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Autore: space_oddity    26/02/2010    5 recensioni
"Avevamo dodici anni quando io, Mary Anne Longbottom e Lilian Cooper, le mie migliori amiche, abbiamo scoperto come nascono i bambini.
Ok, ok, ne avevamo quattordici.".
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come sempre ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono e Candidalametta, la mia meravigliosa beta che si merita tutti questi complimenti:) (quella della tigre mi ha quasi uccisaXD)
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - Harmony





"Come mi sta?"- chiede Louise appoggiandosi addosso una giacca di pelle rosso fuoco.
"E' divina!"- esclama Lily.
"Carina."- replica Mary Anne sorridendo.
"..Orribile."- grugnisco io, irritata.
Niente, niente nella vita vi potrà preparare all'esperienza di portare la vostra dolce nonnina, che non è davvero vostra nonna, a comprare borchie, anfibi e giacche di pelle di dubbia provenienza da bancarelle ambulanti.
Non che quella giacca non sia davvero carina. Anzi, vi dirò di più, è fantastica.
Non che io non vada di solito in questi mercatini, voglio dire, li adoro.
Ma vedere Louise con addosso questi vestiti.. E' come se Cappuccetto Rosso si vestisse, che so, di blu.
E' contro natura.
Afferro un maglione sformato color lilla da una cesta e lo drappeggio intorno a Louise.
"Che ne pensi di questo? Non è bellissimo? Rende il tuo taglio di capelli costoso!"- insisto con tono da televendita.
Lily sbuffa e me lo strappa di mano ributtandolo nella cesta in malo modo.
"Chastity, piantala con quel maglione lilla. L'hai tirato fuori dieci volte nell'ultima mezz'ora. Quando è troppo è troppo!".
"Cos'ha che non va?"- chiedo, mentre lo riprendo in mano e lo accarezzo amorevolmente.
"E' improponibile."- spiega Mary Anne in una perfetta imitazione del classico stilista isterico.
Lo guardo.
.. Beh, è vero.
Guardo Louise, che ha ripreso la giacca di pelle e la sta osservando con reverenza e capisco che la mia è una battaglia persa.
Con un grande sospiro prendo un meraviglioso top nero di pizzo, piuttosto elegante, e glielo porgo.
"La giacca è fantastica, ma se le aggiungi questo ti cambierà la vita", mormoro afflitta.
Louise mi stringe la mano, commossa.
Lily annuisce in segno di approvazione.
Mary Anne mi da un'amichevole pacca sulla spalla.
Persino Evelyn, la proprietaria del negozio, sembra vistosamente compiaciuta. Si avvicina a me e mi sussurra:"Brava. Non è stato facile".
E, a quel punto, mi sento un'eroina. Mi sento Bruce Willis.
Ho trovato il top di pizzo nero, ho salvato il mondo.
Almeno fino a quando un bulletto in giacca di jeans, con aria annoiata, si appoggia al muro chiedendomi se ho appena partorito o se voglio candidarmi Presidente.
Dopodichè, per reazione spontanea, gli chiedo se preferirebbe che gli schiacciassi la testa contro la parete o contro il pavimento.
Al che lui, masticando la sua cicca a bocca aperta, biascica che sono davvero spiritosa, e che; davvero, non mi hanno mai invitata all' Ophra Show?
Potrei andare avanti all'infinito, ma il buon Dio ci ha mandato Mary Anne.
Che si limita a dire che purtroppo di ignoranti è pieno il mondo, ma per fortuna non dobbiamo sorbirceli per forza.
E si allontana a testa alta, seguita a ruota da me e Lily.
Nel frattempo Louise, che stava pagando alla cassa e non si è accorta di niente, torna da noi stringendo orgogliosa il suo sacchetto e annuncia che per oggi ne ha avuto abbastanza.
Grazie al cielo.
La riaccompagniamo al negozio e la salutiamo sulla porta, promettendole che, sì, domani torneremo al mercato insieme e compreremo tante altre cose bellissime, e poi Mary Anne se ne va di fretta borbottando qualcosa su una visita dentistica.
Beh. Non è andata poi così male.
Lily, che evidentemente mi legge nel pensiero, esclama allegra: "Beh, non è stata così dura, no?".
Grugnisco in risposta.
"Insomma, pensavo andasse peggio. Credevo che, come minimo, avresti comprato quel maglione lilla per infilarlo di nascosto nella borsa di Louise … o qualcosa del genere.". Ride soddisfatta per la sua battuta.
Non le dico che è pessimo ridere da soli delle proprie battute.
E non le dico nemmeno che ci avevo pensato. Alla cosa del maglione, intendo. E che mi sembrava una buona idea. Anzi, a dire la verità, trovavo che fosse geniale.
Ma poi ho visto che non c'erano scarpe da infermiera in quella bancarella, e ho pensato che fosse troppo strano abbinarlo con degli anfibi neri, così ho lasciato perdere.
Comunque.
"Che assurdità!"- ridacchio poco convinta -"Mi credi davvero capace di fare una cosa del genere?!".
Lily mi fissa in silenzio per qualche secondo, riflettendo.
"Ok, non rispondere. Che facciamo adesso?".
"In che senso?".
"Nel senso, sono le sette, mancano ancora due ore al coprifuoco, che cosa facciamo?".
"… In che senso?".
"Ok. Qui c'è un problema di comunicazione. Ti semplificherò la questione: cosa facciamo? Prendiamo un gelato, andiamo al parco, prendiamo a sassate le vetrate della scuola, ci ubriachiamo, spariamo a qualcuno ... Sai, le solite cose.".
"... In che senso?"- domanda ancora Lily, con aria assente.
"Lily, mi stai ascoltando?".
"Uh?".
Ok. Qui ci vuole un test.
"Beh, sai, l'altro giorno sono andata a fare la spesa, perché mia madre vuole diventare un'attrice, poi gli alieni sono atterrati nel mio giardino e io mi sono ubriacata di whisky, ma il gatto ha mangiato la marmellata e così.. Sono incinta!"- esclamo ridacchiando, come se le avessi appena raccontato una barzelletta.
Lily tenta un sorriso divertito e annuisce.
Non riesco a non allontanarmi imbufalita.
E Lily, accorgendosi improvvisamente che c’è qualcosa che non va, esce dal suo stato di trance e mi corre dietro.
"Che succede?!".
"Mi piacerebbe saperlo!".
"Perchè urli?".
"Non sto urlando!"- sbraito.
Lily mi guarda piegando la testa di lato.
"Ok. Stavo urlando. Ma tu non mi ascolti!".
"Non è vero che non ti ascolto!".
Le lancio il suo stesso eloquente sguardo di prima.
"Ok. E' vero, non ti ascoltavo.".
"Vedi? Non lo sai che il dialogo è parte integrante di qualunque tipo di rapporto?".
Lily chiude gli occhi, con aria esausta.
"Tu non mi ascolti più!"- concludo affranta.
Lilly riapre gli occhi e sbuffa.
"Non ti sarai mica rimessa a leggere Harmony spero.".
"No."- ribatto arrossendo.
Che c'è di male in Harmony? Susan Andersen è una scrittrice straordinaria.
"Mi hai raccontato di nuovo la storiella dell'astronauta che incontra Marylin Monroe perché sua sorella aveva perso il micio?"- domanda stancamente.
"Non proprio."- borbotto.
"Allora mi hai raccontato quella del pompiere che vuole imparare a nuotare perché ha ordinato una pizza ma una tigre si era mangiata le acciughe della marinara e allora ...".
"Non importa."- la interrompo in fretta. Chiedendomi perché nelle mie storie assurde ci sia sempre di mezzo un felino.
Però, non pensavo di avere tanta fantasia.
Né credevo di aver già fatto questo test più di una volta.
"Comunque, cosa facciamo? E se mi rispondi un'altra volta ‘In che senso?’, non sarò responsabile delle mie azioni Lily."- replico seria.
E Lily, a questo punto, mi rivolge un sorriso assassino che mi fa sentire come un topo appena caduto nella trappola.



Ringraziamenti
Soffiotta=*arrosisce*Grazie! Comunque per "teoria" intendevo solo che sanno cos'è XD Niente cose sconce:)
Ecco, mi scuso perchè questo capitolo è un po' corto.. ma il prossimo in compenso non lo sarà:) Al prossimo! Bacio
  
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