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Autore: StillAnotherBrokenDream    25/12/2009    1 recensioni
Lucas riviveva quell'incubo quasi ogni notte.. una vita intera a ricordare quella terribile fine che il destino gli aveva riservato.. nella sua vita precedente... Ma qualcosa era cambiato: cosa stava succedendo?
(ff scritta come personale sequel de La Mummia - il film recente! - spero vi piaccia almeno un po'!)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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L’oggetto misterioso

L’oggetto misterioso.

 

 

 

 

 

 

 

Il suo lungo impermeabile dava l'idea di un grande mantello nero agitato dal vento, che gli scendeva quasi fino ai piedi. Camminava lentamente guardando sempre davanti a sé, le persone che gli passavano accanto non lo interessavano minimamente. Incuteva soggezione e sospetto, forse anche paura. Paura di qualcosa che andava oltre il suo aspetto senz'altro misterioso e superbo, qualcosa che era dentro di lui. Qualcosa che nessuno sarebbe riuscito a spiegare, ma inconsciamente tutti quelli che lo incontravano sentivano di cosa si trattava. Il Male. Sapeva di incutere paura, e ne era più che compiaciuto, solo con il timore si possono tenere sotto il proprio controllo le persone, ma sapeva anche che molti uomini erano naturalmente attratti dal male, e a lui servivano seguaci. Arrivò nei pressi di una vecchia casa decadente, l'insegna di legno era sbiadita e per metà marcia, ma ancora la scritta era ben visibile.

 

Antiquariato.

 

Sorrise leggendo l'insegna: dovrebbe far scrivere traffico illegale, pensò aprendo la piccola porta cigolante, così piccola da doversi abbassare per oltrepassarla. Il piccolo omino all'interno del negozio rabbrividì quando lo vide avvicinarsi, anche lui come gli altri lo temeva, nonostante lui non avesse mai rivelato la sua vera natura. Quando il campanello sulla porta trillò, si fece sfuggire un gridolino terrorizzato. Malcom gestiva da oltre trent'anni una piccola bottega di antiquariato, dove ufficialmente rivendeva vecchi mobili di alquanto discutibile valore, ma nella quale passavano in realtà le più svariate mercanzie; statuette, gioielli, amuleti,papiri, pergamene, di tutte le civiltà e paesi, greci, romani, bizantini, egizi, qualsiasi cosa fosse di antico, e illegale.

Aveva pensato che l'insignificante Malcom sarebbe stato in grado di fargli avere quello che cercava, ed era andato lì proprio per questo. Si avvicinò all'uomo lentamente, dando un'occhiata in giro, si meravigliava sempre davanti alla bizzarra e grossolana moda occidentale.

Bu..buongiorno signore...che piacere rivederla. −  farfugliò Malcom guardandolo attraverso i suoi piccoli occhiali tondi.

L'uomo lo guardò senza interesse.

− Buongiorno a lei. Sono venuto qui per sapere se ci sono novità su quella faccenda che le avevo commissionato. −  gli disse con voce atona mentre gli si avvicinava.

Quando l'ometto se lo trovò di fronte, abbassò la testa di scatto, tanto bruscamente da fargli scivolare a terra gli occhialini che aveva sul naso. L'uomo di fronte a lui li guardò e si abbassò a raccoglierli.

− La vedo nervoso... Malcom. Posso chiamarla Malcom vero? −  gli domandò porgendogli gli occhiali che aveva raccolto da terra. L'ometto tremante li prese guardandosi bene dal sfiorargli la mano, era più forte lui, una sensazione di terrore lo spingeva a stargli lontano.

− C..certo che può chiamarmi Malcom.. −  fu la risposta. L'uomo abbozzò un sorriso poco amichevole.

− Bene. Tornando a  noi, Malcom, cosa mi dice di... quel lavoro? −  Malcom cominciò a tormentarsi le mani guardandosi attorno.

− Beh...ecco io...dovrebbero arrivarmi alcune consegne per la settimana prossima, o forse tra dieci giorni..sa come vanno queste cose... −  Il sorriso poco amichevole diventò un sogghigno minaccioso.

− Oh certamente.... ma vede.....sono ormai quasi due settimane che le avevo chiesto di cercarmi quell'oggetto, e credevo che con la sua fitta rete di trafficanti e prestanome, non avrebbe impiegato più del dovuto.... −  

L'antiquario indietreggiò guardandosi alle spalle, il retrobottega era troppo lontano da lì, e solo raggiungendolo poteva dirsi al sicuro, lì custodiva il suo bel fucile da caccia sempre carico, con due belle cartucce in canna pronte per essere usate. Purtroppo per lui, neanche il suo grosso fucile lo avrebbe potuto salvare, se solo il suo particolare cliente avesse avuto davvero intenzioni violente contro di lui.

Si... lo so, ma vede, le indicazioni che mi ha dato solo alquanto.. scarne, e prima di portarle qualche pezzo inutile, voglio essere sicuro che si tratti di ciò che lei desidera... −  

L'uomo lo guardò fisso negli occhi, uno sguardo che ghiacciava il sangue e fermava il respiro. L'antiquario portò una mano alla gola, si sentiva soffocare da una mano invisibile, mentre il suo cliente lo guardava imperturbabile.

Aiut... − sibilò Malcom. Allora, come per incanto, la mano invisibile cessò di soffocarlo.

Malcom cadde in ginocchio ansimando, sotto lo sguardo compiaciuto del suo cliente.

− Bene. Le darò altre due settimane di tempo.. proruppe l'uomo distogliendo lo sguardo dal piccolo ometto intento a raddrizzarsi.

− Crede che le saranno sufficienti altri quindici giorni? −  gli chiese con finta cortesia.

Malcom era terrorizzato. − C..certo signore, farò del mio meglio per... servirla. −  

Gli avrebbe risposto la stessa cosa anche se gli avesse detto di avere un giorno di tempo per trovargli quello che cercava.

Malcom voleva solo che quell'uomo malefico se ne andasse, e già pensava a come svignarsela senza farsi più trovare da lui, forse avrebbe chiuso bottega e sarebbe sparito la Londra, ma sentiva che l'uomo l'avrebbe ritrovarlo.

− Lei non deve fare del suo meglio - disse il suo cliente con un mezzo sorriso - deve semplicemente trovare quello che cerco. Se ci riuscirà saprò ripagarla.... del disturbo. Se invece non ci riuscirà..... temo già sappia cosa posso fare se rimango... deluso. −  puntualizzò l'uomo.

Malcom si toccò la gola. − Sì .. capisco signore.. le prometto che cercherò.... no.. che troverò quello che lei cerca, ne sia certo. −  gli rispose l'antiquario con un gran sorriso. Gli tremavano le labbra e sudava freddo.

− Bene. Allora tornerò qui tra quindici giorni esatti. Buona giornata, Malcom. −  E si avviò verso la porta.

Poi si voltò di nuovo. − Ah dimenticavo, Malcom. Non cerchi di contattare qualche suo tirapiedi per.. farmi fuori, mi creda sarebbe inutile, e inoltre quello che cercheranno di fare a me, le verrà restituito cento volte. −  

Malcom inghiottì a vuoto e non rispose nulla. Non appena l'uomo se ne fu andato, si riprese da quello stato di immobilità e di terrore che aveva provato fino a pochi istanti prima. Doveva pensare a come agire, quell'uomo era pericoloso, non sapeva come aveva fatto, ma stava per strangolarlo soltanto fissandolo negli occhi.

− Per la miseria, quello è un diavolo! − esclamò finalmente Malcom con un senso di liberazione.

Corse dietro al piccolo bancone e alzò la cornetta del telefono. Compose velocemente un numero ed attese ansimando che qualcuno rispondesse.

− Pronto? −  risposero dall'altro capo.

Pronto dannazione, sei tu Fred? −  La voce di Malcom era stridula e tremante.

− Ehi amico, che modi sono questi? − sbottò l'interlocutore.

Era Fred Dinner, il suo vero nome era Frederick Dynitchov, piccolo trafficante di antichità di origine russa, finito un paio di volte in galera e con una fedina penale lunga un paio di metri.

 − Non ho tempo per le gentilezze, Fred. Credo di essere nei guai. −  borbottò Malcom asciugandosi la fronte.

Sentì una risata dall'altra parte.

Ma davvero? Che strano, è la prima volta che ti metti nei guai!  

Anche se Malcom ancora non era finito mai in galera, aveva avuto una sfilza di denuncie per reati come truffa o traffico illegale, ma era sempre riuscito a cavarsela, fino ad allora.

Fred, smettila, questa volta è una cosa seria. Non rischio di andarmene in gabbia, rischio di andarmene all'altro mondo! −  urlò l'antiquario.

Che stai farneticando? Che hai combinato? −  rispose Fred urlando a sua volta.

Malcom chiuse gli occhi e respirò profondamente per calmarsi.

 − Non ho fatto nulla, maledizione. Ricordi quell'uomo strano che era venuto da me un paio di settimane fa? Oggi è tornato, e quando ha saputo che non ero riuscito a ritrovargli quello stupido medaglione, mi ha quasi strangolato. −  

Fred saltò sulla sedia. − Strangolato? Cazzo, ti ha messo le mani addosso? −  

Erano amici di lunga data, si erano sempre aiutati l'un l'altro.

− E' questo il punto, Fred. Quel tipo mi stava strangolando con gli occhi, non so forse mi ha ipnotizzato o cose simili. −  disse in tono disperato.

− Dio santo, Malcom. Non posso crederci.. è assurdo. −  mormorò Fred.

Malcom si premeva una mano un petto, temeva gli venisse un infarto.

− Lo so Fred, ma ti giuro che è andata così, sentivo una mano che mi stringeva la gola ma non la vedevo, forse mi ha suggestionato, ma io stavo per soffocare davvero. Comunque, ti ho chiamato per chiederti aiuto.... −   

− Certo, amico. Vuoi che mandi qualche mio.... amico per stendere Houdini? −

  Malcom spalancò gli occhi. Ripensò alle ultime parole dell'uomo prima che se ne andasse.

“ Quello che cercheranno di fare a me, le verrà restituito cento volte ” aveva minacciato.

− No per amor di Dio! Quello è un diavolo, Fred, come minimo avrà sette vite come i gatti, e ha minacciato di farmi fuori se avessi mandato qualcuno a stenderlo. No, volevo chiederti di darmi una mano a trovargli quel maledetto gingillo che vuole prima che mi faccia la pelle. −  

Fred si schiarì la voce. − E dove dovrebbe essere questo gingillo? −  Malcom rifletté per un istante.

−Quel maniaco non lo sapeva con certezza, ma ha detto tra il basso Egitto e la Grecia. Dice che si tratta di un gioiello greco-egizio, del periodo Tolemaico, e che può trovarsi sia in Egitto che in Grecia, e bisogna cercare in entrambi i paesi. −  

 − Ma.. amico, non hai già fatto cercare in quelle zone? −  chiese Fred.

 − No, ho solo fatto qualche telefonata a qualche mio contatto ad Atene e al Cairo, per vedere se qualcuno per caso avesse trovato quel coso. Sia Dimitri che Sayd non ne sapevano nulla, e dopo un paio di giorni non ci pensai più. Pensavo di trovare una scusa e dirgli che non ero riuscito a trovarlo.... ma ora che ci penso è meglio applicarsi un po’ di più per ritrovare quel gingillo. −  

Fred mugugnò. − E quanto tempo abbiamo a disposizione? −   

− Altri quindici giorni. −  rispose con un sospiro Malcom.

− Oh merda, quindici giorni per rovistare tra Grecia ed Egitto? Malcom è impossibile, noi dobbiamo andarci piano, e ci vogliono giorni e giorni solo per trovare i contatti giusti. Quel tempo ci sarà appena sufficiente per corrompere qualche archeologo per farci aiutare. Dio santo, Mal, mi chiedi quasi l'impossibile. −  

Malcom strinse la cornetta. − Lo so Fred, ma ti prego, provaci almeno. Credimi, sono terrorizzato, tu lo sai che mi spavento difficilmente, ma avresti dovuto vederlo.... ho pensato che da un momento all'altro avrei sentito odore di zolfo e gli avrei visto spuntare coda e corna. −

Non aveva pensato proprio questo, non ne aveva avuto il tempo, ma gli serviva un'immagine forte per convincere Fred.

E va bene, Mal. Cercherò di fare tutto il possibile, ma avrei bisogno di una descrizione del gioiello. Tu guarda un po' che ci tocca fare, pure Indiana Jones. −  disse Fred per sdrammatizzare. Malcom cercò di sorridere, ma non ci riuscì.

− Grazie, Fred. Sapevo di poter contare su di te. Se andrà tutto bene, faremo a metà del compenso, te lo devo, amico.   

− Non c'è di che, Mal. Dopotutto, se non ci si aiuta tra di noi... −

                                              

   
 
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