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Autore: TooSixy    29/01/2010    1 recensioni
Zexion è un Nessuno serio e taciturno, Kairi una delle sette sacre principesse, Deneb un membro della misteriosa Resurrezione XIII e Shanon un bizzarro incrocio tra un’umana e un Heartless, l’oscuro frutto delle sperimentazioni dello scienziato Even. Questi quattro ragazzi, apparentemente così diversi tra loro, un tempo erano migliori amici e adesso, a dieci anni di distanza dal loro ultimo incontro, si ritrovano costretti a collaborare di nuovo per fronteggiare una temibile minaccia incombente sul Custode del Keyblade. Ma una perfetta cooperazione non è sempre facile, soprattutto quando colui che dovrebbe aiutarti è la stessa persona che anni prima ti ha trasformato in un mostro, o quando il Custode a te affidato è in realtà il tuo peggiore incubo. (Zexion x OC, Kairi x OC, potenziali Zexion x Kairi e OC x OC).
Genere: Romantico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heartless, Kairi, Nuovo personaggio, Zexyon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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..:: Meeting ::..

“Looking the sky
I search for an answer
So free, free to be
I'm not another liar
I just want to be myself.”

Falling – Lacuna Coil

Kairi controllò che la sua canoa fosse ben assicurata al molo, dopodichè scese agilmente dall’impalcatura di legno e si diresse in tutta calma verso la costa occidentale dell’isola, assaporando il tepore del sole sulla pelle e la delicatezza delle folate di vento tra i capelli. Nonostante la monotonia e l’atmosfera tutt’altro che eccitante, non si poteva negare che l’Isola del Destino fosse bellissima: sotto il più limpido dei cieli, il mare risplendeva come una distesa di zaffiro mentre si arricciava in onde aggraziate e lambiva dolcemente la spiaggia, quasi accarezzandola. Quella striscia di sabbia nivea era costellata di palme alte e superbe, mentre il cuore selvaggio dell’isola era adornato di vivaci cascate di vegetazione smeraldina; era ancora abbastanza presto, e in giro non c’era un’anima, a parte qualche saltuario gabbiano in volo.
Incapace di resistere alla tentazione, Kairi si sfilò le scarpe e prese a camminare per la spiaggia a piedi nudi: la sabbia era morbidissima, come una bianca distesa di seta. Per una volta, la ragazza era felice di essere sola: non che amasse recitare la parte della hippy solitaria, ma ogni tanto le piaceva distaccarsi dal mondo, ascoltare i suoni ovattati della natura senza la continua voce di Selphie Tilmitt a riempirle le orecchie di pettegolezzi riguardo alla nuova fiamma di Wakka, alle tresche tra i prof e all’abito da lei scelto per il ballo di fine anno.
Era stufa di chiacchiere. Quello che ci voleva era un po’ d’azione.
Sora. Come ormai accadeva spesso, il suo pensiero volò verso l’amico. Chissà dov’era Sora in quel momento, se era in pericolo, se stava bene. La malinconia la invase; era già passato un anno dall’ultima volta che l’aveva visto, e da allora non ne aveva più saputo niente. Magari stava ancora cercando Riku. O era possibile che l’avesse già trovato, e che ora quei due fossero sulla via del ritorno. Kairi lo sperava tanto. Non vedeva l’ora di poterli riabbracciare.
Il pensiero che Sora e Riku si fossero stabiliti altrove e si fossero semplicemente dimenticati di lei non l’aveva neppure sfiorata: era ovvio che sarebbero tornati. L’avevano promesso.
E loro mantengono sempre le promesse, si disse lei. La cosa la fece sentire meglio. Non era di shopping o di ballo che voleva parlare, bensì di viaggi fantastici, mondi lontani e misteri irrisolti. Voleva chiedere a Riku della sua evasione dal regno oscuro e del suo cammino verso la luce. Voleva farsi raccontare tutto, ma proprio tutto, delle vicissitudini affrontate da Sora.
Quante volte Sora aveva rischiato la pelle? Quante volte l’incubo di lui ferito o ucciso aveva perseguitato le sue notti?
Ma Sora non morirà. Non può morire, punto! Non senza prima…
Kairi s’immobilizzò di botto, le scarpe in mano, congelata da una folgore di pura stupefazione. Per un attimo l’immagine di Sora disteso a terra in agonia continuò a bruciarle davanti agli occhi, poi il momento passò e lei poté vedere con più distinzione la persona di fronte a lei: si trattava di un ragazzo di forse un paio d’anni più grande, che giaceva bocconi sulla sabbia in mezzo ai resti laceri di una cappa grigio perla. Sotto i brandelli insanguinati del tessuto, buona parte della sua schiena appariva percorsa da lividi ed escoriazioni.  
«Oddio!»
Kairi si precipitò accanto al ragazzo, inginocchiandosi ansiosamente al suo fianco ma senza osare toccarlo per timore di peggiorare la situazione. Non sapeva cosa fare: era sempre stata un disastro a lezione di medicina, e non aveva idea di come funzionasse la magia curativa.
Mentre se ne stava lì a spremersi le meningi alla disperata ricerca di qualche trovata geniale, il giovane accanto a lei sbatté le palpebre, rivelando due profondi occhi castani ancora velati di torpore.
«K-Kairi…?» articolò fiocamente, in un tono carico di stanca sorpresa. «… Sei tu?»
Kairi si bloccò, confusa. «Ci conosciamo?»
Un sorriso amaro attraversò le labbra del ragazzo. «Sì…»

Inizialmente, pensò che fosse un sogno.
Un bel sogno… forse il migliore che avesse mai fatto.
Era steso su una spiaggia, sentiva il basso ruggito delle onde, le strida dei gabbiani. Gli pareva che ogni centimetro del corpo gli stesse andando a fuoco, ma stranamente a parte il terribile calore non provava alcuna sofferenza.
Poi, all’improvviso, nel suo campo visivo era comparsa Kairi. Non più la Kairi bambina che popolava i suoi ricordi, bensì una giovane donna dall’aria seria e scrupolosa. Era da dieci anni che non la rivedeva, ma la calda tonalità ramata dei capelli e la vivace sfumatura viola-azzurra degli occhi erano inconfondibili, così come l’innata delicatezza dei lineamenti.
«Kairi?» farfugliò lui piano, con voce arrochita. Sì, doveva essere per forza un sogno. «Sei tu?»
«Ci conosciamo?»
Aveva una voce limpida e piacevole, ma ciò non gli impedì di provare una fitta di delusione. Si era dimenticato di lui? Dopo tutti gli anni in cui l’aveva cercato con tanta dedizione? «Sì...» Diede un rauco colpo di tosse, quindi proseguì: «Non ti ricordi, Kairi? Eravamo sempre insieme a Radiant Garden, prima che il mondo implodesse e il suo cuore venisse divorato dall’oscurità. Noi due, Ienzo, Sinann… eravamo spesso insieme.»
Un lampo di comprensione illuminò le iridi di Kairi, ma solo per un breve attimo. Ora lo scrutava con più circospezione.
«Deneb?» chiese piano, dubbiosa.
Il sorriso di Deneb assunse una piega più spontanea. «Adesso ricordi?»
La ragazza sospirò. «In realtà molto poco, è come se avessi un buco nero al posto della memoria. Però qualcosa sì, lo ricordo ancora... eravamo amici, e tu avevi una tremenda passione per il gelato al sale marino.»
La stranezza della frase le mise voglia di ridere, ma prima doveva occuparsi dell'amico.

L’unica cosa che le venne in mente fu di ricorrere al kit di pronto soccorso custodito per ogni evenienza nella baracca. Lei non era certo una guaritrice professionista, ma fece del suo meglio per causargli meno dolore possibile mentre medicava i tagli alla bell’e meglio e spalmava unguenti sulla sua carne martoriata. Sotto il suo tocco sentiva Deneb sussultare, però nessun lamento gli sfuggiva dalle labbra.
Deneb... è davvero lui. Kairi si morse il labbro. Come accidenti aveva fatto a dimenticarsi di lui? Doveva aver subito un trauma coi fiocchi, per scordarsi un volto a lei tanto caro. In un certo senso, la vicinanza del ragazzo la metteva in soggezione. Un tempo non si sarebbe fatta problemi, ma ora persino sfiorarlo la innervosiva: anche se stava finalmente rappezzando qualche ricordo, in fondo per lei Deneb era ancora una specie di estraneo.
E, ciliegina sulla torta, mentre gli toglieva cautamente la cappa per fasciargli il torace Kairi aveva notato un altro dettaglio insolito: una contorta decorazione cucita sull’indumento, una specie di ala in parte angelica e in parte demoniaca, una flessuosa fusione di piume e membrane che mal d’accordava con la misera semplicità dell’abbigliamento.
Finito di bendare Deneb, la giovane non poté fare a meno di prendere la cappa ed esaminarla con più attenzione: era davvero logora e sdrucita, probabilmente irrecuperabile. L’unica parte che ancora si poteva salvare era la decorazione stessa, quella strana ala deforme; osservandola meglio, la ragazza notò che appena al di sotto della membrana demoniaca compariva un simbolo, un minuscolo VI cremisi.
Sembra il marchio di qualche setta…
Soprappensiero, strinse una fascia un po’ troppo strettamente, e il sibilo di dolore di Deneb la riportò di botto alla realtà. Accantonò la questione simbolo: era un interrogativo in più da rivolgergli, certo, ma solo dopo che si fosse ripreso.


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Secondo round con ‘Doom of Four’, fino a quando le storie non s’incroceranno andrò avanti dedicando un capitolo a Kairi e Deneb e uno a Zexion e Sinn/Shanon.

..:: Giulia__Chan: grazie ^^ si, Sinn dovrebbe essere un incrocio tra un essere umano ed un Heartless, e nel prossimo capitolo sarà precisato. Ahah anch’io sono una fan di zio Zexy! Non ho nulla contro gli yaoi (anche perché ogni tanto ce ne sono alcuni davvero stupendi) ma vorrei che ci fossero un po’ più storie ‘etero’, diciamo… a mio parere Zexion è un personaggio davvero affascinante e non perdonerò mai la Square per avergli fatto fare una fine così squallida >.< strozzato come un pollo da un burattino in crisi psicologica…

..:: ChiyoChan8: thanks a lot :) si, Sinn ha un po’ di nomi… la pronuncia irlandese di ‘Sinann’ è ‘Shannon’, mi pare, e volevo due nomi che suonassero simili pur mantenendo una certa diversità.  
  
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