Le parole di
quello che poi si era rivelato il sindaco dell'isola avevano sconvolto e
incuriosito la ciurma allo stesso tempo. Una rivolta così vicino al quartier
generale della marina era un evento più unico che raro e insospettiva il fatto
che non fosse stato fatto ancora un tentativo per riconquistarla. Sembrava che
al governo mondiale non importasse più del destino di quella comunità.
Il sindaco,
dopo essersi presentato come Ben Lud, invitò l'intero equipaggio a consumare il
pranzo insieme al villaggio. Rufy accettò subito insieme al musicista Brook,
seguiti da Nami, Robin e Zoro. Franky e Sanji decisero di occuparsi del
rifornimento della nave mentre Usopp e Chopper rimasero a sorvegliare la nave.
La ciurma si divise e si diedero appuntamento sulla nave al calare della notte.
Era passata
ormai mezz'ora da quando si erano divisi e Usopp osservava con preoccupazione
il piccolo paese al centro della baia. Il suo sesto senso gli diceva di
rimanere il meno possibile su quell'isola. Qualcosa di quel luogo non lo
convinceva. Nessuno della ciurma però gli aveva dato ascolto ed era voluto
rimanere con lui sulla nave tranne Chopper, convinto dalla possibilità di farsi
insegnare la canzone del re dei cecchini. Finita la lezione di canto lui e la
renna erano passati alle loro occupazioni preferite: Usopp a preparare armi e
Chopper a leggere libri di medicina, entrambi sul ponte della nave. Ogni tanto
Usopp ripeteva -Arriveranno solo guai, me lo sento- seguito dalle proteste del
medico – Ma così porti sfortuna -. era trascorsa circa un'ora quando un gruppo
di bambini si avvicinò timidamente alla nave. Erano vestiti in maniera logora e
portavano alcune ceste riempite con alcune pietanze dall'aspetto invitante. Un
ragazzino dai capelli castani prese coraggio e salita la passerella chiamò i
pirati con un soffio di voce: - signori pirati...-
i due si
voltarono di scatto e per poco il bambino non finì in mare dalla paura. - il
sindaco ci ha ordinato di portare qui del cibo per voi. Possiamo lasciarvelo?-
-Certamente!-
rispose Chopper – ringraziate da parte nostra il sindaco. Ci pensiamo noi a
caricarlo sulla nave- Passo alla sua forma umana, un gigante peloso e
imponente, ed iniziò a spostare le ceste. La trasformazione suscitò nei bambini
uno stupore enorme e osservarono curiosi quell'essere particolare. - Lasciate
fare a noi. Siamo i più forzuti della ciurma- aggiunse Usopp, mostrando al
bambino i bicipiti. Finito di portare il cibo sulla nave, Chopper iniziò a
mangiare mentre Usopp si rifiutò di pranzare, continuando a fissare i bambini
che erano rimasti ad osservarli. Quando Chopper se ne accorse si voltò e gli
urlò contro: - cosa avete da guardare?- I bambini si impaurirono e si
guardarono a vicenda, nel tentativo di ritrovare il coraggio. Quello dai
capelli castani si fece ancora avanti:- Volevamo chiedervi se...- guardò verso
gli amici alle spalle- …potreste raccontarci qualche vostra avventura?-.
L'espressione di Chopper si addolcì e ad Usopp luccicarono gli occhi per un
istante. Poi sfoggio la sua espressione sicura e magnetica da capitano e
abbracciò con uno sguardo tutti i ragazzini.
- siete
fortunati. Oggi Capitan Usopp vi narrerà le sue grandi imprese- i ragazzini
proruppero in un “oh-oh” di meraviglia e si disposero intorno a lui, ansiosi di
sentire la sua storia. Anche Chopper si sedette insieme a loro, desideroso di
sentire le imprese del compagno bugiardo.
Franky e
Sanji stavano trascinando un lungo tubo su per un piccolo crinale, preceduti
dalle due guide che gli dovevano mostrare il luogo dove si celava il laghetto.
Il carpentiere dai capelli blu avrebbe potuto fare da solo quel lavoro ma Nami
aveva chiesto chi potesse aiutarlo del gruppo. Una domanda retorica: il cuoco
aveva iniziato a volteggiarle attorno con aria infantile urlando – io carissima
Nami!!!- e – per il mio cuore ogni tuo desiderio è un ordine -. Così
improvvisamente erano diventati due ad occuparsi della cisterna.
Avanzarono a
zig-zag fra gli alberi fino ad arrivare sul crinale indicato dalle guide, dove
si aprì un piccolo avvallamento davanti ai loro occhi. Il lago lo occupava
quasi totalmente eccetto una piccola striscia di piccoli sassolini che lo
costeggiava. Dove riprendeva la salita un ruscello dalle acque cristalline si
tuffava nel laghetto. Sistemarono il condotto appena sotto alla superficie
dell’acqua e Franky attivò la pompa. Il macchinario si mise in moto
silenziosamente. I due pirati si sedettero lì a fianco e iniziarono a parlare,
prima del come funzionava quel sistema di pompaggio poi il discorso divagò
sugli argomenti più disparati.
Le guide si
assentarono per qualche tempo e riapparvero accompagnate da due giovani
fanciulle. Portavano cibi caldi, alcuni alcolici e frutta di stagione.
– il sindaco
si dispiace che non possiate partecipare al banchetto del villaggio e ci ha
incaricato di portarvi qualcosa da mettere sotto i denti -.
Il cuoco però non ascoltava le parole della
guida: inginocchiato ai loro piedi stava già baciando le loro mani.
– Siamo alle
solite – fu il commento sottovoce del cyborg.
Le ragazze
offrirono il cibo che, a detta loro, avevano cucinato con passione. Sanji si
lanciò subito in assaggi e complimenti alle due fanciulle mentre Franky rifiutava
garbatamente per poi venire imboccato a forza e minacciato dal cuoco, sensibile
a possibili offese verso le aspiranti cuoche. Finito il pasto, entrambi
iniziarono a conversare chi con le due ragazze chi con le guide, trascorrendo
il tempo in attesa che la pompa finisse il suo lavoro.
- Capitano-
disse una voce roca dal lumacofono – quattro dei pirati sono caduti nella trappola-
Ludwig
sorrise – procedete con quelli che restano-.
-Sarà fatto-
il lumacofono si fece silenzioso. Ludwig rise. Tutto procedeva con velocità.
Dopo tanto tempo con le mani in mano poteva finalmente divertirsi. E non ne
vedeva l’ora.
-ma dove sono finito?-
Zoro
osservava il grosso buco di fronte a lui. Fino a dieci minuti prima seguiva il
gruppo diretto alla cittadina, ma gli era bastato un attimo di distrazione e si
era perso. Ora non sapeva più dove fosse finito, in mezzo al bosco che
ricopriva l’intera isola.
-non ci
posso credere, è successo ancora-
Si sporse ad
osservare quella specie di pozzo: la più totale oscurità regnava al suo
interno. “Chissà quanto deve essere profondo” pensò e tornò a guardarsi attorno
alla ricerca di un punto di riferimento. Uno strano rumore cominciò a venire
dalle profondità del pozzo, simile a uno scricchiolio. Zoro incuriosito e
confuso si sporse ancora, per cercare da cosa provenisse. Improvvisamente cessò
e la zona intorno al pozzo saltò in aria franando verso l'oscurità del pozzo.
Zoro fu colto alla sprovvista e quando provò a reagire precipitava già nel
buio.
Una figura
uscì dal suo nascondiglio vicino al pozzo. Non poteva credere che una delle
tante trappole disseminate per l’isola sarebbe servita per catturare una
vittima e soprattutto una del calibro di Roronoa Zoro, da 110 milioni di berry.
Diede ancora un’altra occhiata al baratro, estrasse una sfera di coccio e la
getto nel pozzo. “Sogni d’oro, cacciatore di pirati”.
Nami, Robin,
Brook e Rufy seguivano il gruppo di paesani capitanati dal loro sindaco lungo
le stradine del paese. Gli edifici e alcune strade erano state sfregiate da
alcune cannonate e incontrarono varie case che mostravano, attraverso il muro o
il tetto, le loro stanze interne. Spesso nelle macerie si vedevano oggetti di
uso quotidiano distrutti o armi inutilizzabili, a testimonianza che lì si era
svolta una terribile battaglia.
Robin e Nami
osservavano con interesse il paesaggio cittadino mentre Rufy e Brook
tempestavano il sindaco di domande su quando sarebbero arrivati.
-appena
arriviamo in piazza vedrete con i vostri occhi.- rispondeva il sindaco.
E la piazza
si aprì all'improvviso davanti a loro, appena usciti da un vicolo. Tende dai
colori ormai opachi occupavano quasi tutta la superficie dello spiazzo. Al
centro si ergeva un tendone dai vari colori e dominava dall'altro la tendopoli.
Intorno alle stoffe mosse dal vento la gente del villaggio svolgeva la propria
vita quotidiana. Solo alcune piccole pattuglie di popolani armati stonavano con
il quadretto di normalità dell'isola. Il sindaco guidò il gruppo nel dedalo di
passaggi fino al tendone ed tutti entrarono. Prima di sparire dietro il telo
multicolore un brivido corse lungo la schiena di Nami. Si voltò ad osservare la
piazza. Tutti continuavano a vivere come se lei non ci fosse. Eppure gli era
sembrato che tutti gli sguardi fossero puntati su di loro. Scosse la testa e
raggiunse gli altri all'interno. Nello stesso istante tutti i popolani si
fermarono e guardarono verso l'ingresso del telone.
Il tendone
era la mensa comune del villaggio una decina di lunghissimi tavoli era
allineata in una metà, mentre l'altra era occupata dalle provviste e da una
cucina all'aperto. Il sindaco li fece accomodare a un capo del tavolo e con un
cenno rivolto verso la cucina ordinò ai cuochi di servire alcune pietanze.
Quando portarono i piatti e tutti iniziarono a mangiare, il sindaco sussurrò
qualcosa nell'orecchio al cameriere e poco dopo suonò una campanella che chiamò
a pranzo tutto il villaggio. Tutti gli abitanti entrarono e qualche minuto dopo
occupavano ogni posto lungo le tavole apparecchiate. Prima che tutti
iniziassero il sindaco prese la parola e presentò i pirati alla popolazione
come gli eroi di Enies Lobby. Ci fu un’ovazione generale e tutti gli abitanti
iniziarono a festeggiare: Rufy e Brook divennero presto il centro di un pranzo
scalmanato, con i loro comportamenti comici e simpatici. Le due ragazze della
ciurma rimasero al loro tavolo intrattenendosi per qualche tempo con il
sindaco. Quando se ne dovette andare, chiamato da uno dei suoi uomini, Robin
attese ancora qualche minuto poi si alzò dal tavolo.
- questa
storia non mi convince: la ribellione e tutta questa ammirazione servono da
copertura a qualcosa- disse.
- Ho avuto
lo stesso presentimento anch’io da quando siamo sull’isola- confermò Nami.
- Vado a
fare qualche ricerca per vedere con più chiarezza questa storia- L’archeologa
si guardò intorno: tutti circondavano il capitano e lo scheletro e loro erano
rimaste sole in disparte.
- Va bene. Io
rimarrò a controllare questi due, nel caso succedesse qualcosa.- Nami bevve un
sorso della sua birra.-Stai attenta-
- Come
sempre- rispose Robin e scomparve oltre l’uscita.
Franky si accorse che la pompa aveva finito il suo lavoro. Si
alzò a fatica e fermo il macchinario. Stava per chiamare Sanji quando lo vide
dormire sdraiato sul prato vicino alla ragazza, con stampato in volto un
sorriso beato. In effetti anche lui si sentiva stanco. Era la sua settimana
super, aveva fatto il pieno di cola eppure si sentiva stanco. Si sedette un
attimo e decise di farsi un pisolino. -leggero, non più di qualche minuto-
pensò. Invece gli sembrava di non dormire da anni. Chiuse gli occhi e cadde in
un sonno profondo.
Chopper non riusciva
più a tenere gli occhi aperti: non certo per le storie di Usopp ma per
un’improvvisa sensazione di stanchezza. Anche il cecchino sembrava molto
stanco: aveva iniziato a barcollare e sbadigliava in continuazione. I bambini
invece osservavano con attenzione il narratore, aspettando con impazienza
qualcosa che dovesse avvenire di lì a poco. Chopper li osservò per capire cosa
stessero aspettando finché non sentì un forte tonfo. Si voltò di scatto e vide
Usopp crollato a terra che russava rumorosamente. Si mosse verso di lui ma
perse l’equilibrio e inciampò, finendo a terra. La sua vista iniziava a farsi
confusa e le palpebre pesanti. Riuscì a raggiungere Usopp e cercò di svegliarlo
chiamandolo a gran voce e scuotendolo ma niente: continuava a dormire beato.
Poi qualcosa attirò la sua attenzione: i bambini li osservavano silenziosi, i
volti che esprimevano l’attesa di qualcosa. Chopper ora si sentiva confuso e
impotente. Si rivolse ai bambini sconvolto: - Cosa sta succedendo?-
Non ci fu risposta. Sul volto del bambino dai capelli castani
si disegnò un sorriso maligno.
- Cosa sta succedendo?- urlò con rabbia Chopper. Il bambino
aprì la bocca ma il medico non sentì la risposta. Il sonnifero aveva preso il
sopravvento ed era caduto in un sonno profondo.
Robin osservò pensierosa ciò che aveva trovato: un mucchio di scheletri vestiti con divise
della marina e altri al centro con abiti civili. Quando aveva iniziato a
guardare in mezzo alle rovine di quello che era stato un palazzo non si
aspettava certo qualcosa del genere. Esaminò più da vicino gli scheletri: sia i
marine che i civili erano morti per le stesse cause. L’ipotesi più probabile era
che l’autore delle uccisioni fosse qualcun altro, non appartenete ne ai ribelli
ne alla marina. Si sedette un attimo a pensare ma l’azione le costava grande fatica,
a causa di un forte mal di testa e di una improvvisa stanchezza. Provò a
immaginare ogni possibile motivo ma l’ipotesi di qualcosa di estraneo ai due
schieramenti si rafforzava in lei; poi qualcosa attirò ancora il suo sguardo:
un marine, vestito da ufficiale, stringeva alcuni fogli arrotolati. Si alzò
lentamente, afferrò il piccolo rotolo di pergamena e iniziò a leggere. Robin
impallidì: oltre all’avviso di taglia di un capitano a lei sconosciuto,
riconobbe negli altri due il sindaco e i due consiglieri. Nella sua mente tutti
i frammenti del mosaico di indizi acquistarono un senso e questo la terrorizzò.
Doveva avvertire Nami del pericolo. Iniziò a correre ma le gambe iniziarono a
tremare e perse l’equilibrio, cadendo in ginocchio. Mentre provava a rialzarsi
notò finalmente il sindaco, seduto sopra un cumulo di macerie, intento ad
osservarla.
-è troppo tardi per avvisarli: ormai i tuoi compagni sono in
mano nostra. Lo stesso futuro attende anche te.-
Robin si infuriò e riuscì
a rimettersi in piedi. - Doce Fleur - urlò. Dodici braccia comparvero sul corpo
del sindaco e scomparvero subito. Robin non aveva più forza per mantenere il
suo potere.
-Cosa mi avete fatto?-
-Ti abbiamo solo sedato e la stessa cosa è successa ai tuoi
compagni. Non preoccuparti per ora. La storia che vi ho raccontato poi non è
del tutto falsa. C’è stata veramente una rivolta qui, ma la mia ciurma ha
conquista l’isola, sottomettendo tutti.-
Robin però non poteva
più ascoltare. Era sprofondata in un sonno profondo.
Nami risollevò la testa dal tavolo. Era confusa: lei reggeva
bene l’alcool e aveva bevuto appena tre boccali di birra però la sua mente era
talmente annebbiata che ci mise qualche minuto prima di mettere a fuoco il
mondo circostante. Solo allora si accorse di alcune stranezze: il tendone era
vuoto, nessuno era più in giro e Rufy e Brook giacevano immobili, uno sopra
l’altro, russando allegramente. Raggiunse barcollando i suoi due compagni.
Dormivano profondamente e non provò neppure a svegliarli. Una gran voglia di
dormire tormentava anche lei. Si addormentò subito notando appena il piccolo
gruppetto che stava entrando nel salone.
- Signore, tutti i pirati sono stati sistemati. Rientriamo al
castello.-
- Bene.- disse Ludwig al lumacofono. – Portateli subito nelle
segrete e preparateli. Voglio che
Il ritardo che ha avuto la pubblicazione non può avere
giustificazioni. Chiedo scusa a tutti voi. Spero di riuscire a farmi perdonare
cercando di raccontare questa storia nel miglior modo possibile.
Zandramas