N.d.A: Grazie a tutti coloro che
stanno leggendo questa ff e un grazie particolare
agli autori delle recensioni. Spero vi piaccia questo secondo e romantico
(oddio io romantica?? =__=) capitolo!.
A presto e… se vi va…. Recensite! Baci!
Will you marry me?
“Possiamo andarcene di qui, se vuoi.” le disse Michael
accarezzandole il viso.
“E dove? Per fare cosa?”
la voce di Selene era ancora rotta dall'emozione.
Michael si stinse nelle spalle. “Dove vuoi tu, amore
mio. In Inghilterra se ti va, oppure in America. Ovunque tu voglia. E per quanto riguarda cosa faremo, beh.. ricominceremo a
vivere la nostra vita.”
Selene sospirò, sorridendogli con dolcezza.
“Sai bene che non è possibile Michael, non potremo
mai vivere una vita normale. Noi non siamo semplici umani, il nostro posto non
è tra loro.”
Michael si oscurò, realizzando quanto lei avesse ragione.
“Allora cosa faremo, Selene?” le chiese allargando le braccia.
“Resteremo qui, a Budapest. Noi siamo ungheresi,
apparteniamo a questa terra.”
“Ora sono io a chiedertelo: per fare cosa?”
“Ricominciare Michael, ricominciare.
Sento che non è finita, non completamente almeno. Dobbiamo riorganizzarci.”
Michael si lasciò sfuggire una
risatina nervosa.
“Selene, sono tutti morti. Gli anziani sono morti, persino Marcus è morto, dilaniato dalle pale di
quell'elicottero. Anche William è morto, l'ho ucciso
con le mie mani. E' finita, tesoro. E' finita.”
le disse prendendole il viso tra le mani.
Selene avrebbe voluto tanto credergli, convincersi
che era davvero tutto finito, che le congreghe erano solo un brutto ricordo e
che loro erano liberi di vivere come meglio credevano.
Ma lo sapeva, lo sentiva nel profondo del suo essere:
l'incubo non era finito. C’era qualcosa, lo sentiva
nell’aria. Qualcosa di irrisolto, che presto o tardi
si sarebbe palesato in tutta la sua violenza. Aveva la strana certezza che così
come tutto non era cominciato con la nascita di Marcus e William Corvinus, così non poteva finire con la loro morte.
“Michael, credimi, non può essere totalmente finita
qui. Ho visto tante di quelle… cose che davvero non posso credere di aver posto
la parola fine a questa maledizione. Dobbiamo stare attenti, riorganizzarci.” ripeté convinta.
“Cosa intendi per
riorganizzarci? Cosa vuoi fare?” le chiese lui guardandola
attentamente.
Selene rifletté per un lungo
momento, si guardò intorno, puntando gli occhi sulle rovine di quel
maledetto maniero.
Quante morti, quanto orrore custodivano
quei ruderi. Poi alzò lo sguardo verso l’orizzonte, il sole era alto ormai e un
sorriso le affiorò sulle labbra: erano secoli che non guardava
il sole, e l’unico pericolo che ciò comportava adesso per lei, era di restare abbagliata per qualche secondo:
non sarebbe mai morta a causa di un raggio di sole.
“Cosa farò, mi chiedi?
Cercherò alcuni vecchi amici, Agenti di Morte di cui posso fidarmi ciecamente.
Sono sicura che almeno loro, sono ancora in vita. Creeremo un piccolo esercito
sentinella, e vigileremo.”
Michael annuì poco convinto.
“Carino, ma…le armi? È andato tutto distrutto, se
non ricordo male. Difficile vigilare senza quelle.” osservò scettico.
“Hai ragione. Ma Tanis è molto fornito, e inoltre
ho la sensazione che possegga molto più di quanto non
abbiamo visto. Armi di un certo livello.” affermò la
donna con un sorriso malizioso. Anche Michael sorrise
nello stesso modo.
“Hai ragione, armi notevoli. Certo
che riuscire a creare proiettili UV non è da tutti…”
“Armi micidiali, Tanis è
un essere abbietto. Lo è sempre stato. Arrivista ed egoista.” inveì Selene, non sapendo che Tanis aveva già avuto la sua
punizione per mano di Marcus.
“E dei Lycans? Cosa mi dici di loro?” le chiese l’uomo. Entrambi sapevano
che nei sotterranei della città dovevano essercene ancora, forse pochi oppure a
centinaia. Era comunque un problema a cui pensare.
“Non lo so Michael, se per questo potrebbero essere
aumentati nel frattempo, o magari tutti morti: davvero non lo so. Ma ci
penseremo, avremo tanto tempo per… risolvere il problema.”
gli rispose cingendogli la vita con le braccia.
“L’importante per ora, è che siamo insieme. “
Michael sorrise e le passò le dita tra i capelli.
“ Hai ragione Selene. E se
sono qui, è grazie a te. È stato il tuo sangue ad avermi riportato in vita. Mi
salvi di continuo, ultimamente.” considerò
in tono ironico. Selene ridacchiò.
“Per una volta, è la principessa che salva il
principe. Bella favola, vero?” Michael sorrise attirando a sé.
“Già, devo dire che come principe azzurro faccio un
po’ schifo, sei sempre tu a salvarmi la pelle!”
“Allora vorrà dire che la tua pelle sarà mia, per
sempre….” gli annunciò lei in
tono suadente, sfiorandogli il petto con la punta delle dita. Michael
rabbrividì, ma non per il freddo.
“Attenta piccola, se mi parli in quel modo e mi
tocchi anche… risvegli qualcosa di molto pericoloso…” l’avvertì malizioso.
Selene sorrise mostrandogli volutamente i canini.
“Tu non sai quanto posso essere pericolosa io…. posso morderti quando e come voglio…” gli disse guardandolo
in un modo che Michael considerò erotico e che lo fece vibrare, tanto da
abbracciarla forte stringendola contro il proprio corpo.
“Sei una bambina cattiva…. Mi provochi.” l’accusò
lui dandole un bacio.
Quando ruppero quel bacio, entrambi tornarono seri, ma fu Selene a parlare per prima.
“Andiamo Michael, avremo
tempo per…. discutere sulla mia cattiveria.”
Michael annuì sospirando. “Hai ragione. Direi che
come prima cosa… dovremo farci una doccia. O almeno io, ho bisogno di una doccia.” disse
guardando quello che restava dei propri vestiti, vale a dire i pantaloni
strappati e sporchi di terra e sangue.
Lei gli accarezzò i capelli con dolcezza. “A me
piaci anche così, sai? Sei maschio!” lo lusingò, ma
Michael rispose con una smorfia.
“Certo, come no.
Dite tutte così, poi non appena si va a vivere insieme, pretendete il massimo
dell’ordine e della pulizia!” scherzò l’uomo.
Selene sgranò gli occhi e Michael credette di aver detto qualcosa di sbagliato.
“Che c’è Selene? Stavo scherzando…” cercò subito di rimediare.
“Vivere insieme?” ripeté la donna, ignorando la
domanda di Michael.
“Sì…. Credevo che questa sarebbe stata… beh ecco…. la nostra situazione.” confessò
quasi intimidito.
Le labbra di Selene si distesero in un sorriso così
dolce da fargli battere il cuore più forte.
“Davvero…. cioè, vivere
insieme come….”
“….. marito e moglie. Sì,
perché no? Non ti piacerebbe… se… giocassimo un po’ a marito e moglie? ” finì
l’uomo con un sorriso.
Selene lo abbracciò forte, e di nuovo le lacrime le
bagnarono le guance.
“Sono una stupida… sto piangendo di nuovo.” si lamentò senza smettere di
abbracciarlo.
“Quindi vuol dire, che…. vuoi stare davvero con me?” domandò Michael, come se davvero
avesse dei dubbi a riguardo.
“Certo Michael… voglio stare con te per l’eternità.” le rispose sciogliendo
l’abbraccio.
“Quindi mi sposerai,
Selene? Anche se saremo una coppia strana… mi vuoi
sposare? Sì o no, senza spiegazioni inutili.”
“Sì. Anche se non so come faremo
visto che io non esisto per il mondo. Ma SÌ,
voglio sposarti….”gli rispose con un gran sorriso.
Questa volta fu Michael ad abbracciarla forte,
sorridendo felice.
“Non ci credo…. ho appena
chiesto ad una vampira di sposarmi!” disse lui. Selene scoppiò a ridere.
“Se per questo io ho detto
sì ad un licantropo!”
E risero entrambi restando
abbracciati per lunghi, lunghissimi minuti.
Che cosa stavano facendo, di preciso?
Davvero Michael le aveva chiesto di sposarlo? E davvero lei aveva accettato con gioia di diventare sua
moglie? Avevano forse dimenticato chi erano entrambi, o meglio, cosa erano entrambi?
No. Nessuno dei due l’aveva
dimenticato. Era nel loro sangue, lo sentivano ad ogni
respiro.
Ma si amavano, e volevano
ricominciare.
Selene continuava a pensare che quell’incubo non era finito, ma voleva vivere e combattere: insieme a
Michael, il suo uomo.
Tutto il resto, importava poco.
“Ti amo Michael. Ti amo davvero.” gli dichiarò guardandolo negli occhi.
“Lo so piccola. Non immagini quanto ti amo io.” rispose Michael.
“Lo vedo nei tuoi occhi.”
Sì, era vero. Leggeva l’amore negli occhi di
Michael e sperava tanto che lui lo leggesse nei suoi.
Per la prima volta, dopo tanti secoli, si era
sentita di nuovo semplicemente una donna.
Una donna amata.