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Autore: Star Petal    03/03/2010    13 recensioni
« James non riuscì a trovare niente da dire per tranquillizzarla; la avvolse tra le braccia e se la strinse al petto.
Era prontissimo ad accettare un rifiuto che non arrivò mai: Lily sospirò, accoccolandosi meglio accanto a lui.
E fu allora che James ne ebbe la conferma.
C’era davvero qualcosa per cui valeva la pena lottare.
»
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 1
{We were raised to see life as fun}

 

'Cause we were raised,
To see life as fun and take it if we can.
My mother, my mother,
She hold me, she hold me, when I was out there.
My father, my father,
He liked me, oh, he liked me.
{ Ode to my Family - Cranberries }

 


Settembre 1971.
"James. Per favore. Dimentica tutto quello che ti ha detto tuo cugino David. Non è per niente vero che ad Hogwarts ottieni la -
gloria eterna ed il rispetto nei secoli- se porti un gabinetto in Sala Comune".
"Va bene, mamma".
"E non è vero neanche che entro il primo anno devi riempire di fango la Biblioteca ed urlare in Sala Grande che la bibliotecaria è un mostro delle paludi".
"Va bene, mamma".
"Mi raccomando. Comportati bene. Mangia, mastica a bocca chiusa e ricorda di lavarti i denti dopo ogni pasto".
"Va bene, mamma".
"E James, soprattutto...fa la doccia. E cambiati la mutandina ogni sera".
"Va bene, ma-...mamma!!".
Un ragazzino di undici anni fissava la madre, una donna elegante e sorridente, con aria indignata. Possibile che lei continuasse a considerarlo un poppante? Lui era grande, ormai. Stava per iniziare il suo primo anno ad Hogwarts.
Roba d'alto conto, insomma.
A questi pensieri, James Potter mise su un'espessione fiera, passandosi distrattamente una mano tra il groviglio di capelli corvini. La signora Potter fece una smorfia contrariata, fissando con disappunto la testa del figlio.
"Merlino santissimo, Jim! Ti avevo detto di pettinarli! Che figura farai?".
Con un gesto fulmineo, si tirò il ragazzo al petto, prendendo ad appiattirgli i capelli con colpi secchi.
"Ahi, mamma! Piantala, mi fai male, su!".
Dopo una buona decina di minuti, la madre si vide costretta a gettare la spugna.
"Non vengono giù" sospirò, scuotendo la testa.
James alzò le spalle con aria innocente.
"Lo sai che sono così. Non si appiattiscono mica, loro".
La signora Potter scosse la testa ancora una vota, mentre il ragazzino si distraeva guardandosi intorno. Il binario 9 3/4 era proprio come David gli aveva descritto: caotico, pieno di gente che trascinava bauli carichi, sovrastati da gabbie contenenti gufi o civette. E poi, c'era lui.
L'Espresso per Hogwarts. Non vedeva davvero l'ora di salire a bordo!
"James, mi stai ascoltando?".
"No" fu la risposta sincera del ragazzo. "Ma tanto lo so cosa stavi dicendo" aggiunse subito.
La signora Potter inarcò un sopracciglio con aria scettica.
"Ah si? E dimmi allora, cosa stavo dicendo?".
James sospirò, rassegnato.
"Quello che mi stai ripetendo da due giorni a questa parte. -
Fai il bravo, statti tranquillo, non fare arrabbiare i professori, lascia in pace il custode, non metterti nei casini...-".
Non ebbe neanche il tempo di continuare la frase che si ritrovò stretto tra le braccia della madre.
"Quello te l'ho ripetuto abbastanza. Ti dicevo solo che mi mancherai, Jamie".
In quel momento, James perse tutta la sua spavalderia. Dopotutto, la mamma è sempre la mamma.
"Sta tranquilla, mamma. E salutami papà".
Lo sguardo di Susan Potter si rabbuiò appena.
"James, lo sai che papà non avrebbe voluto perdersi questo momento per nulla al mondo. Ma è stato chiamato in ufficio a causa di quell'esplosione nel Surrey...".
James abbozzò un sorrisetto. "Non preoccuparti mamma, lo so".
Un'ultima carezza affettuosa, gli occhi un po' più lucidi.
"Sali, adesso. Almeno troverai un posto".
Il ragazzo annuì, salendo rapidamente sul treno. "Mamma" la chiamò, appena prima di imboccare il corridoio. " Non piangere, eh!".
La Signora Potter alzò gli occhi al cielo.
"Ciao, Jamie".
James scoppiò a ridere e le fece un ultimo cenno con la mano, prima di mettersi alla ricerca di un posto decente. La maggior parte degli scompartimenti, però, era già occupata da gruppetti di due o tre studenti per parte.
Lungi dall'ideale di
scompartimento-tutto-suo che si era creato.
Stava quasi per rinunciare ed accodarsi ad una qualsiasi comitiva quando vide che, in uno degli scompartimenti in fondo al treno, era seduto solamente un ragazzo dai capelli scuri. Avrà avuto più o meno la sua età, sicuramente. James aprì la porta, rispondendo con un sorriso ai due occhi di ghiaccio che si trovò puntati addosso.
"Ciao! Posso sedermi?".
"...si. Direi di si".

Non poteva crederci.
No, davvero. Non riusciva a crederci.
Lei, Lily Evans, era appena passata attraverso un
muro. Un muro, capite? Una barriera di cemento, un divisorio tra i binari 9 e 10.
Eppure, non sarebbe dovuta essere tanto sorpresa. Severus gliel'aveva raccontato mille e mille volte durante gli afosi pomeriggi passati lungo la riva del lago a Spinner's End.
Però quel passaggio, quella semplice corsa contro un muro -oh si, proprio un muro- aveva reso reale quello che una lettera di una scuola sconosciuta non avrebbe mai potuto attestare.
Lei era una strega.
Una strega vera, non una di quelle vecchiaccie brutte e col naso aquilino che si vedono sui libri di favole per bambini.
Lei era
magica.
"Hai visto, tesoro? Guarda che bello!"
Lei sorrise nel vedere che anche i suoi genitori erano rimasti piacevolmente sorpresi trovandosi di fronte quella locomotiva lucida ed imponente. Solo sua sorella, Petunia, se ne stava in un angolo, imbronciata e con lo sguardo basso.
Lily le si avvicinò, sistemandosi meglio sulle spalle la sua borsa nuova di zecca.
"Mi mancherai, Tuny" mormorò, non appena la raggiunse.
Lei emise un grugnito in risposta, senza guardarla in viso. Le labbra di Lily si abbassarono lentamente, spegnendosi man mano del loro sorriso.
"Tuny. Ce l'hai ancora con me?".
La sorella non accennò a voler dire qualcosa.
"Lo sai che non è colpa mia. Ma te l'ho detto, magari quando sarò lì potrò parlare con il professor Silente e ...".
"Per la milionesima volta, Lily, non devi parlare proprio con nessuno! Sai quanto mi interessa della tua stupida scuola per fenomeni da baraccone?? Niente! Il mio posto è qui, tra la gente per bene, non tra i mostri come te!".
Quelle parole colpirono Lily come uno schiaffo.
"Non dici sul serio...".
Petunia le lanciò un'occhiata sprezzante, indietreggiando come a volersi distanziare ancora di più da quella sorella una volta così simile a lei.
"Si che dico sulserio. Quindi, Lily cara, lascia perdere questo tuo patetico tentativo di buonismo. Non mi interessa, e fai anche una figura migliore".
Lily restò a guardarla, dischiudendo leggermente le labbra come se volesse dire quelcosa. Peccato che le parole le si fossero attanagliate in gola e non riuscissero proprio a raggiungere la bocca.
"Lily, tesoro. E' ora di salire, su".
Un ultimo sguardo alla sorella.
La speranza di un sorriso, di un semplice saluto, magari di un abbraccio che, in cuor suo, lei sapeva non sarebbe mai arrivato.
Petunia si voltò, incamminandosi verso la barriera.
"Mamma, papà, vi aspetto all'auto".
Lily si sentì cingere le spalle da suo padre, mentre una lacrima impavida si avventurava lungo la sua guancia.
"Tesoro..." iniziò lui.
Lei si affrettò ad asciugare quell'unica lacrima, tirando su con il naso.
"Sono pronta".
Vide i suoi genitori scambiarsi uno sguardo preoccupato. Sua madre si avvicinò, sistemandole i capelli rossi sulle spalle e accarezzandole una guancia.
"Devi darle solo un po' di tempo, piccola. E' la novità a spaventarla"-
Lily annuì, senza esserne troppo convinta.
Era evidente, sua sorella la odiava e credeva fosse un mostro.
Il tempo avrebbe mai potuto cambiare questo?
Il signor Evans lanciò un'occhiata all'orologio. "Su, sali. Non vorrai perdere il treno".
Lei abbozzò un sorriso, tuffandosi tra le braccia del padre.
"Mi mancherai, papino".
"Anche tu, scricciolo".
Un bacio affettuoso sulla guancia, un abbraccio alla madre, la promessa di scrivere presto.
"Ehi, Lily! Datti una mossa!".
Severus la stava aspettando pazientemente affacciato dal finestrino di uno scompartimento.
"Ho i posti!".
"Arrivo!".
"Mi raccomando, tesoro. Rendici fieri di te".
Un gran sorriso illuminò il viso della ragazza.
"Lo farò! Sarò la migliore strega mai esistita!".
Con questa promessa in testa e il sapore di una sfida più grande di lei tra le labbra, Lily si voltò, affrettandosi a saltare in quel mondo totalmente nuovo e sconosciuto.

"Direi che il viaggio non è andato troppo male".
"Decisamente, Remus. E ci siamo anche moltiplicati per la strada. Da che eravamo 2, siamo diventati 4".
"Per la precisione, all'inizio ce n'era solo uno. Il più bello e attraente. Io".
"Sirius, ma sta zitto. Non ce lo scordiamo mica che sei un probabile Serpeverde".
"Suvvia ragazzi. Non è mica male, per essere una Serpe".
"Peter, tu mi sembravi un tipo apposto. Ma adesso che inizi a difendere la feccia...".
"Feccia a me? Cerchi rogne, Potter?".
"E' il mio stile di vita, Black!".
"Fatti sotto, allora. Abbiamo tempo prima di salire sulla barca".
"Se vi faceste sotto un po' più la sarebbe preferibile, grazie".
I quattro ragazzi si voltarono, seguendo la fonte della voce che si era intromessa nella loro discussione estremamente amichevole e pacata.
James inarcò un sopracciglio, osservando il ragazzo che si ritrovò avanti. Era del primo anno anche lui, sicuramente. Indossava già la divisa e sulle spalle gli ricadeva una massa di oleosi capelli color pece.
"Tu sei?".
"Non penso ti interessi".
"Io dico di si, dato che ti sei infilato tu nei nostri affari".
Sirius arricciò il naso.
"E' cattiva educazione intrufolarsi come una sanguisuga e non avere neanche la decenza di presentarsi, non te l'ha detto la mamma?".
Il ragazzo aggrottò la fronte, aprendo la bocca per rispondere.
"Lascia perdere, Sev".
Solo allora il gruppo notò la ragazza rossa rimasta in disparte.
James si lasciò scappare un fischio.
"Bello mio, sei rovinato. Ti lasci dire cosa fare da una ragazza?".
"La ragazza in questione ti prende a calci se non ti sposti. Quindi, se vuoi scusarmi...".
Prese il ragazzo oleoso per una manica e passò in mezzo ai 4, urtandoli volontariamente.
Sirius scoccò un'occhiata allibita a James.
"Una tosta quella. Decisamente non Tassorosso. Magari me la ritrovo tra le Serpi".
Gli altri 3 gli diedero uno spintone, alzando gli occhi al cielo.
"Ma smettila!".

Sala Grande, ore 21.30 circa.
"Black, Sirius Orion"
"Grifondoro!"

"L'avevo detto che era un tipo troppo apposto per essere una schifosa Serpe!"
"Sssh! Zitto!".

"Evans, Elizabeth Ann".
"Grifondoro!".

"Guarda, la rossa!".
"James...".

"Lupin, Remus John".
"Grifondoro!".

"VAI REM!".
"James, non mi sembra il caso...".
"Peter, non c'è Remus che rompe ora. Ti spiacerebbe darmi corda?".
"Ok".

"Minus, Peter Theodore".
"Grifondoro!".

...e ora con chi commento?

"Piton, Severus".
"Serpeverde!".

Toh. Non me l'aspettavo. Surprise!

"Potter, James William".
"Grifondoro!".

No, ma ditemi... avevate forse dubbi?

 

« Angolo dell'Autrice »
Oh, andiamo.
Davvero credevate di esservi libertati di me? *-* sono ancora qui, gente! E vi presento questa nuova fic un po' particolare =)
I protagonisti sono sempre loro, i nostri Lily e James. La fiction, però, consiste in un capitolo per anno, ognuno contenente un episodio particolare, un frammento di memoria, una spiegazione al rapporto amore-odio tra i due tipetti. Dal settimo capitolo, poi, inizierà la storia vera e propria u.u e le cose si faranno moooolto interessanti!
Passiamo a specificare un po' di cose ._. i nomi completi dei personaggi sono stati inventati dalla sottoscritta XD a parte ovviamente Remus e Sirius :) per quanto riguarda Lily, ho sempre adorato il fatto che si chiamasse Elizabeth *-* anche se sappiamo tutti che non è così ç_ç ma pazienza, sono dettagli °-°
Per il resto... credo d'aver detto tutto.
Spero solo che questo primo capitolo vi piaccia *-* e che possa interessarvi anche il seguito!
{Bah, io non le so fare proprio le introduzioni ai capitoli ç___ç faccio pena}.
Però... però... me lo lasciate un commentino? *O* sono secoli che sponsorizzo quell'adorabile e tenerissimo pulsantino blu lì sotto, che si sbraccia e urla "Lascia una recensione a questa povera bestia! Lascia una recensione a questa povera bestia!".
...gli diamo ascolto, si? *O*
Un bacio, e grazie in anticipo a chi legge e, soprattutto, chi va a fare compagnia al Pulsantino Blu!



 

   
 
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