Fanfic su artisti musicali > Malice Mizer
Segui la storia  |       
Autore: GurenSuzuki    20/02/2010    2 recensioni
E se, agli inizi del 2010, i Malice Mizer decidessero di riunirsi?
E Gackt percepì mille altre parole contenute in quell'arrivederci.
Mille parole tra cui una spiccava prepotentemente sopra le altre.
Addio.
[AVVISO DELL'AUTRICE]
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gackt, Közi, Mana, Nuovo personaggio, Yu~ki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 13
Regret...?

Colonna sonora di questo capitolo: Regret by Malice Mizer. Vi prego di ascoltarla durante la lettura ^^.
Là dentro tutto era rimasto pressochè uguale.
Gackt non potè fare a meno di stupirsene: la bambola non era mai stata una persona attaccata alla routine, anzi, era decisamente nomade, cambiava spesso ideali, modi d'essere, stili, vita...
La noia era ciò che forse lo impauriva di più, dopo la vecchiaia.
Scosse la testa.
"Vuoi un caffè, un thè..?" gli chiese improvvisamente Mana, squarciando il silenzio famigliare che si era intrecciato tra i due.
"Non guasterebbe un thè, grazie." sorrise.
Rimasto solo si alzò e iniziò a vagare per l'accogliente salotto. Le tende frusciavano spinte da una lieve brezza che si insinuava nella stanza attraverso la finestra socchiusa.
Chiuse gli occhi: la stanza era illuminata da una flebile e calda abat-jour, che lo rilassava da morire.
Poi riaprì le palpebre e si alzò, avvicinandosi al pesante mobile di mogano un paio di metri dietro il divano e scorrendo le lunghe file di fotografie poste sopra: ebbe un tuffo al cuore.
Su uno scaffale erano allineate -giusto un po' sfalsate- circa cinque fotografie di Takanori: nella prima aveva più o meno due anni e sorrideva felice con un gelato in mano. Nella seconda, circa sui sette anni, cercava di salire su di una bicicletta più alta lui. Nella terza era al suo terdicesimo compleanno. In quella affianco, un paio d'anni addietro, guardava fisso innanzi a sè, con espressione annoiata. E infine, lo scatto in mezzo agli altri, che sembrava ergersi sopra tutti i precedenti: scattata pochissimo tempo prima, quasi diciottenne, i capelli ribellamente sparati per aria, blu elettrico.
Osservò tutti i lineamenti con la massima cura, notando l'incredibile somiglianza con il chitarrista.
Si perse a fissarla con malinconia.
"Eccomi."
Quando Mana entrò nella stanza sorreggendo il piccolo vassoio con le tazze di thè, Gackt si asciugò l'unica lacrima sfuggitagli, celermente.
La bambola però gli si avvicinò e gli pose una mano su di una spalla "No, Gackt."
Sapeva quali pensieri si agitavano nell'animo del cantante: avrebbe voluto re-incontrare il ragazzo, anche solo per poco, potergli riparlare, poter chiarire con lui su ciò che per anni avevano taciuto e poter riconsolidare un rapporto sgretolatosi tempo addietro.
"Ti faresti male... e ne faresti ancor di più a lui." Mana parlò con tono risoluto, in cui però era presente una forte vena consolatoria.
Gackt si voltò, ormai calmatosi. Annuì piano.
Si risedettero sul divano e per qualche lungo minuto nessuno dei due parlò, presi a bere dalle grandi e pesanti tazze di ceramica.
Il cantante si sfilò piano gli occhiali e prese a massaggiarsi il setto nasale tra due dita.
"Domani incontro i proprietari dello Zepp Tokyo." parlò in un sussurro delicato come una goccia d'acqua il chitarrista.
"Ah, bene. Per quando organizzeremo?"
"Pensavo attorno a giugno. Sai per ricucire un po' il tutto... "
"Tutto cosa?"
"Bhe, anzitutto il fatto che è da dieci anni che non suoniamo più assieme, e che ultimamente ci siamo lasciati prendere dal lato mediatico della reunion e non da quello musicale. E questo non mi piace per niente." "Dopodomani abbiamo le prime prove, stà tranquillo. Non fasciarti la testa prima di rompertela! Magari è tutto come una volta..."
"Intendi la coordinazione naturale che abbiamo sempre avuto?"
"Yes"
"Mh"
Il silenzio si riannodò tra i due.
Almeno finchè le morbide e sottili labbra di Gackt non si posarono con delicatezza su quelle screpolate ma altresì voluttuosamente invitanti di Mana, intrappolandole in un bacio dal retrogusto dolceamaro.
Il cuore del chitarrista venne trapassato parte a parte da mille dardi di fuoco.
Gli occhi -dapprima rimasti comicamente spalancati fino all'inverosimile- vennero serrati, e gustò appieno il contatto col cantante, prima che questi si ritrasse e mormorasse flebilmente "Perdonami."
Ma il corvino non gli lasciò tempo di dire null'altro, aggrappandosi alle spalle dell'altro e ricominciando a baciarlo con foga e trasporto: succhiò quelle labbra invitanti e deliziose, le martoriò di piccoli morsetti, le leccò e fece scivolare maliziosamente le propria lingua su quella del vocalist, che gli restituì il favore mettendoselo in grembo e piazzandogli i palmi sul fondo della schiena, muovendoli in piccoli cerchi.
Mana sussultò e mugolò nel bacio, senza aprire le palpebre.
Gackt buciava di desiderio: la sua carne era dilaniata dalla passione dal primo momento in cui aveva rivisto il corvino, e non si era più chetata.
Lo voleva.
Gli sfilò la maglia, accarezzandogli leziosamente i capezzoli, mordicchiandoli, godendo nel vederli inturgiditi. Il corvino non perse tempo e gli slacciò con foga la bianca camicia, scoprendogli le spalle e passandovi sopra le morbide mani, pregustandone il sapore.
Le leccò, le seviziò, gli riservò attenzioni inutili ma ben accette.
Poi fece scivolare l'indumento sul pavimento.
Preso da un impeto inestinguibile, lo buttò all'indietro sul divano e infilò la lingua nell'ombelico del vocalist, spingendola verso il basso, sfamandosi appena dei mugolìi di piacere che si perdevano nella stanza.
Poi scese, lento, e gli slacciò il bottone dei jeans. Prese la cerniera tra i denti e la aprì con calma estenunate.
Infilò la piccola mano sotto all'intimo di Gackt e iniziò a muoverla in ampi e lenti cerchi, eccitandosi nel percepire la sua erezione crescente.
Quando gli ansiti divennero più forti, sfilò la mano e gli tolse in fretta i jeans, assieme ai boxer.
Il cantante osservò con gioia il chitarrista che si svestiva a sua volta, scoprendo invitanti porzioni di diafano incarnato. Gioì nel vedere l'erezione che gli tendeva la stoffa dell'intimo.
Glielo sfilò e lo rimirò appena, prima di capovolgere le loro posizioni e infilare tre dita tra le labbra di Mana, inumidendole.
Gliele leccò velocemente e così il moro ne infilò subito uno nell'invitante apertura, muovendolo appena per abituarlo.
"Da quanto non lo fai con un uomo?" gli chiese mentre ne infilava un secondo.
"Troppo.. troppo tempo... Aaaah!" mugolava di dolore e piacere, Mana.
Gackt stava per giungere al limite: sarebbe esploso prima di concludere il tutto se non si fosse sbrigato, così si infilò con cura nel corpo dell'altro, restando fermo inizialmente, per abituarlo.
Appena gli ansiti di dolore si tramutarono in silenziose preghiere di movimento, il vocalist assunse un'espressione sorniona e rimase perfettamente immobile.
"Muo... muoviti..." gli ansimò il chitarrista.
"Pregami" gli disse leziosamente.
No, non l'avrebbe pregato.
Il suo orgoglio veniva prima.
Però...però...però...
"Ti-ti prego... muoviti ti prego."
Gackt accolse con vivo interesse la preghiera di Mana e iniziò a spingere, mentre con una mano accarezzava la virilità del maggiore.
Vennero entrambi in poco tempo, inondandosi di piacere, spazzando via ogni stupido dubbio dal cuore di Mana.
Gackt si stese accanto all'altro, circondandogli la vita con un braccio ed attirandolo a sè, respirando tra i capelli del chitarrista, il quale si abbandonava alla sicurezza che ogni rimpianto fosse stato cancellato, e che l'ombra di un pentimento non apparisse nemmeno in lontananza.
Perchè era giusto.
Perchè erano loro.

Si svegliò a poco a poco, ogni secondo che passava percepiva un nuovo strato di chiarezza per il mondo circostante, che rimase comunque un po' ovattato.
Sentiva gusto di sangue in bocca, ferroso e metallico, liquido e grumoso allo stesso tempo.
Sputò debolmente, macchiandosi il colletto della bianca camicia perfettamente stirata.
Aprì con fatica le palpebre, osservandosi attorno: era steso su uno scomodissimo e rattoppato divano, nell'angolo di quello che pareva essere un monolocale alquanto abbacchiato: l'ambiente era scuro, con fogli di giornali, bottiglie di birra e scatole di cibo preconfezionato da kombini sparpagliate in ogni dove.
Luci fioche rischiaravano l'ambiente, e l'unica fonte d'illuminazione decente proveniva dallo schermo di un vecchio computer, davanti al quale era seduto un ragazzo che gli sembrava familiare: aveva occhi sporgenti e naso adunco, capelli neri e maltenuti, fisico esile -gracile quasi- infagottato in una maglia più grossa di tre taglie, nera, sbiadita e consunta.
All'improvviso un flash.

"Ehi, Yu-chan" improvvisamente gli giunse alle orecchie un fiato appesantito da litri di birra.
Si voltò sorpreso: alle sue spalle un individuo di circa vent'anni gli sorrideva ebete e brandiva una bottiglia di Guinness in mano.
Ma chi cazzo..?
"Chè non mi riconosci? Eppure quello sbronzo sono io" e rise in modo malsano.
Il bassista ostentò l'espressione indecifrabile, scavando negli immensi archivi di quasi quarant'anni di vita in cerca di quel volto: occhi sporgenti, naso adunco e capelli alle spalle disordinati e mal tenuti.
Niente.
Nemmeno nei recessi più neri dei suoi ricordi riusciva a ricordare chi fosse quel ragazzino dall'aria vacua.
"Ehm.. io non--"
"Ehi barman, lancia due birre qui" venne interrotto dal ragazzo.
In un secondo si ritrovò una Asahi sotto al naso.
"Allora non ti ricordi, nè?"
Yu-ki scosse il capo flebilmente.
L'altro sorrise enigmatico per poi proclamare con voce intrisa di una qualche sorta di malinconia e rabbia represse "Ci sarà tempo per questo".

"Chi-chi sei?" articolò quelle poche parole in qualche modo e lo sconosciuto si volse verso di lui, coi soliti occhi inespressivi e totalmente vuoti.
"Ah, ti sei svegliato finalmente."
Yu-ki rimase fermo, immobile, il respiro che quasi si rifiutava d'uscire, mentre quello restava alla sua postazione, senza muovere un muscolo.
Poi, lentamente, si rigirò e continuò a battere sui tasti con incedere lento e calibrato.
Non batteva ciglio.
Il bassista non si chetò e, essendosi acuita la propria lucidità, cercò di muoversi. Scoprì con sorpresa di non essere assolutamente costretto da alcunchè.
Si mosse appena e sentì subito un forte dolore alla nuca. Vi portò una mano celermente, mentre cercava di capire da cosa fosse dovut--
Il calcio della pistola!
Il ragazzo l'aveva tramortito fuori dal locale col calcio della pistola!
Passò poco tempo, lasso in cui Yu-ki ancora non riusciva ad articolare pensieri con troppo senso, prima che lo sconosciuto si alzasse dalla propria postazione e si accostasse al lercio divano sul quale il bassista era adagiato, prendendogli il volto con una lunga e scarna mano, dalle unghie mangiucchiate. Lo fissò apatico nei grandi occhi scuri.
"Sei bellissimo."
Disse questo prima di rialzarsi e iniziare a frugare in un piccolo angolo della stanza. Cercò finchè non trovò un grosso album di fotografie che aprì innanzi agli occhi attoniti dell'altro.
Foto.
Vecchie e nuove.
Tanti posti.
Un unico soggetto.
"Ti piaci Auki?" domandò, passando il lungo indice su una fotografia scolorita e ingiallita dagli anni, sopra cui era immortalato il suddetto musicista, a passeggio nel cuore di Shibuya con Kami stretto per mano.
Una fitta al cuore lo colpì.
"Sai, sono proprio un bravo fotografo." il ragazzo continuò a voltare le pagine.
Yu-ki ormai non le vedeva nemmeno più. La forte mano della rabbia gli attorcigliava le viscere in una morsa inconcepibilmente dolorosa.
"Chi cazzo sei?!" gli gridò in volto, spaventato e ottenebrato dall'ira.
Quello alzò il viso dall'album, ma non mutò la propria intramontabile espressione assente, dicendo "Shinji." con tutta la calma di questo mondo.
Il bassista si tirò su a sedere di scatto, non prestando attenzione alla fitta alla nuca.
"Perchè mi hai fatto questo? Perchè sono qui? Cosa vuoi da me?"
L'altro richiuse il tomo e lo rigettò con una forza che mai Yu-ki gli avrebbe attribuito tra i cuscini spogli del divano. Lo fissò.
"Voglio te."
Il cuore del bassista prese a battere fuoriosamente mentre le pallide mani dell'altro gli prendevano i polsi e glieli serravano in una stretta salda e quelle labbra sottili e goffe si posavano sulle proprie con violenza e possessività.
Quando si staccò, Yu-ki si dimenò per liberarsi dalla sua presa, ma Shinji non lo lasciò andare, anzi aumentò la forza con cui lo bloccava, procurandogli un forte dolore ai polsi.
Poi lo fece alzare e lo condusse verso una sottospecie di sgabuzzino, nell'angolo estremo della stanza.
Lo aprì con uno scatto.
Yu-ki spalancò gli occhi dalla sorpresa e dal terrore: altre fotografie. Tante. Troppe.
Tutte le tre pareti usufruibili dell'angusto spazio erano tappezzate di scatti... alcuni anche piuttosto privati.
Tremò, non seppe neanche bene perchè. Troppe erano le emozioni che gli si agitavano in petto. E nessuna era chiara. Un grumo confuso e indecifrabile.
Shinji gli accarezzò piano i capelli, da dietro. Poi richiuse la porta e lo fece voltare.
"Ti ho sempre amato Auki." gli soffiò sulle labbra. Un brivido di disgusto gli pervase lo stomaco di nausea.
Il ragazzo lo ricondusse verso il divanetto scarno e lo fece stendere a pancia sotto. Gli insinuò le mani sotto la cintura dei jeans.
Tutto ciò che Yu-ki ricorderà di quella notte sarà solo tanta polvere, tanta confusione e tanti gemiti. Nessuno dei quali suo.

Il Freedom era il classico ritrovo di compagnie. Di ogni tipo.
Dai ricchi strafatti firmati, ai poveri in canna sbrindellati.
Dai vecchi ninfomani alle giovani prostitute -e non di professione-.
Un varietà di specie e sottospecie umane di numero ragguardevole.
Ma Sachiko quella sera era troppo assorbita dalle varie e disparate ordinazioni che le venivano gridate da ogni angolo per farci caso. Correva dal mobile degli alcolici, allo scaffale dei bicchieri, al robo per spremere la frutta e al coso per i mojito, come li avevano simpaticamente rinominati lei e i suoi colleghi, velocemente e con la stessa elasticità di una pallina in un flipper.
Si allentò il grembiule verde dell'heineken e lo riallacciò poco sotto la vita.
Le luci intermittenti la abbagliarono in un secondo e si rivoltò verso il ripiano per prenedre un bicchiere da rum quando una voce si distinse cristallina sopra tutte le altre "Sachiko fammi un Bull Dog.".
Jui era accartocciato sensualmente sul bancone, un sorriso strafottente in volto e gli occhi brillanti di accecante malizia. Stonava drammaticamente quel demone tentatore in un locale simile. In più i suoi modi scattanti, nervosi e maschili gli donavano un'aura di nevrocità. I capelli spettinati per il tanto ballare e il trucco colato lo facevano apparire una passeggiatrice da burlesque, anche se non gli riusciva di avere la stessa eleganza. Ma Sachiko non vedeva tutto questo. Si perdeva semplicemente in quei naturali occhi smeraldini, nuotando nelle increspature dorate e poi immergendosi nel nero lucido dell'iride.
"Jui!" lo salutò con un radioso sorriso, poi preparò velocemente il cocktail da lui richiesto e glielo porse, eseguendo qualche giochetto con la Red Bull e il bicchiere.
Jui soffiò il fumo in riccioli ondeggianti, osservandola e poi sorridendo "Ma che brava!" con espressione teneramente accattivante.
"Visto?" sorrise Sachiko porgendogli il bicchiere colmo.
"Quando finisci il turno?" glielo chiese improvvisamente, prendendo un sorso dal drink.
Lei guardò l'orologio che portava al polso.
"Dieci minuti."
"Ti aspetto fuori." e senza attendere la risposta di lei si alzò e scomparve, inghiottito dalla folla.

"Quindi sei single, Sachiko-san." l'aveva detto con nonchalance assoluta, passeggiando lugo il pontile della baia di Tokyo, fumando tranquillamente.
"Già."
"Lasciami indovinare..." volteggiò un paio di volte, puntando lo sguardo nel nulla come pensando. "Appena uscita da una storia importante, finita male. Lei ti ha mollata in tronco senza apparente motivo."
Sachiko sorrise. "Hai cannato persino il genere."
Lui sembrò piacevolmente stupito "Non sei lesbica?"
"No, perchè, lo sembro?" chiese divertita.
"Un po'!"
Scoppiarono a ridere assieme.
"No no, perfettamente etero."
"Mai avuti manco pensieri su una donna?"
"Mai avuti."
"Wow. Una donnina decisa!" chiuse il pugno e lo sventolò in aria, con fare drammatico.
Ennesimo scoppio di risate.
Sachiko stava bene, ma nel suo animo, in fondo, si annidava una qualche sorta di legnosità. Lei, assieme a Jui, non riusciva ad aprirsi.
Non come con Takanori, almeno.
Ma non ci pensava. Per lei in quel momento esistevano solo Jui, le stelle e la luna che si spezzava nell'abbraccio tortuoso dell'oceano: si specchiava sulle piccole onde, si muoveva con esse senza mai spostarsi, le modificava e donava a tutto un'aria suggestiva.
Il bacio venne all'improvviso. Come una scarica elettrica di grande portata. Come il primo fulmine di una lunga serie.
Come il piacere assoluto che si prova tra le mani della persona che si ama.
Fu breve ma intenso. Qualcosa di passionale, che lasciò Sachiko eccitata.
Lo voleva.
Solo in senso fisico.
Lo voleva.
E subito.

LadyWay's note: e il parto finì. Mi sono impelagata in modo assurdo con Yu-ki, ma poco a poco i tasselli si riordineranno v.v. Coooomunque, non ho note particolari da faaare, tranne che: I DUE PINGUINI SI SONO SVEGLIATI YEEEEEEH **. Le Mackt rulleggiano ù.ù. Comuuunque. Gioite donnine e omini... siamo più o meno a metààà!!. XD. Da ora in avanti non verranno più formulate domande, ma verrà data risposta a tutte quelle precedenti ^^. Sperando di riuscire a postare in tempi umanamente umani u.u. Spero che abbiate gradito il capitolo ^^.

Sakura_sun: aahahahah XDD ti ringrazio tantissimo. Nooo non merito la tua stima * arrossisce da morire * grassie >o<. Comunque, si Mana e Gackt sono l'OTP degli OTP XD ma personalmente gli cucio addosso solo drammi epocali XD Sono omini che portano phatos! e coccole! cose che assieme non coesistono ma vabèèè XD. Jui e Taka sono in un particolare rapporto.. ehm.. è delicata come cosa, ho paura che qualcuno non gradisca perchè ora si entra in temi decisamente forti e dal prossimo il ranting salirà definitivamente a rosso ^^. Non dico altro, solo... spero continuerai a seguirmi e a recensirmi ^^. Un bacione.

Un bacio a tutti ^^,
Colgo l'occasione per ringraziare la solita santa di Nine, che mi sopporta da quasi CINQUE MESI (comefaaa? XD) e eche continua a dimostrarmi il suo amore. Ti amo :).
G.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Malice Mizer / Vai alla pagina dell'autore: GurenSuzuki