Fanfic su attori > Ewan McGregor
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Autore: badkaty    11/01/2010    4 recensioni
[Ewan McGregor] quanto è importante l'età, in amore? Molti direbbero che non conta, che l'amore non ha età.
Ma se lui è un famoso attore di 39 anni, e lei solo una giovane 16enne alle prese con i problemi della sua età?
Se lui è sposato, e ha dei figli, mentre lei è solo la giovane babysitter?
Questa storia, rifacimento riveduto e corretto di "sei parte di me", ambientata ad Hollywood, mette in luce il "lato oscuro" dell'amore, quando, benchè sia la cosa più bella che possa esistere, fa soffrire.
Se vi va, leggete e recensite, ricambierò la visita!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La mattina inondò con i suoi raggi dorati la stanza di Catherine, che socchiuse gli occhi. Quando i ricordi della sera prima cominciarono ad affluire, si mise a sedere di scatto sul letto.
Corse in bagno dove si pettinò, si truccò e si vestì, poi andò a bussare alla stanza di Ewan. Quando nessuno rispose, aprì piano la porta:-Ewan?- sussurrò.
La stanza era illuminata a giorno, il letto rifatto e dell'attore nessuna traccia.
Scese di sotto e lo trovò seduto a tavola che mangiava un toast conversando con sua madre.
-Buongiorno.- salutò, sedendosi di fronte a lui.
-Ciao.- rispose, con un sorriso -Stavo giusto domandando a tua madre se oggi puoi venire da noi tutto il giorno.-
-Certo, ne sarei felice!- rispose lei, allegra.
-Allora, se non è un problema, potresti venire con me direttamente adesso, usiamo un taxi.-
Lei annuì:-Allora noi andiamo. A stasera, mamma.-
-La ringrazio infinitamente per avermi ospitato, davvero.- salutò Ewan, baciandole una guancia.
La madre di Catherine rimase come paralizzata, sfiorandosi con l'indice il punto in cui le labbra di lui avevano incontrato la sua pelle.
I due uscirono nella luce e nella brezza della mattina, fermandosi davanti ad una stazione dei taxi.
Le macchine gialle inchiodarono in venti, pur di far salire un attore famoso come Ewan. E dire che ormai avrebbero dovuto essere abituati.
In circa dieci minuti furono davanti alla bellissima villa dei McGregor, e si accorsero subito che qualcosa non andava.
Eve corse verso di loro imbufalita, seguita da due agenti di polizia:-DOVE CAZZO ERI?!- urlò, tempestandogli il petto possente di pugni.
Ewan la bloccò con le mani a mezz'aria:-Cosa fai? Calmati, Eve...- la rassicurò, con voce dolce.
-NON MI CALMO, OK? HO PASSATO UNA NOTTE INSONNE, CHIEDENDOMI COME MAI IL MIO FOTTUTO MARITO NON è TORNATO, IMMAGINANDOMI IL PEGGIO, E TU MI DICI DI CALMARMI?- continuò ad urlare, dibattendosi.
-Io... oddio Eve, scusa!- esclamò Ewan, ricordandosi improvvisamente che non aveva avvertito la moglie di quello che era successo -Hai ragione, ma vedi, la mia macchina si è bloccata...- ricordandosi come mai la sua bellissima Ferrari era dal meccanico, la rabbia gli rimontò -Perchè tu hai lasciato nel motore il tuo scialle e...-
Lei lo interruppe:-Il mio scialle di Hermes? Dov'è adesso?-
-L'abbiamo buttato ma quello che ti stavo dicendo è che la mia macchi...- rispose lui, irritato.
-Hai buttato il mio scialle di Hermes?- domandò, sconvolta.
-Era nel motore della mia macchina, Eve. Non so se capisci cosa vuol dire!- esclamò lui. Come faceva sua moglie ad essere sempre così dannatamente egoista??
Lei lo guardò un'ultima volta con odio, poi si voltò verso i poliziotti:-è tornato. Mio marito va a dormire fuori ma non si preoccupa di avvertirmi. Grazie per l'aiuto.- i poliziotti si allontanarono, e lei tornò a rivolgersi a Ewan:-Ti rendi conto di cosa mi hai fatto passare?-
-Sì, Eve, ma è successo solo perchè tu hai pensato bene di mettere il tuo fulard nel cofano della mia macchina. Ero lontano da qui, e mi sono fermato a dormire fuori. Mi dispiace di non averti avvisata, ma era piuttosto tardi e mi sono addormentato subito.- spiegò lui, cercando di mantenere la calma.
-Va bene, va bene. Nel pomeriggio andrò a comprarne un altro.- disse lei, seguendo il corso dei propri pensieri.
Lui la guardò costernato ed entrò in casa:-Vieni, Catherine.- le disse.
Lei lo seguì, e le bambine scesero di corsa dalle scale:-Papà! Mamma diceva che forse eri morto!- urlò Jamyian, abbracciandogli le gambe.
-è stata orribile.- confermò Clara -Io lo dicevo alle bambine che non eri morto. Catherine!- urlò improvvisamente, vedendola -Ciao!-
Anche le altre due corsero ad abbracciarla.
-Oggi starò un po' con voi.- spiegò lei.
-Sì, rimarro anche io con voi.- disse inaspettatamente Ewan -Mamma va ad un incontro di lavoro e poi a comprare un cazz...cavolo di fulard, e noi andremo a fare una gita.-
-Sìììììì!- strillarono le bambine.
Catherine dovette trattenersi per non unirsi al loro grido di gioia: non solo avrebbe passato una giornata in compagnia della bambine più dolci del mondo, ma con anche il loro bellissimo e sexy padre.
Presero la macchina di famiglia, con cinque posti.
-Vuoi stare davanti?- domandò Catherine a Clara, pensando che probabilmente stava lei davanti quando la mamma non c'era.
Clara parve quasi emozionata da quel gesto: nessuno glielo chiedeva mai.
-No, grazie. In ordine di anzianità.- rispose però, sorridendo.
Catherine si sedette vicino a Ewan allacciandosi la cintura.
-Se sei davanti in quel posto vuol dire che hai il controllo della musica.- le spiegò Esther, guardandola serissima -Ma prima dobbiamo cantare delle canzoni. Lo facciamo sempre quando andiamo in gita.-
-Ok, allora scegli tu la prima canzone, Esther.- disse Catherine.
-Voglio la canzone della fattoria!- disse lei.
-Noooo, Esther ancora!- gemettero tutti.
-Catherine mi ha detto che potevo scegliere, e lei è la mia tata e se mi dice che posso cantare quella che voglio...- iniziò.
-Ok, ok! Cantiamo la canzone della fattoria!- la interruppe Ewan.
-Nella vecchia fattoria, iaiaoh, quante bestie ha zio Tobia, iaiaoh, c'è il maiale *grugnito", c'è la capra *beeee*, c'è la mucca *muuuu*- cantarono tutti insieme, mimando un verso a testa.
Dopo di che toccò a Jamyian scegliere, e cantarono "Tre cinesi con un contrabbasso", e Clara, nonostante all'inizio si rifiutasse di prendere parte al gioco, scelse "Alla fiera dell'est".
Dopo di che Ewan scelse "44 gatti" e Catherine "Catalì Camello".
-Adesso la musica dall'ipod di Clara.- spiegò Jamyian, passandole un ipod da collegare alla radio della macchina.
Il viaggio passò davvero velocemente, cantando le canzoni dell'ipod. All'improvviso la macchina di Ewan curvò e si fermò in un parcheggio.
Le ragazze, appena scese, parvero riconoscere il posto, ed urlarono di gioia:-Bellissimo qui!-
Catherine vide che si trattava di un meraviglioso lunapark.
-Con mamma non possiamo mai venire, perchè lei ha paura delle montagne russe.- spiegò Jamyian -In realtà un po' anche io, però se voi venite le faccio.-
-Io ti accompagno di sicuro.- la rassicurò Catherine.
Alla biglietteria Ewan insistette per pagare tutti i biglietti, ed entrarono.
La prima attrazione era un ottovolante a vagoncini.
-Facciamo quello!- strillò Clara, e si diressero tutti verso la coda.
La gente indicò Ewan senza parole, e si accalcò per chiedere l'autografo. Lui firmò finchè potè, ma nel farlo perse un attimo di vista Jamyian, che era visibilmente impallidita e guardava la giostra con terrore.
-Cosa c'è, stai bene?- le domandò Catherine, abbassandosi davanti a lei.
-Non sono sicura di volerlo fare...- rispose lei in un sussurro, per non farsi sentire dalle sorelle, con gli occhi bassi.
-Sai, anche io ho paura.- le disse Catherine.
-Davvero?- domandò la bambina, guardandola di sottecchi.
-Sì, davvero. Possiamo andare insieme. Se mi tieni la mano io non ho più paura, e tu?-
-Neanche io!- rispose lei convinta, prendendo la mano tesa della ragazza.
Ewan era immobile, che guardava la scena incantato. Quella ragazza era incredibile.
Arrivò il loro turno di salire sulle giostre, e Jamyian salì senza alcun timore, stringendo la mano di Catherine.
Quando scesero era entusiasta:-Lo rifacciamo? Lo rifacciamo? Eh? Dai, dai, dai, dai!- strillava saltellando.
-Dopo pranzo, va bene?- rispose Ewan -Io vado a prendere dei panini, mi aspettate su quel prato?- domandò poi a Catherine.
Lei annuì e vi portò le ragazze.
Quando Ewan tornò, numerosi fan li stavano fissando, ma grazie a Dio nessuno di loro si sedette troppo vicino. Le regole della buona educazione esistevano ancora, evidentemente.
Catherine guardò il tatuaggio a forma di cuore di Ewan, con i nomi di Eve, Esther e Clara. Non vedeva quello di Jamyian, e notò che anche lei lo guardava con aria triste.
Avrebbe dovuto dirlo a Ewan.
-Ewan, posso parlarti un attimo?- domandò.
-Certo.- si allontanarono di poco, dove potevano tenere d'occhio le ragazze.
-So che non sono affari miei, ma ho visto che Jamyian guardava un po' tristemente il tuo tatuaggio. Temo che ci stia male perchè non c'è anche il suo nome.- spiegò.
Lui annuì tristemente:-Lo immaginavo. Dovrei tatuare anche il suo nome. Ma come faccio adesso a tirarla su di morale?-
Lei tirò fuori dalla borsa un pennarello:-Dille che vuoi fare un tatuaggio con il suo nome, ma che lei deve scegliere dove e come farlo, e che te lo può disegnare adesso con questo.-
Ewan la guardò ammirato e seguì il suo consiglio.
A Jamyian brillarono gli occhi, e iniziò a disegnare sul polso sinistro di Ewan, una stella con sotto scritto il suo nome, con un cuoricino sulla "i".
-è bellissimo.- mormorò Ewan quando lei ebbe finito.
-Papà, adesso dai un bacino a Catherine. Per questo suggerimento.- disse Esther, a bruciapelo.
Ewan sorrise e si sporse a baciare Catherine sulla guancia, ma la baciò piano su un angolo delle labbra, provocandole un intenso brivido lungo la spina dorsale.
Si ritrasse di malavoglia, desiderando ardentemente baciarla di nuovo, e questa volta in modo molto meno casto.
  
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