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Autore: Novelist Nemesi    20/12/2009    2 recensioni
"Sto per scrivere una storia vera. Lo assicuro, tutta vera". Ebbene sì, Nemesi è tornata con una nuova storia, stavolta ambientata a Roma. Spero di essere migliorata e di suscitare la vostra curiosità! Attendo le vostre recensioni e consigli!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Watari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Che tristezza chiudersi in casa dopo Natale per studiare! Daphne sbuffò sonoramente. Stava cercando di concentrarsi, ma non le riusciva granchè, né con la musica, né col silenzio, né mangiando qualcosa nell’intanto. Niente di niente. non aveva per niente voglia, ma doveva.
In un’ora aveva fatto poco e niente, fin quando non arrivò Marta a casa sua. Voleva vedere a tutti i costi dove viveva adesso. Era raggiante, quel giorno, e aveva in bocca un lecca lecca.
-Accipicchia!- esclamò –Ti sei sistemata proprio bene! E la camera com’è? Oh, guarda il bagno! È bellissimo!-
-Ti trovo in forma, Marta-
-Dici?- la ragazza ridacchiò –Bè, in effetti, sono di buonumore… Per Natale mi hanno regalato un sacco di soldi e li ho usati per fare shopping. Guarda questi tacchi nuovi. Non sono un amore?- alzò il piede, mostrando un tacco di almeno otto centimetri, di un azzurro lucente e con un fiore come decorazione.
Passare la giornata in compagnia non era stata affatto una cattiva idea. Almeno i suoi amici stavano bene. E Chad? Non si era fatto ancora sentire. Non rispondeva nemmeno ai messaggi.
-Dovresti mollarlo e cercarti subito qualcos’altro- disse Marta davanti una cioccolata calda –Sai bene che non lo vedevo molto a genio già da prima… Ecco, non va bene così. Vedi che aveva visto giusto?-
-Ma dovevi vederlo prima di Natale… Insomma, l’anello, ogni cosa… Dev’essergli successo qualcosa di grave… E’ strano…-
-Quanto invidio la tua ingenuità, tesoro mio- disse sospirando la diciottenne.
Non appena Marta se ne andò, squillò il telefono. Numero sconosciuto. Vabbè.
-Pronto?-
-Ha ragione. Dovresti mollarlo-
Deneuve…? Come aveva quel numero? 
Anzi, come si permetteva?
E poi, come faceva a sapere che la sua amica aveva detto…
Daphne buttò giù il telefono, arrabbiata, ma non servì a molto. Il telefono squillò nuovamente. Stavolta alzò la cornetta senza parlare.
-Ho detto qualcosa di male?- chiese lui con ingenuità
-Questa è violazione della privacy-
-Invece no. Guardi che quella casa è stata costruita coi miei soldi-
-Questo non le da il diritto di mettere telecamere a casa mia e spiare le conversazioni che ho coi miei amici-
-Le ha forse dato fastidio il fatto che do ragione alla sua amica?-
-Con permesso, devo studiare-
Rimise giù il telefono, e anche stavolta fu tutto inutile. Quando ci si metteva sapeva essere parecchio insistente…
Daphne non fece nemmeno in tempo ad avvicinare la cornetta all’orecchio che Deneuve prese parola –Non deve reagire così, non ho fatto niente di male-
-Ha richiamato solo per questo?-
-Ah, già… Scusi. Volevo chiederle se è davvero così urgente per lei studiare in questo momento-
-Ho saltato fin troppe lezioni e l’esame si avvicina. Non posso permettermi altre distrazioni-
-Va bene, ho capito. Allora si prenda un caffè e scarichi i nervi- fu lui stavolta a far terminare la conversazione.
La ragazza si promise che avrebbe preso 30, alla faccia sua.
Riuscì a dare l’esame prima di Capodanno, anche se il 30 non l’aveva preso. 28. Bè, non fa certo schifo.
E poi finalmente aveva un po’ più di tempo libero. Ora che ci pensava, era da tanto che non andava in giro a fare qualche foto… Sì, era un’ottima occasione. E poi l’aria dava l’impressione di una nevicata.
Con passo svelto andò a casa, ma si trovò una sorpresa. Un’altra scatola. Daphne rabbrividì, e invece di toccare il pacco, chiamò subito Watari, che diede subito la sua disponibilità.
A quanto pare avevano scoperto il suo nuovo indirizzo, ma Watari e Deneuve si mostrarono tranquilli.
-Deneuve, dev’essere lui. Pare che abbia forzato la porta, gli spruzzi di acido sono stati attivati-
-Allora sarà morto, no?- disse Daphne.
-Non possiamo dirlo con sicurezza. Ci sono delle piccole tracce verso le scale, quindi con ogni probabilità è riuscito a sopravvivere. Watari, accertati che non ci sia niente di pericoloso nella scatola e poi mostraci il contenuto-
Per fortuna lei non era in casa quando era arrivato… E anche se fosse stata in casa, il sistema d’allarme impostato dal vecchio Watari era eccezionale, davvero a prova di rapine e aggressioni. Sperò solo che non gli fosse stata spedita una bomba. E poi, perché ce l’avevano così tanto con lei? Che fosse una vittima casuale? Perché intestardirsi così tanto?
-Deneuve, ecco qui. Non c’è niente di pericoloso, solo queste foto. Nessuna impronta digitale, né tracce di saliva o sperma come l’altra volta-
Il ragazzo prese con la punta delle dita le fotografie, rimanendo perplesso –Sono foto di un’università. È forse quella che frequenta lei, signorina?-
Daphne annuì, prendendo le foto –Però è strano…-
-Possiamo intuire che sia qualcuno che frequenta quell’ambiente-
-Sì, ma… Chi? Inoltre queste foto… Non sono fatte da un principiante- mise sul tavolo le foto e, facendosi strada col dito, indicava le stranezze –Campo lungo, con i particolari in primo piano sfocati. Non tutti riescono a farlo. O almeno, un principiante riuscirebbe a farlo con un colpo di fortuna. E poi, ha ripreso solo una parte dell’università, da lontano, stando molto attento alla luce. Dev’essere andato apposta a un’ora di punta, come mezzogiorno, in modo che la luce del sole riflettesse perfettamente alle finestre. No, questa foto è opera di un esperto. È fatta davvero bene. Mi secca dovermi congratulare con chi ce l’ha tanto con me-
-Ma almeno restringiamo ulteriormente il cerchio- disse Deneuve –D’ora in poi ci concentreremo su quel luogo, e non perderemo di vista nessuno, nemmeno i professori-
La ragazza cercò di mostrarsi tranquilla. Chissà quanto sarebbe durata questa caccia.
-Posso andare, signor Deneuve?-
-Certo. Ah, già… Possiamo darci tranquillamente del tu. Così come può dare del tu a Watari-
-Lo terrò a mente… Grazie e arrivederci-
Watari si mise a sistemare le foto e rimetterle nella scatola, come se non fosse stata mai toccata. Deneuve se ne stava in silenzio, a mordersi il pollice.
-Che intenzione hai, adesso?- chiese l’anziano
-Non mi piace espormi così di persona…- replicò il ragazzo, continuando a mordicchiarsi il pollice –Ma a questo punto non mi restò che andare direttamente all’università. Se ci sono delle prove, sono senza dubbio là*-

* Vi ricorda qualcosa? :) @ Lirinuccia: Grazie, grazie e ancora grazie! *-* Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Ah, mi sono dimenticata l'asterisco del capitolo precedente! Dolcenera è una canzone di Fabrizio De Andrè
  
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