Crossover
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Autore: francycnarf    25/01/2010    0 recensioni
Fruits Basket & xxxHOLiC
Dimmelo, Kyo, dillo che non aspetti altro nella tua vita, che spiccare il volo su ali nere come la notte e il dolore, per giungere al limite della felicità.
Dillo, Kyo, che non ne puoi più di queste catene insanguinate.
Dimmelo che vuoi venire tra le mie braccia a chiedermi aiuto...
Genere: Mistero, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Chiedo scusa a chi ha visualizzato nelle ultime 6 ore questa fiction ma ero dovuto uscire urgentemente e non ho potuto continuare il lavoro di divisione dei capitoli >_<. Gomen. Continuate pure leggere ^^


Quella fila di pini ricordava a Kyo un corridoio, tanto che era fitta; un corridoio con tanto di volta verde e puntigliosa in alto.
Non aveva più sentito quel guaito, ma continuava a camminare in quella zona ignota, per il gusto di farlo. In fondo poteva anche ritardare un po’ per la cena con Tohru, Shigure e Yuki .
Stavolta sentì nuovamente quel guaito, che però proveniva alle sue spalle.
Si voltò di scatto.
Gli sarebbe potuto venire un crepacuore nel vedere la volpe argentea dagli occhi rossi che aveva albergato nei suoi sogni, con tanto di lunghe e maestose code. Si guardarono per una frazione di secondo, poi essa superò Kyo rapidamente.
- Non è possibile- fece Kyo allibito.
Nel voltarsi nella direzione opposta per seguire con lo sguardo la volpe, sobbalzò.
- Io direi che è possibile…- disse una voce femminile dalla tonalità enigmatica.
Davanti a lui, ad un metro di distanza, c’era una donna, alta, snella e con la pelle chiara.
Indossava un lungo ed elegante kimono rosso, con sopra ricamate tante grandi farfalle nere splendenti. Per un attimo, forse a causa di qualche gioco di luce, a Kyo sembrava che esse si fossero mosse lungo la tela.
Lasciò perdere gli insetti, riportando, nell'attimo successivo, la sua attenzione sui capelli lunghi e corvini: le arrivavano alla vita, mentre una frangia pari le copriva parzialmente la fronte. I lineamenti del viso sembravano così eterei.
E quegli occhi, così saggi e carismatici, dolci ma temibili, belli… Ma
 rossi. Li aveva già incontrati pochi secondi fa, della stessa forma, della medesima intensità.
Ma forse, si convinse, era soltanto una suggestione.
- Anzi…- parlò nuovamente la donna, con enigmatico quanto affascinante sorriso - Direi che è
 inevitabile-
Un flash nella memoria di Kyo lo riportò ai kanji che si erano composti nel suo sogno: Inevitabile.
- Ma di cosa… Non so di cosa stia parlando, signora- dichiarò Kyo, diffidente come sempre.
- Oh non chiamarmi signora, mi fai sentire una vecchia!- esclamò esasperata l’elegante figura.
In effetti, all’apparenza sembrava avere sì e no venticinque anni, ma c’era qualcosa in quello sguardo che tradiva quell’ultima considerazione: sembrava una donna che aveva vissuto per secoli.
- E’ stato un piacere- rispose piatto Kyo, evidentemente non molto entusiasta di fare conoscenze in quel momento.
L’ultima volta che aveva conosciuto una donna più adulta di lui, l’aveva lasciata morire senza poter far niente.
Perciò voltò le spalle e tornò sui propri passi diretto fuori da quel boschetto, verso l’aperto del parco.
E lei domandò tranquilla:
- Hai paura che io possa morire?-
Si limitò a dire quelle sei parole per frenare all’istante i passi di Kyo, sconvolto e allibito.
- Cosa?-
- Quello che ho detto, Kyo Sohma-kun, Portatore dello Spirito del Gatto-
Stavolta Kyo si girò di scatto verso di lei e domandò velenoso:
- E’ una lontana parente Sohma, non è così?-
- Direi di no - fu il responso.
- Con chi ha parlato della mia natura? Cos’è? Un’indovina?- fece sospettoso il Gatto.
A quella domanda, l'altra si voltò di lato, portò un indice al mento e rifletté.
- Beh… Una sorta. Mi chiamano in vari modi: in genere
 Strega delle Dimensioni, o Strega dell’Estremo Oriente, o Witch Lady, ma tu puoi chiamarmi semplicemente Yuko Ichihara…- fece uscire una lunga e raffinata pipa fuori da una manica del kimono e la portò alle labbra.
Essa si accese da sola e ne uscì del fumo.
- Sappi però che non è quello il mio vero nome- avvertì - Esso è troppo importante perché sia rivelato… Troppo costoso-
Detto questo si sedette su di un tronco liscio e privato del fusto.
- Ha finito?- tagliò corto Kyo Sohma, con i capelli rossi che ondeggiavano al muoversi di una folata di vento che sembrava volerlo indurre ad avvicinarsi a Yuko.
Lui non credeva nelle utilità della chiaroveggenza.
- Sì, direi che abbiamo finito con i convenevoli- annuì con un sorriso divertito la "ragazza".
- Bene, perché spiacente, non ho soldi da spendere con un’indovina che vuole predirmi il futuro -
Tanto lo so già, pensò Kyo.
Un filo di fumo si unì ai precedenti.
Fu poi seguito da nuove parole, provenienti da quelle labbra rosse come un bocciolo di rosa.
- Non voglio predirti il futuro -
- Ah no?-
- Vedo che non ne hai bisogno:
 presumi di conoscerlo. E poi avrebbe un prezzo troppo alto. E no, non servirebbero i seicentosettantacinque yen che ti ritrovi nella tasca destra del pantalone-
- Eh?!- sussultò incredulo l’altro. Quella donna era in gamba - Avevi previsto che li avrei fatti uscire dalla tasca e li hai contati?-
- No. Lo so e basta- fece Yuko con un cipiglio alzato, come se prevedere il contenuto della tasca sarebbe stata una perdita di tempo - Ti ostini a pensare che io predica il futuro, ma non è così, Kyo-kun…-
- Chi le dà la confidenza da chiamarmi col “kun”? - sbottò l'adolescente, irritato.
- … Io sono capace di molte cose…- continuò, come se non fosse mai stata interrotta -… Prima di tutto so
 esprimere i desideri-
Ci fu un momento di silenzio. Yuko sembrava molto tranquilla e rilassata, mentre Kyo agitato e teso.
- Non tutti i desideri nascono dal nulla- profferì Kyo, ragionevole.
- Finalmente qualcosa in cui tu ed io andiamo d’accordo. Lo penso anch’io. Tutto ha un prezzo equivalente alla portata del desiderio, KyonKyon-
- Non mi chiami in quel modo idiota, per la miseria!- soffiò Kyo pestando un piede a terra. Già lo chiamavano così a scuola.
Gli sarebbe quasi uscito del fumo dalle orecchie. Quella donna lo faceva imbarazzare, oltre che a metterlo a disagio.
- Bene, spiacente, Yuko-san, ma il sottoscritto non ha desideri da voler realizzare- le avrebbe voltato definitivamente le spalle per poi andarsene, se questa non avesse risposto:
- Non credo proprio-
Era così tranquilla.
- La smetta di sondarmi- tremava per l'ira.
- Non ti sto sondando. Semplicemente se non avessi desideri, non avresti visto né me, né sentito quel guaito, né mi avresti sognata stanotte-
- …Eri tu…- realizzò Kyo, dimenticandosi della formalità -… Eri tu la Volpe- constatò a bocca semiaperta.
In cuor suo già lo sapeva, certo, ma è più facile per gli uomini ammettere di essersi illusi, piuttosto che accettare qualcosa di inconcepibile.
La donna alzò lentamente un braccio verso di lui, facendogli un silenzioso segno di venire da lei.
Il ragazzo, sin troppo stupefatto, si avvicinò, inginocchiandosi, cosicché Yuko potesse carezzargli il viso.
- Te l’ho detto, Kyo-kun…Proprio perché hai dei desideri, il nostro incontro era inevitabile-.

  
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