“Wendy
che cos’hai?” era già la seconda volta nel giro di pochi minuti che Janet le
rivolgeva quella domanda e lei evasiva scuoteva la testa con una scrollata di
spalle e tornava a volgere il suo sguardo fuori dalla finestra.
Appariva triste e spenta Wendy
in quel piovoso pomeriggio di fine Marzo.
“è per quel Peter vero?” le chiese ancora Janet stringendo le mani a
pungo, quasi volesse trattenere una rabbia omicida. Wendy non rispose.
Le aveva raccontato di Peter e dell’Isola Che Non C’è così tante volte
che alla fine aveva quasi iniziato a crederci, ma quando quella sera Wendy
l’aveva abbracciata in lacrime mentre tornavano a scuola biascicando di Peter
che aveva lasciato l’Isola, che era cresciuto per colpa sua Janet non era
riuscita a pensare a nulla di abbastanza credibile, e niente di abbastanza
rassicurante da dirle, si era semplicemente limitata ad abbracciarla e starle
vicino.
“Deve essere per forza per lui. Sono quattro giorni che stai così,
esattamente dalla sera della festa in maschera” sentenziò Janet con sicurezza
ma a nessun cenno dell’amica tornò a tranquillizzarsi.
Rimasero per un po’ in silenzio, improvvisamente Janet si alzò
sistemandosi il vestito e tese la mano alla sua migliore amica.
“Non voglio che tu faccia così Wendy” disse risoluta. “Adesso ti alzi da
lì ed esci con me” aggiunse, la mora si girò a guardarla e scosse la
testa.
“Oh si invece signorina, non ammetto rifiuti” sospirò. “Vieni con me, adesso”.
“Ma dove vuoi che andiamo?” chiese Wendy in tono lamentoso.
Janet si strinse nelle spalle. “Andiamo a prendere un the e passeggiamo.
Sta per piovere, a te piace tanto passeggiare sotto la pioggia” disse
entusiasta guardando il cielo scuro con un sorriso e Wendy non potè fare a meno
di sorridere, prese la mano dell’amica e si alzò.
“Brava la mia
ragazza, è così che ti voglio” disse soddisfatta mirandosi allo specchio.
Quando uscirono in
strada munite di ombrello da passeggio la pioggia cadeva ormai a gocce fitte e
sottili. Risero guardando la gente e le vetrine e si infilarono di fretta nella
caffetteria.
“Due the
caldi” ordinò prontamente Janet prendendo posto al tavolo.
“Amo la
caffetteria” disse, “Credo che non potrei farne mai a meno”. Wendy rise.
“Già, è un
posto rassicurante” concordò.
“A
proposito ma tuo fratello il gemello più bello?” chiese Janet con un che di
malizia negli occhi. Wendy la guardò
perplessa.
“A
proposito?!? Janet mio fratello non c’entra niente con l’argomento di cui
stavamo parlando”. Janet si strinse nelle spalle e sorrise
civettuola.
“Te l’ho detto, sono almeno due giorni che non lo vedo” si giustificò.
Wendy la guardò scettica.
“Non l’ho
visto molto neanche io in questi giorni” rispose vaga. Janet
sbuffò.
“Tesoro non ti si addice quell’espressione triste” disse seria mentre
arrivavano i loro the al tavolo. E Wendy improvvisamente alzò lo sguardo e
rimase attonita. Gli occhi spalancati e lo sguardo perso, il viso inespressivo
eppure milioni di emozioni racchiuse in quegli occhi.
Janet si voltò a guardare verso la
porta e vide un bellissimo ragazzo dai capelli biondi e il sorriso aperto.
Stretto in un cappotto nero e l’aspetto altero, una figura elegante e di una
bellezza straordinaria. Trattenne il respiro quando il ragazzo si voltò verso
di loro e le raggiunse sorridendo. Si girò a guardare Wendy e poi tornò a
guardare Peter.
“Buonasera signore” mormorò il ragazzo quando fu vicino al tavolo. Poi
fissò il suo sguardo in quello di
Wendy.
“Wendy” sospirò e nel dire il suo nome la voce gli vibrò leggermente. La
ragazza non rispose, si limitò a battere le palpebre e lasciarsi sfuggire un
debole sorriso. Peter si voltò verso Janet.
“Molto piacere di
conoscerla, io sono Peter, Peter Pan” esclamò sorridendo e porgendole la mano.
Janet gli strinse la mano e sorrise.
“Janet Samantha
Bennet piacere mio” rispose con cipiglio sicuro. Si guardarono per un po’ in
silenzio.
“Sai
Peter ho tanto sentito parlare di te ma non ti avrei mai immaginato così”
esordì la bionda improvvisamente. Peter sorrise e Wendy si girò a lanciarle
un’occhiata poco rassicurante.
“Posso immaginare. Wendy tende sempre ad esagerare, mi avrà descritto
sicuramente più di quello che sono” disse garbatamente. Janet sorrise.
“Oh no, fidati non sei
affatto una delusione” disse e Wendy si affretto ad interrompere il discorso. “Cosa ci fai qui?” chiese Wendy e Peter
le
sorrise.
“Oh sono venuto con…” il ragazzo fu interrotto da una voce felice alle
loro spalle.
“Oh Peter caro sei qui”
esordì la ragazza avvicinandosi a loro e aggrappandosi distrattamente al
braccio del ragazzo. Wendy la guardò con attenzione, era la dama gialla e anche
senza la sua maschera era bellissima. La ragazza si voltò verso di loro e
sorrise sinceramente.
“Ero con la mia futura sposa
Jhoanne” mormorò Peter.
“Buon pomeriggio” disse cordialmente lei.
Wendy la guardò di nuovo, poteva avere si e no la sua età ed oltre ad essere
bella aveva anche l’aria simpatica.
“Jhoanne cara stavo salutando Wendy e la sua amica Janet” spiegò Peter.
La ragazza annuì.
“O bene ma
adesso temo che dobbiamo andare. I nostri vassoi di dolci sono già pronti,
Franz li ha già presi e la macchina ci sta aspettando qui fuori”, Peter
annuì.
La ragazza si voltò di nuovo verso di loro sorridente.
“Voi siete amiche di Peter vero?!? Beh spero di vedervi al matrimonio.
Ci sposiamo tra due giorni, ecco, ho ancora qualche invito” disse frugando nella
borsetta e porgendo a Wendy una carta decorata. Peter sorrise gelido ma nulla
denunciò sul suo viso le emozioni che provava in quel momento.
“Buona
serata” sorrise Janet mentre i ragazzi facevano per andarsene.
“Grazie
mille” sorrise la ragazza.
“Buona
serata anche a voi” aggiunse Peter voltandosi per raggiungere la porta.
E poi
Janet iniziò a parlare senza sosta ma Wendy non sentì nemmeno una parola.
“Wendy Angela Moira Darling
voglio che ti alzi immediatamente da quel letto” dichiarò Janet in un modo che
non ammetteva repliche. Wendy la guardò per qualche secondo e scosse la
testa.
“Non
scocciare Janet” sbuffò infastidita tirando di nuovo su le coperte del suo
letto a baldacchino, ma di nuovo la biondina le tirò giù e la guardò
severamente.
“Abbiamo un
matrimonio che ci aspetta Wendy quindi adesso ti alzi da quel letto e ti vesti
altrimenti faremo tardi” sospirò la ragazza, Wendy si girò a guardarla
scettica.
“Non
ho intenzione di venire” dichiarò secca. Janet sbuffò.
“Andiamo non essere ridicola, non posso mica andarci da sola” tentò di
protestare la ragazza mentre Nana si avvicinava al letto tirando con i denti un
lembo della vestaglia di Wendy.
La signora Darling entrò in camera in tempo per assistere alla scena e
sorrise.
“Cosa succede qui?” chiese dirigendosi al comò della figlia per sistemare
alcuni vestiti.
Janet sospirò. “Wendy dovrebbe davvero alzarsi e venire con me ma non
vuole farlo” dichiarò.
La
donna le raggiunse sorridendo loro affettuosamente.
“E
c’è un motivo particolare Wendy per cui non vuoi farlo?” chiese dolcemente, la
ragazza non rispose ma Janet si affrettò a farlo.
“Perché
non riesce a capire l’importanza dell’evento” dichiarò. Wendy sbuffò
lanciandole un occhiataccia.
“Non ha nessuna
importanza per me” dichiarò asciutta. Di nuovo la signora Darling le guardò
dubbiosa.
“Si può sapere di grazia
di cosa state parlando?” chiese. Janet sorrise soddisfatta.
“Del
matrimonio di Peter Pan” dichiarò soddisfatta sillabando ogni lettera. La donna
spalancò gli occhi sorpresa e sembrò impallidire.
“Cosa?” chiese di nuovo.
“Ha capito bene signora
Darling” si affrettò a chiarire Janet. La donna si girò verso sua figlia.
“Sono davvero curiosa di
sapere questa storia ma me la racconterete mentre ti prepari Wendy perché devi
assolutamente alzarti e andare a quel matrimonio” dichiarò.
Entrambe le ragazze la guardarono stupefatte e Wendy si alzò di
malavoglia dal letto.
Quasi due ore dopo entrambe erano pronte ed adornate a dovere per
partecipare ad un matrimonio e la signora Darling venuta a conoscenza di tutta
la storia fece chiamare una macchina per accompagnarle.
“Tesoro” mormorò
dolcemente prima che Wendy salisse in macchina, la ragazza si voltò.
“Ricorda una cosa
importante, l’amore è la cosa più importante che possiamo avere, davvero non c’è
niente di più forte dell’amare ma anche se fa male a volte se ami davvero una
persona devi lasciarla andare” sospirò con un sorriso accarezzandole dolcemente
una guancia e Wendy capì.
Il
cielo non prometteva nulla di buono quel giorno, striato da grandi nuvole
grigie prometteva pioggia ma quando arrivarono a pochi minuti prima dell’inizio
del matrimonio il sole iniziò a farsi spazio tra le nuvole illuminando lo
splendido giardino imbandito per la cerimonia.
Un uomo in
abito scuro le fece entrare dopo aver spuntato i loro nomi su una lista
all’ingresso e Janet andò a cercare i loro posti proponendo subito dopo di fare
un giro.
Il giardino di villa Simonne era pieno quel giorno e camerieri in divisa
si davano un gran da fare. Janet consigliò all’amica di trovare Peter ma
l’altra si rifiutò.
“Sarà
impegnato a prepararsi ora” dichiarò vaga mentre continuava a guardarsi
intorno.
E poi la vide, piccola e bellissima nascosta tra gli alberi. Si avvicinò
sorridente e la chiamò. Trilli abbassò
il capo verso di lei e improvvisamente spalancò gli occhi sorridendo e si
precipitò volando verso Wendy.
“Oh Trilli quanto mi sei
mancata” dichiarò la ragazza accarezzandola delicatamente.
“Come stai?” le
chiese, “Hai parlato con Peter?”. La fatina annuì e una strana espressione di
rammarico le si dipinse sul viso, poi guardò Wendy e aprì la bocca per mimare
alcune parole.
Wendy sorrise dolcemente.
“No, non ci ho parlato, credimi non è il caso che io lo faccia”
sospirò.
“Wendy vieni sta per iniziare la cerimonia” la chiamò Janet da poco
lontano e la ragazza salutò Trilli con un cenno promettendole che si sarebbero
viste più tardi.
Vide
la gente prendere posto velocemente e alcune damigelle correre dentro la villa,
si girò e fu allora che lo vide. Nascosto dietro un grande capanno pronto per
fare il suo ingresso.
Era bellissimo nel suo completo scuro e dai gesti Wendy potè capire che
era agitato, sorrise e si girò per andare. Poi improvvisamente le parole dalla
madre le tornarono alla mente.
Chi ama delle
volte deve lasciare andare, lei avrebbe dovuto ma non poteva farlo, perché
lasciarlo andare avrebbe significato lasciarlo morire e lasciar morire lei.
Doveva salvarlo. Doveva farlo per lui, per lei, doveva farlo per loro.
Si
voltò verso Janet e le sorrise “Vai, ti raggiungo subito” le disse.
Sospirò e voltandosi camminò di fretta verso di lui.
“Peter” esordì quando gli fu vicino e lui si girò a guardarla sorpreso.
“Wendy sei venuta” sorrise, la ragazza annuì.
“Peter
andiamo, devi entrare” disse improvvisamente un uomo ben vestito sbucando di
fianco a loro, il ragazzo annuì e fece per avviarsi.
“Peter aspetta” quella di Wendy fu una preghiera silenziosa e il ragazzo
udendola si fermò e si girò a guardarla di nuovo.
“Va
pure avanti papà, ti raggiungo subito” dichiarò secco. Wendy aspettò che l’uomo
si allontanasse e poi si voltò di nuovo verso di lui.
“Non
dovrei farlo affatto, probabilmente sto sbagliando” esordì “Ma io…sento di
doverlo fare perché” sospirò nervosamente, “Ti amo Peter da quando quella notte
tanti anni fa sei venuto a prendermi per potarmi all’Isola Che Non C’è e mai,
mai ho smesso di amarti, ma ero disposta a rinunciare al tuo amore pur di
saperti felice all’Isola e questa persona che adesso ho davanti e a cui sto
dichiarando tutto il mio amore non è affatto quel bambino felice che ho
lasciato tanti anni fa. Ricordi Peter?!? Il nostro era un gioco, ma ora non lo
è più, se diventi grande non puoi più giocare. E allora ti chiedo una cosa
Peter, non so se sei davvero innamorato
di lei, mia madre dice che l’amore è la cosa più importante e allora se sei
davvero innamorato di lei va pure avanti, sali su quell’altare e sposala e
vivrete felici ed io sarò felice perché lo sarai tu ma se lei non è ciò che
vuoi non farlo Peter. Non è mai troppo tardi, possiamo ancora volare via
insieme, possiamo ancora raggiungere l’Isola Che Non C’è, possiamo tornare ad
essere bambini, combattere con i pirati e giocare con le fate, possiamo ancora
farlo Peter”.
E lui rimase in silenzio, la guardò per un attimo, gli occhi lucidi e il
viso corrugato in un
orribile espressione di dolore, poi si voltò e si
incamminò verso l’altare.
Wendy raggiunse il suo posto accanto a Janet cercando di trattenere le
lacrime, l’amica le strinse forte la mano mentre guardavano la cerimonia.
Jhoanne entrò, bellissima stretta nel suo abito da sposa bianco,
preceduta da elegantissime damigelle, il prete iniziò a celebrare la cerimonia
e gli invitati sorridevano felici.
“Vuoi tu Peter Pan sposare la qui presente Jhoanne Caroline Simonne e
amarla e rispettarla in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finchè
morte non vi separi?”.
E Wendy trattenne il fiato mentre Peter si girava lentamente verso di
lei, gli occhi limpidi e il sorriso sincero appena accennato.
“Non
so più volare” dichiarò improvvisamente guardandola negli occhi e Wendy si
sentì felice. Si alzò in uno scatto di frenesia e sorrise.
“Certo
che sai farlo” dichiarò, “Sai bene come funziona” aggiunse e Janet sorridendo
sibilò: “Brava la mia ragazza”.
“Bastano
pensieri felici Peter, solo pensieri felici…e polvere di fata” disse Wendy
ridendo felice e Peter rise. Si girò verso la ragazza immobile sull’altare e le
sorrise.
“Mi dispiace Jhoanne ma non posso farlo. Io non posso crescere” mormorò
e di corsa raggiunse Wendy prendendola per mano.
Tutti
li guardarono correre lungo la navata tenendosi per mano felici.
“Ricorda Peter pensieri felici” mormorò lei.
“Io non so volare” “Ti insegno io, ti
insegno anche a cavalcare i venti”.
E tutti li guardarono correre via insieme, ridendo e tenendosi per
mano.
“Dimenticali Wendy, dimenticali
tutti, vieni con me dove non dovrai mai, mai più pensare alle cose dei grandi”,
“Mai è un tempo seriamente lungo”.
E
Trilli li raggiunse felice battendo le ali e lasciando cadere la sua polvere
magica su di loro.
“Wendy è tutto solo facciamo finta vero? Che
tu ed io…” , “Oh si”, “Wendy vedi mi
farebbe sembrare molto vecchio essere un vero padre”, “Peter quali sono i tuoi
veri sentimenti?”, “Sentimenti?”, “Che cosa provi? Felicità, tristezza,
gelosia?”, “Gelosia? Trilli”, “Rabbia?”, “Rabbia? Uncino”, “Amore?”, “Amore?” ,“Amore”,
“Non ne ho mai sentito parlare”, “Io dico di si Peter. Oserei dire che l’hai
provato di persona per qualcosa…per qualcuno”, “Mai. Basta solo il suono ad
offendermi”, “Peter”, “Perché devi rovinare tutto?!? Noi ci divertiamo no? Io
ti ho insegnato a combattere e a volare, cosa si può volere di più?”,
“Tantissimo altro Peter” “Cosa? Cos’altro ci può essere ancora?”, “Io non lo so,
penso sia più chiaro quando si diventa adulti”, “Io non voglio diventare
adulto, non puoi costringermi, ti bandirò come ho fatto con Trilli”, “Io non mi
farò bandire”, “Allora va a casa, va a casa e diventa adulta e portati via i
tuoi sentimenti”, “Peter, Peter torna qui…Peter!”.
E
sorrisero felici librandosi nell’aria e tenendosi per
mano.
“Peter non mi dimenticherai vero?”
, “Io? Dimenticarti? Mai”, “Tornerai a
trovarmi?”, “Per ascoltare le favole che parlano di me?”.
I
presenti da sotto videro volare nel cielo due bambini felici e la sposa non
pianse sull’altare perché sapeva che Peter aveva bisogno di Wendy per tornare a
volare.
FINE
Spazio autrice: Salve, eccomi di nuovo con il secono e ultimo capitolo della mia shot. Ero molto indecisa sul finale, all'inizio avevo scritto un finale decisamente più triste (purtroppo ho scritto la shot in un momento un pò giù per me) ma poi ho rivisto per la millesima volta il film e una puntata del cartone e mi sono detta "Ma cosa stai facendo?!? Non puoi lasciare che finisca così", ed ecco qui che ho cambiato magicamente il finale rendendolo decisamente più allegro. Del resto è sempre una favola e poi Peter è Peter, non potevo lasciare che finisse male. Inoltre avrei voluto rendere le ambientazioni, le persone e i dialoghi adatti a quel periodo storico ma temo di non esserci sempre riuscita.Non so perchè ma ho dei problemi con il programma quindi la scrittura risulta diversa, mi dispiace. Vabbè concludo specificando che le parti in corsivo alla fine sono prese dal film. Spero vi sia piaciuta.
Kairi: Grazie infinite per il tuo commento. Eh si, questa storia ha intristito anche me mentre la scrivevo, forse è anche per questo che ho deciso di rendere più allegro il finale. Grazie anche per i tuoi consigli...spero ti piaccia anche questo capitolo. Tanti saluti.
_EpicLoVe_