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Autore: Elawen Aeglos    28/12/2009    1 recensioni
> Proferì la donna con un tono di comando. La coppa d’oro vacillò per qualche momento, poi apparve nell’acqua splendente l’immagine di una ragazza dai capelli neri come la notte e la pelle chiarissima, mentre dormiva nel suo letto.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Ares, Xena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Intorno a loro c’era assoluto silenzio a volte interrotto dal canto di qualche animale notturno

 

UN NUOVO ADDIO

 

ANGOLO SCRITTRICE (IMPORTANTE: NON SALTARE!!!!)

 

Salve a tutti ecco un nuovo capitolo della storia… Perdonatemi se li pubblico a grande distanza gli uni dagli altri ma faccio davvero fatica a trovare il tempo di scriverli!! Però nelle vacanze di Natale mi sono impegnata e sto già scrivendo il capitolo successivo. Spero che anche questo paragrafo vi piaccia e vi diverta! Vi chiedo però un favore piccolo, piccolo, per velocizzare la produzione di capitoli e invogliarmi a scrivere che ne dite di lasciarmi qualche piccola recensione? Sono davvero triste quando non ne trovo nessuna e non mi aspetto un poema ma anche solo “ Ciao, che carina la storia aspetto il prossimo aggiornamento”  o anche “Fai schifo sparati!” (anche se limiterei la produzione di post come questi!) Solo per sapere che interessa a qualcuno e che non sto semplicemente intasando il sito… Ringrazio comunque tutti i miei lettori silenziosi, coloro che hanno messo la storia tra le seguite o tra le preferite. Che altro dirvi? Questo capitolo si è praticamente scritto da solo non ho fatto per nulla fatica, ditemi se è venuto meglio o peggio degli altri…

Alla prossima pubblicazione, spero al più presto possibile!

 

 

La compagnia era avvolta nel silenzio, interrotto solo dal canto di qualche animale notturno. Le amiche tacevano mentre continuavano a tenersi abbracciate come se avessero paura di perdersi di nuovo, se si fossero separate. Xena fece segno ad Olimpia di allontanarsi lentamente senza far rumore, loro tre dovevano avere il tempo di stare da sole. La guerriera alzò Corilo da terra che nel frattempo aveva cominciato a dormire incurante di ogni cosa. Solo quando furono finalmente sole le tre ragazze trovarono il coraggio di staccarsi. In silenzio sui loro volti scendevano calde lacrime, lacrime di gratitudine di essere di nuovo insieme.

 

<< Siete diverse >> iniziò Giulia osservando le amiche e cercando di riprendersi dalla violenta emozione

 

<< Anche tu, soprattutto con questi bei pantaloni! Stare senza di noi ti ha fatto male, non ti avremo mai permesso di metterli a Roma! >>

 

Sentenziò Elena sorridendo cercando di ritrovare la normalità nel loro rapporto anche se non c’era più niente di normale per loro. Erano passati solo trenta giorni, eppure per loro fu come se fossero passati degli anni, anni decisivi in cui erano cresciute diventate veramente adulte. Elena si ricordò di quello che una volta le disse suo nonno riguardo la guerra: “Quando un uomo torna da sua moglie, dopo essere stato in guerra, non sarà più in grado di amarla né di riconoscerla e lei lo stesso. La guerra gli avrà cambiati, la guerra cambia le persone le distrugge nell’anima e pochi son quelli che una volta tornati hanno saputo ricominciare la loro vita. Ad Elena parve che tale discorso fosse perfetto anche per loro, certo non avevano vissuto l’orrore di una guerra, ma tutto quello che stavano passando non si poteva definire normale. E se il loro rapporto si fosse incrinato a causa di quelli avvenimenti? Se la loro amicizia non fosse stata abbastanza forte da resistere ad ogni cosa?

Elena fu strappata ai suoi pensieri dalla voce di Laura che comunicava a Giulia i loro nuovi nomi, Clio ed Electre

 

<< Abbiamo pensato di trovarci dei nomi falsi >>

 

<< Avete fatto bene io non ci ho pensato. Sono successe molte cose in questi giorni di cui sicuramente vi metterò al corrente, ma non adesso, ora voglio solo pensare al fatto che siamo di nuovo insieme >>

 Il fatto che le sue amiche avessero cambiato i loro nomi la tranquillizzò leggermente, se si erano sempre presentate come Electre e Clio quella donna avrebbe fatto immensa fatica a identificare il loro percorso. Ora però temeva che lei avrebbe attirato nuovamente disgrazie sul gruppo visto che quella donna era riuscita a trovarla anche se non si era mai fatta vedere in paese e aveva tentato di essere invisibile agli occhi di tutti.

 

<< Chi sono invece le persone che stavano con voi? >>

 

<< Sono delle persone che abbiamo incontrato e ci hanno aiutato, la donna alta con i capelli scuri si chiama Xena, ed è grazie a lei che abbiamo imparato a difenderci, l’altra donna con i capelli biondi si chiama Olimpia e quel ragazzo era Corilo. >> Riassunse velocemente Elena

 

<< Corilo è più o meno la copia al maschile di Elena, pensa cosa ho dovuto passare! Una non bastava addirittura due! >> Affermò ridendo Laura

 

Solo in quel momento Giulia si accorse delle armi che portavano indosso. Le pareva così strano. Loro che erano sempre state così buone adesso erano diventate capaci di uccidere? E lei forse con quella spada non si trovava nella stessa condizione? Solo poche ore prima avrebbe ucciso una donna per difendersi. La testa le girava forte e aveva la nausea all’idea di poter davvero fare del male a qualcuno. Scattò in piedi sconvolta capendo che stava cambiando senza però sapere dove questa strada l’avrebbe diretta. Le sembrava di cadere, ma la cosa più orribile era pensare che nella sua caduta si stava portando giù anche le sue amiche.

 

<< Giulia, tutto ok? >> Chiese Laura confusa vedendo l’amica scattare in piedi e impallidire.

 

<< E’ colpa mia >> Rispose mettendosi le mani nei capelli mentre ansimava come se si fosse stancata per una qualche fatica.

 

<< Ma di che parli? >>

 

<< Ma non vedete che stiamo cambiando? Portiamo tutte e tre delle armi, siamo tutte capaci di far del male, siamo profondamente cambiate e solo per colpa mia >> Continuò quasi urlando sfogando in parte la frustrazione che si portava dentro.

 

<< Sì tra le tue colpe ci metterei anche la fame nel mondo e tutte le guerre >> Disse Elena alzandosi.

 

Giulia la guardò torva, come poteva scherzare mentre lei cercava di affrontare un argomento serio? Possibile che non capissero? Che non si fossero accorte di niente? No, loro non erano stupide probabilmente se ne erano rese conto anche prima di lei, ma erano più forti e meglio capaci di affrontare la cosa, mentre lei, da codarda, sarebbe voluta scappare senza pensare più a niente e a nessuno. Sì, probabilmente se fosse stata sola si sarebbe lasciata andare molto prima, già da tempo avrebbe alzato bandiera bianca, ma le sue amiche le davano una ragione per lottare e per andare avanti. Però restava il fatto che se loro erano lì, chissà dove e in quale tempo, era comunque colpa sua. Era lei che cercavano, lo specchio di casa sua le aveva trasportate in quella terra lontana, Elena e Laura erano giunte per caso. Voleva solo chiedere scusa, ma sapeva che loro non le avrebbero permesso di finire il discorso. Sapeva che lo facevano per non farla sentire colpevole, ma la loro benevolenza non la faceva sentire meglio.

 

<< Ok, è vero hanno tentato chiaramente di ucciderti, ma ciò non vuol dire che sia direttamente colpa tua >> Iniziò Laura

 

<< Quello che intendo dire è che tu non hai fatto niente di male e la colpa di tutto questo è solo di chi ci ha portato qui. Non possiamo giocare a darci la colpa ma pensare a come tornare a casa >>

 

Giulia pensò che Laura in parte avesse ragione, innanzitutto sulla necessità di cercare il modo per tornare a casa, ma comunque continuava a credere di avere in qualche modo la sua porzione di colpa per gli eventi che stavano avvenendo.

 

<< Ora però credo che sia più saggio dormire, domani ci dobbiamo alzare presto per decidere come e cosa fare per tornare a casa. >> Disse Elena, mentre poggiando le mani sulla bocca e fischiandoci dentro, imitava il suono di un gufo, e richiamava così Xena, Corilo ed Olimpia.

 

Appena gli altri furono riapparsi le tre ragazze si sdraiarono l’una accanto all’altra. Nessuna delle tre parlò o fece segno di voler iniziare una conversazione. Sdraiate a terra nelle loro coperte chiusero gli occhi e dormirono, o almeno così finsero. In realtà fecero fatica a prendere sonno, l’emozione per essersi ritrovate, la rabbia, le incomprensioni, i sensi di colpa e le ansie affollavano la loro mente e il loro cuore.

 

 

La nottata trascorse serena nonostante le numerose ansie e le ragazze riuscirono ad addormentarsi e a immergersi in un sonno tranquillo benché senza sogni. La mattina dopo quando si svegliarono Elena e Laura si accorsero che era più tardi del solito. Avevano saltato il solito allenamento.

 

<< Come mai non ci hai chiamate, Xena? >> Chiese Elena mentre si stropicciava gli occhi e si avvicinava alla donna che intanto si stava apprestando a partire.

 

<< Perché credo di avervi insegnato tutto quello che so, adesso sta a voi continuare ad allenarvi e vedrete che migliorerete. >>

 

<< Non credo che i tuoi insegnamenti possano esaurirsi in trenta giorni ma comunque ti ringrazio, il tuo addestramento è stato e sarà utilissimo per noi ne sono certa. >>

 

<< Dove vi dirigerete ora? >>

 

Elena presa un po’ alla sprovvista si sentì messa in un angolo, ma fortunatamente seppe riprendersi quasi subito. << Dobbiamo sbrigare alcune faccende e poi cercheremo di tornare a casa >> In fondo non aveva mentito del tutto.

 

La giovane si fece poi più audace e continuò dicendo << Se tu ecco avessi a che fare con qualcosa di incredibile, un viaggio, diciamo, straordinario e pericoloso a chi chiederesti consiglio? >>

 

<< Come? >> Chiese la guerriera voltandosi verso la ragazza e guardandola negli occhi come se volesse leggerle la mente

 

<< Niente, lascia perdere… >> Disse Elena temendo di aver parlato solo a sproposito. Si voltò per andarsene quando la donna la bloccò.

 

<< Non so di cosa tu stia parlando e forse se tu parlassi più chiaramente avrei modo di aiutarvi >>

 

<< Non far caso a quello che ho detto, quando sono sveglia da poco dico frasi sconnesse. >>

 

Xena capì perfettamente che la ragazza voleva tenersi la cosa per sé e per un attimo pensò di fare pressione per farsi dire la verità, ma poi sospirò continuando.

 

<< Forse andrei al tempio di Mercurio, dio che protegge i viandanti, chissà se li potreste trovare consiglio >>

 

Inizialmente sul volto di Elena comparve un ghigno ironico, che giovamento avrebbero trovato nel pregare un idolo pagano? Nella loro condizione non si potevano mettere a visitare templi. Tuttavia ripensando a quello che era successo in quei giorni, al modo in cui erano giunte là cominciò a pensare che forse visitare quel tempio non sarebbe stata una scelta tanto assurda. “ Elena ma che dici adesso credi anche negli dei?” Si disse scettica mentre tornava a rivolgersi alla donna.

 

<< Grazie, vedremo cosa possiamo fare. >>

 

Anche Giulia aveva cominciato ad alzarsi e adesso alla luce del giorno aveva la possibilità di osservare più attentamente la compagnia. C’era la ragazza con i capelli biondi e lunghi con un viso dolce, quasi angelico, che però mostrava un grande forza e una grande energia, poi Corilo che ancora dormiva con la bocca spalancata; ma la sua attenzione si era fissata sulla guerriera.

Neanche lei sapeva bene perché ma era attratta quasi magneticamente da quella figura. Si disse che probabilmente era per ammirazione e per lo stupore di vedere una donna così forte che imponeva un senso di rispetto, come un comandante. Dopo qualche minuto si riscosse e si alzò. Sapeva che di lì a poco sarebbero dovute partire ed era bene prepararsi, ma alla fine dove si sarebbero dirette? E poi c’era anche la questione della donna che l’aveva attaccata, se fosse tornata cosa avrebbe fatto? Scosse la testa mentre si stringeva i capelli in una semplice coda.

 

<< Posso vedere la tua spada? >> Le chiese Xena quando fu ad un passo da lei.

 

<< Certo >> rispose Giulia un po’ indecisa, staccarsi dalla sua spada le dava un senso di vuoto e di solitudine. Dopo un attimo di esitazione estrasse l’arma dal fodero e la porse alla donna. Ella la osservò con minuta attenzione, la fece ruotare tagliando l’aria intorno a loro, la soppesò, controllò la lama e poi la diede alla legittima proprietaria.

 

<< È un’ottima arma >>

 

<< Lo so bene >>

 

<< Come l’hai… >>

 

<< L’ho ricevuta in dono >> Rispose lei frettolosa sulla difensiva.

 

<< Ricordati di non dare mai la tua arma ad un altro rimanendo scoperta >>

 

<< lo so, ma di te mi fidavo >>

 

<< Perché? Non mi conosci >>

 

<< È vero, io non ti conosco, ma le mie amiche sì, loro si sono fidate di te e tu le hai aiutate, questo vorrà dire qualcosa no? >>

 

La guerriera sorrise, vedeva in quegli occhi di fronte a lei tanta innocenza, ma era come se un velo sottile glieli ricoprisse, un velo di tristezza, dolore e paura. Qualcosa le rendeva quel viso così familiare ma allo stesso tempo così distante. Come se una barriera invisibile le avvicinasse e allo stesso tempo le allontanasse. Si dovettero separare, ognuno doveva proseguire per la sua strada, Xena con Olimpia e Corilo, Giulia con Elena e Laura per tornare a casa.

 

 

<< Come siete silenziose e pensierose! Non credo di avervi mai visto pensare così a lungo a Roma! >> Esordì Elena dopo un’ ora di camminata in silenzio.

 

<< Uhm? >> Chiese Giulia mentre usciva dal suo vortice di pensieri per ritornare al presente.

 

<< Nulla lascia perdere, volevo sapere soltanto cosa vi passa per la testa… >>

 

<< Stavo pensando a come tornare a casa… >>

 

<< Idee? >> Chiese Laura inserendosi nella conversazione come se si fosse svegliata solo allora

 

<< Neanche una… >> Dichiarò Giulia sconsolata.

 

<< Bè, Xena mi ha consigliato di andare al tempio di Mercurio. Senza che fate quella faccia, non le ho detto niente, sono rimasta sul vago… >>

 

<< Bè comunque non credo che nessuna preghiera o sacrificio a qualche divinità ci possa aiutare… >> Dichiarò Giulia mentre continuava a fissare il terreno sotto i suoi piedi

 

<< Però non abbiamo molte alternative… >> Asserì Laura

 

<< No Lally hai ragione… Ma questo tempio sappiamo dove si trova? >>

 

<< No, però credo che siamo in grado di chiedere indicazioni senza problemi >>

 

<< Sì, e poi in fondo preferisco andare a questo tempio, anche se credo sia inutile, piuttosto che girare senza meta. >>

 

Rimasero nuovamente in silenzio, ognuna assorta nei propri pensieri. Giulia avrebbe voluto raccontare del suo incontro con la donna, ma pensava che le amiche non le avrebbero creduto e avrebbero pensato che fosse pazza, in realtà era lei stessa che aveva cominciato a dubitare della sua sanità mentale, più pensava all’accaduto e più era incapace di spiegarlo e di crederci. Le sembrava del tutto folle, e temeva che se le avessero chiesto spiegazioni non avrebbe saputo cosa dire. Decise così di rinviare la questione e di evitare di parlarne finché non avrebbe collegato ogni cosa.

 

Senza troppi problemi riuscirono ad arrivare al tempio di Mercurio, ma, non potendo accederci armate, come aveva detto loro il guardiano del tempio, decisero che solo due sarebbero entrate, lasciando le varie armi a colei che sarebbe rimasta fuori. Giulia si offrì di rimanere fuori, non volendo entrare nel tempio sia perché ciò avrebbe comportato il fatto di lasciare la sua spada a cui era sempre più legata e sia perché riteneva piuttosto inutile cercare aiuto da qualche sacerdote invasato.

 

 

Elena e Laura entrarono insieme, il tempio aveva una pianta circolare con una cella che proteggeva la statua del dio, le colonne doriche, sostenevano un fregio su cui erano scolpiti e colorati gli attributi della divinità e alcuni episodi della sua vita.

Una volta entrate le ragazze si sentirono piuttosto in imbarazzo poiché non conoscevano alcuna procedura e poiché non avevano niente da offrire al dio in caso di sacrificio. Dopo qualche secondo in cui rimasero in imbarazzo in silenzio Elena decise di farsi avanti e di andare da un sacerdote per porre qualche domanda sul come tornare a casa. In realtà non aveva la minima idea di cosa chiedere, ma si disse che avrebbe trovato ispirazione sul momento.

 

<< Ecco, salve, io sono Electre, e lei è Clio…e ecco, non so come chiederlo, ma noi veniamo da un posto davvero molto lontano e non sappiamo come tornare a casa, forse lei ci potrebbe dire come fare… >> Disse la ragazza rivolgendosi ad un anziano sacerdote che pareva occupato a scrivere alcune cose su un papiro. Egli alzò lo sguardo dalla sua occupazione e osservò divertito le due ragazze, disponibile comunque ad aiutarle, rispose con voce pacata.

 

<< Io posso solo interpretarvi i segni che manda il dio Mercurio, ma ditemi quanto è lontano il luogo in cui dovete tornare? >>

 

<< Mi creda se le dico che è davvero distante da qui… >> Rispose Laura con tono di voce piatto mentre guardava con sguardo speranzoso il sacerdote.

 

Quest’ultimo stupito dalla riservatezza che mostravano le due ragazze, cancellò per un momento il sorriso pacato dalla sua faccia e si fece improvvisamente serio.

 

<< Il dio mi aveva detto che sareste giunte qui, ma vi aspettavo in tre… Bè non so la vostra destinazione, il dio non me l’ha rivelata, spesso gli dei sono misteriosi, ma quello che mi ha detto di dirvi è che tutto avrà fine nel posto in cui ha avuto inizio, quando un potente mago vorrà mandarvi a casa. Ma ricordate! Se mancherà qualcosa che era presente all’inizio non sarà possibile tornare, e fate attenzione che la luna sia calante quel giorno. >>

 

Elena e Laura all’inizio sobbalzarono sentendosi dire da quell’uomo che si aspettava fossero in tre, ma poi lo stupore fu sostituito dall’incomprensione. Le sue parole suonavano come un indovinello senza senso e credettero di essere solo prese in giro.

 

 

<< Ti rendi conto che quello che hai detto non ha alcun senso? >> Chiese Laura spazientita.

 

<< Capirete ogni cosa quando sarà giunto il momento, io vi dico solamente quello che il dio mi ha riferito. Sta a voi ricomporre i pezzi >>

 

<< Va bene, grazie per l’aiuto >> Disse Elena sarcastica mentre si girava per uscire.

 

<< Aspettate >> Continuò il vecchio << Non ho ancora finito.>> Elena e Laura alzarono di nascosto gli occhi al cielo non volendo perdere altro tempo inutilmente.

 

<< Dovete fare attenzione ad un guerriero, egli è fortissimo e potente, me l’ha mostrato in sogno il dio Mercurio, per ottenere ciò che vuole è disposto a tutto.>>

 

“Mangia meno pesante prima di andare a dormire” Pensò Elena sorridendo mentre ancora una volta ringraziava e si dirigeva verso l’uscita.

 

 

Nel tempo che Elena e Laura avevano trascorso nel tempio Giulia si era appoggiata sotto un albero cercando di ripararsi dal sole. Si sedette a terra cominciando a strappare l’erba come faceva sempre quando era nervosa. Estrasse la spada per esaminarla ancora una volta, anche se ormai la conosceva a memoria. Dopo qualche minuto passato ad osservare la lama, vide riflessa in essa il volto di un uomo che le sorrideva. Credendo che fosse qualcuno dietro di lei si alzò di scatto con la spada sguainata. Intorno a lei però non c’era nessuno e quando riguardò la spada vide quel volto ancora lì che la fissava. Urlò spaventata facendo cadere la lama dalle sue mani e facendo alcuni passi indietro.

Proprio in quel momento Laura ed Elena erano uscite dal tempio e sentendo la loro amica gridare si erano avvicinate di fretta, cercando di non destare più attenzione di quella che già Giulia aveva suscitato.

 

<< Che è successo? >> Chiese Laura preoccupat quando fu vicino a Giulia. Ma quest’ultima riusciva soltanto a fissare attonita la lama sulla quale adesso era scomparsa ogni traccia di quello che aveva visto. Possibile che stesse davvero impazzendo? E se tutto anche la sua situazione in cui si trovavano fosse frutto della sua fantasia e lei fosse stata semplicemente rinchiusa in manicomio?

 

<< Niente >> Rispose lei con un filo di voce mentre cominciava a sentirsi mancare

 

Le due amiche seguirono il suo sguardo diretto sulla spada cercando di capire il motivo per cui la loro amica era così spaventata.

 

<< Giulia cosa ti succede? Dopo 30 giorni non ti fidi più di noi per dirci cosa ti preoccupa? Una volta non era così >>

 

Rimase in silenzio per qualche secondo indecisa sul da farsi. Cosa avrebbe potuto raccontare? Di aver visto il volto di un uomo sulla sua spada? Chi mai le avrebbe potuto credere? Neanche lei riusciva a essere certa di quello che aveva visto come avrebbero potuto gli altri che non erano nemmeno presenti?

 

<< No davvero, è tutto ok, credevo che ci fosse un insetto sulla spada. >>

 

<< Sì come no… >> Disse piano Elena.

 

<> Continuò Elena per eliminare la tensione

 

<< Per ora quindi siamo nella stessa condizione di prima, credo che comunque dovremo riflettere sulle parole del sacerdote, forse non sono così del tutto assurde. Ma nel frattempo non possiamo andare a zonzo, abbiamo io ed Elena un po’ di soldi che ci ha dato Xena, possiamo usare quelli per stare in una locanda finché non avremo deciso cosa fare >>

 

<< Sì, hai ragione Laura, la cosa più sensata da fare è alloggiare da qualche parte e pensare a cosa fare. Bisogna chiedere del paese o della locanda più vicina… >> Disse Giulia mentre rinfilava la spada nel fodero senza riuscire però a non fissare insistentemente la lama, quasi si aspettasse di rivedere da un momento all’altro quella faccia.

 

<< Ho già chiesto, dista qualche ora da qui, ci conviene metterci in viaggio >> Concluse Laura mentre squadrava attentamente l’amica, era evidente che qualcosa non andasse in lei, ma davvero non riusciva a capire cosa, ne sapeva come aiutarla.

 

 

Dopo tre giorni passati nel piccolo paesino Kefalos i soldi cominciavano a scarseggiare e le tre ragazze si erano ormai rese conto di non poter più vivere passivamente dei soldi che avevano a disposizione. Bisognava rimettersi in cammino e cercare una buona volta il modo di tornare a casa. Ma ogni volta rimandavano, non sapendo bene dove si sarebbero dirette, e non avendo alcun piano, anche se nessuna lo confessava apertamente all’altra. Avevano passato intere giornate a discutere sui consigli dell’oracolo e mentre Giulia ed Elena risultavano più scettiche e facevano solo finta di pensarci davvero, Laura riteneva che forse quelle parole non erano state solo chiacchiere. Certo, il vecchio sacerdote era stato non poco criptico, ma ancora non riusciva a capire come mai si aspettasse di trovare tre ragazze invece che due. Elena e Giulia avevano semplicemente detto che egli aveva parlato così solo per impressionarle e che le aveva viste insieme fuori dal tempio, ma Laura non ci voleva credere, anche perché per ora l’unico modo per tornare a casa era fare affidamento su quelle indicazioni.

 

Un giorno, mentre le tre ragazze erano nel centro del villaggio preoccupate per il diminuire delle loro finanze, tutta la gente si era distolta dalle proprie occupazioni sentendo dire che era giunto un grande eroe presso le loro case. Sembrava che fosse stato riconosciuto il grande Hercules camminare per le stradine del piccolo villaggio. Giulia sentendo la notizia pensò che forse egli l’aveva cercata non vedendola più da quando era sparita nel bosco. Decise così di raccontare all’amiche che quell’uomo che tutti acclamavano poteva essere colui che l’aveva salvata e che voleva rivederlo per ringraziarlo e chiedere scusa della sua fuga improvvisa, infondo si era sentita in colpa ad aver abbandonato lui e Iolao senza una parola, ma se avesse cercato di ritrovarli probabilmente si sarebbe solo persa di più nella boscaglia non riuscendo ad arrivare all’appuntamento in tempo.

 

<< Ma tu credi che sia Hercules seriamente, intendo quello che conosciamo? >>

 

<< No, non credo, sì era forte ma non credo mica che fosse il figlio di una divinità, credo solo che sia molto abile e che la gente del popolo poi parli così senza sapere niente. >> Disse Giulia mentre si dirigeva con le sue amiche nel luogo in cui la folla era addensata.

 

Sfortunatamente però trovare l’eroe non era così facile e la folla non era stata affatto di aiuto poiché le amiche riuscirono a vedere solo un ragazzo che diceva di aver riconosciuto Hercules, senza però che ci fosse traccia di lui.

 

<< Temo che quel ragazzino sia solo un bugiardo, Giulia, dai andiamo a fare una passeggiata >> propose Elena mentre passava in mezzo alla folla.

 

Quando Giulia si accorse che l’uomo non era lì le dispiacque moltissimo. Vedere di nuovo un volto amico le avrebbe fatto piacere e forse gli avrebbe anche chiesto consiglio su quello che aveva detto loro il sacerdote.

Camminarono poco fuori dal villaggio giungendo fino ad un piccolo fiume dove le ragazze amavano stare per riposarsi, lontani dagli occhi indiscreti, dal caos, libere di stare in silenzio o  di parlare liberamente tra di loro.

Quella volta però si resero conto di non essere sole, qualcuno le spiava. Facendo finta di non essersi accorte di nulla si posero in tre punti diversi mentre comunicavano con sguardi d’intesa. Quando si resero conto che l’intruso era a pochi passi da loro si girarono di scatto muovendosi nella direzione in cui avevano sentito i rumori dei passi. Giulia si mosse in avanti con la spada, Laura al suo lato destro teneva teso l’arco ed Elena si era posta alla sinistra di Giulia in posizione di difesa con i sais in mano.

Mentre Giulia si girava sentì la spada esserle sottratta dalla mani. Non capendo cosa stesse succedendo si fece velocemente indietro per avere una visuale migliore. Davanti lei c’era Hercules che teneva tra le mani la sua spada.

 

<< Ma che fai? >> Chiese Giulia irata e spaventata allo stesso tempo.

 

<< Pensavi forse, dopo quello che hai fatto che non ti sarei venuta a cercare? >>

 

<< Ragazze, questo è Hercules, tranquille abbassate le armi non ce n’è bisogno >> Disse lei rivolgendosi alle amiche le quali però non ebbero la minima intenzione di abbassare la guardia vista la reazione dell’uomo.

 

<< Dopo quello che ho fatto? Ma di che parli? Mi accusi di essermi persa nel bosco? Bè mi dispiace non era calcolato. Avrei voluto cercare te e Iolao, ma non sapevo dove eravate. >>

 

<< Parlo del fatto che hai quasi ucciso mia madre, Alcmene >> Continuò lui atono.

 

<< Cosa? Io non capisco… >> Avrebbe voluto replicare qualcosa ma sentì la testa girarle e una sensazione strana nello stomaco. Non seppe neanche lei perché ma si aspettò per un attimo che qualcuno giungesse alla sua sinistra, si girò verso il punto dove si aspettava di vedere qualcuno da lì a poco, e con suo grande stupore vide che anche Hercules diresse lo sguardo in quella direzione.

Una luce azzurra e dorata illuminò la zona e un uomo dai capelli scuri mossi, vestito con dei pantaloni in pelle attillati e un gilè nero decorato di borchie era apparso di fronte a loro. Con passo sicuro tenendo la mano sinistra poggiata sulla sua spada si era avvicinato alla ragazza guardandola fissa.

Giulia anche se l’aveva visto solo una volta e molto tempo fa non poteva non riconoscerlo, quello sguardo furbo e spavaldo e il suo portamento le erano rimaste impresse. Tremò leggermente e si mosse indietro cercando di recuperare la distanza di sicurezza che separava lei e l’uomo.

 

<< Interessante puoi vedermi… >> Disse lui  mentre la guardava sempre più attentamente.

 

<< Marte, cosa vuoi? >> Disse Hercules inserendosi in quel gioco di sguardi che intercorrevano tra i due.

 

<< Caro fratellino non volevo che iniziassi una lotta contro una mia possibile allieva. Anche se l’hai addestrata ha ancora tanto da imparare… >>

 

<< Sì certo adesso io dovrei essere una tua allieva, e dire che 40 giorni fa mi volevi morta, certo che la gente è davvero strana! >>

 

<< Mi dispiace tesoro ma non so di cosa parli >> Rispose lui sorridendole mentre le si avvicinava.

 

Giulia si ritrasse indietro spaventata dalla possibilità che la attaccasse ora che era anche disarmata.

 

<< Lo puoi vedere? >> Chiese Hercules confuso

 

<< Scusate ehi, ma cos’è una festa privata? Noi non partecipiamo? >> Disse Elena sarcastica mentre si avvicinava a Giulia per proteggerla visto che l’amica era rimasta disarmata.

 

In quel momento il dio con un altro bagliore di luce azzurra si rese visibile anche a Laura ed Elena, che riconobbero immediatamente quel volto.

Laura non appena lo vide apparire di fronte a sé senza riflettere scagliò immediatamente una freccia contro la sua spalla ferendolo.

Giulia trasalì quando vide che neanche lui, come quella donna incontrata giorni addietro, sanguinava se attaccato, ma anzi ridendo estraeva la freccia con estrema tranquillità. Laura ed Elena rimasero sconvolte nel vedere ciò. Gli unici che sembravano rimanere calmi davanti all’accaduto sembravano essere davvero solo Giulia, Hercules e Marte.  

Laura, tuttavia, fu la prima a reagire estraendo un’altra freccia dalla faretra pronta a scagliarle tutte se fosse stato necessario.

 

<< Ti conviene tenerti le tue frecce per un’altra occasione >> Disse il dio ridendo mentre lanciava la freccia ai piedi della ragazza.

Laura però non voleva darsi per vinta, era impossibile pensare davvero che quell’uomo fosse immune a qualsiasi ferita inferta.

 

<< Laura, ha ragione lascia perdere… >> Disse Giulia piano mentre non riusciva a distogliere lo sguardo da quella figura maestosa.

 

<< Hercules, ti assicuro che non sono stata io a far del male ad Alcmene devi credermi, e io lui non so chi sia anche se l’ho già visto, ha tentato di ucciderci, non so perché, il giorno in cui mi sono persa sono stata attaccata da una donna anche lei invulnerabile … >> Disse Giulia tutto d’un fiato tentando di confessare in un attimo tutti i segreti che si teneva dentro.

 

<< Perché diavolo non ci hai detto che eri stata attaccata? >> Sbottò Elena incredula cercando di ricollegare ogni cosa.

 

<non mi avreste creduto. >> Disse lei guardando prima le amiche e poi Hercules.

 

<< Però mia madre ha fatto il tuo di nome quando l’ho ritrovata in fin di vita, e se non sei stata tu, chi è stato? >>

 

<< Andiamo su, smettila di mentire! Hercules l’ho mandata io in realtà per far del male a te e alla tua famiglia, ma adesso non voglio che tu distrugga così una mia creazione >> Disse Marte

 

<< Cosa?? Ma che dici! >> Sbottò Giulia diventando rossa in viso.

 

<< Smettila di fingere, ormai sei stata scoperta. >>

 

<< Giulia ma di cosa sta parlando? >>

 

<< Laura cosa vorresti dirmi che credi a lui e non a me? >>

 

<< Io veramente non so più a chi credere! In questi giorni sei stata strana e qui mi state dando tre versioni diverse dello stesso fatto, dimmi tu a chi credere >>

 

<< Ci conosciamo da 5 anni, e credi di più ad uno che ha cercato di ucciderci e ad uno che hai visto ora? >>

 

<< Giulia, calmati, cerchiamo di rivedere i fatti >>

 

<< Elle io non devo proprio rivedere nulla! Come potete non credermi? >>

 

Marte sorrise era il momento opportuno per portarla via, ora che l’aveva separata dalle amiche non sarebbe stato difficile tenerla con sé senza difficoltà. La prese forte per un braccio per evitare che quella divincolandosi se ne andasse.

 

<< Lasciami! >> Gridò lei cercando di liberarsi, ma più si dibatteva più la presa si faceva forte.

 

<< Perdonateci ma dobbiamo lasciarvi. >> In un lampo di luce azzurra i due scomparvero senza lasciare traccia. Laura ed Elena nonostante si fossero gettate nel fascio di luce erano rimaste lì ed ora si sentivano colpevoli di aver abbandonato l’amica.

  
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