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Autore: Sugar818    13/01/2010    9 recensioni
Non avevo mai visto Robert
così adirato, mai, in quei sei anni di conoscenza.
E quella vista spezzò qualcosa, dentro di me.
Non capivo perché, ma in quel momento un enorme dolore
sbocciò al centro del mio petto. Un dolore atroce, acuto,
intenso.
La vista di Robert che difendeva quella semplice ragazza, conosciuta
solo qualche giorno addietro, con tanto ardore e determinazione, con il
fuoco che inesorabile bruciava nei suoi occhi azzurri, mi fece sentire
male.
Le mie guance si bagnarono di lacrime ancora prima degli occhi,
spalancati e puntati su quello che sembrava un incubo.
E non capivo perché.
Credevo di averlo dimenticato. Credevo che nulla avrebbe scalfito il
mio presente.  Tanto meno il passato.
E lui faceva parte del mio passato. Era la parte più
dolorosa di una vita che tanto avrei voluto dimenticare. Ardentemente.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2.

~ Rissa

-Un consiglio: fatti revisionare il cervello.-

-Gentile come al solito, Rayan.- risposi piuttosto scocciata.

-Guarda che dico sul serio. Come t’è venuto in mente di farlo entrare in camera tua?! Di sera, poi! Mentre eri sola..- Mi guardò male, rimproverandomi con quegli occhi scuri così simili a quelli di nostra madre. Lo stesso taglio allungato. Ma soprattutto lo stesso colore: marrone scuro, denso, profondo. Caldo.

All’improvviso fermò quell’irritante passo avanti e indietro, che era cominciato più o meno mezz’ora fa. Non si era più fermato. Aveva ascoltato in silenzio il racconto del mio ultimo incontro con Adam. Un silenzio rotto solo dal rumore dei suoi passi, all’inizio leggeri, e via via più frettolosi e pesanti verso la fine,quando ero arrivata alla parte delle minacce.
Si sedette come un fulmine davanti a me, sul divano.
Era furioso, lo sentivo. Furioso con me e con se stesso.
Verso Adam pareva provare qualcos’altro che non potevo definire chiaramente.
Una rabbia omicida, direi.

-Hai 22 anni, Cary..non sei più una bambina.- disse scuotendo la testa.-Non ricordi cosa diceva Mamma quando eri piccola?! “State attenti agli estranei”..beh…la regola vale anche adesso! Estranei, Cary! E lui, ormai è un estraneo per te…per noi.- finì in un sospiro.

Sapevo quanto ci stava male. L’avevo sempre saputo. E mi faceva male.
Sapere che in fondo era colpa mia se lui e Adam avevano rotto il loro rapporto d’amicizia.
Un rapporto profondo che era nato fin dalle scuole elementari.

Adam Stradey e Rayan Crawford. Migliori amici da una vita.
Due dei ragazzi più acclamati della Barners Theatre Company, e in seguito all’OSO, Old Sorting Office Arts Centre insieme a Tom e...Robert.

Scossi frettolosamente la testa, come se potessi scacciare i pensieri che avevano appena fatto capolino nella mia mente.
I pensieri. O per lo meno il pensiero tabù.

Non mi ero resa conto di aver abbassato lo sguardo finchè non rialzai gli occhi incontrando quelli di mio fratello.
Aveva un’aria molto preoccupata.

-Cary..cosa ti ha chiesto esattamente alla fine? In fondo non è un atteggiamento da lui…non si era mai spinto fino a questo.- mi domandò lentamente, nascondendo dietro a quella apparente calma tutto il nervosismo e l’ansia che si erano impossessati di lui.

-Il solito..-sospirai frustrata.-Solo che stavolta lo ha fatto ricattandomi.-
Spostai lo sguardo, nervosa, arrabbiata e in parte impaurita.

Rayan aveva ragione. Adam non si era mai comportato così. Tranne quella maledetta sera, tre anni fa.
Un attimo e i ricordi presero il sopravvento.



Il buio regnava sovrano su Londra, quella sera di fine inverno.
Davanti al Road House, la fila di gente sembrava non finire mai. L’enorme insegna illuminava quasi tutta la strada di fronte. Le persone, stanche e spossate, aspettavano ancora davanti all’entrata con la speranza che da un momento all'altro i buttafuori avrebbero lasciato finalmente libera l’entrata.
Io uscii in fretta, nel freddo serale di febbraio, mentre guardavo l’orologio.
Erano le 23:17 e quei quattro non erano ancora ritornati dentro. Era passata quasi mezz'ora. Ormai dovevano aver finito di parlare di quella cosa tanto misteriosa e segreta di cui ormai tutti erano a conoscenza, e che io sapevo solo da qualche giorno.

Una ragazza. Una ragazza! Ma si poteva litigare così per una semplice ragazza?!?

A quel punto potevo tranquillamente affermare che mio fratello, il mio migliore amico e quei due cretini dei loro seguaci-amici avevano una cosa fuori dal comune: un broccolo per cervello.
Da una parte però ero contenta. Adam era stato meno appiccicoso nelle ultime settimane. Sapeva che non provavo e che non avrei mai potuto provare nulla nei suoi confronti, tranne la semplice amicizia. Aveva cercato tante volte di baciarmi, ma non c’era mai riuscito. Un tempo era piuttosto opprimente. Fastidioso, a volte. Specie quando mi si attacava come una ventosa.
Ma a quanto pare aveva cambiato idea. Per mia fortuna.

La strada era illuminata grazie ad alti lampioni. La lunga fila, dietro di me faceva chiasso.

Brutti cavernicoli deficienti senza un briciolo di serietà. Avrei voluto sparare in testa a tutti e quattro, per poi tritarli a cubetti e darli in pasto agli orsi.

Mi lasciavano da sola nel locale, già stanca dopo la sera precedente di cui non ricordavo nulla per colpa della sbronza più sbronza del secolo, preda di quegli stupidi maniaci alcolizzati dentro il locale, per andare a decidere chi si prenderà cura dell’acclamata donzella, chiunque lei sia.
Appunto. Non sapevo chi fosse. Non me ne avevano fatto parola, fino a qualche giorno prima in cui, per puro caso, avevo sentito il nuovo pettegolezzo da Bill, il batterista della mia band, mentre lo raccontava sottovoce e inspiegabilmente ansioso al nostro bassista, James.
Due frasi in croce, dette di soppiatto e con l’evidente paura di farsi sentire, ma erano bastate a farmi capire la situazione. A parte il fatto di non conoscere il nome della sfortunata ragazza.
Quindi quegli idioti dei miei compagni di scorribande erano in contrasto tra loro, e questo spiegava il loro strano atteggiamento nelle ultime due settimene, per colpa di una ragazza. Quando James, appoggiando uno degli spartiti a terra vicino a lui, mi aveva vista dietro di Bill, confusa e curiosa mentre ascoltavo la notizia, aveva sgranato gli occhi dando un pugno piuttosto forte nello stomaco dell‘amico, nel chiaro intento di farlo tacere.
Non avevano in nessun modo voluto dirmi il nome della famosa ragazza, causa degli starni comportamenti di Rayan, Adam, Tom e soprattutto Robert. Da un paio di settimane a quella parte il mio migliore amico era diventato un po’ strano, nervoso. A volte capitava di sentirlo imprecare sottovoce senza alcun motivo.
La sua allegria, la sua contagiosa simpatia autoironica si era andata a far benedire.

Mi guardavo intorno, sfregandomi le braccia per il freddo, nell’inutile intento di trovarli.
Ma di loro nessuna traccia.
 Mi avviai nuovamente verso l’entrata principale del locale, ma la fila era decisamente aumentata. Se prima ero riuscita ad uscire sbattendo di qua e di là, a quel punto l’unica soluzione per rientrare sarebbe stata passandoci sopra o sotto.
Allora optai per un’altra soluzione, più comoda che mi avrebbe perlomeno fatta arrivare integra nel locale.
Mi incamminai verso il retro del grande palazzo, dove una porta, di solito chiusa, era aperta in serate come questa per far passare i clienti abituali. Seguiva un piccolo corridoio che dava nelle sale da bagno, per poi uscire direttamente nella sala principale del pub. Alla fine del corridoio c’era Rey, un buttafuori amico di mio fratello. Bastava far vedere la stampa sulla mano come lasciapassare.

Stavo per svoltare l’angolo quando una voce familiare mi persuase dall’andare avanti.
-..fatto niente. Era solo un bacio, vi dico! Non me la sono mica portata a letto, cazzo!-
Mi pietrificai sul posto. Non avevo mai sentito Adam in preda a una collera simile.
-Non puoi fare di testa tua, Adam.-lo apostrofò Tom, decisamente più calmo, ma con una certa ansia nella voce.
-A letto?!?! Ma certo, come potevi portartela a letto?!?!? In fondo eravate in una camera al buio, al piano di sopra, con la parta chiusa a chiave!!!- sbraitò Rayan, decisamente incazzato.
-Ti ripeto che non volevo farle niente! È lei che si è tolta la maglietta...io non..-
-Bastardo che non sei altro…- lo interruppe una voce a dir poco furiosa, una voce talmente fredda e piena di rabbia repressa che sul momento non potei riconoscerla.
-..gli hai tolto pure la maglia..?!?!?- il tono freddo di prima era esploso in un ringhio alla fine della frase.

Inconsciamente avevo svoltato l’angolo. Davanti a me si presentava una scena a cui mai avrei pensato di assistere.
Robert teneva Adam per il colletto della camicia scura, guardandolo dall’alto in basso con una ferocia capace di farmi gelare il sangue nelle vene.
Era stato lui, prima, a parlare.

Lentamente, senza accorgermene, cominciai ad andargli incontro.
Non avevo mai visto Robert così adirato, mai, in quei sei anni di conoscenza.

E quella vista spezzò qualcosa, dentro di me.
Non capivo perché, ma in quel momento un enorme dolore sbocciò al centro del mio petto. Un dolore atroce, acuto, intenso.
La vista di Robert che difendeva quella semplice ragazza, conosciuta solo qualche giorno addietro, con tanto ardore e determinazione, con il fuoco che inesorabile bruciava nei suoi occhi azzurri, mi fece sentire male.
Le mie guance si bagnarono di lacrime ancora prima degli occhi, spalancati e puntati su quello che sembrava un incubo.
E non capivo perché.

Loro non mi notarono, ero per metà nascosta dietro all’enorme cassonetto grigio, nell’angolo buio.

-Anche se fosse, non è di tua proprietà, Rob…- sibilò Adam dopo almeno un minuto in silenzio, senza scostarsi dalla presa di Robert, continuando a fissarlo negli occhi.-Non è tua…- terminò minacciosamente.

Rayan e Tom spalancarono gli occhi, forse intuendo ciò che di lì a poco successe.

Il pugno di Robert, con sorprendente agilità, colpì Adam in pieno volto, facendolo cadere a terra davanti a se.

A quel punto non ci vidi più dalla rabbia, un rabbia insensata e immotivata. Non sapevo ciò che stavo facendo.
Rapidissima, come solo io sapevo essere, uscì dal buio frapponendomi tra Robert e Adam, a terra con il naso insanguinato.

Appena mi videro, i ragazzi spalancarono gli occhi.  
Tutti tranne Rob. Come mi vide, si rilassò improvvisamente. I suoi occhi erano incatenati ai miei, ma erano imperscrutabili. Un brivido mi percorse la schiena, e stavolta non era il vento la causa.

Adam era come congelato.

 Tom sembrava impaurito, mentre sentivo che Rayan aveva smesso di respirare.

Robert non distoglieva gli occhi dai miei, come incantato. Il suo sguardo trasmetteva qualcosa di troppo intenso, intimo e allo stesso tempo impaziente e sollevato. Sembrava guardarmi dentro.

Il silenzio regnava rotto solo dai nostri respiri.
Non sapevo perché, ma il mio era scandito da una collera mai provata prima. Collera, frustrazione, dolore e delusione. Ma il motivo di tale rabbia mi era oscuro.
Era istintiva.

-Che ha fatto di male se l’ha baciata?!!- domandai quasi urlando a Robert, che non si muoveva davanti a me.

A quelle mie parole si rianimò. Gli occhi si spalansarono e la rabbia sembrò essere sostituita dal dolore e dalla delusione.

Vedevo chiaramente Rayan, alla mia sinistra, e Tom, dietro a Robert, scioccati dalle mie parole. Tom aveva la bocca aperta dallo stupore.
 Io continuavo a guardare lui, che non aveva tolto lo sguardo da me da quando ero comparsa in scena.
Nei suoi occhi sembrava essersi spenta quella scintilla che li caratterizzava, che li distingueva.

-Quindi..tu eri…-cominciò a bassa voce mentre sembrava quasi soffocare.-tu sei d’accordo?- finì un po’ più calmo, cercando evidentemente di riprendere il controllo.

La brezza serale giocava coi  suoi capelli biondo scuro,  facendoli ricadere continuamente sul suo bellissimo volto.
Mi stupì del mio stesso pensiero. Avevo sempre ritenuto Robert un bellissimo ragazzo, ma stavolta quell’aggettivo aveva una sfumatura possessiva, nuova per me.

-Non capisco cosa ci sia di male, se la ragazza l’ha ricambiato.-dissi piuttosto tagliente.
La sua espressione cambiò di nuovo, diventando confusa. L’istante dopo pensierosa e infine stranita.

-Cioè.. vuoi dire che anche se er.... anche se lei era ubriaca, si rendeva conto di quello che faceva? E quindi avrebbe ricambiato lo stesso?-domandò con una strana ansia, appena percepibile.
-Certo…-risposi sicura di me. Non sapevo perché, ma quella ragazza doveva provare qualcosa per Adam. Di sicuro. Doveva stare con Adam. Lei amava Adam. Tutto qui. Semplice.
La cosa importante era che stesse lontana da Rob.

-Anche se fosse stata ubriaca fradicia, nessuna ragazza avrebbe baciato un ragazzo che non gli interessa. In nessun modo.- continuai sicura di me e delle mie bugie.

Lui mi guardò ancora per qualche secondo, poi improvvisamente, chiuse gli occhi.

Quando li riaprì, mi rivolse lo sguardo più intimo e intenso che essere umano non avesse mai fatto fino allora.

-Capito.- disse semplicemente.

Subito dopo, si girò e s’incamminò verso la strada, nel buio. Dietro di lui, solo il silenzio.

Due giorni dopo, partì per gli States.

Nessun saluto da parte sua.




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Ciao!!
Come dire.??! Ah, si.
Cavolo! Non mi sento più le dita.
Comunque non importa. Viva o morta porterò avanti questa fan fiction.
Certo, se non dovesse piacere, me la terrò per me, non c’è problema. ^^
Ora, passiamo a cose serie.
Finalmente Robert è entrato in scena. wooooooowww ;)
Era anche l’ora. Beh. In modo singolare, direi. Ma la storia vuole così.
Ora, siccome mi sono spremuta le meningi per scrivere questo capitolo, aspetto ansiosa i vostri commenti prima di postare il prossimo capitolo, sempre che mi risvegli domattina. Cosa assai incerta dato il sonno che ho. Altro che Bella Addormentata nel bosco. Manco i cannoni servirebbero.
Ehm… pardon. Sono pazza, ma questo già si sa. XDD
Volevo sinceramente ringraziare le persone che hanno messo questa f.f. tra i preferiti e i seguiti.
Ora vi abbandono ai vostri, spero, caldi e dolci giudizi.
Perché, donzelle, se terribili e crudeli fossero, io ne morirei assai…
Io l’avevo detto che non sono normale…XD

Vi saluto, Ragaaaaaaaaa ***

  Sugar

ele ele: fratellozza, grazie!! <3 e vedrai che mi ringrazierai anche tu, domani, dato che finalmente il dio greco, la perfezione in persona ecc, come avevi detto tu...è finalmente sceso in terra. cioè nella fan fiction.
è lo stesso, anche se è un ricordo, no? ^^  basta che ci sia, così che tu ti possa deliziare dellla sua presenza...hihihih

vedrai che gli combino, a Rob!! altro che risse!!! bacion
i, belllllla! <3 <3 <3

  
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