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Autore: kyelenia    13/01/2010    3 recensioni
Un eroe privo di coraggio, che cerca di rimettere insieme i pezzi del proprio cuore. "Ed io, davanti a te, davanti ad ogni singola persona seduta in questa sala ti chiedo umilmente perdono".
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E galeotto fu il matrimonio..*

Harry alzò gli occhi dalla panca davanti a sé sulla quale li aveva tenuti fino ad ora; era una delle panche che riempivano il giardino di Zabini Manor quel giorno. Davanti a sé si presentò la scena più mielosamente romantica a cui avesse mai assistito: i due sposi, Theodor Nott e Blaise Zabini, si fissavano con espressione perduta, di fronte al giudice di pace che li stava unendo in matrimonio. E maledisse quella scena; maledisse quella felice unione; maledisse il giardino, decorato elegantemente con fiori, luci e fontane. Gli faceva maledettamente male assistere a quella scena, gli faceva immaginare scene che ormai avrebbero dovuto essere decisamente lontane dalla sua testa. Ed i suoi occhi si spostarono verso la direzione da cui li aveva tenuti lontani per tutta la cerimonia, attirati come da una calamita, da un campo magnetico dal quale non poteva sfuggire in alcun modo. Alla sinistra di Blaise vi era il suo testimone: Draco Malfoy; che lo guardava raggiante, felice che finalmente il suo migliore amico potesse essere felice e che avesse coronato il suo sogno d’amore. Il suo sorriso era caldo, ma l’espressione dei suoi occhi era imperscrutabile. Draco era così, era sempre stato così, “il suo Draco”, non poté fare a meno di pensare Harry; e quel pensiero fu come una pugnalata al cuore.

Erano all’ultimo anno ad Hogwarts quando era cominciato tutto. Harry aveva salvato Draco, la sua famiglia e lui non poteva che essergli grato. Avevano scelto di fare una tregua di provare ad andare d’accordo, e gli era riuscito dannatamente bene. Dopo pochi mesi dal rientro a scuola i compagni avevano imparato a considerarli inseparabili. E non erano poche le voci che circolavano su questa amicizia. Quanto potevano passare inosservati due ragazzi, entrambi splendidi benché in modo completamente diverso, ex nemici giurati che di colpo venivano visti in ogni angolo a parlare e ridere sempre insieme? E gli altri se n’erano accorti prima di loro; si erano accorti degli sguardi che i ragazzi si scambiavano quando pensavano che nessuno li guardasse, un’intensità di cui neanche loro si erano resi conto. Ed erano passati mesi prima che le cose cambiassero realmente. Prima che una caduta accidentale si trasformasse in un bacio, il primo di una lunga serie. Avevano tentato di tenere nascosta la cosa, ma più di tanto non ci erano riusciti. Non si sa chi dei due non voleva più nascondersi, voleva poter tenere per mano, abbracciare, baciare l’altro tranquillamente. Invitarlo al Ballo che si sarebbe tenuto alla consegni degli attestati dei M.a.g.o. Il grande Harry Potter, era sulle bocche di tutti; ovviamente era lui ad aver avuto il coraggio di uscire allo scoperto. Di prendere la mano per la prima volta in un corridoio al suo ragazzo.. Niente di più diverso dalla realtà.

Ed Harry non potè fare a meno che annegare nella disperazione al ricordo della sua codardia. Al ricordo del più grande amore della sua vita sacrificato per non perdere la nomea. “Codardo”, si urlava di continuo. “Codardo”, lo condannavano i giudici negli incubi che tormentavano le sue notti. Ed in un angolo, una chioma bionda che lo guardava con disprezzo, dolore, le guancie rigate da lacrime di disperazione. Ma sosteneva il suo sguardo, si voltava, ed usciva dalla porta in fondo all’aula del processo.

Doveva essere una cena romantica, la cena in cui Draco avrebbe chiesto ad Harry di compiere un gesto davvero importante, di andare a vivere con lui nella casa che aveva affittato per ricostruirsi una nuova vita, felice; felice per la presenza di Harry. Era tutto romanticamente organizzato: una cena al lume di candela, i piatti preferiti del moro, il cd della band preferita del moro; Draco conosceva ogni singolo aspetto di Harry: quello che amava, quello che odiava, credeva che niente in quel ragazzo fosse un mistero per lui. Avrebbero festeggiato cinque anni insieme.. Cinque.. Gli anni più belli della sua vita, al fianco di quello che avrebbe voluto fosse l’uomo della sua vita, per sempre. Avevano riso, avevano cenato, si erano baciati, avevano fatto l’amore; Draco aggrappato alla certezza che finalmente Harry avrebbe potuto essere suo per sempre. Si erano addormentati stremati dall’intensità del loro amore, dalla passione del loro rapporto. Il primo raggio di sole li aveva colti addormentati, nudi, abbracciati, come se non avessero potuto sopportare il minimo distacco. E Draco si era svegliato per primo; aveva guardato Harry, incantato, come ogni volta che i suoi occhi si posavano su quel viso, su quel corpo, che era un sogno fosse diventato suo. Harry aprì gli occhi, sorrise dolcemente al suo amore, e Draco, alla vista di quella tenerezza, sentì che era giunto il momento di render ufficiale la loro unione, che Harry non avrebbe potuto rifiutarlo, respingerlo. Niente di più diverso dalla realtà.

“Alla faccia del ragazzo coraggioso che ha avuto la forza di sconfiggere il Mago Oscuro più potente di tutti i tempi”, non potè fare a meno di pensare Harry, osservando quella figura slanciata, longilinea, che un tempo gli era appartenuta nel corpo e nell’anima. Erano passati tre anni dal giorno del suo rifiuto; dal momento in cui l’uscio della casa di Draco gli era stato chiuso davanti; tre anni dalla sua più grande mancanza di coraggio. Ogni giorno era stato una sofferenza, una pugnalata al cuore messa a tacere dalla convinzione che avesse preso la scelta giusta. Il loro amore era malsano, innaturale, un peccato. Ora si chiedeva come aveva potuto pensare una cosa del genere. Aveva scontato il suo errore perdendo del tutto la felicità. Si erano succeduti amanti occasionali, storie più o meno lunghe, nel tentativo di riempire quel vuoto lasciato da Draco, un vuoto che lui stesso aveva spinto a creare. I primo tempi, svegliandosi solo, allungava il braccio alla ricerca di quel corpo steso accanto al suo, maledicendosi poco dopo per quel gesto. Aveva imparato a non dormire mai da solo. Ma era una delusione ogni mattina accorgersi che il corpo steso accanto al suo non era quello di Draco, non lo sarebbe mai stato. I capelli di quel nuovo ragazzo non erano mai troppo biondi, la pelle mai abbastanza diafana, il suo andamento attraverso le stanze della casa mai elegante. Cercava in ogni amante qualcosa di Draco, ne aveva collezionati un’infinità di surrogati, ed il suo animo non ne era mai pieno; il dolore lo tormentava ogni attimo della sua vita.

Adesso era lì, a fissare nuovamente quel corpo realmente elegante, sinuoso, quella pelle così diafana, i capelli dall’inconfondibile biondo. E la smorfia sul suo viso.. Quella gli era mancata più di ogni altra cosa.

Era un ricordo felice, era un momento felice. Una delle tante volte in cui Draco l’aveva fissato con la sua smorfia volutamente disinteressata al di sopra del tavolo. Aveva imparato a conoscere ogni sua espressione, amava particolarmente le sue labbra quando si curvavano volendo fingere disinteresse. Quando era felice.. Temeva di mostrare i propri sentimenti, come se renderli palesi avrebbe distrutto la felicità di quell’istante; ma ad Harry non poteva nascondere più nulla, ed era felice osservandolo, si sentiva pieno, niente gli mancava.

Ma poi non aveva avuto il coraggio di stare al fianco di Draco, di dirgli semplicemente “Sì”, che sarebbe voluto andare a vivere con lui, che voleva passare con lui ogni istante della propria vita. “Vile, codardo”, da quel giorno non si era mai svegliato senza questo pensiero per la testa. Aveva lasciato andare Draco, la sua felicità stessa. Aveva lasciato spazio al dolore, alla disperazione, un vuoto incolmabile nella sua casa, nel suo cuore, che solo le ore passate con Draco avrebbero potuto colmare. Percorrendo gli angoli della propria casa ogni angolo gli urlava la sua assenza, ogni angolo era un ricordo. Il tavolo delle colazioni pazze ed interminabili, la dispensa che un tempo era sempre piena di caffè e biscotti al cioccolato per Draco; il divano sul quale si stendevano a guardare i film, che spesso finivano con loro due uniti in una passione disperata. Ma il letto, il letto urlava Draco. Ed ad ogni uomo che lo ospitava avrebbe voluto urlare che non poteva stare lì, che quel posto era solo di Draco; ma aveva bisogno dei compagni occasionali, per sentirsi meno solo.

Gli invitati si alzarono, per recarsi alla residenza estiva di Theodore Nott, luogo assai più indicato per il banchetto di nozze. Harry capì il suo errore, capì che stando ancora senza Draco il suo cuore si sarebbe spezzato in mille pezzi, che solo lui poteva renderlo felice. E decise di non raggiungere subito gli ospiti per il banchetto, di concedersi una piccola deviazione “Ho qualcosa di più importante da fare”, pensò. E finalmente trovò il coraggio. Le strade di Diagon Alley erano meno piene del solito: metà degli abitanti magici della Bretagna era ad assistere al matrimonio de due giovani. Harry si soffermò a guardare le vetrine che gli ricordavano Draco più che mai, ma il suo passo sicuro si diresse verso un negozio in particolare, una vetrina buia e piccola, che passava inosservata accanto alle altre; ma solo lì avrebbe trovato ciò che desiderava.

Draco era seduto al tavolo degli sposi. Faceva di tutto per non pensare a Potter, ma la sua assenza in quel ricevimento provocava nel suo cuore un vuoto ancora maggiore di vederlo. Erano passati tre anni, tre anni di incubo, infernali, in cui non aveva neanche provato a sostituire il moro nel suo cuore. Lui sapeva, lui aveva saputo fin dall’inizio, e dal primo bacio che gli aveva concesso la sua scelta l’aveva fatta “per sempre suo”, e nessuno gli avrebbe mai permesso di rinnegarla. Improvvisamente vide Harry entrare attraverso l’arco principale. Solo a quella vista il suo cuore fece un balzo. Gli mancava, Merlino se gli mancava; gli mancava ogni istante. Ma rimase stupito dai gesti del moretto. Lo stava guardando fisso negli occhi dirigendosi verso di lui. Ormai tutti gli invitati erano stati attratti dalla sua figura slanciata ed atletica. Lo guardarono procedere, stupiti quanto Draco dalla sua direzione.

Per Harry non esisteva nessuno in quella sala, lo sguardo fisso negli occhi magnetici color della tempesta. Procedette superando tutti i tavoli, ignorando i cenni e le espressioni di saluto. Lui era un semplice pianeta, e Draco era il suo sole; c’erano loro due e nessun’altro in quel momento, in quella sala. Si fermò davanti a Draco, proprio di fronte a lui; la paura, la mancanza di coraggio, si era completamente dimenticato cosa fossero. Si inginocchiò davanti a Draco, e lasciò l’altro immensamente stupito, gli occhi sempre incatenati tra di loro; ormai tutta la sala teneva il fiato sospeso, non avevano occhi che per loro. Harry infilò una mano in tasca, e ne estrasse un elegante scatola di velluto blu, non c’erano più dubbi sulle sue intenzioni. La aprì, e dentro splendette un elegante anello di oro bianco, con all’interno in oro rosso incise le parole “per sempre tuo”. Harry sperava che Draco avrebbe voluto l’occasione di leggerle. Ma adesso era il momento di porre fine alla sofferenza di entrambi. Harry trovò il coraggio che non aveva mai posseduto, e cominciò a parlare: “ Draco Lucius Malfoy, c’è inginocchiato davanti a te il più grosso idiota della storia”, le parole echeggiarono, sonore, per tutta la sala, “sono passati tre anni dall’ultima volta che ti ho dimostrato il mio amore, distruggendo in seguito tutto quello che avevamo creato. Ma ti giuro, non è passato neanche un secondo senza che io continuassi ad amarti e rimpiangessi la mia idiozia. Tutto urlava prepotentemente la tua assenza, il mio cuore sentiva di essere incompleto senza di te. Ma la paura di giudizi a tuo confronto totalmente privi di valore, mi ha spinto a fare finta di niente, a credere che presto sarei stato meglio, mentre ogni giorno la tua mancanza era sempre più forte. Ed io, davanti a te, davanti ad ogni singola persona seduta in questa sala ti chiedo umilmente perdono. Non son degno del tuo amore ma senza di te la mia vita è vuota e priva di alcun significato, solo tu la puoi rendere degna di essere vissuta. Ti chiedo ora, Amor Mio, anche se non son degno neanche di rivolgermi a te, di accettare questo anello, che è la mia promessa, la mia supplica di perdono, il dono eterno del mio amore per te. E ti chiedo, per piacere, vuoi esser anche tu mio per sempre? Vuoi sposarmi?”

E Draco assistette incredulo a quella scena; avvertiva a poco a poco le cose sistemarsi, il suo dolore affievolirsi e una felicità dirompente prendere possesso di ogni singola parte del suo animo. Guardò Harry con un sorriso smagliante, per la prima volta senza nascondere in alcun modo le proprie emozioni, e capì che per tre anni aveva aspettato solo quel momento. Dentro di sé rinnovò l’antica promessa “per sempre tuo”, e la suggellò nuovamente con un bacio.

Fine

*Benchè penso che sia abbastanza comprensibile, preciso che il titolo è preso dalla famosa frase di Dante Alighieri. Se non erro Divina Commedia, canto V (“Galeotto fu il libro e chi lo scrisse”).

Ok… Io per prima solitamente ODIO i lieto-fine, cioè.. Non è che proprio li odio.. C’è un rapporto di odio-amore. Ma questa storia è nata quasi dal lieto-fine, quindi non potevo proprio impedire la loro riconciliazione. Spero comunque che non sia risultata banale e che sia riuscita ad esprimere bene i pensieri dei personaggi, non mi sento mai pienamente soddisfatta del mio lavoro! Quindi, per piacere, dite in tanti cosa ne pensate =)

   
 
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