Videogiochi > Final Fantasy VIII
Segui la storia  |       
Autore: Shinra    19/02/2010    0 recensioni
Un nuovo anno accademico inizia al Garden di Balamb. Squall è diventato professore... e Seifer?
Ultimo aggiornamento: Capitolo 4 - Panulu, Loss
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 4

Note dell'autrice. È successa una cosa: mi sono resa conto che, benché sia già al quarto capitolo, le lezioni non sono ancora iniziate! ... prometto che dal quinto inizieranno tutte le materie. >_<
Capitoli previsti per il completamento di questa storia: 25 (e vanno ad aumentare).
Notate bene: il nome Panulu si legge alla giapponese, con l'accento sull'ultima sillaba.

Panulu

2 giorni prima che Seifer ritornasse al Garden.

Le Rovine di Centra sono uno dei più importanti siti archeologici scoperti negli ultimi cinquant'anni, tuttavia, nessuno si è fin adesso premurato di mettere il pianeta a conoscenza dei fatti che si celano nei ricordi di questo sito... 'il pianeta'! Gli piace parlare in grande all'autore di 'sto libro. Be', dubito riuscirà a dirmi più di quanto non sappia già... E poi non credo sia davvero autobiografico. Gli unici autorizzati a mettere piede nelle rovine ai suoi tempi erano i Galbadiani... Seagill... Bah. Mai sentito.”

Panulu fece cadere distrattamente il libro sul tavolo della biblioteca, dandogli subito le spalle per scorrere un altro piano della scaffalatura. Spingendosi verso l'alto quanto più poteva in mancanza di uno sgabello, sfiorava ogni libro con la punta delle dita, stringendo gli occhi per mettere a fuoco le scritte dai contorni scrostati. [Un altro mito che voglio sfatare: i personaggi dei videogiochi possono anche portare gli occhiali... N/A]
Rukia... Rufus... Non dovevano essere ordinati per cognome? Selden... Solis... Diavolo! Può non esserci uno storico serio che non si limiti a scrivere 'Diari della Prima Progenie di Streghe'? Questi libri sembrano delle Fiction in attesa di essere scelte per 'Prossimamente in TV'.”

“Dovresti tornare dietro il bancone,” disse una voce bassa e maschile alle sue spalle, “quando c'eri tu a gestire questo miasma, almeno noi secchioni ci capivamo qualcosa!” Panulu si voltò per fronteggiare il ragazzo alle sue spalle, trovandosi i suoi pettorali più vicini di quanto si aspettasse. Alzò il mento per incontrare i suoi occhi, mentre i suoi da dietro gli occhiali si stringevano in due fessure. Era un riflesso condizionato il suo, ma era sicura che lui l'avrebbe accusata di stare imitando Quistis. Una volta le aveva chiesto quale miopia avesse imitato per prima quella dell'altra... peccato che lei era astigmatica.

“Bella battuta Raijin,” lo fronteggiò lei a testa alta, “chi stai cercando di corrompere per farti dare il voto alle elezioni del prossimo comitato disciplinare?”

Raijin rise, una risata bassa che salì dalla sua gola, sollevandogli ritmicamente il petto. Panulu si sentì percossa da un brivido. Quando gli occhi di lui incontrarono i suoi, lei strinse forte il primo libro che le sue dita incontrarono sullo scaffale.

“Te,” due iridi nere, profonde ammiccavano, “il tuo voto vale per dieci--” la sua testa si abbassò per schivare il volume di 'Junction, magie e G.F.' che la mano si Panulu aveva prontamente spedito contro di lui. Raijin non riuscì a sopprimere un esclamazione di sorpresa.

“Sei pazza! Ha più di tremila pagine quel libro! Non dovresti neanche essere in grado di tenerlo in un palmo!”

“Sono felice che almeno ti dilettavi a contare le pagine, mentre ci provavi con le persone che cercavano di lavorare.” rispose lei, glaciale.

“Hai fatto Levita, confessa!”

I suoi occhi si assottigliarono, se possibile, ancora di più. “Non spreco una magia di così alto livello per sbattere un libro in testa a un idiota.” Ribatté, lanciando un 'Junction, magie e G.F.' che piombò con un tonfo secco sul tavolo. Mentre gli voltava le spalle udì un fruscìo di pagine, e immaginò Raijin sollevare con schifiltagine la copertina impolverata.

“Speravo fosse la versione 'Junction: Come andare in battaglia senza restare in mutande'. Quella aveva duemilanovecento pagine in meno, ed era divertente.”

“Era un libro illustrato.” acida. “E non l'ho mai messo in lista.”

“Lo so, lo abbiamo portato io e...” Raijin si bloccò, come se si fosse ricreduto su quanto potesse essere saggio svelare il nome del suo complice a un SeeD.

“Non ho mai detto nulla al professor Yamazaki, perché sapevo che Zell si faceva trascinare da te, e se accusavo te dovevo accusare pure Zell, perciò...”

“Ah,” con la coda dell'occhio, vide Raijin alzare un gomito per grattarsi la nuca, sovrappensiero. “Allora alla fine a qualcosa è servito...”

“A cosa?” domandò lei dignitosamente, mentre si chinava per controllare una delle file basse di uno degli scaffali all'angolo.

“A ricordarti di lui. Ogni volta che venivamo qua, io e Zell lo facevamo perché lui voleva chiederti di uscire, ma non trovava mai il coraggio!” uno sbuffo che premetteva lo scoppio di una risata.

Panulu alzò gli occhi al cielo, immaginandosi quanto giro avesse fatto la voce della “ragazza della biblioteca preferita da Zell”, tenendo conto delle cerchie di amicizie di cui i ragazzi facevano parte. Era sicura che Fujin non si fosse preoccupata di spargere molto la notizia, ma non era dello stesso avviso per Selphie o Seifer... anche se Seifer ai tempi era troppo avvolto nel suo strato di egoismo per preoccuparsi di dicerie su altre persone. Non che Panulu fosse stata meno occupata... quello era stato il periodo più entusiasmante e allo stesso tempo più inutile della sua vita. Quando ogni sua azione studiata la elettrizzava, prima di scadere inevitabilmente nel blando e nella stupidità, colpendola come un'arma a doppio taglio.
Era passato un po' di tempo. Non aveva avvertito il taglio netto che aveva scisso la Panulu del passato e quella del presente. Adesso la concezione che aveva di se stessa e delle persone e del mondo che la circondavano era completamente cambiata, e la elettrizzava in un modo del tutto diverso.
Sentirsi parte del mondo restando fedeli a se stessi era qualcosa che non riusciva a godersi ancora del tutto.

“Quando sei andata a consegnargli La Guerra n°3, io e Selphie ci stavamo per mettere a piangere dalla commozione...” aggiunse Raijin con lo sguardo che vagava sul soffitto, alla ricerca di chissà quali ricordi celestiali.
Si ricompose con un colpo di tosse, guardandosi velocemente intorno prima di chinarsi e aggiungere a bassa voce, “A proposito, poi hai trovato quella copia di 'Armi lunghe: Come accorgersi se ce le hai messe o no'? Zell non aveva avuto il coraggio di.. infilarla tra i libri sulla tua scrivania, quindi ho dovuto farlo io, mentre facevo finta di cercare nel porta ombrelli.”

Panulu si voltò verso di lui con un'espressione genuinamente confusa, alzando un sopracciglio.

“Hai infilato un porno dentro un porta ombrelli?”

“No!” esclamò Raijin sottovoce, mentre iniziava a snocciolare una parola dietro l'altra in un attacco di Fast Forward. “Cioè... non è proprio... voglio dire... ti ricordi quando--”

“Per 'mia scrivania' intendi il banco della Reception? I libri impilati là sopra solitamente erano quelli messi da parte per gli insegnanti.”

Raijin incontrò i suoi occhi, senza parole.

“Forse è stato ritirato dalla Kadowaki...” suggerì lei con un sorrisetto malizioso, ma non restò a preoccuparsi a lungo. Batté le mani sulle cosce, dandosi lo slanciò per alzarsi. Raijin pure si raddrizzò, superandola subito in altezza. Le sue larghe spalle la coprivano da occhi indiscreti, isolandoli in quell'angolo di libreria. Panulu avrebbe anche potuto provarci... Nah.

Gli girò attorno, impilando uno sull'altro i libri che aveva messo da parte, e avviandosi verso la famosa scrivania vicino al porta ombrelli. Dopo qualche passo si voltò verso di lui, con un sorriso.

“Buon pranzo anche a te.”

Raijin forse stava per rispondere, ma in un attimo Panulu girò l'angolo, e se anche disse qualcosa lei non lo sentì.

Uscendo dalla biblioteca, Panulu provò un'inaspettata sensazione liberatoria. Era leggera, in pace con se stessa. La voglia di andare in giro e disseminare la sua felicità tutt'intorno la tentava come non mai.

Chissà se Damien era riuscita a passare l'esame pratico di evocazione. Quando si metteva a studiare per qualcosa smetteva di farsi viva con chiunque, anche con chi l'aveva aiutata per giornate intere. Panulu non la criticava per questo, ognuno era come era, ed era certa che, una volta finito l'esame, Damien sarebbe tornata quella di sempre.
Graham invece, chissà se era in giro come al solito. Non era sicura che in quei giorni così caotici lo avrebbe trovato al Garden, essendo uno studente ripetente aveva la possibilità di passare molto tempo ad allenarsi per conto suo altrove, e sapeva che disdegnava il centro di addestramento. Doveva solo sostenere l'esame pratico per diventare SeeD... per approssimatamente la sesta volta. Quest'anno lo avrebbe passato. Panulu giurò a se stessa che non appena lo avesse visto lo avrebbe preso e allenato di persona.
Non sarebbe partita in nessuna missione quel mese, la nuova regola approvata dai rappresentanti dei Tre Garden stabiliva un tempo di preavviso prima dell'inizio di ogni missione. Non sarebbero più piovuti ingaggi dal cielo, a meno che l'Ordine non avesse riconosciuto l'effettiva urgenza di una richiesta. Ma si trattava di casi più unici che rari. In tutta la sua carriera, esclusi i bordelli dell'anno precedente, non c'erano mai state missioni effettivamente urgenti.
Poi tutto dipendeva da che cosa l'Ordine dei SeeD riteneva tale. Per alcuni di loro urgente era sinonimo di segreto. Perciò, se c'era qualche missione della massima importanza e priorità, gli unici al corrente ne sarebbero stati il preside, la sua segretaria, l'Ordine dei SeeD e i SeeD scelti per portare avanti la missione. Scelti o obbligati. Una volta che si veniva suggeriti per un compito del genere, non era onorevole tirarsi indietro.

Erano rimasti davvero in pochi comunque... i SeeD che ricoprivano il ruolo da più anni facevano ormai parte dell'Ordine, o erano stati invitati a diventare insegnanti, o erano dispersi in missioni nella parte opposta del mondo. Panulu non sapeva perché, ma aveva il sospetto che se le avessero proposto di diventare membro dell'Ordine, o di iniziare a insegnare in una classe, non si sarebbe potuta tirare indietro. Da un po' di tempo a quella parte, esattamente da quando il preside Cid aveva rassegnato la sua carica, le cose sembravano andare per un verso strano, inspiegabile e imprevedibile. Non era una sensazione piacevole. Gli studenti normali non avvertivano nulla, perché non erano mai al corrente di niente, quindi l'atmosfera del Garden era sempre la stessa; ma per loro SeeD, non essere al corrente dei movimenti che avvenivano in alto, anzi, esserne addirittura tagliati fuori, non era una bella sensazione... Qualcosa era decisamente cambiato, senza dare alcun segno che facesse prevedere tale mutamento. Com'era possibile che fosse successo?
Il fatto che loro SeeD stessero in mezzo a tutta quella storia non le faceva piacere. Un tempo non era così. Un tempo la loro era una comunità che funzionava davvero. Adesso le sembrava che non ci fosse più tanta differenza tra il corpo dei SeeD e dei singoli mercenari che aspettavano di essere arruolati, di ricevere ordini e tutto il resto... Delle pedine nelle mani dei capi del mondo.
E loro cosa ci guadagnavano da tutto questo? Denaro... e una qualifica che ormai non era più quello che era. L'essere SeeD non la riempiva più di orgoglio come prima, anzi, a volte temeva pure di vergognarsene, quando non riusciva a capire chi era veramente. Che differenza c'era fra le matricole e loro... Tutte così eccitate nel ritrovarsi davanti a un membro della classe d'èlite per eccellenza. E quando la guardavano con gli occhi pieni di ammirazione la facevano vergognare.
Mi ammiri per quello che sono... Che cosa sono? Dimmelo tu che sicuramente hai un'idea del perché ammiri quest'immagine, questa caricatura di persona... Dimmelo perché mi ammiri, così magari potrò cominciare ad ammirarmi anch'io, come una volta, e rendermi conto di quello che sono.

Avrebbe voluto sfogarsi con qualcuno, parlarne con gli altri SeeD, ma Shu sembrava presa da pensieri che sapeva non la riguardavano, Nida e Quistis erano in missione quasi costantemente, Zell e Selphie erano distratti dall'arrivo delle matricole, abbagliati da tanta adulazione improvvisa, e Squall non aveva neanche provato a incrociarlo. Era come se non si conoscessero. Aveva sperato che il rispondere alla freddezza con la freddezza lo avesse spinto a cercare un po' di calore... Ma si era sbagliata. Panulu si sbagliava sempre, quando si trattava di Squall Leonhart, una delle poche persone che percepiva chiaramente come irraggiungibili e incomprensibili. Quelle che non lo erano erano troppo poco interessanti per lei. Mannaggia. Doveva darsi una regolata.
Forse, si sforzava di pensare ogni tanto, non erano gli altri che si distaccavano, ma era lei che non cercava mai di entrare dentro le loro prospettive, di interessarsi ai loro pensieri... Preferiva soppesare tutto nella sua calma, chi bussava chiedendo di entrare era ben accetto, chi cercava di violare quella calma, come aveva fatto più volte Raijin, veniva sbattuto malamente fuori, anche se la volta successiva si fosse fermato a bussare... Altri la guardavano soltanto, ma non osavano o non erano interessati ad avvicinarsi, mentre altri ancora non la vedevano proprio. Vedevano il suo corpo fisico, certo, ma sembravano non riconoscerla come una persona sensiente, ognuno in maniera diversa e tutta personale.
Squall, ad esempio, si accorgeva di lei solo quando si trattava di rispettare la fila della mensa o davanti le macchinette. La riconosceva come corpo, ma se si trattava di scambiare qualche parola o con lei o con un computer non avrebbe fatto differenza. Le dedicava più o meno la stessa attenzione, a lei come a tutti. Va be', ma Squall era un caso a parte.
Invece c'erano persone con le quali aveva ricorrentemente degli scambi verbali, ma niente che fosse comunicazione con partecipazione di emozioni. Raijin e Seifer. Le classiche persone con le quali riusciva a litigare senza provare alcuna emozione. Del resto era convinta che anche per loro fosse così. Gli scambi di insulti e sarcasmi avvenivano di tanto in tanto, ma non c'era astio o rimprovero nelle loro parole. Erano come calamite che si attraevano. Succedeva e basta, senza alcun riscontro psicologico o emotivo... a parte i brividi che gli occhi scuri di Raijin riuscivano a procurarle.

Davanti a lei, tra la folla di gente più o meno conosciuta, spiccò immediatamente un volto che non vedeva da molto tempo.
La sua capigliatura cobalto era più lunga di quanto ricordasse, ma il taglio era perfetto e ordinato, tipico del suo stile. Le ciocche davanti erano state portate indietro e legate con un elastico, mentre il resto scendeva liscio e diritto lungo il collo e le clavicole. Non un capello era fuori posto.
Anche lui l'aveva vista. Ovvio. Era sicura che quell'uomo avesse il controllo su qualsiasi cosa, e che ogni cosa che facesse fosse perfettamente studiata. Probabilmente era uscito proprio perché si aspettava di incontrarla in quel punto preciso.
Non sorrise, come faceva di solito alla vista di una vecchia amicizia. Era bastato fare qualche passo in compagnia dei suoi soli pensieri affinché il suo umore si capovolgesse. Vederlo non le dava dispiacere, ma avrebbe preferito che l'incontro fosse avvenuto in un altro momento. Era sempre troppo tesa quando si trattava di un membro dell'Ordine, seppure questi fosse un suo vecchio compagno di classe... Erano stati bei tempi quelli.

Si fermarono uno davanti all'altra, guardandosi soltanto. L'espressione di lui era seria, come al solito, non ostile, ma anche troppo piatta. Panulu odiava essere circondata o da automi o da persone troppo animate. Non c'era mai una via di mezzo. Si chiese a quale gruppo appartenesse lei.

Il tono di Sigano aveva un inaspettato timbro meno lugubre del solito. C'era stata una volta che non le aveva portato cattive notizie? La sua voce grave e la costanza con cui appariva in situazioni drammatiche gli avevano fruttato diversi soprannomi tetri...

“Come stai?”

Panulu avrebbe potuto rispondere a un migliaio di modi a quella domanda, fosse stata posta da una persona diversa. Ma quello era Sigano. Per una volta poteva smetterla di essere la SeeD austera o la bibliotecaria educata, rilassarsi ed essere solo se stessa...
Sentì una strana dolcezza nascerle dentro, al pensiero che proprio Sigano fosse capace di tanto... ma quella dolcezza era anche l'amara consapevolezza che le cose non sarebbero mai potute tornare ad essere com'erano una volta... fu come una frustata. Le sue barriere difensive si alzarono nuovamente.

“Per Hyne, non posso crederci, un membro dell'Ordine dei SeeD che mi rivolge la parola. Devo averla combinata grossa...” Acidamente tipico di Panulu.

La risposta composta di Sigano la sorprese.

“Hai fatto un incursione notturna nel magazzino della mensa.”

Panulu corrugò la fronte. “Ero una matricola... e avevo fame.”

“Ahah.. ogni volta che evocavo Pandemon pensavo a te che ingurgitavi panini..” Non era una vera e propria risata, ma era già molto per i suoi canoni. Doveva essere di buon umore.

Panulu si concesse una smorfia di malcelato apprezzamento. Non le dava fastidio che Sigano alludesse ai tempi del loro noviziato, era quello che era successo dopo che faceva fatica ad accettare... Da quando erano diventati SeeD, nonostante la felicità per essere capitati in missione insieme, l'orgoglio spropositato di entrambi non aveva fatto altro che causare problemi, mandando in rottura loro e l'intera missione.
Da quel momento avevo tacitamente riconosciuto di non essere fatti per lavorare insieme e, con rammarico, avevano messo un punto al loro rapporto. La loro amicizia era svanita a poco a poco. Questa era la prima volta dopo un anno che si rivedevano... molte cose erano cambiate, dalla parte di entrambi.

La mente di Panulu, spinta dall'onda dei ricordi, la portò a formare parole che lei stessa non si sarebbe mai creduta capace di pronunciare in una situazione del genere.

“Che cosa sta succedendo, Sigano? Non ci sto capendo più niente... Che cosa sono queste storie, questi cambiamenti, queste riforme...”

Sigano non fece una piega, ma Panulu lo conosceva e capì subito, dal suo sguardo, che aveva adottato un atteggiamento di allerta. Non era autorizzato né intenzionato a parlare con lei di argomenti del genere. Tirandoli fuori, dando voce ai suoi pensieri, Panulu aveva mostrato un desiderio di conoscenza che non doveva dimostrare di avere. Sigano non era il suo vecchio compagno d'armi. Era un membro dell'Ordine. Un nemico dei SeeD.

Un nemico? Perché penso questo di lui? Cos'hanno di membri dell'Ordine contro il corpo dei SeeD...? Perché dovrebbero agire contro il nostro interesse?

Poi se ne accorse: non era un dato di fatto, era una sensazione. Panulu sentiva che i membri dell'Ordine, i professori, le matricole, il preside... tutti fossero loro nemici, in quel momento.

Sigano non le rispose subito, si limitò a squadrarla, come faceva sempre, soppesando la sua risposta, prima di dire: “Anche tu l'hai sentito, allora...”

Panulu sbattè più volte le palpebre, incerta se quello che avesse sentito corrispondesse al vero. Guardò Sigano dritto negli occhi, come per accertarsi che quanto avesse detto provenisse dal suo cuore, e non dalla sua mente astuta.
Stava cercando di coglierla in fallo? Aveva intenzione di farla uscire allo scoperto per poi denunciarla all'Ordine dei Seed?
All'improvviso non le importava più di niente... né del suo lavoro, né della sua immagine, né del dolore che avrebbe potuto provocare il tradimento di un suo vecchio amico...
Degludì. Trovò i suoi occhi e si appigliò al suo sguardo per rialzarsi, per essere ancora una volta quella persona che era stata in passato con la sua compagnia, per riacquistare la sicurezza che la presenza di Sigano riusciva a darle.

“Sì, l'ho sentito. Sigano, non è qualcosa che posso ignorare. Non sono diventata un SeeD per essere manovrata da qualcuno, per non dipendere più dalle mie azioni. Ho cercato di mentire a me stessa, dicendomi che si probabilmente si trattava solo una paranoia, ma più mi guardo intorno e più vedo che non è così. Anche gli altri se ne sono accorti. Non credo che voi dell'Ordine non siate in qualche modo intimoriti da questi cambiamenti.”

“Non è il cambiamento che mi spaventa,” rispose Sigano, serio. “Ma quello che lo ha provocato.”

Si guardarono. Accanto a loro passavano studenti, SeeD in divisa, aiutanti del Garden, professori, chiunque.

“Se solo sapessi qualcosa, se solo la conoscienza dei fatti non fosse limitata a coloro che detengono il potere...” assentì Panulu parlando piano, quasi fra sé.

Con quella confusione, era quasi sicura che Sigano non l'avesse sentita. Ma questi la sorprese quando, avvicinandosi, chiuse la sua mano sul suo braccio, spingendola delicatamente da un lato, come per appartarsi di più dalla folla, dicendo piano: “Non è il potere che gli permettere di sapere come stanno veramente le cose, ma è con il suo impiego che possono nascondere la verità a chi non ha la forza di acquisirla.” dicendolo, fissò i suoi occhi grigi su quelli verdi di Panulu.

“La forza di acquisirla...” ripeté lei, come in trance, cercando di capire quello che i suoi occhi volevano dirle. “La forza di lottare per quello in cui si crede...”

Sigano annuì. “La forza di un SeeD.”

La sua mano si allontanò dal suo braccio. Lo scambio era durato pochi secondi, finiti i quali Sigano si era subito reimmesso nel via vai del corridoio, riuscendo a non dare nell'occhio.
Panulu era ancora confusa, ma mosse con decisione un passo in avanti, mascherando il suo scombussolamento interiore. Cercando di non vagare con lo sguardo perso nel nulla e la mente annuvolata dai pensieri, si diresse nel luogo nel quale era certa sarebbe potuta stare tranquilla a pensare alle parole di Sigano.

-

Affondò la mascella sul panino. La crosta si spezzò contro i suoi incisivi. Era saporita e croccante, e la mollica era ancora calda e cosparsa di olio e spezie. Le sue papille gustative toccarono l'Eden. Un campo fiorito la circondò, sentiva gli uccellini fischiare, e nell'angolo in basso a destra apparve la scritta “The End”.
Adesso Panulu poteva morire in pace...
“Non ci posso credere! Tu sei un SeeD, vero?”

Quando ingoiò il boccone, lungo l'esofago di Panulu scese dell'acido.
Sbatté le palpebre più volte, cercando di mettere a fuoco la figura della bambinetta che stava davanti a lei. Occhiali di merda... pensò Panulu, maledicendo la messa a fuoco. Con tutto che lei era seduta e quella era in piedi, le loro facce erano pressocché alla stessa altezza.

“Proprio così,” rispose alla bambina dagli occhi sbarluccicanti. “Tiro a indovinare, tu sei una matricola?”

“Esatto! Proprio così!” Panulu desiderò controllarle l'attaccatura dei capelli, per vedere se il sorriso non le girasse a 360°.

“Ma dai... non si direbbe proprio. Usi ancora le quattro rotelle o sei già passata a due?” Aveva due scelte: continuare a prenderla per il culo da qui all'eternità, o distruggere il sogno di una bambina in meno cinque secondi. Che diamine. Voleva mangiarsi il panino!

“No, no, la sorellina mi ha comprato lo Scettro di Artemisia per assorbire e lanciare meglio le magie! Quando sarò grande sarò una potentissima strega, come lei!”

Panulu si asciugò il gigantesco gocciolone che le scendeva lungo la tempia. “Potente come la sorellina o come Artemisia?” tutta questa storia aveva un che di terribilmente ironico. Dov'era Squall? Sarebbe stato uno spasso vederlo combattere contro la futura Strega più potente di tutti i tempi...

Una mano trafisse l'aria e atterrò sulla spalla della bambina.

“Yuka! Potevi aspettarmi mentre facevo ancora la fila!” Rinoa era trafelata. Sembrava aver corso i cento metri.

Panulu guardò prima lei, poi la bambina, poi di nuovo lei.
Era diversa da come la ricordava, aveva accorciato un po' i capelli, ora erano tutti della stessa lunghezza e le arrivavano appena alle spalle. Vestiva ancora d'azzurro, ma aveva lasciato la sua vecchia uniforme da battaglia per degli shorts neri. Le gambe nude erano parzialmente coperte da una specie di pareo che le scendeva fino agli stivali. Un top ceruleo abbastanza succinto le lasciava scoperta la pancia e una buona parte del petto e delle spalle. Al collo portava una catenina con un anello. Quell'anello. Panulu lo conosceva bene. I suoi occhi si assottigliarono in due fessure.

Rinoa dovette palpare l'astio che la SeeD emanava da tutti i pori, perché mise in mostra uno dei suoi migliori sorrisi ruffiani, e si chinò verso di lei quasi a novanta gradi, mettendo in mostra il suo scarso davanzale, dicendo: “Yuka-chan non ha disturbato Panulu-san, vero?”

Panulu sostenne il contatto visivo. “Mai quanto Rinoa-san,” rispose con un sorriso. Quella discussione non le piaceva. Desiderava farla finire in fretta e continuare a mangiare il suo panino in santa pace. L'ora di pranzo era sacra per lei. Per Hyne!
Cambiando l'angolazione della testa, Panulu si rivolse alla bambina. “È lei la sorellina di cui mi parlavi?” disse con voce candita.

La bambina si affrettò ad annuire.

Uccidetemi adesso, prima che muoia dalle risate.

“E cosa stava facendo Rinoa-san in segreteria?” disse rivolgendosi questa volta alla ragazza più grande. “Per caso pensava di prenotare il ricevimento con il professor Leonhart?”

“No, le lezioni non sono ancora cominciate...” ribatté distrattamente Rinoa, lanciando un'occhiata fulminante a Yuka, che però, troppo abbagliata com'era dall'uniforme scarlatta della SeeD, non la considerò neanche. “Aspettano di finire le iscrizioni. Noi l'abbiamo già completata. Io e Yuka divideremo la stanza insieme, vero Yuka-chan?”

Basta. Ne aveva sentite troppe per quel giorno. Avere la principessa dei gufi come matricola era più di quanto potesse sopportare.

“Meraviglioso. Posso chiederti un favore, tesoro?”

Sentì le mole di Rinoa sfregare le una sulle altre mentre lei rispondeva candidamente “In cosa posso esserti utile, cara?”

Panulu sorrise. “Quando andrai a fare visita al tuo professore, potresti riferire alla dottoressa Kadowaki che oggi è arrivata la nuova fornitura di Pozioni e Panacee?”

Rinoa in un primo momento non capì, poi nei suoi occhi si accese una luce. Strinse il polso della bambina nel suo pugno e la strattonò partendo come un missile verso il corridoio. Yuka non ebbe neanche il tempo di dire “Ciao.”

Panulu si godeva la scena, aprendo e chiudendo le dita sul palmo della mano in segno di saluto. Bevve un sorso di succo d'arancia, poi lo sguardo le cadde sul suo panino, ormai freddo. Sospirando, ne addentò un altro pezzo.

Se non sto attenta, tutte queste situazioni potrebbero sfuggirmi di mano...

4 Random Facts about Panulu:
- è spacchiosa, anche se porta gli occhiali;
- le piace molto leggere e acculturarsi nel tempo libero;
- è sessualmente inappagata;
- ha equippato l'Abilità: Mangia senza ingrassare, e il comando Divora.


Note su Rinoa: Ci ho messo mezz'ora a pensare a come diavolo poter fare un vestito nuovo per Rinoa! Mezz'ora! Volevo farla più sbarazzina, quindi: capelli tagliati fin sopra le spalle, dei pantaloncini e una specie di pareo attaccato sul retro degli shorts che le arriva fino alle caviglie (l'idea mi era venuta guardando il vestito base di Yuna di FFX-2, che però con tutti quei fronzoli è obbrobrioso, diciamo la verità!)... perfetto! Avevo qualche dubbio sul sopra, quindi vado su internet a cercare il suo outfit originale e... non mi spunta il fotomontaggio targato: Rinoa FFVIII-2? E la vedo là: capelli corti, pantaloncini, pareo e tutto il resto... sono sclerata. Ma era molto più carina della mia pensata e mi piaceva, quindi d'ora in poi la vedrete così. :-)


Loss

(tempo e luogo indeterminati)

Le sue mani scorrevano nella Sostanza. Ne portò una alle labbra, tastandone il sapore. Gli pareva ormai di averlo dimenticato, eppure ogni volta che lo provava gli tornava in mente chi era, e cosa ci faceva lì.
Sembrava alimentare la sua rabbia, lo avvolgeva, dentro e fuori di lui, non gli faceva sentire caldo o freddo, in un certo senso lo confortava, ma lo estenuava anche.
Sognava, per la maggior parte del tempo, sognava o sognava di sognare, o entrambe le cose. Negli ultimi anni non era più in grado di stabilire quale fosse il sogno e quale la veglia, quanto tempo fosse passato, o a che velocità questo scorresse. Gli sembrava di sopravvivere al di fuori del tempo, in una dimensione astratta. A volte i ricordi riemergevano nella mente, lo tentavano e lo domavano. I ricordi di quando lui e i suoi simili dominavano il mondo, prima di essere rinchiusi in quella dimensione senza spazio e senza tempo. Solo quella Sostanza gli faceva compagnia, gli ricordava di essere qualcuno... o forse essa stessa era un'estensione del suo corpo, un fluido in cui si sarebbe sciolto, infine, quando non sarebbe più riuscito a ricordare chi era...
Eppure aveva una flebile e sfilacciata speranza, attaccata a un ricordo remoto che qualcuno sarebbe stato capace di svegliarlo da quell'oblio... qualcuno... qualcuno al di fuori della lampada.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VIII / Vai alla pagina dell'autore: Shinra