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Autore: SabrinaPennacchio    30/01/2010    5 recensioni
Dopo i vari avvenimenti a Fell's Church e la delusione da Katherine ed Elena, per Damon è arrivato il momento di affrontare un altro problema.
I sentimenti e l'umanità, non svaniscono solo perché lo si vuole.
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Elena Gilbert/Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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--- Capitolo Decimo ---






Le tenebre erano tutto ciò che riusciva a vedere.
Tenebre dappertutto.
Era inghiottita da esse… ma stranamente… non ne aveva paura. Anzi, si trovava a proprio agio, cullata dall’oscurità della notte buia che sovrastava il cielo.
Un cielo senza luna e senza stelle.
La notte ideale per lui.
Sorrise, aprendo pian piano gli occhi chiusi e avvicinandosi alla lapide di fronte a se. Su di essa, una statua di marmo raffigurante un angelo.
Era lì, appoggiato sull’ala della statua, che la guardava intensamente. Gracchiò e lei sorrise, porgendogli la mano.
Lui si appoggiò sul suo polso, continuando a gracchiare.
«Perché non torni umano?» rise, sfiorandogli la testa pelosa con un dito «Hai intenzione di rimanere un piccolo corvo, appoggiato sul mio gomito, per ancora molto?»
Lui in tutta risposta, si levò in cielo, dopodiché scese a terra in forma umana.
Le si avvicinò a passo felino, sfiorandole il viso con la mano fredda ed ella sussultò appena
«Damon…» sussurrò mentre il ragazzo dai capelli corvini catturava le sue labbra con un bacio passionale.
La strinse a sé, accentuando pian piano il bacio mentre la faceva indietreggiare con passo lento, per farla poi sdraiare su una lapide liscia e piatta. Lei sussultò a quel contatto freddo sulla pelle scoperta, senza però scansarsi da quel contatto prolungato fra quelle due labbra ansimanti.
Fece scivolare una mano sulla sua coscia, portandola con lentezza più su, sino ad arrivarle sotto la gonna.
Ella ansimò.
Damon si scansò dal bacio e ghignò, mentre lei chinava il capo e mostrava il collo.

Si svegliò da quel sogno, al contatto delle labbra di sua madre che le baciavano la fronte.
«Buon diciottesimo compleanno, amore» disse Rosalie, scompigliandole i capelli amorevolmente, seduta su quell'enorme letto a due piazze che la donna riteneva un pò troppo grande per quella stanza un pò piccola, ma che la figlia amava particolarmente.
«Grazie, mamma» sorrise imbarazzata, Sabrina, per poi sbadigliare. Ogni anno era una routine essere svegliata da sua madre per ricevere i primi auguri di buon compleanno e la cosa la rendeva particolarmente contenta, seppur la mettesse pian piano con gli anni, in imbarazzo.
la donna dai capelli biondo rame si alzò, togliendole le coperte di dosso con una risatina «Dai, alzati, c’è una sorpresa per te.» ed ecco un'altra routine: la sorpresina a colazione. A volta doveva ammettere che i suoi genitori erano davvero da invidiarle.
La donna uscì dalla stanza e la ragazza si alzò qualche istante dopo, sbadigliando nuovamente.
Non si poteva di certo dire che ultimamente dormisse bene. In quel mese a Fell's Church aveva dormito bene si e no due volte. Per le restanti notti aveva sognato - o meglio era lui che le entrava nei sogni - Damon Salvatore. Ogni santa notte. E forse grazie a quello aveva quasi imparato a conoscerlo un pochino, dato che non aveva occasioni al di fuori di esse - fortunatamente parlando -.
Guardò fuori dalla finestra e arrossì di colpo.
Damon...
Anche quella notte le era entrato in sogno, approfittando del fatto che ormai nessuno le faceva più la guardia dopo la chiacchierata dove aveva finalmente scoperto cos'avevano di strano i suoi nuovi amici.
E poi la sua visita...
Portò una mano alle labbra con espressione incerta. Lui affermava che l'attrazione che ella provava fosse in parte reale, e non solo dovuta al Potere che usava su di lei quando ne capitava occasione. Ma aveva anche detto che poteva essere un residuo di Potere fuori controllo - o una cosa del genere - . Si, l'ultima doveva essere l’unica risposta possibile. 
Non posso essermi invaghita di un simile mostro di mia spontanea volontà... seppur sia affascinante... il 50 e 50 non è accettabile!
Tutto ciò non può essere in parte reale...
«Maledizione!» lasciò andare un pugno sul muro accanto alla finestra, stringendo i denti. Non poteva essere così volubile!
Ma era meglio non pensarci, almeno non quel giorno.

Si preparò velocemente e una mezz'oretta dopo, scese al piano inferiore dove ritrovò suo padre alla fine delle scale
«Buon compleanno, tesoro mio» fece, allungandole un bacio sonoro sulla guancia.
Sabrina arrossì e sorrise a pieno volto «Grazie, papà»
Joseph la spinse appena lontana da sé «Vai ora. In cucina c'è una sorpresa»
la ragazza rise «Lo so, lo so. Vado»
Neanche il tempo di metter piede in cucina, però, che si ritrovò quasi assaltata da braccia - per modo di dire - arrampicanti.
«Happy Birthdaaay!»
Sussultò nel trovarsi addosso le persone che aspettava ormai da tanto, troppo, tempo: i suoi migliori amici di sempre erano lì, come le avevano promesso. Ma di certo non si sarebbe aspettata di rivederli sin dal primo mattino.
Allungò un sorriso radioso, quasi commossa di poterli finalmente riabbracciare. Allungò le braccia e cercò di stringere in un abbraccio di gruppo, ognuno di loro «Joan, Cristal, Angel… Mattew…» le lacrime le rigarono il volto, quasi senza che se ne accorgesse «finalmente... quanto mi siete mancati...»

Dopo i primi saluti e qualche lacrima fuggiasca, Rosalie propose ai ragazzi di accomodarsi a prendere un pò d'aria fresca sotto il mini gazebo in giardino e che presto, lei, li avrebbe riaggiunti con qualcosa di buono da sgranocchiare. Infondo, per essere Ottobre, era una bella giornata soleggiata, e lei era sempre dell'idea che - quando possibile - era meglio approfittarsene e stare all'aria aperta.
«Non è giusto, però» iniziò a lamentarsi Joan, poggiando una guancia nel palmo della mano - il gomito sul tavolo al centro del gazebo in mattoni bianchi - «ora anche Angy ci abbandona e si trasferisce qua. Ma che diavolo ha questa Fell's Church?» sbuffò «Che palle. Quasi quasi chiedo ai miei di pagarmi una stanza qui?!»
Angel rise, stringendosi a Sabrina seduta accanto a lei in quel mini cerchio che componevano i ragazzi seduti sulle panche al riparo dal sole
«Maddai, deficiente!» scherzò, facendogli una linguaccia «ci vedremo ogni volta possibile. La nostra città è solo a tre ore da qui. Che sarà mai» gesticolò con la mano «E poi sei egoista! Almeno Sabri ora avrà compagnia» allungò un sogghigno, indicandosi «Un'ottima compagnia, aggiungerei»
«Sarebbe meglio la compagnia di un magnifico uomo come me» fece una smorfia in risposta, il biondo, voltandosi verso Cristal al suo fianco «No?»
«No.» Cristal rise, dando una pacca sulla schiena del ragazzo «Vuoi forse rovinarle il compleanno con un'idea tanto assurda? Secondo me lei è fuggita proprio per allontanarsi dal qui presente "mister narciso sfigato"»
gli altri amici risero, mentre Rosalie si avvicinava a loro con un vassoio pieno di prelibatezze mattutine «Che aria allegra. Non si respira dal nostro arrivo, qui» ridacchiò, posando l'oggetto al centro del tavolo «Servitevi pure, ragazzi miei»
«Wow! Quanta roba buona, signora Rosalie» Joan si allungò per afferrare un cornetto ma Angel gli colpì la mano
«Prima la festeggiata, maleducato!»
un ennesimo coro di risata echeggiò nel giardino.
«Ma non fa differenza» Sabrina fece spallucce, facendo segno al vassoio per poi rivolgersi a Joan «serviti pure, ingordo»
«Oh, allora se lo dici tu» fece, questi, arraffando da mangiare «buon appetito!»
«La solita buona forchetta» Rosalie continuò a ridacchiare, mantenendo poi il sorriso «vi lascio ora, ragazzi. Ci vediamo più tardi.»
«A più tardi, signora Rosalie»
quando la donna si fu allontanata, Mattew strinse la mano di Sabrina, seduto accanto a lei al centro fra la bruna e Cristal
«Comunque, parlando di cose serie, adesso:» iniziò col solito tono gentile e il sorriso dolce sul volto «come ti trovi qui? E con i tuoi nuovi amici come va?»
la ragazza dai capelli bruni sussultò appena, a quel contatto, ed arrossì, stringendogli a sua volta la mano.
Mattew… il suo Mattew era lì, accanto a lei. Quanto aveva desiderato quel momento e quanto ora le sembrasse poco opportuno. Il cuore le batteva forte e il rossore le riempiva le guance, però… si sentiva tremendamente in colpa.
Forse lui si aspettava qualcosa da quell’incontro… senza sospettare che ormai c’era Damon, il quale aveva sconvolto i suoi sentimenti e la sua stessa vita in quei pochi incontri.
Ma perché… perché…?!
«Sabri?» sussultò nuovamente alla voce del moro, osservando poi, gli amici che la guardavano con aria preoccupata
«Ehm… no, niente, scusate» ridacchiò, lasciando la mano di Mattew per grattarsi il capo con quell'aria imbarazzata e quasi agitata «va tutto benone. Stasera vi presenterò i miei compagni di scuola» sorrise, cercando di nascondere i suoi pensieri. Anche se non avrebbero mai potuto capirli, in effetti
Angel rise, vedendola imbarazzata e credendo che tutto ciò riguardasse Mattew.
«Tra voi c’è sempre tanto love love, eh?» rise ancora, prendendoli in giro. Sabrina le aveva raccontato qualcosina riguardo quel Damon, ma lei era convinta che le cose potessero andare per il meglio, infondo «Vi lasciamo soli?»
«Siete così carini» Cristal venne contagiata dalla risata dell’amica, prendendoli in giro a sua volta. Sapevano bene quanto la cosa imbarazzasse quei due che si piacevano ma non trovavano mai modo di dirselo. O almeno era sempre stato così, prima dell'arrivo della Evans a Fell's Church.
«Mano nella mano…» Joan scosse il capo con finto fare sognante «eh, si, lasciamoli soli, và»
Mattew e Sabrina arrossirono, abbassando entrambi lo sguardo per poi mugugnare all'unisono, sotto le risate degli amici «S-smettetela!».
Senza che nessuno se ne accorgesse, però, in silenzio un corvo appoggiato al ramo di un albero, osservava con attenzione tutta la scena.

«Stasera c’è la festicciola di compleanno di Sabri» disse Elena alle amiche.
Si erano radunati tutti nella stanza di Stefan, alla pensione della signora Flowers, come al solito, parlando del più e del meno.
«Sembra che Damon non si sia fatto più vivo» disse improvvisamente Matt, appoggiandosi alla finestra. Guardò al di fuori di essa dove il cielo si mostrava limpido: la luna che si preparava a fare il suo ingresso «Almeno così sembra, poi chissà. I sogni non possiamo controllarli, e Sabrina però non ne parla, quindi» sbadigliò.
«Sembra… già…» Stefan si sedette sul letto, accanto ad Elena, stringendole poi la mano con espressione seria «Non credo che lei ce lo stia nascondendo, ma comunque sia, non c’è mai da fidarsi con lui»
«Io non credo che Damon voglia veramente farle del male» Elena si sdraiò sul letto, sgranchendosi le braccia. Sorrise «o lo avrebbe già fatto»
«Invece per me si. Ricordi cosa ci disse Sabrina, no? Non l'ha uccisa solo per tormentarci!» s’intromise Bonnie, seduta sulla sedia ai piedi della scrivania di Stefan, con sguardo impaurito «Lui è un mostro di perfidia, pensa sempre a tutto, nei minimi dettagli, per colpirti alle spalle quando meno te lo aspetti!» strinse le braccia attorno al corpo presa da un improvviso brivido di terrore.
«Io invece credo che Elena abbia ragione» Meredith fece qualche passo nella stanza, con le braccia incrociate al petto «Ragioniamo: se avesse voluto ucciderla, l’avrebbe già fatto. Ha detto che non lo ha fatto solo per divertirsi a tormentarci ma, boh» sospirò «chiamatemi pazza, perché mi dò della pazza da sola: ma secondo me un briciolo di bontà è rimasto nel cuore di Damon Salvatore. A meno che non abbia spento l'interruttore dell'umanità, e non mi sembra di vederne sintomi»
«Chissà…» Stefan si alzò dal letto, avvicinandosi a Matt per dare una veloce occhiata al cielo «L’importante è stare allerta, qualunque siano i piani di Damon»

Verso le 20:30, il gruppo arrivò a casa Evans, in orario perfetto per l’inizio della festicciola che si sarebbe tenuta per i 18 anni della loro nuova amica.
La musica riecheggiava dalla casa, accompagnata dalle risate di Sabrina e dei suoi amici che già si scatenavano in qualche stupido gioco da compleanno.
Stefan suonò al campanello con una risatina e poco dopo la bruna andò ad aprire, facendo gli onori di casa «Ragazzi! Siete venuti» sorrise a pieno viso, facendogli cenno di entrare, scostandosi dalla porta per permetter loro l'ingresso «prego! Entrate»
«Tanti auguri!» esclamarono in coro, la combriccola, avvicinandosi uno per uno, una volta entrati nella villetta, per darle un bacio d'auguri
«Come potevamo mancare?» sorrise Stefan , al suo turno, porgendole un regalo dal pacco abbastanza grande «Non siamo bravi con queste cose, quindi abbiamo deciso di collaborare. Tieni. Da parte nostra» le diede un bacio e Sabrina arrossì appena
«Ma non dovevate! Che carini. Grazie»
«Ma figurati!» Elena sorrise, stringendola forte «I tuoi amici sono arrivati?»
come se solo in quel momento si ridestasse da quel momento quasi di confusione, la bruna annuì «Certo! Venite, ve li presento!»
Li condusse in soggiorno dove i suoi amici ridevano e scherzavano fra loro - nonostante fosse il diciottesimo compleanno, capendo quanto fosse importante festeggiarlo solo fra amici, i suoi genitori avevano lasciato la casa libera fino all'una di notte, andando fuori a cena -
«Ragazzi!» Sabrina allungò una mano per attirare la loro attenzione, indicando poi i ragazzi dietro di sé «Vorrei presentarvi i miei compagni di scuola»
Stefan sussultò, nel momento in cui il suo sguardo ricadde su Angel, la quale ebbe la stessa identica reazione
«Stefan…» Elena gli strinse la mano, perplessa, accorgendosi di quello strano atteggiamento, mentre le due comitive si avvicinavano per le presentazioni.
Il ragazzo sorrise alla sua amata, stringendole la mano a sua volta «Va tutto bene, amore»
Sabrina, che non si era invece accorta di nulla - come anche gli altri - allungò una mano, iniziando a fare le presentazioni.

La festa si svolse senza problemi. Si era creata una bella atmosfera fra tutto il gruppo, dopo le prime chiacchiere, e ciò rese la festeggiata - perplessa inizialmente all'idea che le cose potessero andare decentemente -molto contenta. A quanto pareva avevano fatto amicizia e si divertivano tutti senza problemi.
«Sabrina...» Elena le si avvicinò, ad un certo punto della serata, con sguardo preoccupato ed indagatore «Hai visto Stefan? Mi sono allontanata due secondi e l'ho perso di vista»
la festeggiata si guardò intorno, stupita «No. Non lo vedo da prima, in verità» nel guardarsi in giro, però, notò la strana mancanza anche di Angel.
Forse era una coincidenza, ma era meglio non preoccupare Elena.
«Se vuoi vado a cercarlo» le sorrise, mettendole una mano sul braccio «Mh?»
«Grazie» Elena sorrise, scompigliandole i capelli «mi fai un favore» e cercando di allentare la tenzione si allontò per tornare dagli altri.

«Stefan?!» bevve un sorso di coca cola dal suo bicchiere, camminando in giardino in cerca del vampiro a quanto sembrava, scomparso «Ma dove sarà?!»
«Sei molto più carina del solito, stasera, dolcezza»
Sabrina sussultò, voltandosi nella direzione di quella voce alquanto conosciuta.
Damon era in piedi, sul ramo dell’albero situato al centro del giardino, che le sorrideva.
Il suo solito sguardo vittorioso e fiero di sé.
«Vestitino rosa, tacchi… mmh…» si passò la lingua sulle labbra con fare malizioso «Peccato le maniche lunghe… ma va bene lo stesso» scese dall’albero con le mani in tasca e movimento felino e aggraziato «appetitosa come sempre»
Lei indietreggiò, spaventata, guardandosi intorno in cerca di un qualche aiuto. Perché?! Perché anche quel giorno doveva rovinarle?!
Lei voleva stare con Mattew e i suoi amici tranquillamente… soprattutto con Mattew…
Arrossì di colpo, passandosi la mano libera sulle labbra.
Perché diamine le era venuto in mente il bacio, proprio in quel momento?!
«Oh! Vuoi un altro bacio?» in pochi secondi le fu dietro, le labbra sul collo e la voce sussurrante e maledettamente seducente «Sono stato buono in queste ultime settimane, quindi: ti accontento subito»
«D-Damon!»
Il bicchiere le cadde di mano.

«Mi ha stupito rivederti qui, Stefan» Angel sorrise, sedendosi sull’altalena nel retro della villetta.
Lei e Stefan si conoscevano da anni ormai e l’essersi rivisti in una simile occasione li aveva piuttosto sorpresi.
Avevano deciso così di uscire di nascosto, per parlare lontani da occhi indiscreti.
«Anche io sono piuttosto stupito, Angel» lui sorrise, sedendosi sull’altra altalena «Sei un vampiro raro, tu» rise appena «Eri solo una bambina quando ti conobbi.»
«E tu già un bel ragazzone» la vampira rise, ammiccandogli con fare appena malizioso
«Ero ancora, vorrai dire» Stefan sorrise, guardandola con la coda dell'occhio «Grazie per il complimento»
Angel si dondolò appena, alzando le spalle «Ora questa sarà la mia età fissa, sai? Ho raggiunto lo stato di vampiro completo che può raggiungere un mezzo vampiro come me»
Stefan la guardò con espressione indecifrabile «Beh, tu sei la dimostrazione che non è impossibile per un vampiro concepire un figlio» portò lo sguardo davanti a sé, arricciando appena le labbra «Credo che, comunque, Sabrina non sappia che…» Angel lo bloccò, parlandogli sopra con appena ansia nella voce «No! Non lo sa! E non lo dovrà sapere.»
«E non glielo dirai mai?» il moro la guardò nuovamente. Di certo non si aspettava che Sabrina avesse già, nella sua vita nella scorsa città, a che fare con dei vampiri, senza neppure saperlo. La vita di quella ragazza si dimostrava sempre più misteriosa e complicata.
Angel scosse il capo «Credo di no… o almeno non presto…» si massacrò appena le dita. Non dopo ciò che è accaduto con Nat. L’altalena fermò il suo dondolare, pian piano, ed ella sospirò «Dopotutto, tu, al posto mio…» stavolta fu Stefan a parlarle sopra «No. Lei sa di me.»
Angel sussultò, voltandosi di colpo a guardarlo «Che?» quel Stefan Salvatore, aveva detto a qualcuno della sua vera natura?!
«È per via di Damon» si affrettò a spiegare, subito, il moro. «Ti riassumo un pò»

Damon l'appoggiò all’albero dove pochi istanti prima era accomodato e le leccò il collo candido
«Damon… no…» ansimò lei, spingendo le mani sul torace di lui, cercando di scansarlo. Eppure proprio non capiva cosa ci trovasse di così divertente a tormentare qualcuno alla quale suo fratello era legato. Elena, però, le aveva raccontato il modo in cui Damon si era comportato con lei le prime volte, solo per indispettire Stefan, e adesso quel racconto le sembrava di riviverlo sulla pelle: gli atteggiamenti erano dannatamente simili. Tipico di Damon Salvatore.
«Voglio solo farti un bel regalo di compleanno, piccola» sogghignò lui, aprendo appena le labbra per permettere ai canini di allungarsi
«S-smettil-!» le parole le morirono in gola con un lamento strozzato, quando nuovamente sentì quelle zanne penetrarle la pelle. Come poteva essere così maledettamente eccitante, una cosa così dolorosa?! Il Potere dei vampiri che si nutrivano di sangue umano era davvero troppo forte.
Quando egli si scansò da lei, la ragazza si lasciò scivolare in terra, toccandosi il collo insanguinato con una mano «Sei un-» ma ancora una volta le parole le morirono, quando i suoi occhi si incatenarono a quelli di lui, chinatosi sino ad arrivarle faccia a faccia. Damon allungò un sogghigno «Adesso» iniziò «posso augurarti un buon compleanno»
Sabrina dirignò i denti, alzando una mano per dargli un ceffone spontaneo «Sparisci dalla mia vita e dai miei sogni, Damon Salvatore!» quasi urlò.
Il ragazzo dai capelli corvini rimase per un attimo col volto girato per lo schiaffo ricevuto: l'espressione impassibile. Poi, un sorriso si allungò a pieno volto e tornò a guardarla «Eh si. Sono sempre più convinto che questo mese passato a tormentare i tuoi sogni, non sia stato inutile.» e senza aggiungere altro, si alzò, riassunse le sue sembrianze di corvo e si levò in aria, svanendo com'era arrivato.
La Evans non voleva pensare ad altro, al momento. L'unica cosa che contava, era trovare un modo per coprire quel segno e pulire quel sangue dal collo - fortunatamente coperto dal vestito ormai appena macchiato di sangue -. Doveva cambiarsi senza destare sospetti.

«Quel maledettissimo bastardo!» Angel si alzò, furiosa, dall'altalena, facendola dondolare in solitudine per la mossa repentina «La ucciderà!»
«Non urlare, Angel» Stefan si alzò a sua volta, avvicinandosi a lei e mettendole una mano sulla spalla «Non è la prima volta che Damon si diverte con una donna senza un motivo preciso. Lo ha fatto anche con una ragazza che conoscevamo io e i miei amici. Ma stavolta, a differenza di Caroline - così si chiama - riusciremo a fare di meglio per difendere la sua nuova preda. E ora ci sei anche tu.»
«Io non posso dirle che sono un vampiro, Stefan, non me la sento» sospirò, la ragazza dai lunghi capelli neri, scuotendo appena il capo. Ma di certo non poteva spiegargli il vero motivo «sono d’accordo nel dirlo ai tuoi amici, per difenderla insieme, ma a lei…»
Lui sorrise. Non comprendeva il motivo di tale insistenza nel non parlargliene, visto che ormai la sua migliore amica era a tu per tu coi vampiri, ma rispettava la sua scelta. «E nessuno ti obbligherà. Quando e se vorrai, glielo dirai tu se ti sentirai pronta»
la ragazza sorrise, sporgendosi verso di lui per poi stringendolo e chiudere gli occhi a contatto col suo petto caldo «Stefan…»
«Stefan!» la voce di Elena li fece voltare. La bionda dagli occhi lapislazzuli li raggiunse, guardandoli stupefatta «Che succede?» 
«Amore» il vampiro lasciò andare Angel. Allungò un sorriso, andando poi dalla donna che amava. «Posso spiegarti. Ho qualcosa da dirti, infatti»

Sabrina riuscì a raggiungere la sua stanza senza esser vista. I suoi amici erano talmente impegnati in varie cose e forse anche un pò sbronzi, da non accorgersi di qualche persona in meno nella sala.
Cambiatasi d'abito raggiunse lo specchio per sistemare bene il collo lungo del vestito lilla, in modo tale da coprire il segno del morso, dopo essersi ripulita dal sangue ormai quasi secco.
Rimase immobile poi, guardando la sua figura riflessa con epressione quasi vuota. «Damon…» strinse una mano sul petto, al pensiero di cosa era accaduto qualche attimo prima. Il cuore iniziò a batterle stupidamente più forte. «ma perché…?!»
Non sapeva né come né quando, ma ormai lo sentiva: quel vampiro le era entrato completamente nel cuore… e non ne comprendeva affatto il motivo…












Oo Angolino Dell'Autrice oO






Rieccomi con un altro capitolo, Spero piaccia *inchino* scusatemi il colossale ritardo!
Grazie a tutti quelli che continuano a seguirmi, leggendo o commentando.

MikuChan



   
 
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