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Autore: GurenSuzuki    20/01/2010    3 recensioni
E se, agli inizi del 2010, i Malice Mizer decidessero di riunirsi?
E Gackt percepì mille altre parole contenute in quell'arrivederci.
Mille parole tra cui una spiccava prepotentemente sopra le altre.
Addio.
[AVVISO DELL'AUTRICE]
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gackt, Közi, Mana, Nuovo personaggio, Yu~ki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12
Dysfunctional Phoenix

Takanori allacciò la mano a quella di Sachiko e la condusse negli angusti camerini dietro le quinte del locale: bussò ad una delle tante porte delle piccole e soffocanti stanzette, da dietro cui la voce chiara e profonda del cantante risuonò decisa nel pronunciare un secco "Avanti"
Tokiyama Juichi si ergeva davanti allo specchio sporco e opaco, intento a rifarsi il trucco con una piccola matita nera.
La posò con uno scatto sul tavolinetto e si voltò.
"Sin-chan" salutò il blu, che ricambiò con un cenno del capo.
"Jui questa è Sachiko, Sachiko questo è Jui."
La castana fece per inchinarsi ma il ramato scoppiò a ridere e le porse una mano affusolata e scarna, disadorna della miriade di anelli che le erano stati infilati sul palco.
"Niente formalismi, ti prego. Non sono abituato a queste vostre manie giapponesi" sorrise enigmatico, non volendole dare altre spiegazioni.
"Piacere di incontrarti Sachiko-san"
"Piacere mio. Sai, sono stata molto colpita dalla tua voce. Davvero, complimenti." sorrise appena e Jui la fissò con gli occhi ormai privati delle lenti a contatto colorate, neri e avvolgenti. Scuri e profondi. Abbacinanti. Seducenti.
Sachiko basta!
Si costrinse a non arrossire.
"E' una mia amica d'infanzia" esordì Takanori, con un sorriso.
Jui sorrise di sbieco, poi si volse a prendere un dischetto, che cosparse di struccante.
"Hai la faccia stravolta, Sin-chan." gli passò con cura il cotone sul volto, ripulendoglielo da ogni residuo di trucco. "Molto meglio"
Sachiko non fece caso al gesto, e rimase in contemplazione delle movenze naturali del vocalist, poi sorrise quando questi passò lo sguardo sulla sua figura.
"Quanti anni hai?" chiese la ragazza.
"Diciannove." si accese una sigaretta al mentolo, tenendola tra pollice ed indice, aspirando grandi boccate.
Fece per passarla a Takanori, che subito rifiutò. "Non fumo sigarette balsamiche!"
Scoppiò a ridere immediatamente, Jui che si limitava ad alzare un sopracciglio ironicamente.
"Bhe devi iniziare!" nonostante l'espressione fosse distesa e pacifica, il tono era innaturalmente ferroso e duro. Il blu si tolse il sorriso dal volto, che abbassò in segno di resa prendendo tra indice e medio il sottile bastoncino bianco, coi gesti impacciati di chi non è abituato all'inesistente peso della sigaretta e teme di farla cadere. La portò alle labbra con un elegante gesto e ne aspirò una boccata. Tossì subito e si piegò in due.
Jui riassunse un'espressione neutra, continuando a parlare con Sachiko, mentre il batterista tossiva convulsamente e nonostante questo aspirava e riaspirava dalla sigaretta.
"Sachiko-san... tu quanti anni hai?"
"Quasi diciassette." la ragazza osservò con una punta di preoccupazione Takanori. "Taka-chan? Non sei abituat--" Jui la stoppò "Stà bene, tranquilla. Deve solo abituarsi" e scrollò le spalle. Il blu che aspirava ancora, ma tossiva meno di prima.
"Studi?" le chiese poi il vocalist.
"No, lavoro in un locale. Tu?"
"Purtroppo sì. Ma è l'ultimo anno finalmente."
"Che indirizzo hai?"
"Musica."
Che domanda stupida, imbecille che non sei altro!
La conversazione continuò su questo piano, con Takanori che in silenzio -avendo ormai finito la sigaretta- li osservava.
Sachiko però, era totalmente assorbita dal suo interlocutore per accorgesene.
Dopo circa cinque minuti il vocalist le disse "Ora spero che non ti dispiaccia Sachiko, ma io e Takanori dovremmo cambiarci, farci una doccia e magari mangiare qualcosa. Non voglio apparirti scortese, ma ci possiamo vedere più tardi? Poco meno di un'ora."
"Certo, certo. Figurati, allora a dopo!" li salutò ambedue e poi corse fuori chiudendosi la porta alle spalle.
Jui prese un'altra sigaretta dal pacchetto e la porse a Takanori, che lo fissò apaticamente.
"Fumala."
Il blu la accese e tossì nuovamente. La gola gli bruciava e gli occhi lacrimavano dal troppo tossire.
La riabbassò.
"Fumala." gli ridisse il cantante, quasi ammonendolo.
Il blu ricominciò ad aspirare piccole boccate di fumo.
Jui si sedette su una poltroncina e si mise Takanori a cavalcioni sul bacino. Gli accarezzò una corta ciocca blu.
"Sei molto sensuale così..."
Takanori, che ormai aveva smesso di tossire, lo guardò un poco. Terminata la sigaretta allacciò le braccia attorno al collo del cantante e lo fissò, attendendo che questi decidesse cosa fare.
Ma il ramato continuò a guardarlo anche lui, senza muoversi quasi.
Allora il blu lo imprigionò in un bacio piccolo e timido, subito approfondito dall'altro che lo strinse di più a sè, tenendo le mani sulle natiche del compagno.
"Sta notte stai a casa mia." gli sussurrò Jui sulle labbra, con gli occhi sensualmente dischiusi.
"Non posso Jui."
Lo zittì baciandolo ancora, ma per poco. "Ti ho detto di sì."
"No, ho detto ai miei che sarei tornato a casa."
"E allora?"
"E allora si preoccuperanno e si incazzeranno."
"Amen."
Allora il blu tirò fuori il cellulare dalla tasca, intenzionato ad avvertire almeno.
"No Sin-chan. Assolutamente no." Jui gli rimise il cellulare nella tasca.
E Takanori non potè fare altro che ubbidire. Perchè così era con Jui. Il cantante ordinava, lui eseguiva.
E gli andava bene. Dannatamente bene.

Le tre.
Le tre e un quarto.
Le tre e mezza.
Le tre e quarantacinque.
Le quattro.
Al rintoccare, Mana si alzò dal divano e a piccoli passetti si diresse all'appendiabiti: prese il cellulare dalla tasca del cappotto e digitò il numero di Takanori. Una, due, tre volte.
Niente.
Allora mandò un messaggio... che rimase senza risposta.
Sbuffò.
Non preoccuparti. Cosa vuoi che sia successo?
Si rilassò un poco.
E appena poggiò gli occhi sull'orologio una nuova fitta di preoccupazione lo colpì.
"Torno alle tre papà, non preoccuparti!"
Pensò ironicamente.
No, non è successo nulla. E se non è successo nulla, ci penso io a fargli qualcosa!
Soppresse la vena di preoccupazione e camminò un poco per casa.
Doveva rilassarsi e non pensare.
Akune era via per lavoro, e non sarebbe tornata che la sera dopo. Quindi non poteva nemmeno fare l'amore con lei, e non pensare a nulla che non fosse i suoi gemiti liquidi che gli scivolavano addosso, e il suo corpo caldo che si contraeva dal piacere sotto di lui, e i suoi occhi obliqui che si chiudevano cedendo all'orgasmo.
Sbuffò per la seconda volta in meno di un'ora.
Si distese tra i mordibi cuscini del divano, fissando lo sguardo su un punto qualunque innanzi a sè, senza vederlo realmente.
Fece divagare i pensieri su qualsiasi altro argomento.
Gli venne subito in mente la serata appena trascorsa: un sorriso gli nacque al pensiero di Gackt che poggiava la delicata mano sulla sua.
Lo reprimette senza indugio.
Si rialzò di scatto: ciò che provava per Camui Gackt era scomparso anni addietro. Una fenice disfunzionale, che non sarebbe più rinata dalle sue ceneri. Soffocata dall'egoismo, dalle menzogne e dalla paura.
Si ributtò giù e socchiuse gli occhi, ammantando la vista con lo spesso strato di ciglia nerissime.
Aveva l'assoluto bisogno di distrarsi. E se fosse rimasto da solo si sarebbe solo accentuata la sua preoccupazione.
Allungò una mano e prese il cellulare precedemente abbandonato sul tavolinetto alle sue spalle.
Aveva bisogno di compagnia, e c'era un'unica persona al momento che sarebbe riuscita a farlo rilassare sufficentemente.

Uscì dal corpo stremato di Shin e si gettò accanto a lui, leggermente ansante ma ancora fresco.
"Mi.. mi.. mi hai distrutto." disse il più giovane, intervallando le parole a corti respiri affannosi.
Gackt gli pose una mano sul petto ed ascoltò il battito furioso del suo cuore calmarsi poco a poco e riacquistare la solita vena tranquilla e rilassata.
Il malumore non gli era ancora scomparso, nonostante avesse fatto sesso con Shin fino allo stremo.
Dopo poco, il ragazzo si addormentò, e lui rimase solo a giocherellare con il ciondolo a forma di saetta che l'altro portava sempre al collo.
Lo rigirava tra le dita, guardando fisso davanti a sè lasciando la mente libera di vagare dove più gli pareva.
Sospirò abbattuto. Non aveva funzionato.
Era assolutamente convinto che Mana potesse essere ancora attratto da lui: insomma, si considerava persino più attraente della decade appena trascorsa.
Ma con la bambola tutto ciò non c'entrava. Oh no, il loro en* si era forse spezzato? O magari non c'era mai stato, e si erano ravvolti in una calda e rassicurante illusione?
Che niente li avrebbe separati.
Non il tempo.
Non la distanza.
Non l'amore.
Non il sesso.
Non il cambiamento.
Niente. Assolutamente niente.
Stava appunto pensando ciò, quando il cellulare sul comodino innanzi a sè prese a vibrare caparbio.
Chi è il povero insonne di turno?
"Sì?"
"Gackt..."
"Ciao Mana" salutò a bassa voce, per non disturbare Shin "E' successo qualcosa?" si adombrò.
"No no. E' solo che... ecco... "
All'istante, Mana si pentì di averlo chiamato. L'avrebbe considerato uno stupido!
"Mana... cosa è successo?" raddolcì il tono.
"No niente. Solo che sono un po' preoccupato e ho bisogno di distrarmi. Scusa se ti ho disturbato."
"No figurati, ma preoccupato per cosa?" domandò corrucciando lievemente la fronte bianca.
Si sentì chiaramente un sospiro dall'altro capo "Takanori è in ritrado di due ore e non risponde al cellulare"
Si divincolò lentamente dall'abbraccio di Shin e si sedette tra le coperte blu notte. "Come? E non sai dove sia?"
Ennesimo sospiro.
"No. Sò solo che sarebbe dovuto tornare per le tre"
"Mh. Vedrai che non sarà nulla."
"Sì lo sò."
Il corto silenzio che si insinuò tra i due venne interrotto dal cantante, che disse "Arrivo subito."
Tu-tu-tu-tu.

Solito locale. Lui che si rigirava il solito margarita in mano e aveva l'aria di chi non ha nulla da fare. Lei che si avvolgeva attorno al solito palo di ferro sul palco illuminato.
Magra, scattante, snella, bella, femminea e non allo stesso tempo.
Yu-ki sbuffò, scontento: avrebbe voluto poter percorrere quel corpo inebriante a piene mani, in una carezza delicata come un brivido e poi baciarle le labbra bollenti, con cui riusciva a sentirsi ebbro come avesse tracannado litri su litri d'alcol.
Sospirò prima di rimestare il liquido nel piccolo bicchiere con un cucchiaino che di cucchiaino aveva solo il nome, poichè era composto da un'unica lunga astina di vetro trasparente.
Non aveva neppure voglia di bere. E la cosa era alquanto grave!
Lo buttò giù senza pensare, cercando di non prestare attenzione al liquido che gli scivolava in gola.
"Una vodka liscia!" gridò al barista, sporgendosi sui gomiti.
Subito un bicchierino ricolmo di liquido trasparente gli si catapultò innanzi: lo prese e lo ingurgitò senza tanti complimenti, veloce.
Rivide Vivian sul palco, le gambe avvolte attorno al palo e la luce innocente negli occhi che assieme a quelle particolari e maliziose movenze creava un gioco che faceva sesso.
Ma che diceva?
Vivian era sesso.
Pensava questo, mentre ripuliva con solerzia il piccolo bicchierino ormai vuoto, e ci giocherellava noncurante.
Rivolse gli occhi verso il palco: lo show era finito e Vivian stava ora volteggiando tra i tavoli, strisciando la lunga gonna aperta sul davanti e nascondendosi dietro al pacchiano boa piumato.
Quando un uomo sulla sessantina le poggiò una piccola e rugosa mano sul didietro, un unico pensiero riuscì a scivolargli tra i forti impulsi omicidi che aleggiavano attorno alle proprie sinapsi.
Sigaretta!
Uscì dal retro del locale, che dava su una stradina poco illuminata, fetida e maltenuta: i bidoni dell'immondizia erano riversi a terra, e qualche gatto vi scavava alla disperata ricerca di cibo. Le pochissime macchine posteggiate erano prive di targa, con qualche vetro rattoppato alla meno peggio con scotch da pacchi e i fanalini spaccati.
Sembrava privo di vita.
Sbuffò il fumo e si perse nel ricorrere con lo sguardo i ricciolini, che si ammassavano nell'aria satura di vita cenciosa.
Click.
"Fai un passo e sei morto, Auki" **
Sentì un cerchio duro e freddo infilarglisi tra le scapole e premere contro la stoffa della camicia.
Alzò le mani in segno di resa.
Non si voltò.
"Chi sei?"
"Ci sarà tempo per questo..."
Lo voltò e lo colpì col calcio della pistola, facendolo accasciare a terra.

*En: tipo di legame spirituale che unisce due persone. (mi scuso se la spiegazione risulta confusa o errata, sono quei termini che sai che voglion dire, ma non sai spiegare .-.).
**Kikuzawa Auki: nome impronuncibile per me e la moglie, ma pare sia il vero nome di Yu-ki. Bhè, credo proprio che tra i due Auki sia quello di battesimo ^^.

LadyWay's note: waaaaaah, ho aggiornaaaato **.
Capitolo in cui FINALMENTE succede qualcosina ^^. Si inizia a delineare il tipo di rapporto che intercorre tra Takanori e Jui. Gackt abbandonerà il tentativo di riallacciare qualcosa con Mana? E chi cazzo è che punta una pistola alla schiena di Yu-ki? ù.ù
Ahah!
* si sente potente * XD no dai, scherzo.
Ormai sta fic è talmente incasinata che è nato un nuovo modo di dire: INCASINATA COME NEW LIFE XD.
Coooomunque, donnicciole e omini, è mezzanotte e mezza, non ho sonno, ho voglia di fare qualcosa di spastico, ho scritto questo capitolo in venti minuti spinta da non-sò-quale-congiunzione-astrale e sò perfettamente che a voi non frega nulla XD.
Passo a ringraziare:
Nine: primo: No, Gackt è un Vanilla Boy, e un Vanilla Boy non fuma Lucky Strike xD.
Secondo: seghe mentali e non, ricordiamocelo u__u
terzo: xD baka!
Quarto: non vantarti e taci U_U
quinto: LO è, RASSEGNATI! E' KAWAII, TI FACCIO LO SPELLING LOVE: k-a-w-a-i-i : KAPPA, A, DOPPIA VU, A, I, I XD.
Sesto: * w * la curiosità indecente mi piace
Okay dopo sta roba spastica vado, love xD.
Ale Shadows: :D grazie cara ^^ spero continuerai a seguirmi. Al solito troppo buona XD. AH è VERO DOVEVO FARE L'APPUNTINO.

* Si schiarisce la voce *

Ho cannato! XD la chitarra di Mana si chiama Jeune-Fille. E io che credevo che Jeune-Fille fosse la marca -.-. Dio mio l'idiozia XD. Grazie ad Ale Shadows. Però lettori/ici, Estrid non cambia perchè mi prendo licenza poetica XD. * non ha voglia di cambiare * XDD bacio navighetors XD.
   
 
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