Una
maschera. Solo un’altra maschera.
Qual è il tuo vero volto?
I
giorni passano, le ore passano.
Agli
occhi di
tutti la tua vita non
potrebbe essere più lieta:
una
famiglia
che ti vuole bene
Da quanto tempo
gli affetti si sono congelati in misere
frasi di circostanza?
Da quanto tempo
non senti tuo padre dirti altro che “Buongiorno”
e “Buonanotte”
Da quanto tempo
tua madre non ti chiede più a che cosa
pensi?
Un
ragazzo che
ti ama e ti segue
come un cagnolino
Quell’imbecille.
Quello stupido
damerino che ti hanno rifilato.
Una
vita
scolastica brillante.
Un’ottima
media, quello sì.
Non sai cosa
fartene della vita, perciò studi.
È la
tua unica consolazione.
Insomma
hai
tutto quello che
potresti desiderare,
sei una
privilegiata.
Eppure
ancora
non sei soddisfatta.
La
verità è che non ce la fai più.
Tutte queste
finzioni, tutte queste maschere.
Ma
perché poi?
Perché
non riesci a mostrare quello che provi
veramente?
Sei
arrivata in quinta liceo.
Quanto
tempo
è passato da quando eri
solo un bambina,
quando
varcasti
timorosa la soglia della
grande aula, cupa e austera.
Erano finiti i
giorni di giochi lieti, cominciava l’avventura.
Eppure allora
non avevi paura.
All’epoca
avevi negli occhi solo speranza.
Sì,
pensavi davvero che i sogni si potessero
realizzare.
Beata innocenza!
Adesso
sei alla
fine di questa lunga
esperienza
Orribile.
E stai
cercando
la tua strada,
smarrendoti
in
intricati sentieri di
professioni,
sconvolta
da
tutte le lezioni di
orientamento universitario.
Che non fanno
altro che sconvolgerti ancora di più.
In
fondo al
cuore tu però coltivi un’idea.
Un
sogno
nascosto, talmente
ambizioso che non hai il coraggio di parlarne a nessuno.
È
la
tua speranza, la sola cosa che
ti spinge a studiare, a dare il massimo, senza arrenderti di fronte a
nulla.
Non hai
mai
amato qualcosa come il
progetto che stai coltivando.
E gioisci nella
tua testa,
pensando alla
faccia che faranno gli altri.
Oh, che faccia
faranno quando glielo dirai!
Ti
senti un
po’ cospiratrice, ti
ricorda una società segreta.
È
bello rispondere “studio per la
maturità” alla mamma che entra nella stanza, e
sapere dentro di te che non è
vero, che vadano pure a farsi fottere tutti, tanto tu hai deciso cosa
fare.
Al diavolo
tutti!
Io adesso lo
so, adesso lo so!
Sul
tavolino
della tua camera
osservi ridendo un mazzo di fogli.
La
domanda per
la borsa di studio
per una prestigiosa università olandese.
È
per questo che da giorni non studi
altro che inglese.
È
per questo che vai di nascosto a
lezione per presentare una relazione scritta alla perfezione.
Non vuoi soldi
dai tuoi.
Vuoi fare tutto
con le tue forze.
Non ti serve
l’aiuto di nessuno.
L’Olanda
è abbastanza lontana,
per
coltivare i
tuoi sogni di
diventare una famosa ricercatrice.
Bugia.
L’Olanda
è abbastanza lontana da questa città
Da queste
persone
Da tutte queste
finzioni e giudizi
Che ti hanno
fatto così male.
Finalmente
potrai dire addio a tutto questo.
E ricominciare
da capo!
Finalmente
partire.
E non
tornare
mai più.
Ma nel
frattempo, sopporti. È il tuo
ultimo sforzo, l’ultima fatica.
Ce la
devi
fare, sei arrivata fino a
qui, non puoi arrenderti.
Non
puoi cedere
alle lacrime, non
ora, non adesso!
La quarta,
piccola crepa.
La quarta
lacrima gelata negli occhi.
Il quarto
singhiozzo morto in bocca.
Ci
si avvicina ormai alla conclusione. Scusate il ritardo mostruoso, ma ho
avuto
un po’ di problemi in quest’ultimo periodo e la mia
ispirazione si era
licenziata, perché anche lei non mi sopportava
più. Adesso però abbiamo fatto
pace. Il prossimo capitolo, che sarà l’ultimo,
arriverà in un tempo
ragionevole. Promesso.
A
presto.