I PERSONAGGI PRESENTI NELLA SAGA DI HARRY POTTER SONO PROPRIETA' ESCLUSIVA DI J.K. ROWLING.
QUESTA STORIA E' SCRITTA SENZA ALCUNO SCOPO DI LUCRO.
Nell'Ora più Buia
Guardo -solo distrattamente-
l'asfalto lucido, umido della pioggia che per tre giorni s'è abbattuta sul
paese. Senza sosta, sulle medesime strade che percorro ogni notte quando il
sonno, sdegnoso, si ritrae e la mente non concede tregua al cuore stanco.
Il rombo lontano d'un motore sfiora appena il mio udito.
Le foglie delle magnolie a lato del marciapiede oscillano impercettibilmente, ma
non ho motivo di voltarmi e tornare sui miei passi. Continuo a camminare,
l'asfalto striato e muto sotto le suole di gomma. Attraverso la zona d'ombra ai
piedi d'un lampione fulminato e per un attimo vengo inghiottito da quella specie
di buco nero.
Mi arresto di scatto, senza motivo apparente. Solo nel momento in cui alzo il
volto, mi accorgo dove sono.
Osservo il marmo bianco, splendente come una stella solinga nell'oscurità.
Essa guarda, scruta ogni azione. Giudice implacabile. Monito severo.
Salgo i gradini e appoggio le mani sul grande portale. Cigola. E' aperto.
Sollevo il volto, oltre altare, in direzione dell'antico crocefisso. Nel cielo,
là fuori, una nuvola scivola via, scoprendo la luna piena che illumina la
vetrata colorata, inondando la scultura sacra di deboli riflessi arcobaleno. E'
una rivelazione.
Ora so cosa fare.
Oltrepasso il bagliore aranciato delle candele ex-voto. Sento il loro calore
sulla guancia, ma non mi giro a guardarle.
La scala si dipana davanti ai miei occhi, scura, silente. I gradini consunti per
i molti passi che l'hanno percorsa su e giù, nei secoli.
Il passaggio è stretto, basta a malapena per il transito di una sola persona.
Le mie spalle sfregano contro la parete di umida e ruvida pietra ad ogni
passo. Ma non ha importanza.
Salgo, un piede davanti all'altro, uno scalino viscido dopo l'altro. Fino in
cima, fino alla grande, antica campana di bronzo.
L'aria pungente mi sferza il volto senza preavviso, come uno schiaffo.
Ed io guardo giù, oltre il parapetto.
Sarebbe così facile porre fine a
tutto questo, lasciare il Mondo e le responsabilità.
Basterebbe fare un passo, un solo brevissimo passo avanti ed ogni cosa sarebbe
dimenticata nell'abbraccio indifferente ed imperturbabile del vuoto.
La voce del vento mi sussurra all'orecchio, complice d'un pensiero troppo oscuro
per essere espresso. Le labbra serrate da un inviolabile sigillo.
Ma il tempo mi è nemico. Già scorgo, sul lontano, irraggiungibile orizzonte, il
filo di luminoso oro della prima aurora. Pura e limpida messaggera divina del
sorgere d'un nuovo sole; eterna metafora di sempre rinnovabile speranza e vita.
Vita che non merito, speranza che non mi è concessa.
Il mio cuore ne è, tuttavia, irrimediabilmente attirato mentre la parte più
recondita del mio essere ne è distratta. Distratta dal buio che, così
allettante, indugia alle mie spalle, sotto i miei piedi indecisi sul sottile
bordo marmoreo e scivoloso.
Oh, anima indisciplinata e volubile!
L'attimo è venuto e passato ed io sono ancora qui, ad osservare il piccolo universo dormiente che si staglia ordinato e inconsapevole sotto il mio sguardo incapace di sollevarsi.
L.
Nota dell'Autrice
Una Flashfiction nata di getto qualche mese fa. In realtà sarebbe dovuta
essere una Drabble; poi, però, i pensieri hanno cominciato a fluire dalla mia
testa alla mia mano e la Drabble ha finito per trasformarsi in una flashfiction.
Può essere considerata il prologo del prologo (scusate il gioco di parole)
di una storia (quella che fu la mia prima vera fanfiction) scritta una vita fa
(nel lontano2003) ed ora sottoposta dalla sottoscritta ad una precisa azione di
correzione e rielaborazione. Spero di poterla postare al più presto (e con il
codice html giusto, questa volta!)
Un'ultima cosa riguardo al titolo, giusto per amor di
precisione. Dunque, il titolo possiede una doppia valenza. La prima è
prettamente simbolica: dopo la morte di Cedric Diggory, Harry affronta un gran
brutto periodo al seguito del quale inizierà la progressiva accettazione degli
eventi luttuosi ed il conseguente miglioramento della sua condizione emotiva.
Pertanto, "l'ora più buia" si riferisce in particolare al cupo periodo al quale
il protagonista si trova a far fronte. La seconda valenza è effettiva: la
vicenda narrata si svolge un'ora prima dell'alba, ora che si dice essere la più
buia di tutta la notte.
In attesa della storia a capitoli, mi auguro che questo breve brano sia stato di
vostro gradimento benché, lo so, il tema trattato sia alquanto doloroso e Harry
non sia il mio personaggio che prediligo.
Sono curiosa di sapere cosa ne pensate. Quindi, ogni commento o suggerimento
sarà ben accetto, naturalmente. A presto!
P.S. L'ultima parte forse è un po' teatrale, ma m'è uscita così.