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Autore: sakura2480    29/12/2009    5 recensioni
Ma povero, povero Cancer...ecco giunto per lui il momento di pagare per tutte le cattiverie commesse in passato! E cosa c'è di meglio di un allievo che ti rivoluziona la vita?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cancer DeathMask, Gemini Saga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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26 ECCO A VOI L'ULTIMO CAPITOLO DI QUESTA STORIA, DOVE SI RIDERA' POCO PERCHE' AMOS SARA' VERAMENTE TRISTE DI ABBANDONARE QUELLA VITA E QUELLA CHE ORA CONSIDERAVA LA SUA FOLLE FAMIGLIA! E POI, COME HO SEMPRE DETTO, A VOLTE UN PO' DI SERIETA' CI VUOLE! SPERO CHE QUESTA STORIA VI SIA PIACIUTA, UN GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO SOLO LETTO.
RINGRAZIO PER I PREFERITI:
ANGELYNN,  ANSEM6, DENEB86, HIMECHAN, MACHOCAN, RICKLEE, TSUKOYOMI, WHITESARY, VALE11, SOPHIA90, ASTERIA95
RINGRAZIO PER I SEGUITI: FIRE ANGEL, WHITESARY, VALE11
RINGRAZIO COLORO CHE HANNO RECENSITO: Tsukuyomi, withesary, Gufo_Tave, Himechan, Ricklee, Ansem6, DarciaLoveHaar92, sagitta72.
VI AMO TUTTI, SIETE STATI FANTASTICI!
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Il fatidico anno che restava ad Amos era quasi passato, e lui si sentiva come un condannato a morte!
Aveva preso ad allenarsi anche da solo, non perchè Death Mask fosse un'incapace, anzi, lui era stato un meraviglioso maestro, attento a tutto, gli aveva insegnato a combattere, a usare i poteri del Sacro Cancer, a sfruttare il suo immenso Cosmo dorato!
Non avrebbe potuto chiedere di più, erano passato cinque anni da quando era arrivato, si ricordava ancora perfettamente il giorno in cui Death Mask e Saga arrivarono al suo villaggio, ricordava come il Cancro gli aveva mostrato il suo terrificante potere sul mondo dei morti, ricordava anche come ne era rimasto spaventato ma anche eccitato al pensiero che un giorno quel potere sarebbe stato suo.
Sorrideva nel ricordare di come sua sorella lo aveva difeso quando Death Mask lo voleva bistrattare, facendolo ridere mentre il Cancro si rotolava per terra dal dolore!
Anche l'angoscia che aveva provato nei primi giorni che si trovava al Santuario, la paura di stare insieme ad un uomo che sembrava la cattiveria personificata, e invece non era niente di tutto ciò!
Almeno per lui!
E ora quell'uomo era diventato addirittura suo cognato!
Com'è bizzarra e imprevedibile la vita, non c'è che dire!
Per non parlare di cinque anni di macchiette esilaranti, di figuracce incredibili e di tutto quello che aveva vissuto là dentro.
Mentre correva su e giù per le scale delle Dodici Case senza fermarsi, non riusciva a non pensare a quanto sarebbe stato triste lasciare quel posto, ma poi perchè avrebbe dovuto andarsene?
Parlando con Death Mask un giorno, gli chiese che cosa avrebbe dovuto fare una volta finito l'allenamento, il Cancro, con la massima tranquillità, gli disse che doveva solo aspettare.
Aspettare...quella parola non gli era andata giù, aspettare significava attendere che Death Mask morisse per indossare l'Armatura, no, non poteva accettarlo!
Non la voleva quell'Armatura se il prezzo era avere il cuore spezzato per la morte di colui che era diventato un padre più che un fratello maggiore!
Aveva così tanti pensieri che la testa gli si spaccava, ma continuva ad allenarsi come un forsennato!
Era difficilissimo, per chi non l'aveva più visto, riconoscere in lui quel bambino gracile e piccolino di otto anni che aveva dato del filo da torcere al grande Death Mask del Cancro, ora era un ragazzo di quattordici!
Era diventato molto alto, i muscoli perfetti e temprati dagli anni di esercizi a cui Death Mask lo aveva sottoposto, guizzavano ad ogni movimento sotto la pelle ambrata colorata dal sole caldo della Grecia, in cinque anni non aveva mai tagliato i capelli, e ora ondeggiavano lunghi e neri sulla schiena, legati in una coda bassa per non sentire troppo caldo.
Stava maturando in maniera definitiva in tutti i campi, tanto che un giorno Lithya lo sentì ridacchiare divertito, quando andò a vedere che succedeva lo trovò in dolce compagnia, assieme ad una fanciulla della sua stessa età che, con la schiena al muro, giocava e rideva con lui mentre si scambiavano i loro primi, dolci baci.
Lithya si sentì un pò triste a quella scena, e senza fare nessun rumore se ne andò, il suo adorato fratellino stava crescendo, era un ometto ormai.
Amos correva, cominciava a sentire un caldo infernale e si fermò non appena raggiunse la Quarta Casa.
Avrebbe voluto continuare ad addestrarsi col suo maestro, ma era meglio di no, se doveva andare via preferiva che i rapporti si freddassero almeno un pochino mantenendo le distanze.
Mentre si passava un asciugamano sul viso, riuscì ad acchiappare al volo una bottiglietta di acqua minerale.
<< Bravo! Ottimi riflessi! >> disse Death Mask.
<< Merito tuo! >>
<< Anche della tua tempra! >>
Amos bevve avidamente l'acqua, Death Mask si mise seduto vicino a lui.
I due si guardavano, ma era un pò che non avevano più niente da dirsi, come se entrambi soffrissero e preferissero
non parlare.
<< Amos...>>
<< Che c'è? >>
<< Sei...bravo! Tutto qui! >>
Amos lo guardava un pò indifferente.
<< Già, tutto qui! >>
Il ragazzo si alzò, era molto resistente allo sforzo fisico e gli bastava fermarsi per due minuti per riprendere le forze.
Death Mask lo guardava deluso mentre si allontanava senza aggiungere una parola, si alzò contrariato e gli urlò dietro.
<< Ehi tu, guarda che tutto quello che sai te l'ho insegnato io, brutto ingrato che non sei altro! Adesso fai pure il fantastico? Ma bene, bene, proprio bene! >> cominciò a raccogliere sassi e li tirava dietro ad Amos, lui per risposta si voltò all'indietro saltellandolo e lo guardava, gli fece un sorriso prima di alzare il dito medio.
<< Grrrrrrr.....>>
<< E dai, non fare così! >> la voce suadente e giovanile di Lithya era un balsamo per le sue orecchie.
Anche Lithya aveva fatto un grande cambiamento in quell'ultimo anno, le maniere rozze e da mandriana avevano lasciato il posto ad una maturità femminile pressocchè perfetta.
Amava il suo compagno ed era riamata da lui, almeno nella misura di cui era capace, era diventata anche molto dolce e uno strano istinto di maternità, che faceva drizzare i capelli a Death Mask, stava prendendo ogni giorno sempre più possesso del suo cuore.
<< E dai! Ma davvero non vuoi un pargolo da me? >>
<< Non solo da te! Da nessuna donna! >> urlava di rimando il Cancro in una tranquilla serata post cena!
Amos, tranquillamente seduto sul divano, leggeva un libro e intanto ridacchiava nel sentire l'ennesimo bisticcio della coppia.
<< Lo sai quanto ci vuole? Cinque minuti! >>
<< Neanche due secondi, te l'ho detto già mille volte! Piuttosto me lo taglio! >>
<< Aspetta che ti prendo le forbici da poto! >>
Il fratello fece un sorriso luminoso a quelle parole, era divertito e non lo nascondeva!
<< Dai, Death Mask! Dovresti essere contento se usa le forbici da poto! L'anno scorso avrebbe detto che usava le forbicine per le unghie! Un bel cambiamento di dimensioni, non trovi? >>
Lithya ogni volta lo guardava stupita!
Quella frase detta a quel modo dimostrava tutto il cambiamento profondo di Amos, quella era confidenza allo stato puro, e adesso, per parlare con Cancer, usava una dialettica che non aveva mai usato!
Lo considerava quasi suo pari, e poi la voce...Amos stava perdendo la vocetta da sorcio che squittiva per assumere un timbro sempre più profondo e maschile, il tutto contornato da accenni di barba che stavano spuntando sul suo viso.
Sembrava che stesse sviluppando più velocemente rispetto ai suoi coetanei, che parevano essere rimasti in età ben più fanciullesca.
Avevano cenato presto quella sera, erano le sette e tre quarti ed era ancora un giorno di piena estate, il caldo faceva rimpiangere l'inverno e allo stesso tempo la parola inverno rievocava il ricordo del Presepe di Shion il Natale passato.
Mentre i due piccioncini litigavano e Amos rideva qualcuno entrò nell'edificio.
Amos, Death Mask e Lithya si trovarono a guardare un uomo sconosciuto, doveva avere almeno sessant'anni, basso e tozzo di costituzione!
La prima cosa che fece fù guardare Lithya con occhi da maniaco, portando la ragazza ad incenerirlo con lo sguardo.
<< Death Mask di Cancer? >>
<< Sono io! >> disse con una voce ben nota che ricordava anche quella il passato!
Gli occhi porcini dell'uomo si spostarono su Amos.
<< Tu devi essere Amos, vero? >> anche Amos annuì, incuriosito dall'uomo.
<< Lei ci conosce...ma noi non conosciamo lei! >> esordì Lithya.
<< Scusate le manieri brusche, ma sono molto stanco! Il mio nome è Andre, e sono colui che avrebbe dovuto occuparsi di Amos durante i cinque anni di addestramento! Come il Gran Sacerdote vi avrà spiegato anni fa, sono dovuto partire improvvisamente e il bambino fu affidato a te! >> disse rivolgendosi a Death Mask.
<< Mancano ancora tre mesi alla fine dell'addestramento, e anche se per poco tempo, vorrei fare il mio dovere! Amos verrà mia con me e mi sincererò di quello che ha appreso in questi anni! >>
Sulla Quarta Casa cadde un silenzio di tomba, Amos invece aveva la faccia più tranquilla possibile!
<< Bhè, mi spiace, ma ho avuto un fantastico maestro che non ha dimenticato di insegnarmi nulla! >>
<< Me ne compiaccio! Ma io voglio lo stesso rendermi conto...>>
<< Tanto non vengo! >>
<< ...conto delle tue...>>
<< None! >>
<< ...delle tue condizioni...>>
<< Tsk, ho detto no! >>
<< MA INSOMMA! PIANTALA DI BLATERARE E PRENDI TUTTE LE TUE COSE E...E VIENI CON ME! >>
Death Mask aveva assunto un'espressione da caimano inferocito.
<< Tu...miserabile uomo...>>
A Lithya brillavano gli occhi nel vedere il fidanzato che prendeva le difese dell'adorato fratello, ma si sbagliava.
<< Brutto nano, per colpa tua ho vissuto cinque anni di inferno, e adesso tu, fonte di tutti i miei guai, osi presentarti così spudoratamente davanti a Death Mask del Cancro? >>
<< Oh mi perdoni, grande e potente Cavaliere d'Oro! Ho dimenticato di mandare l'ambasciatore ad avvertire del mio arrivo! >> disse l'ometto in tono sarcastico.
In due secondi Death Mask s'incazzò del tutto, si slanciò addosso al fantomatico maestro come una yena addosso a un cucciolo di gazzella!
I 184 centimetri di altezza di Death Mask contrastavano incredibilmente contro i 150 scarsi di Andre, che si copriva la testa nel tentativo di sfuggire agli incisivi di Cancer!
<< Maledetto! Te la rosico stà capoccia pelata! >> diceva mentre cercava di strappare a morsi lo scalpo del malcapitato!
Lithya rimase pietrificata davanti alla scena, Amos, sveglio come sempre, si slanciò addosso al suo maestro e siccome anche lui era alto per l'età, i suoi 170 cm riuscivano a tenere bene a bada gli istinti omicidi di Death Mask.
Lo afferrò per la vita e lo trascinò via.
<< E smettila! >>
A furia di schiaffi e tirate di capelli riuscì a calmarlo.
<< E va bene, facciamo una cosa! Avrai la tua dimostrazione, Andre, ma l'avrai qui al Santuario! >>
Andre si ricompose subito alla bell'e meglio, Death Mash però aveva un'espressione strana, e Amos se ne accorse.
<< Ma...>>
<< Non voglio ritornare sulle mie decisioni! >> il ragazzo aveva acquisito un'enorme sicurezza.
<< Parli con l'autorità di un vero Cancro d'Oro, e questo mi fà piacere! >>
Amos fece un sorriso che dimostrava la sicurezza e la fiducia in se stesso.
Andre se ne andò dopo una decina di minuti, ma la mattina sarebbe tornato per fare il suo dovere.
Andarono a dormire verso mezzanotte, e Amos non si lasciava mai scappare l'occasione di fare battutine piccanti.
<< Hmm..che bella la notte! Già mi immagino di essere chiamato zio! >>
Death Mask e sua sorella ancora si divertivano parecchio la notte, ma lui aveva imparato a fare orecchie da mercante, anzi, voleva raggiungerlo anche lui quel traguardo che sembrava di immenso piacere.
Era entrato a far parte della schiera di fanciulli alla quale la propria verginità cominciava a stare stretta.
Al mattino, dopo una bella colazione ristoratrice, Amos si preparò.
Stava fasciando le tibie e le caviglie per protezione, e indossava un'armatura rudimentale da addestramento che gli copriva solo metà petto.
Lithya era un pò nervosa, Death Mask, invece, splendido nella sua Armatura, cercava di mettere in guardia il suo allievo su una cosa che aveva percepito e che non gli era piaciuta.
<< Devi stare attento! Al contrario del suo aspetto, quell'uomo ha un Cosmo molto potente! >>
<< Lo so! L'ho avvertito anch'io! >> rispose Amos intento a legarsi i lunghi capelli.
<< Uff...>> sospirò il suo maestro.
Amos si voltò verso di lui e gli mise le mani sulle spalle.
<< Stai tranquillo, Death! Lui non avrebbe mai potuto addestrarmi come hai fatto tu! >>
Lo schiaffo lo raggiunse violento in pieno viso, e Amos si portò una mano sulla guancia incredulo.
<< Si può sapere che ho detto? >>
<< Sei un benemerito idiota! Tu sei stato il primo allievo per me, mentre lui ne ha addestrati a decine! >>
Amos si massaggiava una guancia, ma non capiva.
<< Dicevi di non conoscerlo! >>
<< Non di persona, ma ho riconosciuto a che razza di tipologia appartiene! Lo potremmo considerare un Cavaliere d'Oro mancato, persone che hanno portato a termine il loro addestramento ma che per un motivo o l'altro non hanno potuto indossare le Sacre Vestigia, ma hanno tutte le carte in regola! Il Santuario li utilizza  per addestrare i futuri Cavalieri di ogni rango! >>
Amos ascoltava attentamente.
<< Interessante! Davvero molto interessante! Ma adesso vado! Ciao! >>
Death Mask lo guardò, stupito dalla fretta, mentre si allontanava, poi lo chiamò,
<< Amos? >>
<< Che c'è? >>
<< Rendimi fiero di te! >>
Amos gli rivolse un sorriso solare prima di sparire.
<< Non sottovalutare mai il tuo nemico, Amos! Io l'ho fatto, e ho fatto anche una brutta fine! >> disse Death Mask a sè stesso.
Si ritrovarono poco dopo tutti nell'arena, non si sa come, ma la voce della sfida trà Amos e quello che avrebbe dovuto essere il suo effettivo maestro si sparse come il vento, e tutti i Cavalieri d'Oro e i loro ragazzi si erano radunati per assistere allo spettacolo fuori programma.
Fuori programma perchè, a differenza degli altri maestri che si erano ciecamente fidati dell'addestramento che i Cavalieri d'Oro potevano dare ai ragazzini, Andre era diverso.
Amos era stato affidato a lui cinque anni prima, ma per una partenza improvvisa non aveva potuto occuparsi di lui, ma la serietà e l'attaccamento al suo dovere lo portavano a voler valutare di persona che differenza c'era tra l'addestramento dato da Death Mask e i suoi metodi.
Tutti inneggiavano Amos con cori da stadio, c'era un casino infernale, ma Cancer se ne stava seduto con la faccia imbronciata.
Milo era il più gasato di tutti, urlava come un pazzo scappato da un manicomio.
<< Dai dai che ce la fai! Dai dai che ce la fai! >> strillava come una ragazza pon-pon.
Aphrodite aveva afferrato Death Mask per il collo e lo scuoteva come per strozzarlo.
<< Dai Deathy, incita Amos che ne ha bisogno! >>
Lo avrebbe preso a cazzotti sui reni fino a sderenarlo se non fosse stato per Lithya che, per l'apprensione verso il fratello,  lo imprigionava usando le braccia come se fossero i tentacoli di un polipo.
Quando i due cominciarono a sfidarsi con lo sguardo, sembrava che l'impassibile Camus avesse fatto il sortilegio di far scendere un silenzio glaciale sul luogo.
<< Allora, futuro Cancer, fammi vedere ciò di cui sei capace! >>
Rideva in una maniera che ad Amos dava sui nervi.
<< Non provocarmi! >>
Il ragazzo aveva un difetto che sembrava insito nel DNA dei Cancri d'Oro, partiva subito in quarta quando gli saliva il sangue al cervello!
E così successe!
Si scagliò in avanti tempestando Andre di pugni e di calci, il maestro sembrava soccombere ma si difendeva bene.
<< Bravissimo! Velocità e tecnica superbe! >>
Amos si bloccò di colpo.
<< Ma...tu non vuoi combattere! >> chiese perplesso.
<< E l'hai capito adesso? Sono qui solo per verificare le tue capacità! L'attacco è perfetto, ora ci spostiamo sulla difesa! Preparati ragazzo! >>
Stavolta fu Andre ad attaccare, nonostante la statura da puffo che gli dava l'aria di non valere un soldo di cacio, si muoveva perfettamente era era velocissimo, ma Amos non era da meno e, anche se con un pò di difficoltà dovuta all'inesperienza, nessuno di quei colpi riuscì a raggiungerlo.
Andre si fermò, aveva visto anche troppo.
<< Sei superbo, ragazzo, non c'è che dire! Ma ora...basta così! >>
Amos era stupito.
<< Di già? >>
Andre sorrise bonario.
<< Si, già finito! Ho visto abbastanza! Sarai un Cavaliere imbattibile, ragazzo! >>
Non era di molte parole, perchè se ne andò subito, ma prima di uscire dall'arena aveva ancora una cosa da dire.
<< Death Mask di Cancer! Hai fatto davvero un meraviglioso lavoro! >>
Death Mask si sentì un pò in imbarazzo nel sentire gridare quella frase ai quattro venti, mentre Aphrodite continuava a strozzarlo.
<< Hai visto? Hai beccato i complimenti anche tu, vecchio mandrillone! >>
Lithya gli strinse dolcemente la mano.
Andre se ne andò lasciando Amos al suo tripudio.
Quando tornarono alla Quarta Casa, Amos si spogliò e Death Mask gli circondò le spalle con il braccio.
<< Sapevo che ce l'avresti fatta! >>
Amos non disse nulla, ma aveva gli occhi pieni di lacrime, si girò di scatto abbracciando il suo maestro.
Cancer fece di tutto per scollarselo di dosso, poi si arrese e aspettò che Amos finì con le sue smancerie.
<< Vieni con me! >>
Il ragazzo seguì il Cavaliere fino all'Armatura che riposava tranquilla e splendente.
<< Frà tre mesi la puoi considerare tua, anche se dovrai aspettare che io schiatti per poterla indossare come Cavaliere! >>
Che tristezza quelle parole!
Death Mask guardò l'Armatura e poi Amos.
<< Devi trattarla bene, sappi che lei è guidata dalla volontà di Atena, se non sarai giusto ti abbandonerà come è successo a me! >>
Amos conosceva quella storia, lo stesso Death Mask glial'aveva raccontata un paio di mesi prima.
<< Toccala! >>
<< Perchè? >>
<< Voglio che tu ti faccia riconoscere come suo futuro padrone! Il tuo Cosmo ha raggiunto la potenza necessaria per richiamarla! >>
Death Mask si fece da parte, mentre Amos allungava la mano, non fece in tempo nemmeno a sfiorarla che subito si scompose per poi avvolgere il suo corpo in un dorato abbraccio.
Amos non ci credeva!
Stava indossando la Sacra Armatura del Cancro per la prima volta!
Rimirava le gambe ricoperte dagli schienieri, le braccia dai braccioli, il petto dal pettorale fregiato d'azzurro...si toccò la testa cinta dall'inconfondibile elmo.
La potenza sprigionata dalle Sacre Vestigia era enorme, tanto che sentì le ginocchia piegarsi sotto tutto quel potere.
Death Mask lo sorresse afferrandolo per la vita.
<< Tranquillo! E' perchè ancora non ti appartiene del tutto! >>
L'idilio finì presto, l'Armatura si staccò da sola dal corpo di Amos per andare a rivestire quello di Death Mask.
<< Bello, vero? >> disse il Cancro guardando Amos che si asciugava le lacrime di commozione.
<< Io non voglio andare via Death! Non ce la farei a vivere senza di voi! Siete diventati la mia famiglia, tu...tutti gli altri...io, te e mia sorella siamo una famiglia vera! Non mandarmi via, lo so che mi hai odiato ma io...ti...ti voglio bene! >>
Appoggiò la testa sul petto dorato di un Death Mask allibito e incredulo, ma poi anche lui dovette piegarsi all'evidenza e fece un timido sorriso che non si sarebbe mai aspettato di fare, accarezzando la testa del suo allievo.
<< Amos...anche io...ti...ti voglio...>>
Amos si staccò da lui.
<< Non c'è bisogno che tu lo dica! L'ho capito! E' da molto tempo che l'ho capito! >>
Lithya guardava la scena meravigliosa davanti a sè, non ce la fece nemmeno lei a trattenere le lacrime.
Passarono i giorni e le settimane, fino a che anche i tre mesi restanti volarono.
Dall'alto di una rupe, Amos guardava i suoi compagni, alcuni avevano deciso di tornare a casa, altri di farsi una vita, altri ancora di rimanere lì.
Li guardava mentre il vento gli scompigliava i capelli mandandoli sul volto.
<< Li hai salutati quelli che partono? >> esordì Saga dietro di lui.
<< Ti pare che non li saluta? Lui è pieno di buoni sentimenti a differenza di me! >> rispose Death Mask.
I due Cavalieri splendenti nelle loro Armature d'Oro si affiancarono ad Amos, lui circondò le spalle di entrambi con le braccia.
<< Allora, amici miei...quale sarà la nostra prossima avventura? Dobbiamo divertirci adesso che resto qui per sempre! Sapessi, Saga, come è contento Death Mask! >> disse sorridendo cinico.
<< Come qualcuno davanti a un plotone di esecuzione! >> rispose il granchio, ma sorrise sotto i baffi.
<< Lo so! >> rispose Amos, e tutti e tre si voltarono verso lo splendido tramonto di Grecia.
Amos era al settimo cielo!
Una nuova vita lo aspettava...una vita alla quale si sentiva di appartenere con tutto sè stesso.

FINE



  
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