Capitolo
1
Tre
giorni erano passati dal nostro atterraggio in Italia e già mi preoccupavo di
quando avrei dovuto lasciare quel paradiso terrestre.
Il
caldo a volte diventava soffocante nell’ora di punta, ma non era un problema
visto che io, Rosalie e Alice ci tuffavamo in quello splendido mare cristallino.
Il residence era ancor meglio di come sembrava dal catalogo dell’agenzia di
viaggi e tutti erano gentili e disponibili. E le mie amiche non mancavano mai di
ricordarmi che quel posto brulicava di “bocconcini niente male”. Ero anche
riuscita ad abbronzarmi un pochino, strano ma vero.
Distolsi
lo sguardo dal mio libro, per osservare il mare davanti a me. Il sole stava pian
piano tramontando, donando la paesaggio un colorito rossastro. Mi alzai dal
lettino e andai a prendere il cellulare nella borsa, volevo controllare l’ora.
Le sei e un quarto, questo significava un'altra ora di assoluto relax prima del
ritorno alla nostra casetta. Tornai al mio posto e mi sistemai gli occhiali
sulla testa, prima di rincominciare a leggere Twilight. Ne avevo sentito parlare
spesso a scuola, così lo avevo preso, incuriosita. La storia era originale ed
era scritto abbastanza bene… ma sarei sempre rimasta fedele ai miei adorati
classici.
Immersa
nella lettura, mi accorsi solo all’ultimo momento di un pallone che andò a
sbattere sulla parte finale del mio lettino. Sobbalzai leggermente per la
sorpresa.
-
Scusa non volevo spaventarti…
La
sagoma del ragazzo che mi aveva parlato entrò nel mio campo visivo, lasciandomi
un attimo senza fiato. Ricollegai uno dei miei ultimi neuroni rimasti, per
cercare di rispondere.
-
N-non ti preoccupare…- ringraziai mentalmente il vocabolario italiano per
turisti letto sull’aereo, prima di rivolgergli un sorriso timido.
Si
chinò per prendere la palla. – Sei straniera?
Risposi
con un cenno affermativo della testa, per poi aggiungere – Americana.
Mi
sorrise, sembrava un bambino il giorno di Natale. – Anche io sono americano.
Il
mio cervello non ebbe il tempo di recepire quella frase pronunciata in inglese,
che un grido dietro di me richiamò l’attenzione del mio interlocutore.
-
EHI CASCAMORTO TI VUOI MUOVERE?!?
Arrossii
leggermente, imbarazzata.
-
Meglio che vada… ci si vede in giro. Ciao.
Annuii
sempre più rossa in viso. - Si…Ciao.
Mi
imposi con tutta me stessa di non girarmi a guardare quel ragazzo, che stava
andando sicuramente verso il campo da beach volley. Vidi Alice e Rosalie venire
verso di me, entrambe con in mano un frullato.
-
Ti lasciamo cinque minuti e quando torniamo ti troviamo a flirtare con un…
-
Figo pazzesco? – intervenne Rosalie.
La
moretta si mise le mani sui fianchi, con fare inquisitorio. – Si, con un figo
pazzesco… è possibile?
A
volte quelle due esageravano davvero… non sul nomignolo, certo, ma sul fatto
che stesse flirtando con me.
-
Dai ragazze, ha preso soltanto il pallone e…
-
E?!?
Accidenti
a me e alla mia linguaccia.
-
Mi ha chiesto se sono straniera e dopo lui ha aggiunto che lui è americano…
Alice
si portò le mani alla bocca per reprimere un urletto, mentre Rosalie cercava di
riprendere aria dopo essersi strozzata con il frullato.
Quando
la bionda si fu ripresa, affermò convinta – Scommetto dieci dollari che
riparlerai con lui entro ventiquattr’ore!
Tentai
di parlare, ma con scarsi risultati, poiché Alice stava lanciando una vera e
propria scommessa.
-
Io scommetto dieci dollari che si parleranno questa sera!
E
così dissi addio per sempre al relax di quella vacanza.
-
Ragazze vi ho mai detto che vi odio? – mugugnai, mentre Alice mi metteva un
po’ di matita sulle labbra.
-
Si, un centinaio di volte solo stasera… e ora stai zitta o mi fai sbagliare!
Era
da un’ora che quel piccolo dittatore mi stava trattando come la sua bambolina
personale e il giorno successivo sarebbe stato il turno di Rosalie. Cosa avevo
fatto di male per meritarmi quella tortura? Guardai di sfuggita la montagna di
panni sopra il mio letto. Già prevedevo che avrei dovuto mette in ordine io.
-
Finito! Ora vai allo specchio e dimmi che sono un genio!
Obbedii
agli ordini: dovevo ammetterlo, Alice era la migliore quando si parlava di
trucco e vestiti. Mi aveva fatto indossare un paio di pantaloncini bianchi, con
sopra un top azzurro senza spalline e mi aveva legato i capelli in una coda alta
per esaltare la mia temporanea abbronzatura.
La
trascinai immediatamente fuori dalla casetta per paura che potesse cambiare idea
da un momento all’altro sul mio abbigliamento.
-
Finalmente! Stavo mettendo radici qua fuori…ottimo lavoro Aly! – commentò
Rosalie, squadrandomi.
-
Grazie socia… ora sbrighiamoci, siamo in ritardo! Ho una scommessa da vincere!
Ci
avviammo verso il centro del residence, dove c’era un bar e una pista per
ballare. Rosalie fu subito invitata dal bagnino, mentre io e Alice preferimmo
fare una partita a biliardino. Me la cavavo alla grande secondo i miei standard,
eravamo 4 pari e mancava solo una pallina.
-
Chi perde offre da bere, ok?
Alzai
gli occhi al cielo. – Non vale che tu ti approfitti sempre della mia
sfortuna… dai tira…
E,
come avevo predetto, dopo una trentina di secondi la pallina entrò nella mia
porta.
-
Se volessi la rivincita?
-
Sarebbe lo stesso, cara mia…
-
Lo sai che una rivincita non si nega mai a nessuno? – sentii quella voce melodiosa provenire dietro di me. Alice si illuminò
immediatamente, ormai consapevole di aver vinto la scommessa.
Raccolsi
tutto il mio autocontrollo e mi girai, sperando di non fare una delle mie solite
figuracce. Un ragazzo di un metro e ottanta coi capelli ramati mi sorrideva a
meno di cinque passi. Indossava una semplice tshirt bianca e un paio di jeans
lunghi, ma faceva comunque la sua figura.
-
Ciao, ragazza americana…
Mi
appoggiai al biliardino, per non svenire dall’imbarazzo.
-
Ciao, giocatore di beach volley… - le parole mi uscirono di bocca senza che me
ne accorgessi. Avrei tanto voluto sotterrarmi.
Vidi
il suo sorriso allargarsi ancora di più. – Forse è il caso di fare le
presentazioni? Io sono Edward Cullen…
Strinsi
la mano che mi tendeva. – Isabella Swan, ma preferisco solo Bella…
-
E lei è Alice Brandon – aggiunsi, quando il folletto mi affiancò.
-
Piacere… dici che devo concederle la rivincita eh?
Il
suo sguardo sembrò accendersi. – Certo…
Non
riuscì a continuare, poiché un ragazzo biondo lo chiamò.
-
Finalmente Ed! ti cercavo da un quarto d’ora!
Edward
alzò le spalle, come per dargliene atto e poi rivolse di nuovo la sua
attenzione su di noi. – Cugino… ti presento Alice Brandon – e la indicò
– E Isabella Swan…ragazze, lui è Jasper Cullen.
Cosa
mangiavano da piccoli in quella famiglia per venire su così bene?
Alto
poco meno del cugino, aveva anche lui gli occhi verdi, sebbene di una tonalità
leggermente più scura.
-
Allora, stavo dicendo prima di essere interrotto, è fondamentale concedere la
rivincita a Bella… anche perché ci sono due poveri ragazzi, assolutamente
incapaci nel ballo, che non sanno dove sbattere la testa e ai quali piacerebbe
un sacco giocare a biliardino… - Edward aveva pronunciato la sua filippica con
una faccia da bambino indifeso assolutamente adorabile e nel frattempo
gesticolava, indicando se stesso e suo cugino.
-
In questo caso… come faccio a negare a Bella la rivincita e a voi due la
possibilità di giocare?
Mi
girai verso Alice, con gli occhi fuori dalle orbite. Mi voleva morta per caso?
Ma
lei mi ignorò completamente. – Allora io e Jasper contro Edward e Bella…
chi perde paga da bere, va bene?
I
ragazzi accettarono volentieri, mentre io diventavo rossa come un peperone.
-
Allora socia, difesa o attacco?
Ci
pensai un attimo. Già sapevo che avrei fatto un sacco di figuracce, ma preferii
andare a porta. I miei neuroni andarono a farsi un bel viaggetto quando Edward
si mise alla mia destra per iniziare la partita. Mi sembrava di essere
all’interno di una bolla di sapone, completamente estraniata dal mondo.
Fortunatamente questa scoppiò quando Alice lanciò la pallina nel biliardino.
Non
me la stavo cavando male e poi ci pensava il mio compagno di squadra a rimediare
ai miei inevitabili errori. Piano piano ci presi sempre più mano e alla fine
cominciai anche a divertirmi, lasciando da parte la concentrazione per ridere e
scherzare insieme agli altri. Incredibilmente, la prima partita fu vinta da noi,
ma Alice e Jasper chiesero subito la rivincita e questa volta toccò a noi
perdere. Si andò inevitabilmente allo spareggio ma, grazie ad un paio di finte
di Edward, riuscimmo a portare a casa la vittoria.
-
Dammi il cinque socia! E per fortuna non sapevi giocare!
Risi.
– Ma se questa è una delle poche volte che ho vinto in vita mia! Edward…
all’improvviso non ti è venuta una gran sete?
Alice
sbruffò, mi divertivo un mondo a sfotterla… e poi aveva vinto la scommessa
con Rosalie, non si poteva lamentare di certo!
-
Si hai ragione Bella, ho una sete tremenda… Jazz ci vai a prendere qualcosa da
bere per favore?
-
Aly accompagnami va, questi due si stanno vantando troppo per i miei gusti.
Li
seguimmo con lo sguardo, lei sembrava ancora di più una bambina, poi mi girai
verso il mio compagno di squadra e mi resi conto che eravamo rimasti da soli.
Forse anche lui pensò la stessa cosa e, per evitare silenzi imbarazzanti, mi
fece qualche domanda.
-
Allora… da quando sei qui?
Guardai
verso la pista da ballo, per evitare di incantarmi. – Questo è il terzo
giorno, in totale restiamo due settimane.
Con
la coda dell’occhio lo vidi sorridere. – Anche noi la stessa cosa.
Ma
tu guarda le coincidenze della vita! Avrei passato il resto della vacanza con la
tachicardia in pratica!
-
Sei solo con Jasper?
Mi
fece no con la testa. – Ci sono anche i miei genitori e quelli di mio
cugino… è una storia lunga… - mentre parlava si guardava le punte dei piedi
e la sua voce aveva assunto un tono basso, quasi sofferente.
-
Vabbè me la racconterai un'altra volta… - alzò di scatto la testa, facendo
incrociare i nostri occhi. I suoi erano sorpresi, forse si aspettava ulteriori
domande da parte mia. Il verde delle sue iridi mi ipnotizzò completamente e
avevo la sensazione che tutte le mie barriere stessero cedendo sotto quello
sguardo così magnetico. Una parte di me aveva una paura terribile, voleva
nascondersi, mentre l’altra agognava di farsi conoscere da quel ragazzo.
-
Bella! Edward! Venire, abbiamo trovato un tavolo libero!
Ci
girammo contemporaneamente verso Jasper, il quale ci faceva cenno di
avvicinarci.
-
Andiamo a riscuotere il nostro premio!
Edward
mi tendeva una mano, con il suo solito sorriso stampato in faccia. Appoggiai la
mia sul suo palmo e poi feci intrecciare le nostre dita, accompagnando a quel
gesto un sorriso timido.
In
genere sono un tipo abbastanza introverso con le persone che non conosco, ma con
Edward tutto sembrava così maledettamente facile e giusto.
Passammo
più di un’ora seduti a quel tavolo, a chiacchierare delle nostre vite e a
scherzare, completamente a nostro agio. Rosalie ci aveva raggiunto dopo poco e
subito anche lei si era unita a quel clima di allegria e ilarità.
Scoprimmo
che Jasper aveva appena frequentato il primo anno di Giurisprudenza a Yale,
mentre Edward era un nostro coetaneo e si sarebbe preso un anno sabbatico prima
di prendere il corso di Medicina a Harvard.
-
Oh allora caro Jasper tra un mese ci ritroveremo tutti compagni di college!
Alice
era particolarmente contenta della notizia, da quel poco che avevo visto
sembrava interessata al suo compagno di squadra.
-
Davvero?!?
Presi
io la parola, per cercare di contenere l’euforia di quel folletto.
-
Si… io ho preso Giornalismo, mentre Alice Architettura… Rosalie ci seguirà
dall’altra parte del paese, ma frequenterà un corso esterno per diventare
maestra d’asilo…
Edward
aveva una faccia meravigliata… e anche un po’ delusa?
-
Scommetto che avete pianificato tutto quando eravate bambine o qualcosa del
genere… peccato, sarò tutto solo ad Harvard… - e detto questo sprofondò
nella sua poltroncina con un broncio adorabile.
-
Hai sempre un anno di tempo per cambiare idea… c’è il corso di Medicina
anche a Yale… - involontariamente avevo parlato sottovoce al diretto
interessato, seduto proprio accanto a me. Cazzo!
Sembra che stia flirtando!
Avevamo
fatto di nuovo intrecciare le nostre iridi, preferivo non avere quel contatto
così intimo con lui, ma volevo che in qualche modo capisse l’innocenza della
mia frase. Come se gli occhi potessero
parlare ad uno sconosciuto…
Di
certo Edward era un bel ragazzo e, da quel poco che avevo capito pure simpatico
e alla mano, ma ero appena uscita da una relazione e non riuscivo a concepire
l’idea di buttarmi in qualcosa di nuovo, anche se destinata a durare il tempo
di una semplice vacanza.
-
Guarda potrei accettare la tua proposta, solo per dare il tormento a mio cugino!
Rise
sommessamente, come per non farsi notare e nascondere quella specie di segreto
con me. Possibile che mi avesse capita?
-
Povero Jasper, posso solo immaginare quanto deve sopportarti in questi giorni!
-
E non pensi a me che devo sopportare lui?
Mi
rivolgeva una faccia da cucciolo bastonato, mi sembrava tanto Alice quando mi
chiedeva di fare shopping con lei. Presi il bicchiere e bevvi un po’, giusto
per tornare lucida e non cadere nella trappola.
-
Dettagli trascurabili. – liquidai il discorso così, con una semplice alzata
di spalle.
Il
resto della serata passò così, tra battute e svariate domande per conoscerci
meglio. Solo alle una avevamo deciso di tornare alle nostre casette, in fondo
ancora eravamo poco abituati a quel fuso orario.
I
ragazzi ci accompagnarono fino alla nostra destinazione con la scusa di non
poter lasciare tre ragazze così belle andare in giro da sole.
-
Allora, domani che fate? – Alice, senza troppi preamboli, aveva fatto la
domanda che probabilmente stavamo pensando tutti.
-
Andiamo in spiaggia come al solito… che ne dite se ci vediamo lì? – Jasper
aveva indubbiamente preso al volo quella ghiotta occasione per rivedere il
folletto. Avevano scherzato tutta la sera, non mi sarei meravigliata se tra loro
fosse scoppiata la scintilla.
-
Certo! A domani… buonanotte ragazzi!
Anche
Rosalie era diventata euforica? La bionda prese fuori le chiavi della casa dalla
sua borsetta e un attimo dopo scomparve dietro la porta.
Non
sapevo che dire, tanto meno come salutare Edward. Ogni tanto guardavo nella sua
direzione e lui faceva lo stesso con me. Quando i nostri occhi si incrociavano
lui mi sorrideva e io non potevo fare a meno di rivolgergli timidi sorrisi e di
voltare subito lo sguardo, per evitare di rimanere incantata.
-
Avanti, andate pure voi due… Bella potrebbe addormentarsi da un momento
all’altro.
Effettivamente
avevo parecchio sonno, ma, come una bambina, risposi alla provocazione di Edward
facendogli la linguaccia e incrociando le braccia.
Tutti
risero e alla fine anche io mi aggiunsi a loro. Edward si avvicinò, mi spettinò
un po’ i capelli e poi, con mia grande sorpresa, mi prese la mano e ne baciò
lievemente il dorso. Non c’era malizia in quel gesto, soltanto semplicità.
-
Buonanotte Bella…
-
Buonanotte Edward…
Ringrazio ChiaraBella (sono tutti umani e per ora Emmett non ci sarà… comparirà tra qualche capitolo) e coloro che hanno inserito la storia tra i preferiti e le seguite!