Fanfic su attori > Ewan McGregor
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Autore: badkaty    11/01/2010    4 recensioni
[Ewan McGregor] quanto è importante l'età, in amore? Molti direbbero che non conta, che l'amore non ha età.
Ma se lui è un famoso attore di 39 anni, e lei solo una giovane 16enne alle prese con i problemi della sua età?
Se lui è sposato, e ha dei figli, mentre lei è solo la giovane babysitter?
Questa storia, rifacimento riveduto e corretto di "sei parte di me", ambientata ad Hollywood, mette in luce il "lato oscuro" dell'amore, quando, benchè sia la cosa più bella che possa esistere, fa soffrire.
Se vi va, leggete e recensite, ricambierò la visita!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La macchina di Ewan era parcheggiata nel vialetto, immerso nel buio, e dovettero procedere quasi a tentoni, scontrandosi un paio di volte, e scoppiando a ridere.
Finalmente la mano tesa di Catherine sfiorò una superficie liscia e fredda.
-Eccola!- esclamò.
-Dov...cazzo!- si sentì un tonfo e un gemito.
-Ewan!- strillò Catherine, preoccupata, gettandosi subito a terra, e cercando con la mano dove potesse essere, tastando il terreno ghiaioso.
Finalmente incontrò qualcosa di caldo e morbido. Vi fece scivolare la mano, e scoprì con un brivido che era il bacino di Ewan.
Lui gemette piano per quell'improvviso contatto, e lei ritrasse veloce la mano.
-Scusa..- sussurrò, imbarazzata -Volevo solo vedere se eri vivo.-
-Sono vivo. E non ti devi scusare.- rispose lui, alzandosi piano, poi si sentì un altro colpo, e aggiunse:-Questi fottuti nani da giardino! Li odio!-
In quel momento la luce sul davanti della casa si accese di colpo, rivelando un'orribile figura dalla pelle verde in piedi sul porticato.
-Haaaaaaaaa!- urlarono entrambi, spaventati da quella spettrale apparizione.
-Shh, o sveglierete le bambine! Ewan, si può sapere perchè stai prendendo a calci i miei nani da giardino?- domandò Eve, scocciatissima.
-Ehm, io?- domandò lui, tirandone su uno con il piede, cercando di non farsi vedere.
-Sì, tu! Muoviti, adesso, perchè è tardi e sono stanca!- sbottò lei rientrando in casa.
Quando la porta si chiuse, Catherine e Ewan si guardarono e scoppiarono a ridere.
Quei nani erano davvero orribili. Salirono in macchina e Ewan mise in moto.
-Questi sono per stasera.- disse, porgendole cinquanta dollari -Non so se bastano.-
-Sono anche troppi, non posso accettarli!- ribattè lei, ad occhi spalancati -a mia madre ne chiedo cinque!-
Lui sorrise:-Io non sono tua madre, e poi le mie figlie sono tre.-
-Già, ma Clara è la mia aiutante.-
-Ti deve adorare. Odia essere trattata da bambina!-
-Comunque non li posso accettare.-
-Da oggi sei la babysitter ufficiale. Prendili come contratto.- insistette lui.
Lei fece un sorrisino e li prese:-Hai detto che sarò la babysitter ufficiale?- domandò.
-Avevi dei dubbi? Non mentire.- ridacchiò.
Mancava circa un chilometro a casa di Catherine, che avrebbero impiegato davvero poco a percorrere, con la velocità quasi folle che Ewan manteneva, ma in quel momento si udì uno scoppiò e la macchina inchiodò di scatto.
D'istinto Ewan si gettò su Catherine per evitare che venisse sbalzata in avanti, e così facendo si trovò a pochissimi centimetri da lei.
Si guardarono per un attimo, prima di separarsi e di scendere per vedere cosa fosse successo.
Dal cofano proveniva uno strano fumo bianco poco incoraggiante, e quando Ewan lo aprì dovettero fare un passo indietro per il terribile odore di bruciato.
-Si è fuso il motore!- esclamò Ewan costernato.
-Cazzo...- commentò Catherine.
Ewan stava guardando addolorato la sua bellissima ferrari nera, quando la ragazza notò qualcosa incastrata tra le fasce e il motore. Lo tirò fuori, e sul volto del bell'attore si dipinse la rabbia più totale.
Era uno scialle di Hermes, sicuramente della moglie.
-Mi ha distrutto la macchina!- disse, come se non riuscisse a crederci -La mia bellissima macchina con il fottuto scialle di Hermes!-
La ragazza non sapeva cosa rispondere, ma di certo non potevano aspettare lì:-Senti, qui vicino c'è un meccanico, spingiamola fino a lì e vediamo che dice.-
Lui annuì piano, non potevano fare altro:-Tu però non ti preoccupare.- disse, avvicinandosi al retro della macchina.
-Sei fuori? Io ti aiuto!- ribattè lei.
Iniziarono a spingere, fortunatamente la macchina sportiva non pesava tantissimo, e Catherine aveva indossato delle scarpe basse.
Ci misero circa venti minuti ad arrivare dal meccanico, stanchi e sudati.
Ovviamente era chiuso, e dovettero suonare al suo appartamento sopra l'officina.
Il signor Olivier, meccanico, era abituato alle stranezze delle star di Hollywood, che si presentavano ubriache alle ore più improbabili con pretese assurde, ma quando scese e si trovò davanti una bellissima ragazza che non conosceva e un elegantissimo e bellissimo Ewan McGregor, che guardava con aria ferita la sua bellissima Ferrari, rimase di stucco.
Mantenne comunque la sua aria professionale, e benchè in pigiama, domandò con voce chiara:-Cosa posso fare per voi?-
-Non la disturberemmo mai a quest'ora, ma il motore della mia macchina si è fuso e non posso tornare a casa senza.- spiegò Ewan, mostrandogli il danno.
Il meccanico lo guardò a lungo, poi disse:-Mi dispiace, ma non riuscirei mai ad aggiustare un danno del genere in poco tempo. Mi ci vuole almeno un giorno.-
-Ne è sicuro?- intervenne Catherine.
-Sì signorina, mi dispiace tanto. Se me la lasciate qui, per domani alle diciannove è pronta.-
Ewan annuì. Non vedeva altre soluzioni.
Uscirono dall'officina nell'aria fresca della sera.
-Come farai?- domandò Catherine preoccupata.
-Ti accompagno a casa, poi torno a piedi.- rispose lui, mesto.
-A piedi? Ma è un sacco di strada!-
Lui annuì.
-Ma Eve non può venire a prenderti con l'altra macchina?-
Lui rise, amaro:-Non oso nemmeno chiederglielo.-
-Puoi restare a casa mia, se vuoi. Abbiamo una camera degli ospiti.- propose, dopo un attimo di incertezza.
-Non potrei mai disturbare!- si schernì lui.
-Ma va, mia madre ne sarà entusiasta.- rispose Catherine, con un sorriso.
Quando le aveva detto che era la nuova babysitter dei McGregor aveva quasi avuto una crisi di pianto dall'emozione.
Come previsto, quando aprì la porta di casa e sua madre vide Ewan, ci mancò poco che svenisse a terra.
-Mamma, la macchina di Ewan si è rotta mentre mi accompagnavi e non può tornare a casa. Potrebbe restare qui?- domandò, incrociando mentalmente le dita.
-C...certamente...Può stare nella stanza degli ospiti.- rispose lei, quasi balbettando.
-La ringrazio davvero moltissimo. Le sono debitore. Comunque io sono Ewan.- disse lui, stringendole la mano.
-Annabelle.- rispose lei, con un sussurro.
Il fratello di Catherine arrivò di corsa, e come lo vide, non si lasciò scappare l'occasione per farle fare una bella figuraccia:-Ma questo è il camerlengo di Angeli e Demoni che ti piaceva tanto!- esclamò.
Ewan sorrise guardando Catherine, che era diventata fucsia:-Si, sono io. Tu devi essere suo fratello.-
-Sì, Giacomo.-
-Piacere.- Ewan sorrise.
-Vieni, ti faccio vedere la stanza.- disse Catherine, per levarsi immediatamente da lì.
Lo condusse al secondo piano, fino alla porta in fondo.
Quando Ewan la vide, rimase in silenzio, camminando piano sul paquet.
-Ovviamente non è bella come quella di casa tua...- disse velocemente Catherine, preoccupata che potesse non piacergli.
Era una stanza semplice, con il parquet scuro e la carta da parati chiara, arredata in modo elegante ma non troppo pretenzioso.
-Stavo per dire che mi piace molto di più. è così...- si fermò, in cerca dell'aggettivo giusto -familiare.- disse infine.
Indicò alcune foto, i libri di fiabe nella piccola libreria, l'attestato del corso di recitazione di Catherine.
-Fai recitazione? Sei un'attrice!- disse, guardandolo.
-Sì, adoro recitare. Dopo il liceo vorrei diventare un'attrice di cinema.- spiegò lei, leggermente emozionata al pensiero di parlarne con un attore famoso.
-Magari, se hai voglia, qualche volta potremmo provare insieme.- propose lui.
-Sì!- esclamò lei, senza riuscire a controllarsi -cioè, volevo dire, sarebbe bello.-
Lui rise.
-Adesso ti lascio solo, sarai stanco. Il bagno degli ospiti è in quella porta lì. Buonanotte.- disse, uscendo dalla stanza.
-Buonanotte, e grazie davvero.- rispose lui.
Quando Catherine fu a letto, sotto le coperte, la consapevolezza che non si sarebbe mai riuscita ad addormentare, le arrivò subito.
Non con Ewan nell'altra stanza. Chissà se stava dormendo, e chissà cosa pensava o sognava.
Si alzò in punta di piedi nel buio e nel silenzio della casa, e camminò fino alla porta della camera degli ospiti.
L'aprì piano, e vide che lui aveva lasciato la finestra aperta, da cui filtrava la luce della luna, che lo illuminava quasi come se fosse un angelo.
Si avvicinò piano, e lo guardò addormentato. Era bellissimo.
Dopo di che uscì silenziosamente dalla stanza, credendo di non essere vista.
In realtà in quel momento Ewan riaprì gli occhi e guardò con espressione combattuta i capelli neri e luminosi che sparivano dietro la porta.
  
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