3^ Parte
Lok si guardava in torno a metà fra lo stupito e l’inorridito: non aveva mai visto tanti libri tutti insieme. Su uno dei tavoli c’erano già quattro o cinque libri e Sophie ne sfogliava uno con occhi scintillanti.
- Qui ci sono un sacco di poteri strani… scommetto che neanche Dante li conosce! Ce n’è uno per creare un campo di energia difensivo simile a Honorguard o Armorbrand… ce n’è uno per far diventare invisibili gli oggetti per qualche minuto, si chiama Seenaway… poi iniziano quelli complessi come la lettura del pensiero… se questi sono quelli complessi gli altri saranno una bazzecola! - la ragazzina ragionava ad alta voce, mentre il Titano Cherit e Lok osservavano le pagine che lei consultava senza riuscire a capire nulla dei misteriosi segni che vi erano disegnati.
- Ed ecco… questi sono quelli di livello molto elevato. Solo Lord Casterwill e pochi prestigiosi Cercatori sono riusciti ad utilizzarli in tutta la storia umana.
- Di che tipi di poteri si tratta?
- Teletrasporto e… il potere più inquietante che esista, e forse il più pericoloso.
- Quale? - chiese il ragazzino, che incominciava ad essere infastidito dall’aria misteriosa e cupa che la ragazza aveva assunto.
- Il potere Otherframe. Permette al cercatore che lo utilizza di entrare con lo spirito nel corpo di qualcun altro lasciando il proprio. E’ pericoloso, perché se prendere le sembianze di qualcuno comporta imperfezioni fisiche o magari una voce diversa, in questo modo bisogna solo allenare il carattere. Il resto è perfetto. Non ti accorgeresti se la mia anima venisse sostituita con quella Shauna, a meno che lei non cercasse di ucciderti. - Sophie si fermò, vedendo l’espressione sui volti dei suoi due amici. - Ma non dovete preoccuparvi, nessuno ha più utilizzato questo potere dai tempi di Lord Casterwill…
- Ma cosa succede all’anima che viene sostituita? - la ragazzina abbassò lo sguardo.
- Dipende… dipende da quanto è grande la forza di volontà di quel Cercatore. Se riesce a tenere incollato in un qualche modo il suo spirito al suo corpo poi può tornarci dentro. Altrimenti… si dissolve. Alcune antiche credenze ritenevano la Morte una potentissima Cercatrice che utilizzava questo metodo per fare vittime; ecco perché pare che la forza di volontà tenga in vita anche oltre il limite concesso. - chiuse il discorso con un occhiata ad entrambi e tirò fuori dallo zaino il libro che aveva trovato nella biblioteca della Fondazione e si mise a cercare tra gli scaffali qualcosa di utile per decifrare quella pagina.
- Possiamo esserti utili in qualche modo, Sophie? - chiese il piccolo Titano.
- Sì… - la Cercatrice uscì da dietro uno scaffale. - Cercate dei volumi che riportino in copertina il terzo carattere di ogni riga della pagina.
- Che senso ha? Perché proprio…
- Fallo e basta!
Lok e Cherit esaminarono la pagina e si accorsero presto che il terzo carattere di ogni riga si ripeteva ritmicamente dopo tre righe, in modo che i simboli da cercare alla fine si rivelarono solo tre. Passarono minuti, decine di minuti, ore… dopo quasi due ore di ricerca, Cherit urlò: - Trovato! Ragazzi! L’ho trovato! - entrambi accorsero immediatamente.
- E’ questo. - Sophie prese il libro e si buttò sul tavolo, immergendosi nella lettura. Cherit e Lok aspettarono cinque minuti un’indicazione o un ordine, ma alla fine si dedicarono ad una partita di carte. Fuori stava scendendo la notte.
Dante aveva chiesto informazioni agli abitanti della zona sulla storia della Bestia dello Geuvadan e aveva ottenuto più che altro occhiate divertite dai giovani e racconti terrificanti dai vecchi che ancora ci credevano. Scoprì che il primo attentato veniva collocato in più luoghi, e che quindi era impossibile stabilire quale fosse quello giusto. Decise di concentrarsi sugli attacchi successivi, che si collocavano per lo più in una zona che una volta era coperta da boschi in cui la gente non voleva addentrarsi. Aveva girato per alcune ore nel paesino che sostituiva la precedente foresta e alla fine aveva trovato una specie di casa isolata in un boschetto vicino ad un lago artificiale. La gente si era rifiutata di demolirla, siccome sembrava fosse avvolta da una maledizione o qualcosa di simile. Stava scendendo la sera, ma decise comunque di concludere la missione. Camminò fra gli alberi a raggiunse una specie di villa, antica e decadente. Cercò di aprire la porta, ma era bloccata. Sembrava chiusa da un incantesimo… girò attorno alla casa e cercò altre entrate, ma erano tutte chiuse. Usò Hyperstride per arrivare sul piccolo balcone al piano superiore; una volta lì, ruppe il vetro ed entrò. Sembrava tutto tranquillo… sentì un rumore e si bloccò all’istante. Una specie di ringhio proveniva da dietro le sue spalle. Fece uno scatto di lato e si girò ad osservare la creatura che aveva cercato di colpirlo: una specie di lupo grosso quanto un uomo, con gli occhi iniettati di sangue e una stana venatura di luce azzurra sulla schiena.
- Bene bene… alla fine qualcuno è riuscito a metterti in gabbia, eh?
Geveast gli si scagliò contro, ringhiando, ma lui riuscì ad evitarlo ancora una volta ed atterrò sulla ringhiera di pietra della scalinata, che ormai stava cadendo a pezzi.
- Combatti con me, Caliban! - il Titano si materializzo accanto al suo Cercatore e partì immediatamente all’attacco. Ma Dante aveva sottovalutato Geveast. Dopo aver evitato prontamente due colpi, infatti, il Titano colpì Caliban facendolo tornare nel suo amuleto. Il Cercatore ebbe un attimo di debolezza dovuta a questa sconfitta e quella specie di enorme lupo non si lasciò sfuggire l’occasione: lo colpì buttandolo contro un muro e si mise a correre verso di lui, pronto a finirlo.
L’uomo ci mise un po’ a riprendersi del tutto e quando lo fece era già troppo tardi per evocare qualsiasi Titano. Si vergognò pensando che la sua ultima missione dovesse essere quella, dopo tutto quello che aveva passato, ma ormai non poteva più fare niente. Chiuse gli occhi e…
Ci fu una specie di ululato e un rumore simile a una spada che sbatte contro un’armatura… una spada?
- Everfight! - sussurrò. Quello che combatteva di fronte a lui era…