Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: NovemberRain    17/01/2010    4 recensioni
Mi aveva promesso che saremmo stati uniti e che lui non voleva essere mai come un bianco,quel maledetto bianco che voleva inghiottirci,che ormai vedevamo dappertutto che ci odiava,ci voleva morti. Ha ceduto,hai ceduto Michael. Ti odio. E i nostri sforzi per farci rispettare,i miei sforzi per non farti picchiare,tutti i rischi corsi assieme? Buttati via,come lacrime nella pioggia...
Genere: Triste, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Give in to me

 

“Love is a feeling,

give it when I want it

‘cause I’m on fire

quench my desire…

-Ciao Leona- mi salutò Michael appena mi sedetti sul sedile posteriore accanto a lui.

-Ciao- fui fredda e distaccata al massimo. Per un attimo mi pentii di quello che avevo fatto:dovevo starmene a casa.

Ma poi mi resi conto che effettivamente Michael mi mancava,non potevo negarlo…bianco o nero che fosse avevo bisogno di vederlo.

Mi voltai a guardarlo. Gli occhi guardavano il cielo fuori dal finestrino oscurato che celava il suo volto prezioso al resto del mondo;così come il suo cuore cercava una libertà che non avrebbe mai avuto,quella di essere lo stesso di un tempo senza impegni e senza il peso di una vita troppo intensa per una creatura così delicata come lui.

Tuttavia si voltò verso di me e mi sorrise,ricambiai.

Mi prese la mano appoggiata sul sedile e la stringeva forte:

-Davvero mi odi Leona?- la sua voce tremava.

-Non ti odio Michael…ma non sei più lo stesso,non te ne rendi conto?- avrei voluto sputargliele in faccia quelle parole ma non ci riuscii. La voce mi uscii morbida e carezzevole quasi come se stessi piangendo.

-Me ne rendo conto…- abbassò lo sguardo - ma sai,quando sei una persona importante diventi così superficiale che non te ne rendi nemmeno conto di quello che fai. Te ne accorgi solo dopo:stai chiuso nella tua stanza,solo con te stesso,e capisci che la tua anima non voleva davvero questo. Ma è sempre troppo tardi per tornare indietro.- ammise mestamente.

Mantenni il silenzio. Un silenzio di ghiaccio.

Se fosse stato anni prima era più probabile che un maiale volasse piuttosto che Michael Jackson e Leona Bodine stessero zitti quando erano vicini.

Invece in quel momento era così.

Stavolta ero io ad essere fissata da lui. Capiva ancora quello che pensavo come aveva sempre fatto.

 

 

Urla assordanti provenivano dall’esterno,mi risvegliarono dal torpore in cui stavo fantasticando tristi pensieri che schicciai improvvisamente.

-Ci siamo- mi disse Michael. Si infilò un paia di occhiali scuri.

-Perché metti gli occhiali?- chiesi

-Perché gli occhi sono lo specchio dell’anima Leona-

-E allora?-

-E allora la mia anima non può essere mostrata ai fan,così distrutta- affermò senza espressione.

Zitta lo seguii.

Il caos era fuori dal normale,mi sentivo schiacciata nonostante le transenne.

Michael salutava sorridente i fan e si metteva in posa per i fotografi; mi girava la testa,cercai la sua mano e quando la trovai la strinsi forte.

-Che c’è?- mi chiese preoccupato

-Voglio tornare a casa Michael- dissi in un soffio appoggiandomi alla sua spalla colo viso sulla giacca per non mostrarlo agli altri.

Egli tuttavia non si curò della gente,ma come se stessimo solo io e lui mi abbraciò

-Leona guardami negli occhi!- mi prese il viso tra le mani con un tocco delicato ma deciso.

Sollevai le ciglia ed entrai nel nero dei suoi occhi.

-Sono io,sono Michael,sono tornato. E c’è una sola persona per la quale sono tornato sai chi è?- disse continuando a fissarmi.

Feci segno di no col capo.

-Sei tu Leona,quanto mi sei mancata…- fu un attimo,una cosa inaspettata,incredibile. Eppure Michael Jackson scoppiò in lacrime.

Lì davanti a tutti i fan che urlavano,i fotografi eccitati,i giornalisti stupiti.

E io con lui,ci aggrappammo l’uno all’altra come fossimo una cosa sola.

E in quel momento mi resi conto che forse non era poi così diverso dal Michael che avevo lasciato. Provai lo stesso medesimo piacere ad affondare il viso nei suoi capelli che sapevano di…semplicemente di Michael. Ed era il profumo più bello del creato. Solo dopo un po’ ci accorgemmo che eravamo osservati da milioni di occhi curiosi e interessati.

Michael mi prese per mano sorridendo

-Adesso si va in scena! Stupiscili- mi fece l’occhiolino e piano piano,passo dopo passo sfilammo sul lungo tappeto rosso.

Con un piede avanti all’altro e le dita intrecciate tra quelle di Michael camminai sfiorando appena il suolo,mi sentivo leggera e libera come non lo ero da tanto,troppo tempo.

Finalmente.

Entrammo nell’ampia sala riccamente arredata. Avevamo gli occhi e i flash puntati addosso.

Mi accomodai su una lussuosa sedia accanto a Michael. A tavola con noi c’erano diversi produttori e artisti,tra i quali riconobbi Slash:chitarrista che personalmente adoro.

Mentre il mio amico chiacchierava amabilmente io ne approfittai per guardarmi intorno. Il salone era enorme,con pareti chiare ma riccamente decorate,i tavoli sembravano di ghiaccio con tovaglie lussose e posate d’argento.

Intorno a me signore vestite molto chic si mettevano in posa per i fotografi,uomini alquanto attraenti stavano accanto a loro davanti ai flash.

Iniziammo a mangiare e iniziai a parlare anch’io scoprendo che Michael faceva di tutto pur di farmi sentire a mio perfetto agio.

La cena terminò tardissimo a causa delle numerose e abbondanti portate.

Uscimmo nel retro del locale dove c’era un giardino immenso.

Slash ordinò bottiglie di ogni liquore esistente “Dobbiamo festeggiare due amici che si ritrovano!” diceva quando qualcuno protestava alle sue manie da “alcolista”.

Le bevande arrivarono e con mio grande stupore anche Michael cominciò a bere. Mi preoccupai davvero. Quanto era cambiato???

Ma tuttavia lasciai perdere “Ha tutto il diritto di divertirsi” affermai e presi un sorso di Jack Daniel’s,ma giusto poco perché non ci tenevo a ubriacarmi come facevo da adolescente. E a quanto pare nemmeno Michael voleva.

Ma una creatura così fragile non poteva sostenere qual acido bruciore che il whisky provoca mentre scende lungo l’esofago,e quell’esaltante piacere che dà quando arriva al cervello dandoti una specie di salto nel vuoto.

Non era ubriaco ma brillo a sufficienza per avere la lingua molto più sciolta del solito e non solo.

Eravamo abbandonati sulle panchine come dei barboni,adesso i fotografi non scattavano alcun flash,nemmeno i giornalisti facevano domande e niente fan piangenti. Ecco il mondo vero delle star,che sembrano così forti agli occhi dei comuni mortali mentre in realtà sono così fragili…

Michael gettò per terra la bottiglia,si aprì la camicia. I capelli mossi ondeggiavano davanti al viso perfetto mossi dal vento.

Si avvicinò a me sempre di più lasciando fuori dal mondo tutto il resto della gente;o almeno così mi parve.

E continuò ad avvicinarsi fino a quando i nostri visi si trovarono a pochi centimetri l’uno dall’altro. Io non mi mossi di un millimetro,guardai nei suoi occhi scuri: non era lucido,ma di certo nemmeno ubriaco. Capiva quello che stava facendo,era però molto disinvolto,faceva cose che mai e poi mai la sua timidezza avrebbe permesso.

-Give it to me…- sussurrò al mio orecchio (traduzione Arrennditi a me).

-Michael…cosa…- ero perplessa, che intendeva?

-Leona vieni con me…- si alzò,un attimo ci volle perché recuperasse l’equilibrio poi mi prese per mano cercando di trascinarmi con lui.

-No Michael!!!- urlai quasi. Ma mi alzai per trattenerlo.

-Perché?- mi chiese

-Perché no!!- scappai in bagno.

Quando mi guardai allo specchio mi accorsi di avere il trucco sbavato e i capelli raccolti parzialmente in una coda quasi sfatta.

Li sciolsi lasciando che qualche perlina tintinnasse sulle mie spalle,li allontanai con la mano poi mi sciaquai il viso lavando completamente ogni traccia di trucco.

Mi sedetti sul lavandino e restai lì per non so quanto,un tempo indefinito perso nei pensieri. Piansi anche. Non so il perché ma ero confusa.

Ad un tratto la simpatica suoneria del cellulare ruppe il silenzio tombale.

Un nuovo messaggio : Michael.

Lo lessi “Leona dove cavolo sei???”.

Non risposi.

Poco dopo la porta si aprì violentemente.

-Che vuoi adesso?- chiesi.

La figura di Michael irruppe nel bagno femminile. Era agitato,mezzo brillo. Si vedeva dai capelli sciolti e meravigliosi sulle spalle,dagli occhi piangenti.

Eppure mi vedeva,era lì.

Scesi dal lavandino dove ero rimasta seduta per ore e ripetei la mia domanda

-Che vuoi Michael?-

(racconto in terza persona)

Il giovane perve calmarsi non appena sentì il suo nome uscire dalle carnose labbra della ragazza.

Si gettò tra le sue braccia,la tenne a sé per un tempo indefinito.

Lei ricambiò con affetto,ogni tanto singhiozzava e lui la teneva di più.

-Posso sapere che significato aveva quella frase?- disse poi con semplicità restando incollata a lui.

Improvvisamente Michael si accorse di quanto le aveva tenuto nascosto in quegli anni,di quante volte aveva sentito (come in quel momento) il corpo scattante e perfetto sul suo,il seno pieno sul suo petto e quante volte si era trattenuto dal dirle

-Leona amami-

-Che cosa??- lei si staccò immediatamente guardandolo allibita.

-Ti amo. Vieni con me. Mi sono allontanato perché volevo dimenticarti,ma mi è impossibile.- ammise finalmente in un sospiro. La calma regnò un attimo,mentre le parole del ragazzo aleggiavano nell’aria.

-Ma…Michael ti sei bevuto anche il cervello??- urlò Leona scioccata.

-No ho detto solo quello che volevo dirti da anni- sorrise

-Ma io…non ti ho mai amato!!!! Per me sei un amico,anzi un fratello non posso amarti! Non ha un cavolo di senso questa storia Michael!!!!!- si coprì il volto con le mani.

Anche lui avrebbe fatto la stessa cosa.

Lei stava soffrendo solo per colpa sua.

Doveva tacere.

Tacere per sempre.

Ma tuttavia non poteva arrendersi.

Si avvicinò lentamente e le tolse le mani dal viso grazioso.

-Scusami… ma io ho bisogno del tuo amore… ne ho bisogno!!!- Leona sorrise.

Lo guardò neglio occhi intensamente.

Quello sguardo così dolce,così…profondo.

Si sentì bruciare.

Bruciava di passione.

Lo vide con occhi diversi. Non era più il ragazzino che conosceva.

Adesso era un uomo.

E forse era meglio così.

-Anche io ho bisogno di te,Michael- si baciarono. Tanto,con passione.

Fecero l’amore tutta la notte.

E quella fu la notte più bella per entrambi.

“Give it when I want it
talk to me woman
Give in to me
give in to me…”

 

 

Eccomi qui!!!

Allora che ne pensate?? Scusate l’intrusione di Slash in questo capitolo ma lo amo troppooooo xDxD

So che parecchie volte sembra che voglia mettere Michael u po’ in cattiva luce anche nei capitoli precedenti…. Ma vi assicuro che il finale (molto vicino) sarà tutto per lui <3

E adesso un bacione a tutte le mie lettrici… grazie ragazze!!!

Funny_lady_ : la mia figliolaaaaaaa allora che ne pensi??? xDxD

E si Michael non si è comportato benissimo…ma adesso… *faccina che sbava xDxD*

S3cr3tS_Myr3 : la Myre eccola quiiiiiiii <3<3 la donna che mantiene le promesse xDxD ti voglio beneeeeeeeee

Laban : Grazie mille…. Comunque sul fatto di Michael io non credo che abbia la vitiligine personalmente…ma comunque anche se mi sbaglio questa è una fan fiction di pura fantasia xDxD Spero che ti piaccia questo capitolo <3

Annie Jackson : Grazieeee una nuova lettrice che onore!!! ^^ Spero che continuerai a seguire…

 

Roxanne under red light

   
 
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