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Autore: war    05/02/2010    2 recensioni
Fra gli esorcisiti, per combattere il Conte del Millennio e i Noah, viene inviato dal Vaticano un aiuto, giunto direttamente da quel Dio che a volte ci si dimentica di amare... La strada da percorrere è una sola: ed essa è sempre stata perfettamente delineata davanti ai nostri piedi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il lucidalabbra che avevo messo aveva un retrogusto di ciliegia che non mi faceva esattamente impazzire, ma era il solo che possedessi.
Ho sempre amato le cose un po' più aspre, come le fragole o i limoni...
Sorrisi alla mia immagine nello specchio.
- L' ho sempre detto che stucco e pittura fa bella figura! - mi dissi osservando il cambiamento che era avvenuto sul mio volto ad opera di un lavoro di mezz'ora con cosmetici prettamente femminili. Era veramente tantissimo tempo che non facevo una cosa simile. E pensare che nel 1700 era praticamente d'obbligo arricciarsi in morbidi boccoli e incipriarsi i capelli o la parrucca.
I capelli raccolti mi ingentilivano i lineamenti, un po' di colore sulle gote mi dava l'aria più femminile, il rosa sugli occhi faceva risaltare il loro verde naturale e il lucidalabbra faceva la mia bocca più seducente.
Non potevo definirmi bella nel senso stretto del termine ma potevo indubbiamente vantarmi di essere affascinante quando mi calavo in quella parte. Non era che volessi propriamente sedurre Lavi o qualsiasi altra cosa del genere, era solo che volevo fare le cose comuni e normali che fanno le ragazze a vent'anni.
Avevo scartato da subito l'idea della minigonna che era molto comoda in caso di attacco nemico o per darsela a gambe ma di certo avrebbe attirato più sguardi di quelli desiderati e mi ero risolta per un vestitino avorio che pareva più una tunica se non fosse stato per il pizzo che aveva sul bordo e che arrivava poco sotto le ginocchia.
Avevo stretto sulla linea delle anche una cintura in seta lucida di un bel colore rosso e mi ero legata al collo un sottile nastro di velluto rosso anch'esso. Infilai le scarpette con un discreto tacco e afferrai la giacca della divisa da esorcista, quella che arrivava alle ginocchia, prima di uscire dalla mia stanza.
Per fortuna non incrociai nessuno in corridoio e arrivai sana e sala fino nella hall, dove fui felice di constatare che Lavi era già arrivato.
- Wow! Che carina che sei! - esclamò lui porgendomi il braccio come un cavaliere.
- Grazie per il complimento. Spero che stasera nessuno mi scambi per un ragazzino troppo giovane! - sorrisi in risposta.
- Al contrario! Dovrò faticare per tenere lontani i corteggiatori! - proseguì lui in quella pantomima di corteggiamento.
- Dato che sono in tua compagnia, dubito che oseranno avvicinarsi più di tanto... - feci notare.
- E ti dispiace? - chiese lui mentre ci incamminavamo verso le luci della città.
- Per la verità no. Ho avuto qualche problema a relazionarmi con l'altro sesso, soprattutto quando si tratta di... Metterci di mezzo qualcosa di proprio. - ammisi. Tanto mentire non aveva nessuna utilità e poi ero certissima che Lavi potesse capirmi fin troppo bene e per esperienza diretta.
- A volte siamo proprio prigionieri dei nostri ruoli... - constatò lui
- Già. Però essi sono in qualche modo... Rassicuranti. - ammisi a mia volta.
- Di un po' non è che esci con me per ingelosire Yu? -
- Che razza di domanda mi fai? - chiesi colta alla sprovvista.
- Oh, avanti, mi sono accorto di come lo guardi... Ti piace vero? - chiese lui curioso e invadente come doveva essere Lavi.
- Ti ho già detto che non ho molta dimestichezza in questo genere di cose. All'inizio... Lui era uno come tanti altri. Solo con un carattere più difficile e ombroso. -
- Poi cosa è cambiato? - domandò Lavi dopo che ci accomodammo dentro un pub.
Mi presi del tempo, spostando lo sguardo sugli altri tavoli, tutti rigorosamente in legno, sul luccichio dei boccali di birra sotto le candele e sull'odore di cibo che arrivava dalle cucine.
Gli altri avventori erano tutti ragazzotti della nostra età o poco più grandi, che chiacchieravano fra loro creando un piacevole mormorio di sottofondo.
Scorsi la lista, alla ricerca di qualcosa che mi potesse attirare e quando individuai quello che volevo la richiusi e mi decisi a riportale l'attenzione su Bookamn jr.
Notai poco dopo anche lui chiudeva la lista, segnale che aveva scelto perciò mi decisi a dire.
- I suoi capelli neri. E' stato come se schioccassero le dita all'angolo del mio occhio. Hanno attirato la mia attenzione. Mi hanno ricordato altri capelli neri. - riconobbi.
- Questo è molto... Inusuale... - disse lui.
- Dillo pure che sono strana, non mi offendo. - riconobbi.
- Per la verità non credevo mi rispondessi ma lo hai fatto... solo che non era ciò che mi ero aspettato di sentirti dire. Yu è molto popolare fra le ragazze, per via del suo aspetto fisico... -
- Oh... - riuscii solo a dire prima che la cameriera venisse a prendere le ordinazioni.
Passammo la serata a bere della buona birra, a giocare alle freccette anche se con i primi tiri ho davvero rischiato di colpire qualche povero innocente deretano di altri avventori e ci rilassammo. Ridendo e scambiandoci impressioni e pettegolezzi come due vecchi amici. Con Lavi era facile, perchè anche se portava una maschera, la sua era una maschera simpatica che invitava alla confidenza ed io non avevo nulla da perdere a stare al suo gioco. Potevo dire la verità ed in ogni caso sapevo che lui non se la sarebbe bevuta come oro colato, perchè essere dubbiosi e ricercare nei fatti con imparzialità era l'addestramento primario di un Bookman e lui non faceva eccezione.
- Ed io che pensavo di consolare un cuore infranto da quell'orso di Yu! - mi disse quando si era fatto ormai tardi e avevamo lasciato il locale per tornare alla sede dell'Ordine
- Oh Lavi! Che sciocco! Ti pare che il mio cuore sia così piccolo da infrangersi per una sola persona? - chiesi con innocenza. Dal momento che avevo bevuto un po' ed ero allegrotta non parlavo usando la usuale cautela. Una frase del genere era fin troppo equivoca e poteva intendere una verità molto diversa rispetto a quella che io vivevo. Una risatina emerse dalle tenebre del vicolo che stava pochi passi alla nostra destra.
Non so perchè ma lo riconobbi immediatamente.
Tiki Mykk.
- Abbiamo compagnia - mi avvisò Lavi mettendosi immediatamente in guardia.
- Però, decisamente un bel cambiamento... Adesso sei quasi carina... - sussurrò il Noha mentre raggiungeva la luce del lampione. Il rosso della sigaretta accesa parve sbiadire man mano che si allontanava dalle tenebre.
- Mi rifiuto di credere che sia un caso del destino se ci incontriamo così spesso. - dissi senza mezzi termini.
- In effetti... Magari sto un po' forzando la mano a questo destino... Ma Londra non è una città immensa e dato che starò qui per qualche tempo... -
- Ti piace l'idea di stuzzicarci e di studiarci. Il Conte non ti ha ancora ordinato di ucciderci, vero? - dissi stringendomi nella giacca da esorcista.
Non mi piaceva per niente il modo lascivo con cui quegli occhi dorati mi fissavano le gambe e la scollatura del vestito.
- In effetti per ora ho solo l'ordine di finire i compiti di matematica di Road... - sorrise seducente lui mente si faceva più vicino.
L'aria si fece densa e la tensione divenne palpabile, come la nebbia londinese. Una mano elegante, avvolta in un candido guanto raggiunse il collo della mia giacca e scese ad accarezzare i bottoni fino a fermarsi al nodo della cintura. Lo sciolse con una mossa tanto rapida che mi colse del tutto impreparata. Tutta la mia attenzione infatti era rivolta a quello sguardo intorbidito. Cosa voleva? Cosa diavolo stava esaminando? Perchè era chiaro che fossi sotto esame.
- Mi correggo sei molto carina... - la sua voce era vellutata e trasudava promesse che per me era meglio ignorare.
- Allontanati da lei. - ringhiò Lavi afferrando il polso del Noah che con una risata sfruttò il suo potere e sgusciò via dalla presa del rosso.
- Tu non sei carino per nulla. - lo informò quasi scocciato.
- Ho un cuore forte, sopravviverò a questo dolore. - ribattè Lavi con un ghigno.
Pochi istanti dopo il braccio del Noah trapassava lo sterno dell'esorcista.
Lavi spalancò gli occhi stupito mentre una smorfia di dolore andava dipingendosi sul suo volto. Tiki Mikk allargò al massimo le dita della mano, portandola interamente dentro il corpo di Lavi, poi fece qualcosa che non capii ma vidi il capo di Lavi saettare all'indietro, mentre spalancava la bocca in un muto urlo di dolore... Non emise alcun suono, afflosciandosi come una bambola di pezza sul braccio del Noah che con una risatina agghiacciante ritrasse il braccio e lo lasciò cadere a terra.
Gli occhi verdi fissavano il cielo, sbarrati.
- Non l'ho ucciso... Ma gli ho fatto abbastanza male. - mi disse e fu allora che notai il filo di sangue sporcare le labbra di bookman jr.
- Non avrei ingaggiato battaglia, non c'era bisogno di spingersi tanto oltre. - lo informai chinandomi sul corpo del mio compagno e tastandogli il collo alla ricerca della vena attraverso la quale potevo sentire il suo battito cardiaco.
Il Noha non aveva mentito, Lavi non era morto ma non dubitavo che necessitasse al più presto di cure.
- Sei davvero una guerriera eh? Non mi hai mai dato le spalle e persino ora non distogli la tua attenzione da me, eppure il tuo amico potrebbe morire. -
- Se morisse... Se lui morisse non sarebbe altro che una sua scelta. Sappiamo cosa rischiamo ad opporci al Conte... Ma anche così, a noi va bene lo stesso. - dissi.
- Davvero? Eppure io so, per istinto che non è vero. C'è qualcosa che hai perduto e che rivuoi indietro, ma il tuo Dio non lo permetterà mai. - sorrise di nuovo lui, mellifluo.
- Per quanto male faccia, va bene così. Il mio Dio non lo permetterebbe ora, Lord Lucifero non ha voluto secoli fa... Da qualsiasi parte la si guardi, io ho una sola strada da percorrere davanti a me e l'ho imboccata quando sono discesa sulla terra. Depositari dei sentimenti di Noè... Tsk, voi quei sentimenti non li avete compresi proprio per nulla! - lo informai
- Sentirti parlare in questo modo... Ho così tanta voglia di ucciderti! Deve essere un piacere così totalizzante... Deve essere meglio che fare l'amore... - sussurrò lui afferrandomi il collo e stringendo con forza.
Liberai parte del potere della mia Innocence.
Il guanto bianco si tinse di rosso e l'odore di bruciato permeò l'aria.
Era freddo. La sensazione che avevo sul collo era di freddo... Un gelo intenso che scatenava brividi nel mio corpo.
Tiki Mikk era già sparito, inghiottito dalle pietre del marciapiedi...
Avrei potuto raggiungerlo e ferirlo un po' di più, ma Lavi aveva la precedenza quindi lo lasciai andare.



Your cruel device
Your blood like ice
One look could kill
My pain, your thrill
...
I want to taste you but your lips are venomous poison
You're poison runnin'thru my veins
- POISON - Alice Cooper -




Quando arrivai alla sede dell'Ordine ero praticamente piegata in due dal peso del corpo privo di conoscenza che avevo sulle spalle. La guardia all'ingresso chiamò subito gli infermieri e il dottore che arrivarono in pochi istanti con una barella.
L'attenzione era catalizzata da Lavi che versava in condizioni decisamente non buone eppure anche io mi sentivo... Male.
Forse avevo davvero ecceduto con la birra... Eppure non mi pareva... Magari erano le patate fritte che avevo mangiato... Ma non mi doleva lo stomaco... Era qualcosa di diverso, come se il mio corpo si stesse ammutinando e la cosa mi irritava.
Kanda arrivò nella hall nel momento stesso in cui Lavi tossì sangue. ed io dicevo che ci eravamo imbattuti in un Noah...
Lo vidi irrigidirsi e lanciare uno sguardo apprensivo verso la barella che a gran voce il medico aveva detto di portare all'infermeria.
Lo spadaccino mi si avvicinò, il primo contatto da quando... Da quando lo avevo baciato. Il suo volto era più inespressivo del solito e i suoi occhi parevano passarmi attraverso, senza vedermi. Era sicuramente arrabbiato a livelli cosmici con la sottoscritta.
- Vai con loro... - gli dissi.
- Tsk. -
- Sei preoccupato per Lavi, no? Non è mica un disonore se glielo dimostri.-
- Tu e i tuoi sentimenti da esternare sempre! Impara a tenere chiusa quella ciabatta, Do'hao! - sbottò irritato e più secco del solito.
- Non voglio litigare con te, Yu - gli dissi dandogli le spalle e dirigendomi verso la mia stanza.
Non andava per niente bene... Mi pareva che le cose, davanti a me galleggiassero. Anche lo scalino un secondo prima mi pareva sotto il mio piede e un secondo dopo pareva allontanarsi.
No, quello non era proprio un effetto post sbronza. Quello pareva più essere effetto febbre da cavallo... Mi fermai alla terza rampa di scale, piegandomi in due sul corrimano. Strinsi forte gli occhi nella speranza che al buio le cose smettessero di vorticare e mi portai la mano alla gola. Mi pareva di non riuscire a respirare bene...
Era freddo. Solo freddo... Sposati la sciarpa che mi cingeva il collo, chiedendomi se fosse lei a infastidirmi... La sentii scivolare a terra, sfiorandomi il polpaccio.
Mi pareva di respirare un po' di più...
- Angel... - la voce di Kanda si interruppe bruscamente.
Sentii le sue mani forti e calde, così concrete e decise, così diverse da quelle di Tiki Mykk tirarmi su.
La testa mi ciondolò in avanti, rifiutandosi di stare sollevata a dovere sul mio collo.
- Sto bene... - dissi
- Si, come no, baka! - sibilò mentre spostava il collo della giacca per osservare meglio.
Non so cosa vide ma sentii che si irrigidiva e intuii che aveva stretto le labbra ad una linea sottile, probabilmente per non esplodere in una serie di insulti dalla dubbia moralità al mio indirizzo.
Pensai che dovevo raggiungere presto un letto perchè le mie ginocchia iniziavano ad essere troppo simili alla gelatina.
- Devo riposare... Una bella dormita e... -
- Almeno abbi la compiacenza di stare zitta! - ringhiò lui prima che io percepissi la sua mano passare sotto le mie ginocchia e... Galleggiavo nell'aria.
No, non proprio... Se solo la mia mante fosse stata meno annebbiata... C'era qualcosa di confortevole... Un profumo forse... O quel po' di calore in mezzo a tutto quel gelo...



  
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