-Part 20-
Tuesday, December 3, 1991
Bedroom Quarters
9:14 A.M.
ARGH.
Seriamente,
non so proprio perchè certe persone
Friday, December 6, 1991
Teacher’s Lounge
6:20 P.M.
Se
la
professoressa Cooman si offre di “dar voce a tutti gli osceni
eventi che
prenderanno luogo nel mio prossimo futuro” ancora
una volta che Dio m’aiuti la…
Sunday, December 8, 1991
Astronomy Tower
1:40 A.M.
SO
CHE I
GEMELLI WEASLEY SONO DIETRO TUTTO QUESTO, E CREDIMI, QUADERNO, LI
Wednesday,
December 18, 1991
Bedroom
Quarters
Sembra
che
mi sia liberata dalla mia dipendenza da te. Ora sono perfettamente in
grado di
sopportare e accettare le piccole agonie cui mi sottopone la vita senza
doverne
scribacchiare le angoscianti cronache. Sono…una donna libera.
AHA!
11:15
A.M.
.
. . Non
che non possiamo essere ancora amici.
Thursday, December 19, 1991
Great Hall
8:08 A.M.
OH
BUON DIO
NO.
8:10
A.M.
Sto
per
spiegarti qualcosa ma, prima di tutto, devi promettermi di non
giudicare. E’
leggermente spaventoso ma, davvero, dopo tutto quello che ho scritto su
Snape
qui, si spererebbe che tu abbia sviluppato il livello di tolleranza
necessario
per incassare il colpo. Non ha niente a che fare con gente spinta
giù dalle
torri o appesa per le unghie, o persino saltuari incontri con la
doccia.
Seriamente, se comparato con tutto questo, è altamente
accettabile. Solo…
Odio
il
Natale.
Beh.
Suona piuttosto orribile, no? Come
se
dovesse essere seguito da un animoso ‘bah,
baggianate!*’ ed un massacro di
gattini, eccetera. Non è come credi! E’
solo…tutto questo lieto e gaio periodo
dell’anno tende ad essere così spaventosamente
stressante. Gli studenti
diventano belve innaturalmente indisciplinate ed il corpo docente
sembra
sviluppare questa prepotente inclinazione ad essere festivo, siccome
rimarremo
tutti qui. Beh, non dobbiamo necessariamente
rimanere, ma un buon numero di ragazzi finisce per restare ogni anno, e
gli
insegnanti che partono tendono ad essere relegati nella lista nera dei
colleghi
per tutta la prima metà di gennaio. (guarda caso, Victoria
parte per Parigi
questo week-end. Hmph.)
Comunque,
da questo apparentemente disperato bisogno di festiva e gioiosa
fratellanza è
nato…Il Babbo Natale Segreto dei Docenti di Hogwarts.
Sebbene
vada avanti da ben prima che iniziassi a lavorare qui, sono ancora
altamente
sicura che Silente sia responsabile di questo concetto. E se
l’idea dei doni
sembra incantevole in teoria, è tutta un’altra
storia nella pratica. Hai mai
provato a comprare un regalo per Minerva McGranit? E che mi dici di
Sibilla
Cooman? O magari – un uomo che crede tu sia leggermente,
irrimediabilmente
suonata solo perché, occasionalmente, passavi per le sue
stanze quando guarda
caso si ritrovava a torso nudo? (da allora ho imparato che, in questa
determinata situazione, comprare loro un maglione particolarmente
pruriginoso e
poi commentare su come vorranno probabilmente sfilarselo alla prima
occasione
non è esattamente un modo universalmente apprezzato per
risolvere le cose.)
Quindi,
sì.
E oltre a tutte le agonie derivanti da questa allegra tradizione,
c’è il fatto
che il Natale tende a rendermi semplicemente miserabile. Suppongo che
questo mi
renda una persona orribile, mentre invece dovrei sentirmi sopraffatta
da un
ritrovato senso di gratitudine per non essere una di quelle persone che
passano
tutto il tempo a sconvolgersi al Paiolo Magico, professando il loro
eterno
amore per Tom, lo sdentato barista. (non che Tom lo sdentato barista
non meriti
l’amore, ovviamente, e non che io mi trovi nella
posizione
di giudicare. Certo, non sono sdentata, ma non sono esattamente una
preda
invidiabile.) Ho un lavoro, una casa –in un certo senso- e
degli amici – er,
beh, ex-amici ed un elfo domestico, per lo meno. Ma
c’è semplicemente qualcosa
di innegabilmente solitario e triste nel
vedere la professoressa McGranitt brilla e stranamente civettuola con
Hagrid
anno dopo anno, mentre Silente trae decisamente troppo divertimento dai
Crackers** magici e ancora più piacere nel torturare Snape
con essi. (D’accordo.
Forse questa parte è vagamente entusiasmante. Ma
l’inquietante amoreggiare di
Hagrid e della McGranit ne annulla l’effetto in modo
irrevocabile.) E’ solo…me
ne sto semplicemente seduta lì, ingurgitando immonde e
deplorevoli quantità di
cibo, senza mai fare niente di particolarmente interessante, tranne per
quella
volta che Snape è stato persuaso ad indossare un cappellino
rosa ed io ho riso
così tanto da sputare accidentalmente del succo di zucca sul
Professor Vitious.
Quando non sto riversando svariate parti del mio pasto sui miei
colleghi, sono
necessariamente destinata ad essere snobbata ed ignorata. E,
sì, tecnicamente
questo mi succede per tutto l’anno, ma
c’è qualcosa di particolarmente
deprimente quando accade a Natale.
E
come se
tutto ciò non fosse abbastanza, beh…
C’è
un
pezzo di pergamena depositato alla tua destra mentre scrivo. Non
è
particolarmente minaccioso per essere un foglio di pergamena
– bianco, con un
elegante bordo rosa. Non è stregato per colpirmi in testa al
minimo movimento,
o niente del genere. (Non che questo sia mai accaduto. O se
così fosse stato,
che sia noto a tutti che non ho, teoricamente, perso né la
calma né svariate
ciocche di capelli. Né mi sono abbassata a giurare eterna
vendetta a quelle
detestabili, piccole, ipotetiche baldracche Serpeverdi. CHE TU SIA
DANNATA,
NARCISSA BLACK. Ipoteticamente.) Oh, no. Vedi, è
più quello che si nasconde
nella perfetta, morbida calligrafia che porterà alla mia
incontestabile
distruzione.
Ahem.
Cito:
“Cara
Auriga,
Tuo
padre
ha deciso di accompagnare tua sorella in Egitto questo Natale, per
incontrare
il nuovo giovanotto che sta frequentando – che vita che ha la
nostra Lyra! – ma
devo ammettere che la sola idea di tutta quella sabbia e quel calore
non mi
attira neanche lontanamente. Natale è periodo di neve
soffice che cade dal
cielo, tazze di cioccolata calda davanti ad un caminetto scoppiettante.
Cammelli e Piramidi certo non rientrano nell’equazione!
Ma
più di
ogni altra cosa, Natale è un momento dedicato alla famiglia.
E benché tuo padre
e tua sorella mi mancheranno terribilmente, ho pensato che sarebbe
stato
decisamente più saggio trarre il meglio da questa sfortunata
situazione. Ho
contemplato l’idea per un paio di giorni, e sono giunta a
conclusione che
sarebbe decisamente splendido passare il natale con la mia bambina.
Dopo tutto,
Auriga, non ti vedo da questa estate, e sono piuttosto curiosa di
scoprire cosa
c’è di nuovo nella tua vita. Sono sicura che ti
precipiterai ad assicurarmi che
non c’è niente in particolare, ma so come
apprezzare anche le piccole cose, ed
inoltre vorrei finalmente conoscere questo Algernon di cui mi hai tanto
amorevolmente parlato nell’ultima lettera. Senza considerare
che rivedere
Hogwarts sarà una gioia immensa – andavo
così d’accordo con Minerva ed il resto
della banda!
Tuo
padre e
tua sorella partiranno il 23, e così farò anche
io. Dopo tutto, la case diventa
così solitaria quando tuo marito è via
– non sono sicura che una sciocca
casalinga come me possa sopportarlo! Ah, eccomi ancora a blaterare di
qualcosa
che per te è incomprensibile. Mi spiace, cara. Forse se tu
maneggiassi con cura
questa cosa col Signor Brightmann…
Ma
naturalmente, avremo tutto il tempo del mondo per parlare di questo!
Baci!
Tua
madre”
8:18
A.M.
Magari,
se
sono molto, molto gentile, Snape considererà di buttare
anche me dalla Torre di
Atronomia.
Bedroom Quarters
9:44 P.M.
Sono perplessa.
Voglio
dire, seriamente. Come posso
sapere
cosa fare a questo punto? Lo odio. Davvero. Ha rovinato
l’unica, più
promettente relazione che potrò mai avere – e
neanche in modo banale e
mediocre! Oh, no. Gli ha spezzato la spina
dorsale. Quando si parla di malignità e di
rivoltante crudeltà in genere,
Severus Snape ne è l’impareggiabile Sovrano.
Inoltre, è stato molto, molto
cattivo con me. Dopo aver rotto la
colonna vertebrale del mio ragazzo. Come può chiunque avere
il diritto, ti
chiedo, di passare una vita intera essendo completamente sgradevole
come fa lui
e poi fare cose del genere come se
ne
fosse perfettamente autorizzato? Solo perché è un
ex-Mangiamorte con
espressioni facciali artisticamente definite non significa che abbia il diritto di andarsene in
giro a dire cose
spietatamente sarcastiche e a ridurre l’autostima delle
persone e a prendere a
calci i cuccioli. (Oh, seriamente, non fingerti sorpreso. Se Severus
Snape non ha mai calciato un
cucciolo in vita
sua, allora io sono Celestina Warbeck.) Lo
odio.
Eppure.
Sai,
credo
che potrei benissimamente attribuire tutta la colpa al fatto che sembra
sempre
comparire ogni qualvolta io sia emotivamente provata. Sono praticamente
fuori
di me per la carenza di sonno, mormorando cose (perfettamente innocenti
e
non-sessuali, sono sicura) su di lui nel bel mezzo della biblioteca?
Lui è lì.
Sono leggermente inquietata dal fatto che uno dei miei studenti non mi
calcerebbe fuori dal letto tanto quanto Snape vorrebbe
calciare un cucciolo? Lui è lì.
(probabilmente perché, in
questa particolare faccenda, sono stata io ad andare da lui, ma questo
non è
proprio il punto al momento.)
Questo
incidente era esattamente come i precedenti. In cui non era colpa mia,
e
infatti sembra supportare la mia tesi per cui Snape potrebbe benissimo
pedinarmi.
Gironzolavo
per il castello, come spesso faccio, riflettendo sulla
vastità delle mie
disgrazie. Perché, come se la notizia che mia madre ha
deciso di rendere il
prossimo Natale il peggiore della storia non
fosse abbastanza, questo pomeriggio tutti abbiamo pescato i
nomi per lo
scambio dei regali, ed a me è capitato Slatero Quirrell.
Sì, quello Slatero
Quirrell. Che è malvagio. In
combutta con Tu-Sai-Chi. In
grado di uccidere tutti noi sul colpo in qualsiasi momento. Cosa diavolo dovrei mai prendere per Slatero
Quirrell? Per qualche motivo, un modellino di Hogwarts sotto la neve
non sembra
particolarmente adatto. Non riesco neanche a passargli accanto nei
corridoi
senza rischiare di collassare dritta sul pavimento, svenuta. E, beh,
con tutto
il fatto che è cattivo e che potrebbe uccidermi eccetera,
sono sotto pressione.
Questo,
insieme con l’orripilante immagine di quello che
potrò mai dire a mia madre sul
perché non potrà conoscere Algernon, aveva
richiesto la triste passeggiata per
i corridoi.
Che,
da
quel che sembra, immediatamente si trasformò da triste a
psicologicamente
sconvolgente quando, girando un angolo, scorsi Christopher camminare
verso di
me dal lato opposto dell’atrio. Sembrava immerso in
conversazione
con una
ragazza del suo anno e non mi ha notata, ma sapevo sin troppo bene che
i
giovinastri tipicamente non riescono a mantenere alta la concentrazione
a
lungo. E, seriamente, nello stato in cui mi trovavo – con
un’interminabile
lista di problemi generalmente deprimenti, nessun fidanzato, nessuna
migliore
amica, ed un unico, progressivamente irritante elfo domestico le cui
cover di
Barry White lasciano alquanto a desiderare – ero praticamente
certa che non ci fosse modo di superare una conversazione con lui senza
tirargli almeno un
generoso scappellotto alla nuca (Mi sento quasi in dovere di far
presente a
Silente, al prossimo incontro, che a volte, semplicemente, la violenza è la risposta, persino quando
si tratta
di un alunno. In ogni caso, non importa quanto suoni persuasivo nella
mia
testa, non c’è modo per cui questo potrebbe andare
a buon fine.)
Quindi
ho
fatto l’unica cosa che potevo fare –
Fiondarmi
nella stanza più vicina e appiattirmi alla parete fino a
quando non l’avessi
sentito passare.
E
a quanto
pare la stanza convenientemente più vicina sembrava
conservare lo Specchio
delle Brame.
Silente
ci
aveva informati che quest’anno aveva in programma di farne
uso, ma seriamente – lasciarlo
in una classe
abbandonata, nel mezzo di vecchi banchi inutilizzati, può
davvero considerarsi
farne un uso responsabile? Le ragioni di quell’uomo mi sono
oscure.
E,
davvero,
appena ho realizzato cosa fosse, intendevo assolutamente andarmene
senza
neanche dargli una sbirciatina. Non ci vuole un genio per realizzare
che la mia
vita non è esattamente ideale al momento, e in qualche modo
sospettavo che
intravedere ciò che desideravo così
disperatamente essere, sarebbe stato
leggermente idiotico.
Mi
ci
vollero esattamente quattro passi e mezzo prima di determinare che una
sola,
piccola occhiata non poteva certo farmi male.
(Nota
personale: Sono idiotica. Leggermente.)
Mi
ha fatto
male. Voglio dire, non che niente di quanto visto mi abbia scioccata;
non ho
scoperto nessuno sconcio desiderio del mio subconscio, o quel che ti
pare. (Se
adesso stessi parlando con Victoria, questo da solo avrebbe certamente
meritato
un trionfante ‘AHA!’) Ma allo stesso tempo,
beh…non è così piacevole, sai?
Trovarti faccia a faccia con tutto ciò che non hai e
certamente non potrai mai
ottenere, anche se non è niente di particolarmente
difficile, semplicemente
perché hai un talento per distruggere irrimediabilmente la
tua vita.
C’ero
io,
splendente e radiante, anche se non c’erano visibili tracce
di trucco; i miei
genitori di lato, ridenti e fieri; Algernon mi sorrideva, nascondendo
malamente
una singola rosa rossa dietro alla schiena; Snape appostato quasi fuori
di
vista, sulla mia sinistra, senza sembrare particolarmente piacevole o
simili,
semplicemente…lì. Per
battibeccarci,
o per lanciargli cose. E per qualche ragione, questo da solo fu
abbastanza per
farmi completamente crollare. Sono sicura che fossi praticamente
destinata ad
avere un crollo emotivo sin dall’inizio, ma qualcosa di
Snape, che si stagliava
come un detestabile pipistrello troppo cresciuto, mi ha fatto veramente
superare il limite.
Ed
eccomi
lì, fronteggiare lo specchio imbarazzandomi orribilmente
davanti ad una
superiore versione di me stessa; dopo circa quattro secondi in cui ho,
inutilmente, tentato di evitarlo, mi sono semplicemente lasciata
andare,
immaginando che magari mi ero guadagnata un bel pianto dopo tutto
quello che
era successo ultimamente. Inoltre, sembrava il miglior posto per farlo:
girovagare per i corridoi, piangendo, tendeva a terrorizzare i ragazzi,
c’era
sempre la possibilità che uno studente (Hermione Granger o
Christopher, di regola)
potesse presentarsi su nella Torre d’Astronomia, e in qualche
modo iniziavo a
sentirmi in colpa ad avere attacchi di pianto
nelle mie stanze quando Wimmy passava di lì. Il
povero caro prova così
tanto a consolarmi, ma dopo un po’ ascoltare la sua
rassicurante versione di
You Sexy Thing non ha più alcuno effetto su di me, se non
quello di farmi
piangere ancora di più.
E
quindi
un’aula abbandonata sembrava il migliore dei posti, davvero,
ed infatti, ho
singhiozzato piacevolmente per un bel po’, prima di essere
bruscamente
interrotta da—
“Ah,
sì.
Avrei dovuto immaginarlo.”
Automaticamente,
il mio sguardo si fissò sul riflesso di Snape, ma quello
restava lì, silenzioso
e stranamente attraente. Il che, naturalmente, significava…
“Che
ci fai
qui?” ho chiesto in un modo che mi piace pensare potesse
essere considerato
piuttosto minaccioso, se non fosse stato interrotto da un pronunciato
sussulto.
“Stavo
passeggiando per i corridoi quando sono stato interrotto da alcuni
gemiti
misteriosamente simili a quelli che fa un gattino che viene lentamente
torturato” ha replicato tranquillamente. “Ne avessi
riconosciuto l’effettiva
origine, avrei proseguito per la mia strada, te
l’assicuro.”
Da
qualche
parte, nelle recondite profondità del mio cervello,
scattò la cosa del gatto
torturato (si lega perfettamente col calciare i cuccioli, se vuoi
proprio
saperlo), ma ero un po’ troppo scossa per fare due
più due a quel tempo.
Invece, ho brontolato, “Beh, te ne puoi andare
adesso.”
“E
lasciarti qui sola a piangere le somme agonie della tua
esistenza?” ha sorriso
compiaciuto. “Non sarebbe galante da parte mia.”
“Chiudi
il
becco” gli ho ordinato, tentando di asciugar via le lacrime
con la manica, con
quanta più rinvigorente rabbia possibile.
“Mia cara Madonna
Disistima!***,” mormorò tra se
e se, calmo e crudelmente divertito e generalmente irritante.
Introdurre
Shakespeare nella conversazione quando uno dei partecipanti non
è neanche
abbastanza coerente da recitare l’alfabeto non è
esattamente corretto.
E
quindi,
suppongo, completamente nello stile di Snape.
“Sei
mai
non bastardo?” ho domandato, sentendomi piuttosto tradita
nello scoprire che
tutto il mio amore per Molto Rumore Per Nulla non era riuscito farmi
elaborare
una qualche replica immediata e intelligentemente tagliente.
“Cara,
cara
Auriga” ha detto dolcemente, con un brillio negli occhi
“non siamo forse
affascinanti, questa sera?”
“Fottiti,
Snape.”
“Assolutamente
incantevole” ha affermato, le labbra che si contorcevano in
un sorriso. E’
rimasto lì per un momento, sorridendo delle mie disgrazie o
qualcosa di
altrettanto adorabile e
Snapesco, mentre
mi affannavo per cercare di nascondere la precedente crisi di pianto.
Tentativo
pregiudicato dal fatto che stessi ancora piangendo.
“Ti
prego,
dimmi, Auriga” ha infine ripreso, come se, apparentemente,
andarsene dopo un
unico momento passato a crogiolarsi nella mia miseria semplicemente non
fosse
abbastanza per lui, “cosa ti ha spinto a scegliere questo
particolare punto per
disperarti delle tue innumerevoli agonie?”
“Vattene.”
“Perché—“
qualunque orribile cosa stesse per dirmi, comunque, andò
persa dopo che ebbe
finalmente scorto lo specchio.
“Ah”
disse,
quasi a se stesso, dopo un momento. Dopo di che si zittì, il
che, considerando
quanto crudeli siano le cose che dice persino quando non
ha un minuto per prepararsele, non prometteva davvero bene.
Decisi quindi di alzarmi, per evitare di passare la notte intera
sembrando un
rottame singhiozzante ed inconsolabile.
“Risparmiami”
gli ho intimato.
“Cosa?”
“Risparmiami”
ho ripetuto, più temerariamente. “Qualunque cosa
sia, non voglio sentirla.”
Corrucciato,
“Auriga—“
“Sì,
la mia
vita è un miserabile casino” ho sbottato.
“Sì, continua ad andare sempre
peggio. Scusami tanto se ritengo leggermente
sconcertante guardare in uno specchio e vedere che va tutto
bene, e
perfettamente, quando nella vita vera sembra che niente si
degnerà di andare
mai bene o perfettamente. Certamente significa che merito ore e ore di
battutine pungenti, sarcastiche e perfettamente articolate –
senza contare che
il novantacinque percento di tutto questo è colpa tua, in un
modo o nell’altro!
Semplicemente…risparmiami.”
Non
appena
detto, ho immediatamente realizzato che era stato piuttosto stupido
anche solo
provare ad avanzare una tale richiesta. Severus Snape, risparmiare a
qualcuno
una spietata tortura verbale quando c’è
così tanto materiale che praticamente richiede
spietato scherno? A questo
punto potevo anche farmi scappare una richiesta per capelli lisci
effetto seta
e l’eterno amore di Gilderoy Lockhart.
Diciamo
solo che quell’uomo deve trarre tutta la gioia della sua vita
nel confondermi
orribilmente, al punto in cui la mia testa potrebbe esplodere, o
qualcosa di
egualmente macabro. (Er, Snape, non Gilderoy. Sento che se le nostre
strade
dovessero mai incrociarsi, lui mi
capirebbe perfettamente. E magari mi darebbe anche qualche consiglio
per la
cura dei capelli.)
“Quello specchio
non merita neanche le tue
lacrime, Auriga” disse Snape, con tono basso ed intenso, i
suoi occhi
penetranti fissi su di me in quel modo che mi fa stranamente salire dei
brividi
su per la schiena. (In senso negativo, ovviamente. Benchè
non tanto negativo
quanto l’incidente vertebrale di Algernon, immagino.)
“Qualunque cosa abbia
deciso di riflettere, non deve avere valore per te. Non importa quanto
disperatamente tu possa desiderare che le tue fiabesche illusioni del
perfetto
amore o di immortale bellezza o qualsiasi altra cosa tu veda
– (davvero, solo
lui riesce ad essere bastardoso persino quando vuol essere di conforto
– se è
quello che stava facendo. Sono ancora piuttosto confusa.)
“—non si materializzerà
mai solo perchè lo fissi. I desideri del cuore sono poco
più che un intralcio.
Farai meglio a ricordartelo.”
E,
beh,
cosa mai si può ribattere? Sì, certo,
difficilmente era un “aww, andrà tutto
bene, tesorino” combinato con una bella tazza di
tè bollente, ma non sono
sicura che Snape possegga una qualche profonda comprensione del
concetto di
conforto in primo luogo. Sembrava quasi gentile,
specialmente se consideriamo il fatto che, sino a quel
momento, mi aveva completamente
ignorata – tranne per qualche breve, perfido ghigno di tanto
in tanto – per un
mese intero.
Eppure,
una
risposta coerente sembrava al di là delle mie
capacità.
“Facile
per
te da dire,” in qualche modo riuscii a formulare, piegandomi
profondamente sul
banco nel frattempo. Le lacrime, insieme col formicolio alla schiena,
rendevano
difficile mantenere una buona postura. “Tu non devi comprare
un regalo di
Natale per Slatero Quirrell.”
Mi
ha
fissata per qualche istante, un espressione di profondo sconcerto che
gli
affiorava sul volto, prima di ridacchiare nuovamente ed incrociare le
braccia
al petto in quel suo modo esasperantemente compiaciuto.
“Davvero
il
pericolo dei pericoli ” ha
osservato
beffardo.
“Fottiti.”
Continuò
semplicemente a ridacchiare, con quel suo modo perfettamente
bastardoso. Immaginai
fosse la fine della conversazione, e incrociai le braccia al petto
guardandolo
in cagnesco, sperando che cogliesse il messaggio e smammasse
così che potessi salvare
una piccola, residua dose di dignità.
Ma
oh no.
Ovviamente non poteva rendere tutto così semplice. Invece—
“Sibilla
Cooman” disse grevemente, poggiandosi sul banco di fianco a
me.
Mi
ci volle
un momento per capire di cosa diavolo stesse parlando, ma una volta
realizzato,
non potei fare a meno di lasciarmi sfuggire una breve risata. Che
ricordava
vagamente un singhiozzo – probabilmente perché mi
aspettavo una terribile
punizione nel caso avessi riso – ma comunque. E’
stato quasi…piacevole,
starsene seduti lì ed immaginare lui che cerca di scegliere
una sciarpa d’organza
viola o dei braccialetti scintillanti.
Snape
non
stava esattamente sorridendo, perché ho determinato che
questa è una cosa
completamente impossibile a meno che non stia assistendo a qualche
grande
manifestazione di sofferenza, ma non stava ridacchiando né
contorcendosi né eseguendo
alcun tipo di erratico movimento facciale. E quindi ho incrociato il
suo
sguardo e non gli ho esattamente sorriso, ed eccoci lì, a,
tipo, non sorriderci
esattamente. Era quasi rasserenante, silenzioso tranne per
l’attutito rumorio
di Gazza che spaventava a morte quelli del primo anno per contrabbando
di globi
di neve.
“Davvero,
Auriga” mi ha rimproverata, ma delicatamente e
quasi…non dirò
‘amorevolmente’, perché
il solo concetto mi fa salire un dolore al cervello. Facciamo
‘stranamente’. “Sembri
proprio l’Ofelia**** dei poveri.”
“Oh,
come
se tu potessi criticare l’aspetto altrui” ho
replicato, ma mi sono comunque
sfilata gli occhiali, per rimediare al mio look da gatto affogato.
Sembrava un
gesto piuttosto innocente –che aveva senso, e che in nessun
modo avrebbe potuto
portare a…
Tranne
per
il fatto che, improvvisamente, ha steso la mano verso di me, ed il suo
pollice
ha accarezzato il punto poco al di sotto del mio occhio destro, e la
mia povera
colonna vertebrale sembrava a pochi secondi dalla disintegrazione
totale ed era
tutto molto surreale al punto in cui mi chiedo quasi se
l’abbia solo immaginato
o magari lui era sotto l’influenza di qualche maledizione o
forse l’alcol perché
occasionalmente quando c’è di mezzo
dell’alcol tende accidentalmente a toccarmi
ma non tanto di proposito e quindi l’intera faccenda era
sicuramente innaturale
e questa è un’unica frase vero oh cielo suppongo
sia grammaticalmente ribelle
ma è solo che è stato tutto molto strano e
sbagliato e contro ogni legge dell’universo
di cui abbia mai sentito parlare proprio come un’infinita
frase. Come questa.
Beh,
fortunatamente, dopo circa un decimo di secondo, entrambi abbiamo
realizzato
che stava succedendo qualcosa di molto, molto sbagliato. Quindi gli ho
tipo
scacciato via la mano –meccanismo di difesa- il che
l’ha spinto a ficcarmi un
dito nell’occhio, il che a sua volta mi ha fatta urlare e
schiaffeggiare quindi
il suo braccio. Nel frattempo, in qualche modo era riuscito a produrre
uno
sguardo torvo, un ghigno e la formidabile convulsione oculare, il tutto
contemporaneamente; le tre lavoravano in orripilante unisono, come una
squadra
di nuoto sincronizzato dall’inferno.
“Cosa
stai facen—“
“Fuori!”
“Io fuori?
Ma se c’ero da prima! Perchè—“
“Sparisci
dalla mia vista immediatamente, Sinistra, o non rispondo delle mie azioni—“
“Perché
mai
dovrebbe essere colpa mia? Sei tu
quello
che—“
“Ha
avuto
pietà di te? Eri ovviamente alla disperata
ricerca di una manifestazione di compassione; se non avessi
finto
interesse, quel Goldstein sarebbe senza dubbio caduto preda della tua
insaziabile voglia di attenzione maschile—“
“Come
osi anche
solo insinuare una cosa del
genere,
brutto figlio di—“
“AH! Sapevo che stavate combinando
qualcosa, piccoli –
ah. Professori!”
E
improvvisamente c’era Gazza, immobile mentre stringeva Mrs.
Purr in quella
maniera leggermente-troppo-possessiva-per-essere-appropriata che molti
membri
del corpo docente sembrano avere quando si parla dei loro animaletti, e
ci
fissava nel modo in cui ad un uomo che chiama il suo gatto
‘mio amore’ non
dovrebbe essere concesso di fissare nessuno,
grazie tante.
“Argus”
Snape ha rapidamente risposto, spingendomi – spingendomi!-
via, mentre strisciava mellifluo verso Gazza. “Stavo
appunto cercandoti.”
“Certo,
è
proprio quello che stavate facendo, Professore” disse Gazza,
scrutandomi in
modo altamente sospetto, e molto innaturale. Non è che io
stessi introducendo illegalmente
caccabombe nel castello.
“Vorrei
parlarti” continuò Snape, composto “di
quella faccenda che abbiamo affrontato
prima.”
“Cetto” disse Gazza,
fissandomi. Mrs.
Purr produsse
un miagolio a dir poco demoniaco, guardandomi malvagiamente. Dove abbia
trovato
quel gatto, proprio non lo so, ma non posso fare a meno di sospettare
che una setta satanica avesse qualcosa a che fare con questo.
“Ora, se non ti dispiace”
proseguì Snape,
con voce leggermente alterata “Non ho tutta la
notte”
“Certo”
disse Gazza, continuando liberamente a fissarmi.
“Buonanotte, Professoressa Sinistra”
disse
Snape, brutalmente.
“Ti
aspetti
ancora che sia io ad
andarmene?”
chiesi.
Rispose
con
un ghigno che mi ha momentaneamente spinto ha perdere ogni fede
nell’umanità,
nella bontà e persino in Moira K. Mockridge. E quindi, con
quanta più dignità
possibile, me ne andai. (ma non senza “casualmente”
pestargli il piede nel
mentre. Mi ha ficcato un dito nell’occhio.
Sento di averne avuto il diritto.)
E
quindi
eccomi.
Davvero. E’ solo…come dovrei mai
sapere cosa fare adesso? Asciugare
via le
lacrime di qualcuno tende ad essere considerato un gesto piuttosto
romantico,
sai! Eppure lui è riuscito a farlo sembrare tanto
cavalleresco quanto alzare la
tavoletta del water. Sono quasi convinta che sia solo inciampato e il
suo
pollice sia incidentalmente atterrato sulla mia faccia.
Mi
fa male
l’occhio.
Mi
manca
Algernon. Lui non mi avrebbe mai messo un dito nell’occhio.
Neanche se le mie
azioni hanno indirettamente finito per farlo essere brutalmente
attaccato da un
infuriato professore di Pozioni.
Cosa
avrò
mai fatto per meritarmi tutto questo, Quaderno?
10:22 P.M.
Quaderno.
10:23 P.M.
Dannazione.
10:24
P.M.
Sai,
forse
questo non è neanche lontanamente un segno di debolezza.
Piuttosto, mi piace
pensare che tu…mi completi.
Sì.
E’
così.
10:25
P.M.
.
. . Ma
non alla maniera di Gazza
e Mrs. Purr.
Quello sarebbe decisamente inquietante.
to be continued...
* 'Bah, hambug' nell'originale. E' un'espressione usata da Ebenezer Scrooge (protagonista del celeberrimo libro di Charles Dickens, Christmas Carol) e che è diventata la sua frase tipo: egli ritiene, infatti, che il Natale sia una frode, e gli si riferisce sette volte nel libro usando questo slang d'epoca vittoriana, 'hambug' che significa appunto frode, baggianata, inganno. Tale espressione è entrata a far parte del linguaggio moderno per indicare disgusto verso molte delle più classiche tradizioni natalizie.
es. "A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai!" "Bah, baggianate!"
** Crackers: una tradizionale 'caramella' anglosassone che, tirata da due persone alle rispettive estremità, produce un sonoro 'crack' e, aprendosi, rilascia dei piccoli doni. Non c'è una versione italiana di questa sorta di uovo di pasqua natalizio, quindi ho lasciato inalterata la traduzione.
*** 'My dear lady disdain': frase pronunciata da Benedetto e rivolta a Beatrice in Much Ado About Nothing/Molto Rumore per Nulla (atto primo, scena prima). La traduzione utilizzata in questa fanfiction è tratta da : Molto Rumore Per Nulla
se vi va, leggetela. Dopo tutto, è la commedia shakespeariana preferita da Auriga ;)
****Ofelia è uno dei principali personaggi femminili della tragedia Amleto (The Tragical History of Hamlet, Prince of Denmark, in lingua originale), composta tra il 1600 ed il 1602 da William Shakespeare.
Note della traduttrice: miracolo! Un nuovo capitolo! Eheh. Mi volevo fare perdonare, siccome alcuni di voi mi hanno detto che vi mancava Snape...eccolo qui! Pieno di bastardose contraddizioni ;)
Voglio ringraziare tutti coloro che si sono offerti di aiutarmi nella traduzione. Per un po' conto di riuscirci da sola, ma se dovessi rendermi conto che i tempi di aggiornamento potrebbero ricominciare a dilatarsi, allora non mi farò problemi a contattarvi.
Voglio anche avvisarvi che una volta finiti i capitoli da tradurre, grazie al contributo e all'iniziativa di Lucille, pubblicheremo le 5 one shot che rappresentano il sequel dilatato di questa fanfiction.
Vi ringrazio ancora per il vostro affetto e supporto. Le vostre parole mi hanno spinta a ritagliare lo spazio per tradurre questo nuovo capitolo.
Per Cubo5: magari avessi le competenze e le certificazioni per diventare una traduttrice professionista! Purtroppo lo faccio solo per divertirmi e rilassarmi :)
...ricordate, più recensioni mi spingono a tradurre con più diligenza...