy, fermandosi nelle case dove era atteso per portare il cibo. A quell'ora le vie erano deserte, nel camminare non incontrava ostacoli ne tanto meno pericoli... Era quasi piacevole a dire il vero, se non fosse stato che il suo sesto senso e la sua attenzione erano ai massimi livelli di allarme.

In quelle camminate silenziose mattutine aveva notato, guardandoli di sfuggita, i nobilotti complottare agli angoli delle strade. Li aveva sempre seguiti di nascosto, con la coda dell'occhio, senza farsi vedere, però aveva al contempo sempre avuto la strana sensazione di essere anch'esso osservato. E anche i suoi compagni, durante il loro confabulare serale, prima di addormentarsi, raccontavano la stessa cosa...

Che qualcuno li avesse scoperti? Che fossero a loro volta spiati?

D'Artagnan sospirò. Farsi mille paranoie in quel momento non serviva a nulla!

Percorse un viottolo stretto, nascondendo il viso sotto il velo da suora. In quella direzione sapeva che SEMPRE c'erano ragazzotti di buona famiglia a complottare la mattina presto.

Bingo!” - esclamò localizzando due uomini sotto ad un ponte di pietra che collegava due case, all'inizio di un nuovo, stretto intrico di viuzze.

Due uomini, uno sui vent'anni e uno un pò più anziano, di buona famiglia, a giudicare dagli eleganti mantelli che indossavano, parlottavano fra loro bisbigliando.

Ecco, ora era esattamente il momento, per d'Artagnan, di usare la sua faccia tosta.

Si avvicinò mestamente ai due, preparando al meglio la sua voce ad una tonalità il più possibile femminile. “Ehm... scusate giovanotti...”.

I due uomini si fissarono e poi lo squadrarono guardinghi. Non erano abituati a venire disturbati da qualcuno di rango sociale inferiore... Si scambiarono uno sguardo d'intesa, poi il più vecchio gli rivolse la parola. “Cosa vuoi suora?” - chiese sgarbatamente.

D'artagnan fece il più amabile dei sorrisi. “Ecco vedete... Io sono nuova a Nancy e ancora non so come muovermi in questa città. Potreste darmi una mano?”.

Il ragazzo più giovane sbuffò vistosamente e si rivolse al suo compagno. “Che facciamo Alain?”.

D'artagnan memorizzò immediatamente quel nome... Alain... Gli era capitato di vedere quell'uomo in giro molto spesso, al mattino presto. Stava sempre a confabulare con ragazzi più giovani e tutti sembravano portargli rispetto e riverenza. Che fosse lui il capo?

Alain annuì spazientito. “Avanti suora, cosa diavolo vuoi da noi?”.

D'artagnan sentì il nervoso salirgi dalla punta dei piedi ai capelli a causa di quel tono sgarnato, ma doveva mantenersi calmo, altrimenti sarebbe stato scoperto. “Ecco... Rue du Roses … Non la trovo... Devo portare del cibo ad una famiglia povera ed in difficoltà. Mi aiutereste”.

Alain lo squadrò in viso e gli si avvicinò leggermente. “Suora... Hai detto di essere nuova? Eppure mi pare di averti già visto gironzolare quà in giro qualche volta...”.

D'artagnan deglutì. “Ma cosa dite signore? Sono arrivata solo pochi giorni orsono, credo vi stiate confondendo con qualcun'altra! In fondo, sotto a questo velo, siamo tutte uguali...” - concluse ammiccando, con una risatina di finto imbarazzo.

Il suo interlocutore sembrava poco convinto. “Sarà! Comunque, io e il mio amico NON siamo guide turistiche. Ergo, la tua Rue du Roses te la devi trovare da sola, il più lontano possibile da noi. Non disturbarci più, abbiamo da fare. E chiedi ai tuoi amichetti poveri di spiegarti un pò come vanno le cose in questa città, quando li avrai trovati. Loro ti spiegheranno ben bene quali persone NON si devono MAI disturbare quì”.

Il guascone decise di non arrendersi, di insistere. Avrebbe volentieri sguainato la spada e fatto tacere quel bell'imbusto a suon di stilettate, ma in quel modo il suo glorioso travestimento da suora sarebbe saltato. “Avanti giovanotti, che cosa vi costa? Aiutare una persona in difficoltà fa bene all'anima, non lo sapete? Dopo vi sentireste meglio!”.

Alain lo squadrò, dalla testa ai piedi, con insistenza, in silenzio. Quella suora aveva qualcosa di strano, a partire da quella voce stridula che ben poco aveva di femminile. E anche la sua corporatura, troppo mascolina per essere quella di una giovane donna... E il modo in cui cercava di approcciarsi a loro la rendevano quanto meno sospetta... Inoltre, un movimento della gonna della suora, aveva mostrato stivali decisamente poco femminili ed ecclesiastici... Sorrise freddamente. Doveva saperne di più, il suo istinto gli suggeriva che doveva sapere chi aveva davanti, anche se qualche sospetto già ce l'aveva... “D'accordo suora, ti accontento! Almeno ti toglierai dai piedi in fretta e smetterai di romperci le scatole. Ma ti avverto che dovrai camminare un pò, la strada che cerchi si trova in periferia!”.

D'artagnan aggrottò le sopracciglia. Alain stava bleffando, Rue des Roses si trovava dietro la piazza principale, non fuori dal paese, lo sapeva benissimo perchè ci era già stato nelle vie precedenti... Dove voleva condurlo Alain? E perchè? Aveva mangiato la foglia? Forse si stava mettendo nei guai, ma a quel punto non poteva che seguire i due uomini. “Grazie giovanotto, che Dio ti benedica”.

Alain, senza ulteriori convenevoli, dopo un nuovo cenno di intesa col ragazzo col quale stava conversando, fece strada alla suora-moschettiere.

D'artagnan percorse a ritroso i vicoletti della città, seguendo i due suoi due silenziosi accompagnatori. Giunsero alla piazza principale di Nancy dove, con la coda dell'occhio, vide parlottare fra loro, in abiti da suora, Porthos e Rochefort. La piazza era infatti il loro luogo di ritrovo alla fine delle commissioni mattutine.

I due moschettieri notarono l'amico che procedeva verso la periferia della città con due misteriosi accompagnatori e, dopo aver incrociato un eloquente sguardo di d'Artagnan, decisero di seguirlo per vedere cosa stesse combinando.

Il guascone sospirò sollevato. Per lo meno, in caso di bisogno, sarebbero stati tre contro due e non lui da solo...

Dopo aver svoltato l'angolo, Alain gli rivolse di nuovo la parola. “Suora, hai visto? In quella piazza c'erano due amiche tue!”.

D'artagnan annuì. “Certo, sono consorelle che, come me, portano cibo ai poveri. Ci dividiamo il lavoro, tutte le mattine. Propabilmente avevano finito già il loro giro”.

Già, probabilmente” - annuì Alain fra i denti...

Il resto della strada fu percorso in rigoroso silenzio. D'artagnan e i suoi due uomini davanti e Porthos e Rochefort dietro che li pedinavano di nascosto, pronti ad intervenire in difesa del guascone se le cose si fossero messe male.

Giunsero alle mura della città, con un d'Artagnan sempre più nervoso. Si stava mettendo in trappola, l'avrebbe capito anche un bambino. Certo, la presenza di Rochefort e Porthos dietro di lui era confortante, ma se per caso quei due lo stavano portando nel loro covo, dove li aspettavano gli altri loro amichetti?

Percorsero uno spiazzo erboso, poi imboccarono un viale fra gli alberi, costeggiato da qualche baracca qua e la, nascosta fra i cespugli.

D'artagnan cominciava seriamente a spazientirsi. Dove volevano portarlo? Di nascosto, con la mano, si toccò il fianco dove, nascosta dall'abito da suora, riposava la sua fidata spada. I casi erano due: o sarebbe finito ucciso, oppure avrebbe risolto il mistero, anticipando il suo ritorno a Parigi! Cominciò a pregare per il secondo degli epiloghi!!!

Giunsero davanti ad un granaio abbandonato, nel bosco. Era cadente, malmesso, probabilmente abbandonato da anni.

E allora, questa non mi sembra la via che stavo cercando!” - sbottò D'artagnan, cercando di mantenere una parvenza al suo travestimento. Ma era spazientito e dalla sua voce trapelava benissimo il suo stato d'animo.

Alain gli si avvicinò, prendendolo per il mento, a sorpresa. Strinse con le mani, sollevando il capo del guascone. “E ora, vediamo che bel faccino ha questa suorina!”.

Da dietro gli alberi, nascosti a pochi passi, Porthos e Rochefort osservarono la scena, pronti ad intervenire in caso di bisogno.

Certo che d'Artagnan AMA I GUAI più delle donne! Ma non può starsene fermo e buono?!” - sbuffò Rochefort, temendo di dover fare gli straordinari da spadaccino, per lo più in gonnella.

Porthos ridacchiò senza rispondere. In fondo Rochefort non aveva tutti i torti!

Nel frattempo D'artagnan, a tu per tu con Alain, fissava il suo interlocutore negli occhi, senza abbassare lo sguardo.

E allora suorina?” - continuò Alain - “Che begli occhioni blu! Peccato...” - con un gesto secco gli strappò il velo dalla testa - “che si trovino su un viso da uomo e non da donna, come dovrebbe essere una suora! Chi diavolo sei?”.

D'artagnan scosse violentemente la testa, liberandosi dalla stretta del suo nemico. Era stato scoperto! Ma in fondo non era male, finalmente poteva liberarsi di quegli scomodi abiti femminili. Con un gesto veloce si strappò di dosso la lunga tunica blu! Finalmente poteva sfoggiare di nuovo alla luce del sole i suoi abiti da moschettiere, con tanto di spada!!! “D'artagnan, moschettiere del re! Per servirvi signore!” - rispose in tono beffardo, per prendersi gioco di lui.

Alain sorrise fra se e se. “Moschettiere... Chissà perchè lei lo immaginava che sareste arrivati...”.

Lei?”. D'artagnan ci capiva sempre meno.

Lascia stare! E sguaina la spada, pivello!”. Con un gesto secco, Alain e il suo compagno impugnarono le loro armi, attaccandolo in contemporanea.

D'artagnan sguainò la spada, tenendo testa ad entrambi, sebbene con fatica. Amava combattere e i duelli a tre lo avevano sempre entusiasmato. Anche se a volte, Constance lo rimproverava di essere imprudente... “E allora ragazzi, vi divertite di sera, a creare danni al confine?”. Decise di osare e di chiedere, era sicuro che quei due fossero implicati nei disordini che scuotevano la città e le zone a ridosso degli stati stranieri, così come era sicuro che Alain fosse il capo. Era stato fortunato, aveva pescato il pesce più grosso!

Alain sorrise, in tono di sfida. “Non è male in effetti! Sai com'è, c'è gente come te che ama vestirsi da donnicciola e gente come me che trova più divertenti passatempi più... virili... Come vanno le cose a Parigi, il re se la deve fare veramente sotto se manda un pivello come te, in gonnella, a scoprire chi cerca di distriggergli il regno!”.

Sono fra i migliori moschettieri di sua mestà!” - rispose d'Artagnan continuando a maneggiare la spada, tenendo testa a lui ed al suo amico - “e temo che fra noi, quello che avrà la meglio, sarò io!”. Alain lo stava innervosendo più del dovuto...

Continuarono a duellare a colpi di spada per diversi minuti, mentre Porthos e Rochefort continuavano ad osservarli da lontano. D'artagnan se la stava cavando bene e ancora non era venuto il momento di far saltare anche il loro travestimento per andare in aiuto del compagno. Avevano fiducia nelle capacità del loro amico guascone ed erano convinti che avrebbe battuto quei due palloni gonfiati senza fatica.

Il tintinnare delle spade rieccheggiava nell'aria. Alain si era spinto troppo oltre nel raccontare cose segrete a d'Artagnan, convinto com'era che l'avrebbe battuto ed ucciso.

E dimmi” - continuò il guascone, avvicinandosi all'ingresso del granaio - “Anche tutto il casino che sta succedendo a Parigi è opera tua e dei tuoi amichetti?”.

Alain rise, mentre spingeva d'Artagnan all'interno della struttura, facendolo arretrare. “Certo che no, chi sta a Parigi a fare quello che fa, sa il fatto suo e sta eseguendo a regola d'arte il suo lavoro, anche senza il mio aiuto... Sai, dubito che un pivellino come te o come i tuoi amici possano fare qualcosa contro chi attenta alla vita dell'entourage dei reali e del Cardinale. Siete troppo scarsi. Fin'ora infatti, mi pare che a Parigi, nessuno di voi sia riuscito a far nulla di importante per risolvere il problema. Povero re, povera regina, povero Richelieu... Dovrebbero scegliersi ben altre guardie per difendersi!”.

D'artagnan era rosso dalla collera. Come si permetteva quel pallone gonfiato? “Sai, hai ragione, chi sta creando problemi ha Parigi è una persona forte ed intelligente! Quindi, mi pare ovvio che tu non c'entri!”.

COME OSI!!!???”. Alain, con fendenti rabbiosi, fece arretrare d'Artagnan vicino ad una distesa di pagliericcio, facendolo inciampare. “Dannato, ti farò rimangiare le tue parole nel sangue che ti procurerà la mia spada!”. Era un tipo permaloso, ci voleva poco ad incollerirlo...

D'artagnan rotolò nel fieno, schivando i colpi di Alain. “Sono cresciuto in campagna, so come muovermi in questi ambienti”. Con un balzo tornò in piedi, riprendendo possesso saldamente della sua spada.

Il suo era ormai un corpo a corpo con Alain, l'altro ragazzo insieme al suo nemico si era fatto da parte e ormai d'Artagnan l'aveva perso dalla sua visuale, concentrato com'era sul suo duello.

Errore fatale. Si accorse solo all'ultimo momento che quest'ultimo era scivolato alle sue spalle. “Dannaz...”. Si rivoltò verso Alain. “Sei un dannato vigliacco” - riuscì a mormorare prima che il ragazzo, con forza, lo colpisse in testa con l'impugnatura della sua spada.

D'artagnan stramazzò a terra con gli occhi chiusi, la testa che gli doleva terribilmente e gli girava, semi privo di conoscenza.

Alain sorrise al compagno. “Ottimo lavoro Robert!”. Poi tirò fuori dalla tasca un pacchetto di cerini. “Credo che il nostro 'amichetto' moschettiere, così dolorante, abbia bisogno di un pò di... caldo...”. Accese un fiammifero e lo buttò sul pagliericcio che giaceva vicino al corpo di d'Artagnan. Poi ne accese altri, spargendo fuoco all'interno del granaio.

FERMATI!!!”. La voce di Porthos, seguito da Rochefort, risuonò all'interno del granaio. I due avevano deciso che era arrivato il momento di intervenire!

Alain si voltò, colto di sorpresa, mentre il panico lo assaliva. E quei due uomini chi erano? E da quanto erano lì? Cosa avevano ascoltato della conversazione avuta con d'Artagnan? Erano suoi compagni? Avrebbero dovuto combattere anche con quei due, ma farlo in un luogo infestato dalle fiamme sarebbe stato decisamente controproducente... Accese in fretta altri fiammiferi, gettandoli fra loro e i nuovi venuti, creando un muro di fiamme a dividerli.

Porthos, che facciamo?” - gridò Rochefort isterico e spaventato dalle fiamme. La situazione era decisamente poco 'simpatica'.

Dobbiamo portare fuori di quì d'Artagnan, non pensare a quei due ma solo al nostro amico!” - rispose Porthos urlando.

Alain, protetto dal muro di fiamme, si rivolse al compagno in tono grave. “Ascolta, non possiamo permetterci di stare a combattere con questi due. Sono amici del moschettieri, come avrai sentito! Potrebbero avere ascoltato tutta la nostra conversazione col pivellino quì addormentato. Ci hanno rovinato le uova nel paniere e dobbiamo passare al piano d'emergenza che ho prestabilito con la mia donna. Vai a Parigi da lei, IMMEDIATAMENTE, e dille che, secondo i nostri piani se fossimo stati scoperti, fuggirò in Spagna, subito dopo il confine, nel luogo prestabilito, sui Pirenei. E lì l'aspetterò, deve per ora pensare a raggiungermi! Se quei due la dall'altra parte hanno sentito la nostra conversazione col moschettiere, sicuramente avranno inteso che fra noi e lei ci sono dei collegamenti, che c'entriamo con gli attentati di Parigi! Fuggi, ORA, non c'è tempo da perdere!”.

E di lui che ne facciamo?” - chiese Robert.

Alain sorrise freddamente. “Sono sicuro che arrosto renderebbe meglio che in abiti da suora! E' spacciato, le fiamme lo finiranno! Ora, scappiamo dall'uscita posteriore o finiremo bruciati anche noi! Non abbiamo tempo per fare altro!”.

Da una finestrella non ancora invasa dalle fiamme che stavano avvolgendo tutto, i due sparirono, in fuga.

D'artagnan rimase a terra, con gli occhi chiusi, dolorante ed incapace di muoversi.

Ma il suo cervello era rimasto attivissimo. Fingendo di essere svenuto, era riuscito a carpire tutta la conversazione fra Alain e Robert... La misteriosa donna a Parigi, la responsabile degli attentati, era complice di Alain, probabilmente ne era l'amante... E sarebbero fuggiti in Spagna insieme... Doveva dirlo ai suoi amici o sarebbe stato tutto inutile!!! Porthos e Rochefort erano vicini, ma anche le fiamme lo erano, comincava a sentire il calore del fuoco avvicinarsi pericolosamente a lui...

Fate presto...” - riuscì a sussurrare prima di perdere i sensi...



Una secchiata d'acqua gelida lo riportò alla realtà.

D'artagnan, stai bene amico?”. Lo sguardo di Porthos era pieno di preoccupazione.

Il guascone aprì gli occhi a fatica. I polmoni gli bruciavano, la testa era dolorante... MA ERA VIVO!!! Si guardò intorno e si accorse che i suoi due compagni lo avevano trasportato fuori, nel bosco... Di Alain e Robert, nemmeno l'ombra...

Sei un disastro!” - lo rimbeccò Rochefort, con tono sollevato.

Come avete fatto a salvarmi?” - chiese d'Artagnan con un filo di voce.

Porthos scoppiò a ridere. “Gli abiti da suora! Sono davvero benedetti!!! Li abbiamo bagnati con l'acqua piovana raccolta nella mangiatoia fuori dal granaio e ti abbiamo raggiunto attraverso le fiamme. Ci hanno fatto da scudo e protetti! Una faticaccia ma ce l'abbiamo fatta! Piuttosto, che ti è saltato in mente di fare una cosa così avventata senza metterci d'accordo? Se stamattina io e Rochefort non ti avessimo incrociato, ora saresti più cotto di un pollo allo spiedo!” - disse rimproverandolo e mostrandogli il granaio ormai completamente abbattuto dalle fiamme.

D'artagnan ridacchiò, a fatica. “E' stato più forte di me...”. Era da sempre stato rimproverato per la sua avventatezza, ma non riusciva a farne a meno, faceva parte di lui e del suo carattere.

Chi erano quei due?” - chiese Porthos.

A fatica, d'Artagnan si mise a sedere. “Alain, capo della rivolta quì, a Nancy. Era quello con cui stavo duellando. Ed uno dei suoi scagnozzi, Robert... Che ora sta tornando a Parigi ad avvertire la loro socia, una donna che a quanto pare è la causa degli attentati all'entourage del re e del Cardinale... Alain ora sta scappando in Spagna e il suo compagno avvertirà la donna misteriosa di raggiungerlo laggiù e di lasciare Parigi... Temono che anche voi due abbiate sentito tutto e si stanno dando alla fuga... Quello che è successo a Nancy e quello che è successo a Parigi sono collegati. La mente è lo stesso gruppo criminale. Vogliono attentare alle istituzioni... Dobbiamo and...”.La vista gli si annebbiò, mentre sentiva i sensi abbandonarlo... Stava chiedendo troppo al suo fisico provato...

Porthos lo sorresse. “Ora non si va da nessuna parte! Tu devi essere medicato e hai bisogno di riposo. Ti riporteremo al convento e chiederemo alla Superiora di prendersi cura di te. Due o tre giorni di riposo e sarai come nuovo! Quei due saranno ormai chissà dove e inseguirli ora, con te ridotto così, sarebbe da idioti! Comunque, sei stato bravo...” - terminò in tono più dolce, per calmare l'amico.

Ma...” - obiettò d'Artagnan...

Ascolta!” - lo interruppe Rochefort - “quei due stanno scappando, quindi non potranno più creare problemi quì. E anche la donna misteriosa sta per lasciare Parigi a quanto ci hai detto, quindi anche il re e Richelieu saranno al sicuro per ora. Sappiamo cosa dire, come fare rapporto ai nostri superiori grazie a te, gioisci per questo ORA e vedi di startene tranquillo per un pò. Ci servi VIVO, capito zuccone???” - concluse col suo tipico tono isterico che tanta ilarità provocava nei quattro moschettieri.

D'artagnan annuì. I suoi amici avevano ragione, fare l'eroe non sarebbe servito a nulla in quel momento. Anche Rochefort si stava dimostrando un amico leale!

Si abbandonò fra le braccia di Porthos, mentre la sua mente si chiedeva chi fosse la misteriosa e pericolosa donna di Parigi...

E nell'incoscienza, i due verdi e penetranti occhi di Milady, gli comparvero davanti...


  
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