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Autore: LadyElizabeth    25/12/2009    7 recensioni
1. Scegli un personaggio, una coppia o un fandom.
2. Apri la tua cartella di musica e seleziona la modalità di riproduzione casuale e fai partire.
3. Scrivi una drabble-flashfic che sia collegata alla canzone che sta andando. Hai tempo fino al termine della canzone per terminare la drabble: inizi con l’inizio della canzone e finisci quando finisce, niente esitazioni! Non importa quanto scombussolata è la tua drabble.
4. Scrivine 10, poi pubblicale.
10 canzoni per Orlando Bloom.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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10 songs challenge

1. Scegli un personaggio, una coppia o un fandom.
2. Apri la tua cartella di musica e seleziona la modalità di riproduzione casuale e fai partire.
3. Scrivi una drabble-flashfic che sia collegata alla canzone che sta andando. Hai tempo fino al termine della canzone per terminare la drabble: inizi con l’inizio della canzone e finisci quando finisce, niente esitazioni! Non importa quanto scombussolata è la tua drabble.
4. Scrivine 10, poi pubblicale.

 

 

 

“You Sang To Me” – Marc Anthony

 
Orlando se lo era sempre chiesto.

Come aveva fatto a non accorgersene dal primo momento?

Lyla era arrivata nella sua vita in punta di piedi, in un momento davvero cupo per lui.

Tutto gli sembrava nero: l’amore, la carriera…tutto.

Poi era arrivata lei che con amore, allegria e soprattutto con la sua splendida voce lo aveva salvato.

E ancora adesso ogni volta che lo vedeva triste, cantava per lui.

Orlando non se ne era reso conto da subito, ma avrebbe dovuto capirlo dalla dolce luce che risplendeva negli occhi di lei.

Il canto che intonava Lyla ogni volta era il canto dell’amore.

E lei lo cantava solo per lui.

 

 

“Where I Belong” – Honeyroot

 
Fin da piccolo aveva pensato a se stesso come un individuo libero.

Quando poi aveva iniziato a fare l’attore si era trovato decisamente senza radici.

Ogni mese in un posto diverso, viaggi di lavoro, promozioni cinematografiche, corse per raggiungere la fidanzata in questo o quel continente…non ricordava più cosa significasse davvero la parola “casa”.

Quel giorno però tra i battibecchi con Sam, le risate con Sebastian e gli sguardi gentili dei parenti, Orlando sentiva di essere di nuovo, finalmente, nel posto a cui realmente apparteneva.

Quindi si alzò in piedi, levò in alto il calice con lo spumante, guardò negli occhi ogni persona seduta attorno a quel tavolo poi esclamò: “Buon Natale, famiglia Bloom!”

 

 

“Last Christmas” – Taylor Swift

 
Orlando si mise a sedere di scatto col respiro affannato.

Aveva sognato di trascorrere il Natale da solo, in uno squallido aeroporto.

Oddio, a dire la verità anche l’anno prima era stato costretto ad aspettare un altro volo per Londra a causa del maltempo.

Però poi aveva conosciuto Margareth…ed era diventato decisamente uno splendido Natale.

Si voltò e nella penombra della stanza osservò il viso della ragazza che dormiva serena accanto a lui.

Era così bella…

Le sfiorò delicatamente una spalla.

Lei mugugnò qualcosa di incomprensibile poi aprì gli occhi.

Non appena si rese conto di chi aveva di fronte sorrise dolcemente.

“Buon primo natale da sposati, signora Bloom” mormorò lui.

“Buon anniversario caro, ci siamo conosciuti esattamente un anno fa” disse lei teneramente per poi impossessarsi delle sue labbra un attimo dopo.

 

 

I want to break free” – Queen

 
Avrebbe tanto voluto urlare.

Di certo nessuno se lo sarebbe aspettato da lui.

Orlando Bloom che così, di punto in bianco, si mette a urlare.

Ma lui era stufo: stufo di quella stupida festa di modelle senza cervello a cui Miranda lo aveva costretto a partecipare, stufo delle signore che lo avvicinavano con una scusa qualsiasi e poi gli rivolgevano sguardi lascivi…

Ma dove era finito?

Cosa ne era stato delle feste come quelle di quando era bambino, dove si faceva la caccia al tesoro e puntualmente la torta del festeggiato finiva in faccia all’amichetto più vicino?

Ora era tutto un susseguirsi di inviti mondani a cui Miranda non voleva rinunciare ma la sua libertà di scelta dov’era finita?

Senza dire una parola abbandonò il bicchiere di champagne sul tavolino più vicino e si mise a correre.

“Libertà…”

 

 

“You give love a bad name” -  Bon Jovi

 
Fece l’ennesimo cenno col capo al barista e, un secondo dopo, un altro bicchiere di whisky era di nuovo di fronte a lui.

Le persone del pub lo guardavano stupiti: si meravigliavano che la persona ubriaca fradicia seduta al bancone fosse proprio Orlando Bloom.

Orlando sorrise amaramente.

Cosa ne sapevano loro?

Credevano che la vita degli attori fosse tutta rose  e fiori ma non era per niente così.

O almeno non quando scopri la tua fidanzata a letto col regista del film che stai girando.

Miranda lo aveva inseguito per strada, ancora mezza svestita, gridandogli che lo aveva fatto per aumentare il suo cachet.

Orlando l’aveva insultata come mai aveva fatto con chiunque.

Ma forse la colpa era sua: ancora credeva nell’amore puro e travolgente.

“Amico mio” pensò guardando il ritratto di Shakespeare sopra la sua testa “con le tue parole fai fare una brutta figura all’amore…non è assolutamente come lo descrivi tu”.

 

 

“Your Call” – Secondhand Serenade

 
Orlando si rigirava tra le lenzuola.

Prendere sonno era impossibile.

Ma come aveva fatto a cadere in una trappola del genere?

Gli occhi di Meredith erano troppo ammalianti per poter dire la verità.

“Stai tranquillo, ti chiamo io” gli aveva detto quando si erano salutati.

E mentre la abbracciava ci aveva creduto.

Adesso però non ne era più molto sicuro.

Fissò ancora una volta il display del cellulare: la batteria era carica, campo ce n’era…allora perché non lo chiamava?

Ricadde pesantemente sui cuscini.

Sarebbe stata una lunga nottata.

 

 

“Sos” – Abba


Quando lo avevano chiamato Viggo aveva capito subito che c’era qualcosa che non andava.

Dom al telefono aveva la voce stanca.

Aveva mormorato qualcosa a proposito di “Ob è distrutto, vieni subito” e poi aveva chiuso la chiamata.

Viggo senza farselo ripetere due volte era corso all’aeroporto.

Quando Elijah aveva aperto la porta dell’appartamento di Orlando aveva sgranato gli occhi: bottiglie di birra vuote che rotolavano sul pavimento, cartoni di pizza sparsi ovunque…

Dom gli aveva indicato la camera da letto.

Viggo era entrato e vi aveva trovato un Orlando in lacrime.

“Perché non ha accettato la mia proposta? Io volevo solo passare il resto della vita con lei…”

A Viggo si strinse il cuore.

Senza dire una parola si sedette accanto all’amico e lo abbracciò.

“Shhh, domani starai bene te lo prometto”.

 

 

“So she dances” – Josh Groban

 
Si era accorto da subito che era aggraziata.

Si muoveva leggiadra e sinuosa, come se galleggiasse da terra.

E adesso che la vedeva capiva perché.

Orlando aveva bussato prima di aprire la porta.

Ma la musica era troppo forte.

Così aveva solo infilato la testa nella stanza e aveva visto Juliet volteggiare sulle punte seguendo la dolce melodia che proveniva dallo stereo accanto a lei.

Le braccia aggraziate, le gambe lunghe, il vestito che la accarezzava dolcemente: tutto in lei era perfetto.

E così, lui che odiava danzare, spinto da un desiderio inconscio avanzò nella sala e catturò la ragazza tra le sue braccia per iniziare un giro di valzer.

 

 

“A Family Affair” – Hans Zimmer

 
Un Orlando poco più che diciottenne stava guardando sua sorella con aria affranta.

“Sam ma perché? Cosa c’entro io?”

La ragazza sbuffò poi sfoderò due occhioni supplicanti.

“Orli, mamma non vuole che esca con Tim…ti prego convincila tu!”

“Non è che forse ha ragione? E poi sono affari vostri, perché vi dovrei immischiare?”

La ragazza mise le mani sui fianchi furibonda.

“Ah, è così? Allora quando tornerai a casa ubriaco fradicio dopo una serata con Sebastian scordatelo che io ti copra!”

“Ma sono situazioni diverse!” sbuffò Orlando.

“No caro! Sono tutti affari di famiglia e tu, anche se malvolentieri, ne fai parte! Quindi fila immediatamente di sotto e di’ a mamma che Tim è un bravo ragazzo e che posso uscire con lui!”

Orlando sospirò, poi si diresse al piano di sotto.

Ancora non sapeva che di “affari di famiglia” ce ne sarebbero stati a miliardi!

 

 

“Hope And Glory” – Mans Zelmerlow

 
Quando disse il suo nome tutti proruppero in un boato.

Lui però rimase pietrificato al suo posto.

Sapeva di dover andare sul palco a fare un discorso ma le gambe si rifiutavano di collaborare.

Era tutta la vita che sperava in un momento del genere e ora ce l’aveva fatta.

Raggiunse il palco e da lì strizzò l’occhio alla sua fidanzata, nonché sceneggiatrice del film.

Se finalmente aveva vinto un Oscar era anche merito suo.

Mentre gli veniva consegnata la statuetta gli venne chiesto quali fossero le due parole che aveva in mente in quel momento.

Senza pensarci su Orlando ne disse tre: amore, speranza e gloria.

 

 

 

 

Sono pessime, lo so.

Qualcuna è più in stile natalizio, qualcuna no.

Auguroni di cuore per un sereno Natale.

Un bacione a voi e a chi volete bene.

Liz.

 

  
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