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Autore: Florence    23/01/2010    15 recensioni
"Io, Carlisle Cullen, non avevo mai capito cosa significasse davvero cogliere un frutto proibito. Non fino a quando l'avevo incontrata di nuovo, dieci anni dopo e la dolcezza di quella mela mi aveva rapito. Quello che mi accadrà, sarà solo colpa mia, colpa dell'uomo che è sopravvissuto dentro al vampiro e di lei che, inaspettatamente, ha scaldato il mio cuore spezzato. Edward... perdonami..." E se a Volterra i Volturi si fossero comportati diversamente? Cosa è accaduto in dieci anni a Isabella Swan? E quale ruolo ha Carlisle in tutto questo? (What if... che prende l'avvio dalla fine di "New Moon" di S. Meyer)
Genere: Malinconico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Proibito' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Proibito-90
Che casino... cioè, io non ho davvero tempo neanche per respirare (che poi, se anche lo trovassi, grazie all'allergia, non respiro lo stesso... -__-;;), quindi, scusate la lunga attesa!!!

Ecco il nuovo capitolo, che mi ha svenata a scriverlo, perché l'ho cambiato duemila volte...

Si chiariscono alcune cosette su Felix, sui Romeni, su Jasper. Spero che vi piaccia!

PS: In questo capitolo ho fatto dare ad Emmett il meglio di sé: che ne dite??? E fantasticoo!!! XD

Vi ricordo come sempre l'indirizzo del mio BLOG: prossimamente arriverà una Rosalie versione Charlize Theron e... bohh!!!
Urge trovare facciuzze per Felix e Carlisle!!! E poi per tutti coloro che vorrete! Accetto consigli!!!!
Intanto sul blog ci sono i nuovi Edward, Heidi e un Jasper che ve lo mangerete con gli occhi! :-P

Vi invito a rispondere alle mie domande in recensione:

Chi proponete per le seguenti persone?

Carlisle, Felix, Chelsea, Afton, Renata, Stefan, Vlad, la misteriosa sorella, Oksana, Leah, ecc ecc!!!



E adesso... buona lettura!

PROIBITO

112 - Fratelli - The Cullens

  

 

***

Edward

***

 

-Basta! Fermati Felix! Ho detto che ci vedo!-, scartai con una mossa del braccio l’ennesimo tentativo del vampiro di scuotermi per le spalle, fissandomi come se fossi stato l’obiettivo di una telecamera a pochi centimetri dal mio naso.

-Certo che quei due... più lei lo frigge, più lui si rafforza!-, constatò Felix, parlando di Jane e Alec.

-Non pensavamo che fosse già in grado di tornare a nuocere-, ammise Demetri, stringendo di più a sé la sua ragazza, che mi guardava stralunata. Un bacio sulla fronte e Heidi riacquistò quel minimo di forza per parlare.

-Mi hai fatto paura-, confessò, guardandomi sconsolata, -Cioè... Incontro Marcus per strada e lui che fa? Prende e mi lascia te mezzo morto! Dice: ‘Occupati di lui!’, come se fosse la cosa più semplice e di nessuna responsabilità!-, scuote la testa e gesticola, cercando di creare davanti a sé la scena. –Che dovevo fare? Sembravi un umano ubriaco!-, Dem le si avvicinò e la strinse ancora a sé.

-Sei stata brava, amore mio. Hai fatto la cosa migliore a portarlo qua e a chiamarci subito-, sussurrò al suo orecchio, baciandolo.

Felix, seduto vicino a me, non riuscì a trattenere un lievissimo ringhio, ma quel che più fece rumore, fu l’esplosione dentro la sua testa di pensieri senza né capo né coda. C’era solo corpo, nei suoi pensieri, o, meglio, il corpo di Heidi, che lui desiderava e non poteva avere.

‘Non è così, e tu lo sai bene. Io le voglio bene fin dall’inizio, da quando arrivò dalla germania... Credo che il suo potere non abbia effetto solo sugli umani che attira al castello, ma anche su di me...’

Era la prima volta che Felix usava il mio potere per parlare in modo silenzioso con me e mi lasciò interdetto. Che voleva che facessi? Che lo aiutassi a rubare la donna al suo amico?

Alzai le sopracciglia e lo guardai con fare interrogativo, mentre aspettavamo che Jane, Renata e gli altri ci raggiungessero.

‘Tu credi che sia solo perché non posso averla, eh? Ma io... provo qualcosa di molto profondo per Heidi, e so che non ne posso fare a meno, anche se non mi potrerà a niente, se non a soffrire e restare l’eterno secondo...’

Pensai al musetto triste di Jane, alla mia condizione, a quello che sarebbe accaduto ad Esme quando avesse scoperto di Carlisle e Bella.

-Non sei il solo. In tanti soffriamo da eterni secondi-, gli dissi piano, certo che Demetri non mi sentisse.

-Ma cos’ha lui che io non ho?-, domandò sbattendo un piede per terra. Era strano quell’atteggiamento, perché solo allora Felix sembrava non accettare una situazione immutata da decenni e destinata a continuare?

‘Il fatto, Edward, è che io... ho paura di morire nella battaglia. C’è qualcosa che... boh, non so, sarà solo una sensazione... eppure so che rischio di non rivederla più. E vorrei non dover morire con il rimpianto di non averle fatto capire che io la amo’, confessò, lasciandomi sconvolto.

Era difficile rispondere in maniera sensata a quelle sue parole... chi ero io per dirgli che non aveva ragione?

-Hai mai provato a... pensare di essere felice... in... in altri modi?-, azzardai, sperando che cogliesse il riferimento che gli stavo offrendo, temendo la sua risposta, che avrebbe ferito Jane.

-Se parli della tua nuova amichetta bionda... Sì, ci ho pensato-, ammise e abbassò gli occhi a terra.

-Ci ho pensato e mi sono anche detto: ‘e dai, Fel, provaci! In fondo anche lei è carina, no? Totalmente diversa da Heidi, ok, ma comunque è una tipa tosta, abbastanza affidabile’... ma poi, ogni volta che la vedo, che sono con lei...-, scosse la testa, troncando la frase a metà.

-Poi...?-

-Poi ho paura. Ecco. Paura di lei, del suo potere, del dolore. Paura di vederla all’azione e di immaginare l’odio che gli altri provano nei confronti di chi li sta torturando. Mi domando: perché lo fa? Disubbedisca ad Aro, inventi una scusa! Ma lei lo fa di nuovo... Ho paura del suo potere, ho paura di affezionarmi ad una come lei-

 

Un rumore secco nella cantina richiamò la nostra attenzione: in silenzio sfilarono davanti a noi Erica, Silvia, Renata, Afton, Chelsea e Jane, che guardava in basso, in silenzio e visibilmente mortificata. Probabilmente aveva sentito tutto... ed era solo colpa mia.

 

-Jane, cos’hai?-, le domandai dopo un po’, avvicinandomi a lei. Sentivo gli occhi di Felix addosso e sicuramente li sentiva anche lei... Scosse la testa in un sorriso tirato, come ad indicare che non c’era nulla che non andasse e si voltò, ma quando le parole di Heidi, che stava raccontando di nuovo ai presenti che mi aveva trovato mezzo morto, che Marcus le aveva affidato il compito di aiutarmi, che ero rimasto come in catalessi per alcune ore, che solo grazie al suo amato Demetri erano riusciti a riportarmi ‘a galla’, allora, di nuovo, vidi Jane chiudersi in se stessa, come se fosse stata la causa di tutto ciò.

-Jane...-, la chiamai e, quando si decise a voltarsi verso di me, sul suo volto c’era dipinta un’espressione così addolorata, che la mancanza di lacrime vere, non era quasi percepibile.

-E’ colpa mia... non ho fatto bene il mio dovere-, si sforzò di tenere bassa la voce, ma tutti la udirono e, dopo aver fatto silenzio, si voltarono ad ascoltarla; -Io credevo che lui... Alec doveva essere ancora tramortito! Non so come sia stato possibile... Io.. gli ho fatto male, tanto tanto male. Doveva rimanere inconsciente a lungo, e invece...-

 

I pensieri di Felix mi colpirono come una mazza da baseball: era sconvolto dalle affermazioni di Jane, ne aveva realmente paura...

-Edward-, Jane attirò la mia attenzione, tirandomi per una manica verso di sé e piantando gli occhi arancioni su di me.

‘Edward... Gli ho fatto un male che tu non puoi neanche immaginare. Ho sfogato in quel momento tutta la rabbia accumulata in una vita condivisa con lui. Gliel’ho fatta pagare per quello che ha fatto ad Alice, per come mi ha trattata, perché ha scelto di stare con i cattivi. Devono avergli dato qualcosa per farlo riprendere così in fretta, perché con quella scarica che io gli ho dato, realmente avrebbe dovuto rimanere in stato vegetativo per giorni...’

 

-Evidentemente ci stai raccontando bugie! Cos’è... hai finto di fargli *così* male, perché in fondo non sei convinta di voler rinnegare tuo fratello, eh?-, cosa stava insinuando quella testa calda di Felix? Che cosa aveva che non andava con Jane? Cosa mi stava nascondendo quell’idiota?

 

-No... che dici? Io...-, vidi Jane in difficoltà, annaspare per non sprofondare nella delusione e non cedere alla rabbia.

 -Ammettilo che in fondo vuoi che le cose rimangano come stanno, con il tuo posto dorato accanto ad Aro e nessun ostacolo al tuo piccolo pezzo di potere!-

-Felix! Smettila! Che dici?-, Jane prese aria, come se stesse per piangere, di nuovo, mentre la sua mente rimaneva serrata al mio potere. Mi stava escludendo, tenendo per sé il dolore del momento.

-Dico che ci vuoi fregare, non è così? Guarda che ha fatto quel deficiente ad Edward... e quello che gli hai fatto tu! Credi che non lo avremmo saputo?-, si avvicinò a lei e, per un attimo, un pensiero fugace attraversò la sua mente: ‘Sono un perfetto idiota...’

Non potevo che concordare...

-Felix!-, urlò Demetri e si mise in mezzo tra lui e Jane: -Smettila! Jane sta con noi, capito? Lasciala stare-, ordinò.

Felix lo guardò e, pur non avendo il potere di mio fratello Jasper, mi fu chiaro cosa si agitasse nella sua anima: rancore, amicizia, menzogna, sacrificio, sentimenti sopiti.

 

‘Tanto io non sopravviverò...’

 

-Bene, mettiti dalla sua parte, fatti ingannare. Crogiolati con la tua donna e tutti insieme illudetevi di sconfiggere Aro! Non sarà così facile e lo sapete tutti... fate affidamento sul potere di questa ragazzina... ma che puà fare lei contro Aro? Nessuno può fare niente contro di lui. Rassegnamoci!-, prese la giacca che aveva appoggiata su un tavolo e se ne andò, lasciando i presenti a bocca aperta.

 

Avevo capito che stava facendo quell’enorme orso... si comportava come quella volta che Emmett aveva pensato che Rose si fosse stancata di lui: stava mascherando la paura cercando di farsi odiare da tutti. Emm aveva spaccato il salotto di Esme e incasinato i fogli di Carlisle. Strappato i vestiti di Alice e detto a Rosalie: ‘Io posso trovare di meglio. Tu mi hai solo salvato la vita, ora sta a me viverla come meglio credo’. Era stato solo grazie a me, che avevo letto nella sua mente e Jasper, che aveva provato ogni suo singolo, piccolo ,insignificante dolore, che eravamo riusciti a far rinsavire nostro fratello e a fargli ammettere le sue debolezze.

Con Felix non sarebeb stato altrettanto semplice.

 

-Chi ti dice che non sopravviverai?-, gli domandai uscendo nella mattina fredda e grigia, seguendolo.

-Il mio sesto senso-, rispose, sbruffoneggiando ancora, -Tua sorellanon è l’unica veggente qua dentro, sai?-, ghignò.

-Ritenta, sarai più fortunato...-, risposi preoccupato e lugubre.

-Che vuoi, Cullen. Sei arrabbiato per quello che ho detto? Io credo sia vero. Non ti sta bene? Allora vai a consolare tu la biondina, che ti riesce così facile!-, rispose quasi risentito, e allora, forse capii qualcosa in più.

-La paura è una scusa, vero?-, feci un passo verso di lui, che indietreggiò, senza parole.

-Ti trinceri dietro la scusa della paura, tu, grande e grosso bestione che non sei altro, perché è più facile che ammettere la verità, non è così? E’ come quando vai a scuola... e io ho fatto così tante volte le scuole che posso essere certo di quello che dico. Se provi qualcosa per la secchiona della classe, oppure per quella brutta, fai di tutto per nasconderlo, perché gli amici non capirebbero, giusto? Meglio mostrarsi interessati alla più carina, così sei uguale agli altri. Meglio interessarsi ad Heidi che non a chi ti interessa davvero, o sbaglio?-, stavo perdendo tempo prezioso, lo sapevo... ma la causa di quei due mi premeva. Tutto andava a scatafascio, ogni coppia si stava disgregando... Fare Cupido non rientrava nella mia agenda per quei giorni incasinati, ma... tanto valeva provarci, no?

Felix mi trafisse con i suoi occhi rossi striati di nero ed inspirò.

-Tanto non sopravviverò-, disse e se andò, rientrando nella cantina a coda bassa, senza permettermi di leggere la vera realtà del suo cuore.

 

 

-Bentornati tra noi...-, ci accolse sarcastico Demetri, che scivolò giù dal tavolo dove si era seduto, parlando con Afton, circondati da tutte quelle vampire. Volendo scherzarci su, potevamo dire che ‘Il Club San Marco’ piteva dare grandi soddisfazioni ad un uomo...

-Se siete disponibili a degnarci della vostra attenzione, senza sparare ulteriori cazzate, -e guardò torvo Felix, -Afton ed io avremmo un piano da proporvi-

 

Felix annuì e chiese scusa per essersene andato. In un angolo, Jane ascoltava le parole di Demetri e, ogni tanto, lanciava sguardi eloquenti a Felix e a me. Mi avvicinai a lei e la presi per mano, conducendola in mezzo a tutti.

 

‘Vai a consolare tu la biondina, che ti riesce così facile’

 

Le parole di Felix, per un attimo, tornarono alla mia memoria e capii il loro significato... forse era geloso di Jane e... me!?

 

Assurdo...

 

 

-... e poi ho sentito Il Nero che diceva che Sulpicia ha ordinato di imprigionare una donna, un’umana...-, le parole di Erica catturarono la mia attenzione, sviandomi dai pensieri che frullavano nella mia testa. Provai una fitta all’altezza dello stomaco, come se quello che aveva detto non andasse bene, come se fosse una nota stonata. Intanto, tutti, continuavano a parlare.

-Marcus arriverà tra poco, ho sentito che era con Alice. Verrà anche lei: pare abbia nuove informazioni sui Romeni-

-Perché Sulpicia ha fatto imprigionare un’umana? Dove? Chi è?-, domandai alla ragazza. Mi resi conto solo allora che non avevo mai scambiato direttamente la parola con lei, o l’amica o altri dei Rossi. Erica indugiò un attimo.

-Non lo so-, rispose pigolando, -Ma non leggere nella mia testa, ti prego!-, sgranò gli occhi e allungò le mani davanti a sé, spaventata. Alzai le sopracciglia e la guardai perplesso.

-Lasciala perdere, fa sempre così: ha il terrore che qualcuno possa invadere la sua privacy... Ero presente anche io e ti garantisco che non abbiamo altre informazioni oltre quelle che Erica ha già detto-, ringraziai Silvia e mi domandai cosa avesse di così personale da nascondere la piccola amica.

 

-Arriveranno da Nord, sono stati avvistati dalle parti di San Cipriano. Due dei nostri sono caduti, abbiamo trovato solo le loro ceneri-, disse Demetri.

-Due dei... nostri?-, domandò Ranata.

-Due soldati di Aro-, si corresse il vampiro e riprese a parlare: -Procedono in carovana: prima i capi a cavallo, dopo la fanteria composta da soldati e da un gruppo di vampiri con poteri extra, dopo i carri con le armi e l’occorrente per gli accampamenti. Sono tutti vestiti stile ‘Spada nella roccia’...-

-Dove credono di andare?-

-Beh, è Carnevale...-

-In effetti...-

 

-Che se ne fanno delle armi? Sono vampiri-, la voce cristallina di Jane ruppe il silenzio: ottima osservazione, la sua. Vidi Demetri aggrottare le sopracciglia e Felix aprire un po’ troppo gli occhi, stupito, per poi riprendere l’espressione scocciata che aveva sempre quando lei parlava.

-Voglio dire... abbiamo unghie, denti... Giusto qualche fiammifero e l’arsenale è pronto, no?-, la sua innocenza fece luce su quanto noi, i Rossi, i Volturi, fossimo sprovveduti.

In quel momento giunse Alice, agitata, battendo i colpi d’ordinanza alla porta. Si gettò tra le mie braccia e, prima che potessi leggere la sua mente, mi anticipò, descrivendo quello che aveva visto.

-I Romeni ci combatteranno come nei film-, esordì e tutti la guardammo interdetti. Alice scrollò le spalle e riprese: -Non avete mai visto ‘Braveheart’?-, domandò acida.

Qualcuno sorrise, qualcun’altro scosse la testa.

-Beh, avranno lunghe spade, lance, frecce e così via. Ah, dimenticavo i lanciafiamme...-, si mise seduta con le braccia incorciate e il broncio. Mi sedetti vicino a lei.

-... e?-, la spronai, non capendo quale fosse il problema, lanciafiamme a parte...

-E non sono armi normali! Non sono fatte di metallo, ci possono ferire!-, urlò.

-Non c’è niente che ci possa ferire!-, la schernì Felix, avanzando verso di lei.

-Eppure io vi dico che sarannò in grado di farlo. Non so come, ma... l’ho visto...-, abbassò lo sguardo e cercò la mia mano.

 

-Lei dice che ‘l’ha visto’, continuò Felix, baldanzoso e dovetti trattenermi dall’assalirlo al collo. Quel coglione!

-E se ‘l’ha visto’ lei, allora noi le crediamo in un batter d’occhio, vero? Ma io ti domando, Alice Cullen: quale delle tue visioni si è dimostrata veritiera finora?-

Alice tacque e strinse la mia mano. Lessi rapidamente i pensieri che voleva condividere con me e quel che vidi mi lasciò sconvolto.

 

Una lunga spada bianca e lucente, scintillante alla luce della luna stava confitta nel petto di un vampiro. In lacrime su di lui c’era Jane.

 

Un brivido mi percorse la schiena; -Diamole retta, Felix, è meglio-, dissi serio e il vampiro si azzittì.

-Cos’altro hai visto, Ali?-, domandai, sentendo il disagio crescere nella stanza. Tutti avevano capito che quelle armi avrebbero causato gravi danni e ognuno iniziava a temere per la imminente battaglia.

-Verranno domani, si nasconderanno tra gli umani vestiti in maschera. Attaccheranno quando la festa avrà inizio, ma Aro li fermerà e sposterà la battaglia più a Ovest, nei boschi. Saranno inferiori in numero rispetto alle truppe dei Volturi, si scaglieranno contro alcuni di quelli che sono stati identificati come ‘gli obiettivi chiave’.  Hanno delle spie e qualcuno di loro ha avuto modo di conoscerci uno ad uno. Sanno chi siamo, sanno cosa facciamo, sanno che sconfiggendo noi, che abbiamo poteri extra, sconfiggeranno Aro-

-I nostri fratelli saranno tra loro, ma nelle retrovie: li riconosceremo perché non saranno vestiti di nero o marrone come gli altri Romeni, ma saranno verdi. Dobbiamo riportarli subito tra noi, proteggerli e... poi attaccare indistintamente i Romeni e coloro che erano i nostri amici-, fece una pausa e ci guardò negli occhi, uno ad uno.

 

-Loro non avranno pietà-, concluse in un sussurro e si strinse al mio petto.

 

Assieme a Demetri decidemmo di aspettare Marcus e definire una strategia per fronteggiare questa nuova minaccia. Come priorità ci imponemmo quella di difendere i più deboli del nostro gruppo e, con nostro rammarico e loro vergogna, apprendemmo che troppi tra noi non erano in grado di difendersi da soli. Passammo la mattinata a cercare di insegnare alle vampire alcune mosse di difesa, ma erano tutte spaventate da quello che noi uomini riuscivamo a fare e loro, purtroppo, non erano in grado di apprendere. Ordinai a Heidi, Silvia ed Erica che mi attaccassero in contemporanea, per capire il loro poteziale e fui morso da una di loro, ma solo in maniera superficiale.

-Scusa scusa scusa!-, si affrettò a dire colei che mi aveva ferito, ma un attimo dopo fui su di lei, tenendola intrappolata a terra, mentre Felix e Demetri cercavano di incitarle e suggerirle modi per approfittare della mia diminuita attenzione. Renata provò a difendere la vampira a terra, ma il suo potere non copriva gli attacchi fisici e in pochi attimi agguantai pure lei. D’un tratto un forte dolore mi colpì alla testa, per un istante solo, ma fu sufficiente alle due per scappare dalla mia presa e schierarsi in attacco.

-Jane, non vale...-, ammonii la bionda, che mi rispose con una linguaccia, tendendomi la mano per rialzarmi. Ne approfittai per buttarla a terra e invertire le posizioni.

-Mai distrarsi! Avete capito, ragazze?-, domandai alle altre quattro, come se fossi un professore.

-Mai distrarsi... giusto, Eddie!-, il sorrisetto malefico di Jane mi preannunciò che mi avrebbe attaccata di nuovo.

Eddie...

La bloccai più saldamente, stringendo i polsi, tenendola ferma, sfiorando involontariamente le sue gambe con le mie.

Un brivido ignoto mi percorse tutto, convogliandosi allo stomaco e rotolò fino alla mia pancia.

Eddie…

 

Per un istante il tempo si fermò ed io volai con la mente a secoli prima, quando nella stessa posizione c’era una fragile umana, che mi avrebbe spezzato il cuore.

Non mi resi neanche conto che Jane mi colpì con un’altra debolissima scarica chiusi solo gli occhi, assente e mi accasciai. Su di lei.

 

-Basta, Jane!-, le urlò contro Felix e la fermò, prendendola per le spalle, fissandomi furente, mentre mi riprendevo del tutto. Mi alzai e, facendo finta di nulla, andai avanti con le dimostrazioni, usando proprio lui come avversario. L’ingranaggio delle esercitazioni riprese come se nulla fosse successo.

Non è successo nulla, infatti, cretino!

-Vediamo se hai capito chi è il più forte, qui!-, esclamò Felix, sfidandomi.

-E tu l’hai capito, grande Felix?-, lo schernii, studiando le mosse come un animale feroce pronto all’attacco, -Non distrarti mai quando combatti-, gli dissi in un orecchio mentre mi stava tenendo fermo, torcendomi un braccio dietro la schiena, ma parve non sentirmi. Mi liberai dalla sua presa e lo misi a terra, tenedogli un ginocchio sulla schiena.

-Hai capito? Non distrarti mai quando combatti. Loro non sono noi. Potrebbero attaccarti mentre tu li sottovaluti-, ripetei e proprio in quell’attimo percepii il pensiero di Demetri, che, con un’asse di legno stradicata da uno dei tavoli, tentò di colpirmi. Mi scansai mentre Felix stava rispondendomi che era in grado di badare a se stesso e Demetri lo colpì, senza volerlo, al posto mio, distruggendo l’asse e prendendolo alla sprovvista.

-Non distrarti, Felix!-, mi incazzai con lui e lo tirai su per un braccio, urlando; - Hai paura di lasciarci la pelle? E allora combatti come sai fare, ascolta ogni rumore, percepisci quello che vuole fare chi ti è vicino. Non distrarti!-, gli dissi ad un palmo dal muso, tenendolo stretto per il bavero della camicia.

Sostenette il mio sguardo per qualche istante, poi allontanò in malo modo la mia mano e si voltò.

 

-Facile per te che puoi leggere il pensiero altrui. Tu sei il migliore e lo sappiamo tutti, Eddie...-, disse e se ne andò. Quella volta non lo seguii, perché avevo compreso il significato delle sue parole di prima.

 

Ci allenammo un altro po’, finché non fu giorno pieno, dopo, visto che Marcus non ci raggiungeva, tutti se ne andarono, tornando a fingere di svolgere i loro consueti compiti. Jane andò ad Aro ed io la osservai andar via con un po’ di timore a turbare la mia coscienza. In fondo mi ero affezionato a quella piccola streghetta e alle sue storielle di cuore... Inoltre, l’urgenza con cui era stata richiamata non lasciava presagire niente di buono. Mancava solo un giorno alla battaglia…

 

 

-Non le accadrà nulla-, mi disse Alice, avvicinandosi a me, mesta.

-L’hai visto?-, domandai, fingendo disinteresse.

-Sì. Jane ne uscirà viva, di questo sono sicura. Ma alcuni non ce la faranno...-, si accucciò per terra, con le gambe strette al petto e la schiena appoggiata ad una parete umida. Guardò un punto lontano da sé: -Sai, quelle armi… possono ucciderci, anche senza fuoco…-, mormorò.

-Come se fossimo umani?-

-Come se fossimo umani-

In fondo non mi sarebbe dispiaciuto chiudere la mia partita con la vita, o non-vita che fosse, proprio come un umano. Niente innaturali smembramenti, niente denti nella mia carne. Solo chiudere gli occhi e non svegliarsi più. Dopo tanto tempo, dormire per sempre…

Inspirai e mi convinsi a pensare ad altro.

-Marcus?-, domandai.

-Lui ce la farà...-, disse sorridendo e chiudendomi contemporaneamente la mente. Il suo gesto mi incuriosì, ma non era quello che intendevo sapere, quindi soprassedetti.

-Intendevo... dov’è?-, mi sedetti accanto a lei.

-Oh... dov’è! Marcus... Mi ha informata di quel che è accaduto a Sulpicia e... all’uomo che veniva da Parigi. E poi è tornato da Aro. Mi ha detto che hai combinato un casino e stava cercando di porvi rimedio, credo... e poi doveva passare da Mamma...-, fu evasiva a riguardo, ma io capii quello che voleva dire.

-Pensi che si stiano avvicinando?-, sembravamo i figli di due divorziati, spaventati dal futuro della loro famiglia.

-Penso che si trovino molto piacevoli... D’altronde, come potrebbe apparire diversamente Esme?-, mi sorrise e si sciolse un po’.

-E allora cosa ti turba. Cosa hai visto?-, tornai all’attacco.

-Le ragazzine... son in pericolo e lo è anche Renata... E poi Felix, l’hai visto, no?-, si voltò verso di me e mi fissò con gli occhioni dorati che brillavano nell’aria satura dell’odore del mosto.

-Ho visto anche un’altra cosa... e questa non ti piacerà affatto...-, iniziò e mi feci raccontare ogni cosa da lei.

 

 

***

Alice

***

 

 

-Ti ascolto-, disse Eddie, annuendo. Non credo che fosse poreparato a quello che gli avrei detto, così cercai di spiegare le cose con calma. Non c’era nulla di chiaro, neanche a me, quindi dovevamo interpretare i pochi frammenti di visioni che avevo e capire il perché di quei buchi.

-Combatteranno tutti, anche Esme-, gli dissi e lessi la preoccupazione nei suoi occhi magnetici; -Non si farà del male, ma... si troverà ad un bivio e ho paura che ne soffrirà molto-, abbassai la testa, sconsolata. –Purtoppo non riesco a vedere come andrà a finire... né come inizierà. E’ come se, ad un certo punto, lei fuoriuscisse da un buco nero e si trovasse al centro della battaglia-

Non era una bella situazione per nessuno di noi, quello che ci avrebbe atteso, ma per Esme...

-Che accadrà? C’entra... lui...?-, domandò deglutendo. Avevo notato che ancora Edward non riusciva a pronunciare il nome di nostro padre e la cosa mi faceva male.

-No, non c’entra Carlisle, ma Rosalie. Quella stupida si metterà nei guai...-, poggiai la testa sulla spalla di Ed e ne inspirai l’odore buono, che sapeva della nostra famiglia.

-Parla-, sentii la sua voce vibrare di apprensione. Lui e Rosalie non erano mai andati molto d’accordo, ma io sapevo che c’era stato un tempo, prima di Emmett, prima che io e Jasper arrivassimo tra loro, che erano stati molto uniti. Non era mai scoccata la scintilla che Carlisle ed Esme avrebbero sognato, ma avevano vissuto davvero come fratelli. Ne avevo parlato solo il giorno prima con la mamma, ricordando aneddoti dei vecchi tempi e facendomi raccontare cose che ancora non sapevo. Mi aveva detto che erano entrambi soli e disgustati dalla loro natura, così avevano organizzato una tacita sfida a chi fosse riuscito a comportarsi più umanamente tra i due. Avevano finito per scappare entrambi inorriditi dalle situazioni umane in cui si erano cacciati e avevano festeggiato l’accettazione della loro famiglia con una caccia insieme. Erano spariti per una settimana, durante la quale la mamma e papà avevano sperato che si fossero uniti e accettati come ‘coppia’. Invece erano tornati più agguerriti che mai, entrambi con una nuova sfida da portare avanti: i motori.

 

-Rosalie è pronta a difendere con tutta se stessa una ragazzina di cui si è fatta carico. Esme, invece, è pronta ad ucciderla, per liberare Jasper... Se nessuno farà qualcosa, quelle due combatteranno e temo che il loro rapporto si frantumerebbe per sempre...-, vidi Ed sgranare gli occhi.

-Esme che vuole uccidere qualcuno? E’ assurdo!-, esclamò.

-Tu non hai idea di quale sia la determinazione di Esme per riunire la nostra famiglia e lei sa che quella ragazzina muove i fili del burattino che è diventato Jasper-, dovevo stare attenta, stavo parlando troppo... con Marcus avevamo deciso di non dire ogni cosa a Edward e io non potevo rovinare tutto così...

-Spiegati meglio...-, ordinò torvo.

-Non c’è niente da spiegare, Eddie! Dobbiamo solo tenere d’occhio Esme e Rosalie, ok? Anche perché, se saranno impegnate a fronteggiarsi tra loro, potrebbero essere più vulnerabili... come Felix, prima...-, le mie visioni non cambiavano, quel povero ragazzo era spacciato. Mai come in quel momento speravo che il mio potere facesse cilecca... –E poi c’è un’altra cosa...-, dissi piano e mi accorsi che la mia voce tremava un po’.

-Cosa?-

-Carlisle... sta arrivando. Non è servito a nulla andare a Parigi, non sono riuscita a cambiare il futuro. Lui verrà qua e combatterà con tutto se stesso per salvarci, uno ad uno...-, avrei voluto esplodere in mille pezzi pur di evitare alle persone che amavo tutto il dolore che di lì a poche ore sarebbe loro toccato.

-Continuo a vedere la sua morte…-, sussurrai, stringendomi al suo petto: -Viene colpito, combatte, sopportando il dolore della ferita, poi crolla e tutto si fa nebuloso. Non lo vedo più, dopo…-

 

Edward non rispose, si chiuse di più in se stesso e non commentò l’ultima informazione che gli avevo fornito.

 

-Che mi dici di Emmett?-, chiese dopo un po’, sviando il discorso.

-Si farà in quattro per difendere Rosalie e Jasper... rischia grosso, anche lui. Ma ha la pellaccia dura il nostro fratello orso-

-Grosso... quanto?-, mi chiese, di nuovo preoccupato.

-Sarà attaccato dagli stessi Romeni, una donna... non so chi possa essere, non riesco a vedere il volto di persone che non ho mai visto prima in vita mia, lo sai... So che è una donna e che... si vendicherà di lui-, Edward affondò le mani nei capelli.

-Che diavolo ha combinato quello sprovveduto!-, esclamò esasperato, poi si voltò e mi sorprese con un’altra domanda delle sue: -Chi devo proteggere? Se quello che dici è vero, sono in troppi. Non riuscirò a stare dietro a tutti. Le ragazzine? Jane? Renata? Felix? Esme? Rosalie ed Emmett? La mia priorità è proteggere te e lo sai-, aggiunse in ultimo, lasciandomi a bocca aperta.

Mi sforzai di rivedere ancora la scena nella mia mente e feci cenno a Ed che la guardasse con me.

 

-Bene-, disse soddisfatto da quello che aveva visto, alzandosi e pulendosi i pantaloni dalla polvere che c’era sul pavimento, -Ma non aiuterò anche lui, se dovrò difendere te e Jane-, mi baciò sulla guancia e uscì dalla cantina, lasciandomi sola. Oh, quanto avrei voluto essere umana, ubriacarmi di vino e svegliarmi solo dopo che tutto era successo!

 

-Mamma mi aspetta-, dissi tra me e me, scrollando la testa e allontanando quei pensieri di baccanali. Mi alzai e corsi fino alla casa di Marcus, dove lui mi aveva detto che l’avrebbe trasferita al più presto.

 

Sorrisi, pensando a mia madre e a Marcus ed entrai nella casa.

 

 

 

***

Emmett

***

 

-E questo che cosa sarebbe?-, strillò Rosalie, quando testò la punta della freccia che le avevano dato, insieme a tutto l’occorrente per il tiro con l’arco. Una piccolissima ferita aveva segnato la pelle bianca della sua mano, alla semplice pressione dell’arma sul suo dito.

-Fammi vedere-, le strappai di mano la freccia e ripetei l’esperimento, tagliandomi: -Fico!-, esclamai e succhiai la punta del dito, per risarcire la ferita.

Uhm... buono...! Però… potrei tagliuzzarmi e bere qualche goccetta, giusto quando ho se..

-Che roba è?-, chiese Rose ad un nostro ‘commilitone’, che stava sistemandosi addosso una faretra. Era lui che le aveva dato l’arco, mentre io avevo preso la spada che brandivo come un trofeo di guerra.

-Non combatteremo alla ‘vecchia maniera’, ma con queste-, ci rispose, ammiccando soddisfatto.

 

Avevo vinto dieci volte contro Edward al videogames del Signore degli Anelli, sia con Legolas, che con Aragorn, che con Frodo: ero un genio nei combattimenti all’arma bianca! Beh, in realtà mi sentivo un po’ scemo quando facevo Frodo... ma Jasper si era stancato di fare Gandalf e voleva Legolas e... oh, insomma, il punto è che io ero il più forte di tutti!

 

-Hai sentito, Rose? Faremo come nei videogames!-, esclamai e feci saettare la spada sopra le nostre teste.

-Io starei attento...-, mi squadrò dal basso la guardia che mi aveva armato, -E’ molto tagliente...-

-Lo vedo! Che razza di materiale è, se può tagliare la nostra pelle!?-, domandò terrorizzata Rose, che stava cercando di sistemare con cura le frecce, perché non la ferissero di nuovo.

-L’unico che può tagliare la nostra pelle-, rispose con ovvietà il nano. Beh, non era proprio un nano, ma in confronto a me... Evidentemente lo stavo guardando con aria un po’ sbruffona, perché lui afferrò la mia mano e mi diede un morso.

-Ehi! Ma sei matto?-, esclamai saltando dal dolore e colpendolo con una manata, mentre la ferita superficiale si chiudeva davanti ai miei occhi.

 

-Denti?-, domandò quasi urlando la mia Rose, strabuzzando gli occhi in fuori e lasciando cadere inorridita la faretra che teneva in mano.

-La tua donna è molto più sveglia di te-, osservò il nano e proseguì oltre, lasciandoci indietro, rispetto al corteo che era partito di nuovo. Mancavano davvero poche centinaia di metri a Volterra, i fuochi d’artificio sibilavano alti in cielo e i primi fiocchi di neve iniziavano a cadere ancora, come da un paio di giorni a quella parte. Forse qualcuno, davanti a tutti noi, aveva già mosso battaglia contro i Volturi.

 

-Tenete-, bofonchiò il Romeno, che era tornato indietro battendosi il palmo calloso sulla fronte, come se si fosse ricordato solo allora di una cosa importante, che gli stava sfuggendo. Dopo aver frugato in una sacca che portava con sé, ci porse due fogli, apparentemente simili a volantini. Ne presi uno e lo rigirai tra le mani, senza osservarlo realmente.

-Questi sono i bersagli prioritari del nostro attacco: memorizzate i loro volti e, se li incontrate, non perdete tempo a presentarvi: Stefan e Vlad li vogliono morti. Subito…-, disse ghignando e fece per allontanarsi, mentre io, distrattamente, davo un’occhiata alla lista.

-Quant’è giovane…-, sentii mormorare Rose, che sfiorava col dito la piccola foto di una ragazzina bionda. Il mio pensiero inseguì il suo ed entrambi pensammo ad Oksi, perché ci guardammo e trovammo solo preoccupazione sui nostri volti.

-Giovane e letale-, chiosò la guardia, fissandoci con una smorfia che doveva essere un sorriso: -Quella piccola pazza è pericolosissima, forse la più pericolosa delle Guardie di Aro: tenetevene alla larga, perché può farvi molto male anche a distanza…-, concluse e ci lasciò da soli. Era sceso il silenzio tra me e Rose, per i nostri pensieri, per quello che non c’era stato bisogno di dirci. Anche Oksi poteva essere pericolosa, anche lei poteva agire a distanza sulle volontà degli altri.

Solo che lei stava morendo e non sarebbe stata un pericolo per nessuno dei Volturi.

Feci una carezza sui capelli di Rose e tornai ad osservare il volantino. Sotto ad ogni foto c’era un nome: Aro era quello dai capelli neri, Caius sembrava quasi albino, Marcus non sembrava poi così stronzo, almeno dalla foto. Erano identici ai loro ritratti, appesi nello studio di Carlisle, nella casa di Forks. Identici e identicamente raccapriccianti. Loro erano ‘Gli Anziani’.

Senza volerlo strinsi un po’ troppo il volantino, che si strappò in un punto; continuai a scorrerlo con lo sguardo: oltre ai ‘tre Moschettieri’ c’erano un bestione che non entrava nella foto, dal sorriso a fighetto, un altro ragazzo, che somigliava molto alla biondina che aveva colpito Rose, un altro uomo, sulla trentacinquina, piuttosto insipido d’aspetto e una bionda da paura con due tette da calendario che…

-Edward…-, mormorò Rose e portò una mano alla bocca, spaventata, indicando in alto, sul suo volantino: c’era anche la foto di nostro fratello, che sul m io non avevo visto, perché stava proprio sotto al mio dito.

 

“Edward Cullen, quarto Anziano. Potere: lettura del pensiero. Grado di pericolosità: 5 Priorità di morte: 5, diceva la didascalia associata ed un lento, doloroso brivido, si fece strada in me. Perché ‘5’, lo sapevamo, significava morte immediata qualora qualcuno lo avesse incontrato sul suo cammino…

 

-C’è anche lei…-, un sussurro volato via nel vento e nella neve, mentre Rose fissava attonita la foto della piccola Alice, sorridente alla vita.

 

-Bastardi…-, masticai tra i denti, stringendo l’elsa della spada e accartocciando il mio foglio. Lo infilai in tasca e mi allontanai, portando le mani tra i capelli.

 

In che cacchio di situazione ci eravamo andati a cacciare? Non avrei mai potuto difendere tutti… Rose, Oksi, quella crapa vuota di Jazz… e adesso anche Edward e Alice, che erano due dei bersagli principali del… nostro esercito!

 

Il nostro Esercito! Che situazione del cazzo! Che situazione mostruosamente del cazzo!!!

 

Senza accorgermene, avevo estratto la spada dalla sua custodia e la stavo brandendo in maniera pericolosa. Scossi la testa, sbattendola a terra.

-Attento…-, gracidò la guardia, sbeffeggiandomi e facendo tornare il mio interesse verso quello che tenevo in mano, dalla natura ignota.

-Ma che diavolo è…-, sussurrai tra me e me, mentre lui si allontanò, stavolta per non tornare.

 

Rose si strinse al mio fianco, indicandomi di lasciar cadere la mia spada.

-Emm... sono fatte di... denti!-, balbettò spiegandomi in maniera chiara la questione.

-Ah...-, osservai e la guardai imitando il suo orrore, -E da chi li hanno presi i denti?-, chiesi preoccupato.

-Sono di vampiro, ovviamente... ma sembrano saldati tra loro... io non capisco...-, rispose mogia la  mia dolcissima Rose.

Lo sbuffo di un cavallo alle nostre spalle ci fece trasalire; ci voltammo ed incrociammo lo sguardo scarlatto di Jasper, che ci fissava dall’alto della sua cavalcatura. Il muso dell’animale era a pochi centimetri dal mio e mi guardava senza paura. Ringhiai piano contro di lui, che mi infastidiva.

-Com’è che non scappa?-, domandai a Jasper, intuendo la risposta, ma non volendoci credere.

-Indovina...-, sghignazzò mio fratello, digrignando i denti e leccandosi le labbra.

Se l’era pappato e vampirizzato!?

-Disgustoso!-, esclamò Rose, schizzando all’indietro. Sapevo che lei amava molto gli animali e i cavalli in particolare. Le ricordavano la sua giovinezza. Diceva che se non avesse trovato me, probabilmente si sarebbe sposata lo stalliere che le faceva la corte prima ancora di fidanzarsi con quel porcomaiale di Royce. Non ci avevo mai creduto, ma la cosa mi infastidiva non poco... Cos’avrà mai avuto ‘sto stalliere?!

-Di chi sono questi denti?-, domandai a Jazz, tenendomi alla larga dal muso pericoloso del suo destriero, puntando contro di lui la spada che avevo raccolto da terra. Quel cavallo non mi piaceva. Per niente... Mi guardava torvo, con occhi enormi in cui si intravedeva il rosso...

 

A caval donato non si guarda in bocca!, diceva sempre mia mamma... mai come allora quel detto mi parve più azzeccato. Col cavolo che mi sarei messo a giocare allo stalliere buono con quella bestiaccia nera!

E’ inutile che mi guardi, ronzino! Non sono un’enorme patata, tieni alla larga quei dentoni dalla mia testa!

 

In quel momento, il nostro frullaumori-Jasper pareva a posto: ci sorrideva, non sbruffoneggiava troppo, non comandava, non pareva volesse scoparsi mia moglie ed era lontano da Oksi.

Ok, potevo permttermi di parlare con lui da uomo a uomo.

-Ti ricordi quel simpatico borghettino medievale sulle montagne, dove ci siamo accampati qualche giorno fa?-, mi domandò facendomi l’occhiolino.

-Era... deserto-, ricordò Rosalie.

-Non lo era, prima dell’arrivo della nostra avanguardia...-, sorrise obliquo Jazz rivolto a Rosie, a cui ripeté il gesto di strizzare l’occhio. Te lo cavo, quell’occhio se la guardi ancora a quella maniera!

Allungò una mano, piegandosi sul collo dell’animale e fece una carezza sui capelli di mia  moglie, che si irrigidì tutta, fulminandolo con lo sguardo.

Come non detto: il deficiente voleva ancora scoparsi mia moglie, ma per il resto pareva piuttosto calmo e ’pensante’. E questo rendeva la prima cosa ancora più odiosa da accettare...

-Cioè quei bastardi hanno ammazzato tutti gli abitanti di Fiumalbo per... i loro denti??-, Rose era furibonda e disgustata.

-Zuccherino, ti ricordo che fai parte di ‘quei bastardi’ anche tu! È una cosa che gli umani fanno da tempo immemore agli elefanti e ai narvali, non è poi così assurdo che noi lo abbiamo fatto a loro-, spiegò con flemma, -E poi, è possibile plasmare i denti a quella maniera solo quando sono in fase di trasformazione... altrimenti sarebbe troppo difficile-, terminò di spiegare, buttò un bacio a Rosalie e si allontanò.

Vattene, brutta scopa di saggina!

-Aspetta-, lo richiamò mia moglie e avrei voluto che in quel momento si materializzasse Alice e se la portasse via a fare shopping. Mi sarei prestato volentieri ad una estenuante gimcana tra i negozi del centro in periodo di saldi, bastava che Rosalie e Jasper interagissero il meno possibile...

 

-Oksana... dov’è? Poco fa era con te-, gli domandò preoccupata e in un istante anche i miei pensieri tornarono quieti, ma preoccupati.

Ok, stavo facendo casino, ma... insomma, ero quieto da una parte, mentre ero preoccupato per la bambina e... Il sospetto che il porcomaiale di saggina mi stesse influenzando con il suo potere mi sfiorò la mente…

-La ragazzina sta bene. Sta giocando con dei gattini che abbiamo trovato poco fuori le mura. Temo che se li mangerà, alla fine, ma per ora ci sta solo giocando-, per un attimo mi parve che il vecchio Jazz-fratello melodrammatico fosse tornato a galla, riemergendo da sotto gli strati del Jazz-cinico, del Jazz-burattino, del Jazz-ladro-di-mogli e del Jazz-spaccone. Quanti strati poteva avere una persona, prima di arrivare a toccare sul serio il suo animo?

 

-Vieni con me, ti porto da lei...-, le disse, sorridendole con dolcezza e tendendole la mano, per farla salire in groppa al suo cavallo-vampiro che a me proprio faceva un certo effetto... Mi ricordava i Thestral di Hatty Potter e... brr...

Giù le zanne, quadrupede!

-Sì-, rispose Rose con voce spenta e accettò la sua mano, montando davanti a lui, che la tenne stretta, fece girare sulle zampe posteriori il bestione e se ne andò.

 

Sì????

 

-Ehi! Rosalie? Ma che fai? Jazz!-, li rincorsi per un po’, incazzato come una biscia, poi mi sedetti nella neve, nel mezzo al resto dei soldati che mi passavano accanto, ignorandomi.

 

-Informati se tagliano anche le corna, come i denti, Jasper. E dopo inizia a correre!, Perché tutte quelle che ti ha messo Alice fanno di te un bellissimo esemplare da esposizione! DAMERINO!-, urlai al niente e sbuffai, raccogliendo la faretra di Rosalie e tenendola da parte. –Ma temo che dovrò correre anche io… UFFA!-, colpii con la spada un ramo caduto accanto a me e lo tagliai di netto.

 

Come Goemon… FICO!

 

Ma come cazzo ero finito in un triste videogame? Mi aveva risucchiato l’armadio di Narnia? Avevo incontrato il Bianconiglio e neanche me n’ero reso conto? Oppure stavo solo dormendo, da dieci anni, e presto mi sarei risvegliato tra le braccia di Rosie, nella nostra casa bianca a Forks???

 

 

 

***

Rosalie

***

 

-Ora fammi scendere. E’ evidente che Oksana non è più qua-, ringhiai contro Jasper, che non mollava la presa sulla mia vita e continuava a galoppare nella direzione opposta a Volterra. Le ultime frange dell’esercito romeno le avevamo superate già da qualche minuto, la città era lontana.

-E’ di là che dobbiamo andare, stupido!-, lo infamai, piantando le unghie nella pelle del suo braccio. Se non fossimo tornati subito, Emmett si sarebbe arrabbiato…

Sentii la fronte di mio fratello appoggiarsi alla mia schiena e il suo corpo tremare.

-Che ti prende? Che stai facendo, Jazz?-, urlai di nuovo, divincolandomi e saltando giù dal cavallo in corsa. Jasper si fermò, tornò indietro e smontò dall’animale, che rimase immobile accanto a lui, senza respirare. Faceva impressione...

 

Mio fratello stava fermo, con le spalle ricurve e la testa bassa, tremando ancora.

-Jasper-, mi avvicinai a lui, che non rispondeva, -Jasper, che hai?-

Solo allora mi accorsi che stava singhiozzando e, nonostante dai suoi occhi non uscissero lacrime, sembrava davvero stesse piangendo, come un umano.

-Jasper...-, gli feci alzare il viso, sfiorandolo con l’indice sotto al mento, ma lui mi schivò, sembrava vergognarsi.

 

-Scusami, Rosalie... io...-, andò giù come un sacco di patate, rimanendo seduto sui talloni, a terra, mentre singhiozzi più forti squassavano il petto e facevano tremare la schiena. Mi abbassai e posi una mano sulla sua spalla: -Che ti prende-

Mi guardò, senza dire nulla. I suoi occhi profondi di brace mi fissavano colpevoli e amareggiati.

-Con quale Jasper ho l’onore di conferire, stavolta?-, gli domandai cercando di farlo sorridere.

-Oksana... l’ho nascosta. Poco fa, quando Stefan ha ordinato l’attacco… è successo qualcosa. Oksana ha emesso un gemito, ha preso a sanguinare dal naso ed io, proprio in quell’attimo, sono tornato in me. Mi sono allontanato con la scusa di controllare le retrovie l’ho nascosta in un posto sicuro, in modo che quei tre non la trovino. In qualche modo lei non mi controlla più. Adesso è tutto… confuso… mi sono trovato su quel cavallo, vestito come un deficiente e… che ci faccio, qui, Rose? Mi ricordo della battaglia, di te ed Emm… ma perché io sono a cavallo e voi invece state in un angolo, indifesi? So che voi due tenete molto alla ragazzina… ma perché? Chi è? Perché sono a capo dei Romeni? Non ricordo… So solo che lei mi controllava e che da adesso fingerò di essere ancora sotto il suo comando, ma... non lo sono più... capito? Qualcosa mi dice che se fingo… sarà più facile sopravvivere e far sopravvivere voi due. Ho fatto in modo che Emm pensasse che invece è rimasto tutto è come prima. E’ troppo onesto per mentire, lui...-, si chiuse ancora di più a riccio su se stesso, mentre io rimasi imbambolata per un po’, metabolizzando le sue parole. Poteva davvero essere la verità?

Poteva davvero essere tornato il Jazz lunatico e follemente innamorato della sua principessina matta?

 

-Il regalo ideale per un folletto capriccioso?-, chiesi senza pensarci due volte, sussurrando appena le parole apparentemente sensa senso. Mio fratello mi fissò e rimase immobile, catalizzando la mia attenzione, giusto per il tempo di un respiro.

-Un paio di Jimmy Choo senza tacco...-, rispose Jasper con voce atona, aprendosi in un’espressione stupita di aver ricordato una cosa del genere, ma subito dopo si rabbuiò: -Io non ricordo molto di lei… so solo che l’amavo, che era la mia vita, e che adesso non c’è più. So che sta ‘dall’altra parte della barricata’ e che anche lei sarà in pericolo. Ma perché è , cosa ci facciamo noi qua… questo…-, scosse la testa, confuso, – Le immagini arrivano a sprazzi e se ne vanno via troppo velocemente. E’ come se mi mancassero anni e anni di vita. So che lei non è sola, c’è anche nostro fratello. So che sono in pericolo entrambi, perché combatteremo contro di loro. So che eravamo fratelli, che c’era una famiglia. So che ci chiamavamo Cullen. Ma chi siamo ora? Mi sento sbagliato, qua dentro… Che ci faccio qua, che è successo?-

-Alice ed Edward ci aspettano-, gli dissi e lui chiuse gli occhi, per un attimo. Quanto dolore doveva avere dentro, quanta delusione ancora doveva ardere nelle sue vene, quanta gelosia tenuta a freno.

Corsi ad abbracciarlo: dopo... dopo forse dieci anni, per la prima volta, era davvero tornato quel fratello che credevo di aver perduto per sempre. Un brivido perverso percorse la mia schiena e non fui in grado di impedire che anche il suo potere se ne accorgesse.

Mi staccò da sé e mi guardò turbato.

-Rose...?-, domandò, senza capire, aggrottando le sopracciglia.

-Tu... tu non ricordi niente neanche di… questo, Jazz?-, gli chiesi, sentendo la vergogna infiammarmi le guance, anche se sapevo che non era possibile.

Lui scosse la testa, turbato, il cavallo nitrì nel silenzio della radura, interrotto solo dal vento che frusciava tra i rami secchi, in alto, tra le chiome spoglie degli alberi.

-Vuoi andare da Oksana?-, chiese, premuroso e mi feci accompagnare dalla bambina, lasciando cadere il discorso precedente.

 

Quello che vidi mi fece inorridire. La piccola dormiva infagottata in una coperta e una pelle di non so cosa, avvolta attorno all’esile corpicino. Un rivolo di sangue scarlatto scendeva dalla narice a macchiare la pelliccia bianca. Era molto pallida e il suo respiro era affannato. Jasper si chinò su di lei e le fece una carezza sulla fronte. Rimasi molto colpita da quel gesto, avevo una tale confusione in testa che...

 

-Mami...? Mi hai trovata?-, pigolò Oksana, svegliandosi e sbattendo più volte gli occhietti stanchi. Annuii e la presi in braccio, mentre lei continuava a parlare con voce assonnata.

-Hai visto? Ce l’ho fatta... mi sono sforzata tanto, ma sono riuscita a rompere il legame con Stefan. Ora sono libera... siamo liberi-, allungò una mano fino a posarla sul volto di Jazz, che le sorrise. Erano liberi, sì, ma a che prezzo? Quale violenza aveva dovuto fare sulle sue precarie forze per rompere quel legame?

-Adesso riposati, cucciolina, vedrai che presto sarà tutto finito e ti faremo stare meglio-, le dissi e lei richiuse subito gli occhi, assopendosi. Era allo stremo delle forze...

Jasper mi guardò, sconsolato.

-Mi odierai per questo... anche per questo... ma il suo sacrificio non deve essere vano-, mi prese per le mani e mi fece rialzare; -Cercherò di infiltrarmi ancora tra di loro e di far vertere la battaglia a nostro favore... di noi quattro, intendo. Finché Oksana sarà al sicuro in questa radura, forse sarò in grado di agire con la mia testa. E’ così... disgustoso capire che sei controllato, che hai fatto gesti dei quali vorresti pentirtene in eterno...-, si zittì per un attimo, fece due passi da solo, poi si voltò e mi pose la domanda che non doveva pormi.

-A te che ho fatto? Perché Emmett mi odia? Che è successo tra di noi, Rosalie?-, mi domandò e mi sentii avvampare.

Chiusi gli occhi e inspirai, sperando che non ripetesse le sue parole, ma non fui accontentata.

 

-Riportami da Emm-, gli risposi ed in silenzio galoppammo fino all’ultima frangia dell’esercito, avvistandolo solo, seduto in mezzo ai carri che gli passavano accanto. Alzammo entrambi le sopracciglia, stupiti e divertiti da quell’atteggiamento infantile.

 

Un solo sguardo e, prima di smontare da cavallo e correre da mio marito, senza guardarlo negli occhi, risposi alla domanda di Jasper e con la coda dell’occhio lo vidi rimanere di sasso e pentirsi ancora di quel che aveva fatto, senza saperlo.

 

 

-Prode Aragorn, prode Aragorn! Salva la fanciulla indifesa!-, trillai, avvicinandomi ad Emmett: era troppo giù, dovevo tirargli su il morale. Mi accovacciai tra le sue gambe e lo baciai dolcemente.

-Chiamami Rudolf-, mi disse, senza rispondere al bacio e guardando un punto lontano, -Non Aragorn-

Lo guardai senza capire.

-Rudolf, la renna, quella di Babbo Natale!-, urlò, alzandosi, e con la mano mi fece il segno delle corna.

 

-Sei un cretino-, gli urlai dietro, prendendo da terra la faretra e corsi da lui. Era stato un gesto stupido il suo, da ignorare, eppure non ce la facevo: subivo la tensione, avevo paura di perderlo davvero. Parlai d’istinto: -Sei un cretino. Io sono pronta a farmi ammazzare per tenerti in salvo, sono pronta a vendere la mia anima al demonio per vederti sano, per vederti felice. Sono disposta a vendere il mio corpo, perché tanto è solo un involucro. La mia anima sarà per sempre tua e tu lo sai. Ho visto Oksana... sta morendo, Emmett! Vuoi la verità? Vuoi sapere perché Jasper mi ha portata via? Perché mi ha mostrato dov’è nascosta Oksana. Tu sei troppo... troppo impulsivo, troppo ingenuo. Stiamo cercando di tenerti al sicuro. Lo vuoi capire? Tu giochi con queste armi, ma c’è gente che è morta e altra che morirà per esse. Tu non devi essere tra di loro. Tu sei l’unica parte rimasta realmente pura di tutta la nostra famiglia, tu...-, mi sentii abbracciare e l’immenso cavaliere dai capelli neri e il mantello si chinò su di me, tappandomi la bocca con un bacio da favola.

 

-Allora combatteremo insieme e vinceremo, oppure diremo entrambi addio a questo mondo, perché tu non venderai il tuo corpo, né ti farai ammazzare per tenermi in salvo. A me basta saperti vicina e sarai il mio scopo. E se ho uno scopo, combatterò anche contro i draghi per difenderti e per restare uniti-

 

-Stai attento, Emm-, dissi sulle sue labbra, con la morte nel cuore.

-Stai attenta anche tu, principessa-

 

-State entrambi attenti, fratelli: i primi Romeni sono già entrati nella città e i Volturi li stanno spingendo da questa parte. Le armi che portate… fate attenzione, perché non solo possono ferire un vampiro, ma sono in grado di ammazzarlo. Sono state plasmate con i denti dei neonati e in più una lega di argento. Non è una leggenda, quella dell’argento: se viene a contatto della pelle non ci fa nulla, ma provate a tagliarvi con quelle e capirete… No, Emm, non provarci davvero! State attenti.  Adesso correte, mettetevi in salvo e... porta Oksana in un posto sicuro, Rosalie!-, Jasper spronò il cavallo e si voltò verso la città, pronto a partire.

-Dove vai? Resta con noi...-, lo implorai, stretta nell’abbraccio di Emm.

-Devo salvare Alice ed Edward... poi tornerò da voi... E dopo... dimenticheremo tutto... Dopo torneremo per sempre una famiglia... fratelli miei-, con un colpo di speroni sulla pancia dell’animale schizzò via e sparì nella neve, diretto verso il cuore pulsante della battaglia.

 

 

 

***

Jasper

***

 

Ho mentito.

Ho detto a Rosalie che ricordo tutto… ma non ricordo niente, in realtà.

E’ vero: ho visto la ragazzina sanguinante e sono stato preso da una indicibile sete. Sono scappato con lei: l’avrei uccisa se lei non mi avesse bloccato. Non avevo idea di chi fosse, di cosa stesse accadendo attorno a me.

‘Jasper, ti prego, aspetta’: mi ha fermato con queste parole. Mi ha detto che mi avrebbe spiegato, che era stata tutta colpa sua quello che era accaduto.

La mia gola bruciava da fare male, ma qualcosa mi ha trattenuto dal farle fuori in un istante. Forse è stata la mia coscienza, ma dubito di averne ancora una…

‘Mi chiamo Oksana e sono una mezza vampira: se mi berrai, non avrai alcun sollievo, Jasper Cullen!’, è stata la prima cosa che ha detto. Un bluff, certamente, ma ho deciso di crederle e lasciarla parlare. E così il mio nome era Jasper Cullen…

Mi ha detto che non eravamo soli, ma che dovevamo aiutare Rosalie ed Emmett.

Fino a quando non mi ha parlato di loro, non ricordavo nulla, poi, via via che le parole rincorrevano le parole, nella mia testa si illuminavano frammenti di memoria.

Quello che lei accennava, io riuscivo a ricostruirlo.

In breve mi era stato chiaro quale fosse il mio ruolo nell’esercito e cosa stessimo facendo lì, davanti alla cittadina circondata dalle mura; avevo ricostruito subito il ruolo della ragazzina e di Rosalie e di Emmett: erano i miei fratelli buoni, che si erano occupati di lei, Oksana.

‘Hai una moglie, tu, me l’ha detto Emmett. Ma sei arrabbiato con lei e stai andando a riprenderla. Sta nella città, insieme al vostro fratello. Emmett dice che lui ti ha fatto davvero arrabbiare… ma non fargli del male, ti prego!’, ha aggiunto Oksana e le immagini di Edward e Alice si erano svelate alla mia memoria, senza che ricordassi i loro nomi. Che può aver fatto Edward di così malvagio da avere tutto questo timore delle mie reazioni?Avevo frugato nella tasca e ritrovato una vecchia foto in bianco e nero: Alice…

 

Quello che Oksana non mi ha detto è il motivo della mia arrabbiatura, né ha accennato al fatto che io ho commesso delle azioni turpi e sconsiderate. Ho insidiato Rosalie ed Emmett lo ha saputo: tutto ciò l’ho scoperto dalla diretta interessata, carpendo quante più informazioni possibile dalle sue parole. E’ grazie a lei che ho ricordato i nomi di Alice ed Edward…

Rosalie non deve capire che sono all’oscuro di tutto, che non so in che direzione remare, in realtà… devo far sì che si fidino di me, perché li proteggerò fino alla fine, anche se non so come…

 

Chissà che cosa ci riserverà questa notte innevata. Chissà se riabbraccerò Alice e se ricorderò davvero il sentimento che riesco solo a sfiorare nei miei pochi ricordi. Chissà se rivedrò Edward e se il legame fraterno che certamente ci univa sarà lo stesso di allora. Nonostante quel che lui può aver fatto…Chissà se capirò qual è il mio posto in mezzo a tutti loro, se ritroverò quella madre e quel padre che certamente avevamo e dei quali sento la mancanza, come un vuoto lasciato nella mia coscienza da qualcosa che esiste, ma che ancora non mi è dato ricordare.

 

Chissà se questa notte sopravviveremo…

 




 

***

 ... to be continued...

 
***

Disclaimer: i personaggi e gli argomenti trattati appartengono totalmente a S. Meyer. La storia è di mia fantasia e non intende paragonarsi a quella concepita e pubblicata da S. Meyer.

***

Twilight, New Moon, Bella Swan, i Cullen, i Volturi, Stefan e Vlad, il Clan di Denali, il Wolf Pack dei Quileute sono copyright di Stephenie Meyer. © Tutti i diritti riservati.

La storia narrata di 'Proibito', le circostanze e quanto non appartiene a Stephenie Meyer è di invenzione dell'autrice della storia che è consapevole e concorde a che la fanfic venga pubblicata su questo sito. Prima di scaricare i files che la compongono, ricordate che non è consentito né il loro uso pubblico, né pubblicarli altrove, né la modifica integrale o di parti di essi, specialmente senza permesso! Ogni violazione sarà segnalata al sito che ospita il plagio e verrà fatta rimuovere.
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Alcune persone hanno pensato che Esme avrebbe dovuto essere più dura con Bella, la donna che le ha rubato l'uomo,
ma io la penso diversamente.
Per questo vi anticipo che il prossimo capitolo
sarà ambientato ancora nella cella, con Esme e Bella che parlano tra loro.

Intanto, ecco i ringraziamenti!!!


 isabbellina [Contatta]
Ma... scusa, la ff è arancione, no? Boh, non capisco... Ti ringrazio per la tua recensione e spero che questo capitolo sia stato all'altezza delle aspettative!
Un bacio e grazie!
 Crosty [Contatta]
Uhm... io non credo che Bella abbia causato dolore ad Esme: cioè... lei sapeva che Carl si era rifatto una vita con un'altra donna... meglio fosse stata un'emerita estranea? Una Tanya della situazione? Cmq l'incontro tra le due per me non poteva che essere così, pieno di cose non dette, ma *sentite*. Un bacio!
 matrix [Contatta]
Quante possibilità per un lieto fine? Dipende cosa si intende pe rlieto fine, ovviamente, ma posso qui affermare che, alla fine della battaglia, ci sarà un bilancio con 4 del gruppo dei buoni che non ce la faranno e 4 del gruppo dei cattivi che schiatteranno, per la par condicio... i nomi? Beh, diciamo che sono tanti i personaggi... e poi: chi sono i buoni e chi i cattivi? Ma come sarò perfida, da 1 a 10? muahahahhaha!!! Anche tu hai usato, parlando di Esme, la parolina d'ordine: Esme *accetta* la storia di Bella con Carl, accetta Bella come figlia, accetta che sua figlia dimostri + anni di lei! XD Scusami se ci ho messo tanto ad aggiornare: questi capitoli sono difficili e lunghi e il mio tempo per scriverli è poco... quindi, *accetta* il mio ritardo, please! *__* Sugli attori dei film... onestamente non mi piacciono, davvero... forse salvo Aro, Jane, Charlie, Renee, Alice, potrei arrivare con uno sforzo enorme di volontà anche Carlisle, ma è dura... Quindi, perché non farne di miei e dare modo agli altri di immaginare anche questa variazione sul tema? :-P Un bacio e grazie!!!
 hermy90 [Contatta]
Eppure marcus ed Esme si danno ancora del lei... non è che fantasticate troppo, ragassuole? :-P Onestamente non credo che Esme abbia mai pensato che Bella sia 'quella che le ha rubato l'uomo'', semmai pensa che sia "quella che l'ha riportato in vita dopo che lei l'ha lasciato"... oppure... chissà... :-P Un beso e a presto!
 maja89 [Contatta]
Cara maja, non sottovalutare la mia ostilità nascosta verso certi personaggi... muahahhahahahahah!!!! >:-[ No, dai, scherzo!!! Ma l'idea di fare Gianna vampira ora che Bernie è piccolo ometto era troppo forte! Onestamente credo che ad Aro poco importi di dare la colpa ad Athenodora per qualsivoglia peccato... a lui interessava di levarsi quella mignatta di Sulpicia dalle pelotas! XD La Poulaine incazzata VS Aro? Vedremo, vedremo... ma lui se la magna!!! ç__ç Grazie per i complimentsss e a presto!
 Rebecca Lupin [Contatta]
Uhm... non ho ben capito la tua 'dietrologia' strategica, ma il motivo del perché Marcus mette Bella con Esme è semplice: lui si fida di Esmeralda, ha capito quanto amore ha dentro e sa che è l'unico modo per salvarla da Aro, visto che 'la Regina' è bella che andata e Aro gli ha chiesto di trovarla per lui! Spero di essere stata esaustiva! Un bacio e a presto!
 Hale Lover [Contatta]
Quante domande!!! Allora, inziamo con gli auguri in ritardo! Poooi... non pensavi che Esme accettasse la situazione e si prendesse cura di Bella? E che doveva fare, altrimenti? Accusarla di colpe che non ha? Nono, questa è l'unica degna fine dei dubbi di Esme, per me! :-P Bella matta come un cavallo... beh... ci può stare! Ma mai matta come il cavallo di questo capitolo ahahah!!! :-P Ebbene, Marcus & Emse: 'sto matrimonio s'ha proprio da fare', eh? Vedremo vedremo... Eddino da solo? Beh... c'è sempre Felix... è solo soletto anche lui... ç__ç Oppure una cosia a tre con Jane, eh? che ne dici? O con Alec? :-P Beh, in realtà, per ora, Marie non torna... ma tornerà... è una minaccia! Muahahah!!! Grazie per rileggere i vecchi capitoli! Se poi vuoi (onestamente  non ricordo se le hai lette...) ci sono anche le OS e Havoked... anche se quella procede a passo di bradipo! Un bacio e grazie!
 ninfea306 [Contatta]
Oh, perfettissimo!!! Grazie cara Ninfea per aver colto anche tu l'essenza del capitolo e la chiave di lettura: Esme non deve perdonare nulla, perché non c'è nulla da perdonare! Non sai quanto mi abbia fatto piacere leggere la tua recensione, davvero! Un abbraccio e a presto! (PS: vari mesi fa, + o -, ti avevo risposto ad una mail... mai arrivata?) Ciao ciaoo!!!
 Angie Cow [Contatta]
Cara Angie, non so se sono una bella persona dentro, ma certamente ora giubilo perché dalla tua recensione capisco che hai capito perfettamente ogni piccola sfumatura che ho dato ad Esme nella storia ed in particolare in questo capitolo. Sono davvero soddisfatta di avere lettrici come te! Un abbraccio e a presto!
 damaristich [Contatta]
Cara Damaristich, forse, leggendo a spizzichi e bocconi, hai saltato i punti dove si chiariva come Bella non sia la causa della distruzione dei Cullen, bensì lo siano state le scelte collettive intraprese da tutti i membri della famiglia, con un discreto pilotaggio di Aro & Friends Tipo Edward che decide al posto di Bella e preferisce che le vengano cancellati memoria e sentimenti, Jasper che tradisce Alice, ecc ecc. Esme non ha nulla da perdonare a Bella: è stata lei a lasciare Carlisle e sempre lei a restare assieme a lui per 80 anni, pur sapendo che lui non la amava... La forza di Esme non nasce in questo capitolo, ma cresce nel tempo, via via che ripercorre i suoi sbagli e capisce quali siano le priorità della sua vita. Sulle tue domande posso risponderti che al momento Alice ed Edward non stanno insieme, ma nonposso fare anticipazioni sul futuro. Chissà... Grazie per la recensione e ciao!
 bells84 [Contatta]
Addirittura le lacrime??? Daai!!! Non esageriamo... :-P Grazie per la recensione e a presto!
 KatyCullen [Contatta]
Cara Katy, ti ringrazio per le tue parole... beh, sì, ho immaginato la fine della storia dal momento in cui ho iniziato a scriverla e quindi... cerco di dare il meglio che posso! Esme non ha motivi per arrabbiarsi con Bella: in fondo lei sapeva già che il suo amato aveva trovato un'altra compagna e sapeva anche di essere stata lei ad andarsene... lei ha accettato la realtà. E' stata forte. Un bacio e grazie, come sempre!
 __cory__ [Contatta]
Ciao Cory, dunque, per l'incontro ci vorrà ancora un po', o meglio, ci saranno varie fasi successive... per ora fammi sapere che ne pensi di questo capitolo! Grazie e a presto!
 vannyp1987 [Contatta]
Ciao Vanny: tu hai usato la parolina magica: Esme ha *accettato* la verità su Bella e Carl, perché li ama entrambi, e non può che accettare la situazione, sapendo che entrambi sono felici. Le tue parole sono sagge e perfette: grazie per aver colto l'essenza di questo capitolo! Ciao e a presto
   
 
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