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Autore: Gondolin    06/03/2010    5 recensioni
Missing moments de "La rabbia di amare" in tre brevi capitoli ambientati nel periodo carnevalesco.
- Tu cosa? Devi essere pazzo. - Aphrodite incrociò le braccia sul petto e mi scrutò con severità.
- Possibile. - ghignai.
Genere: Commedia, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cancer DeathMask, Pisces Aphrodite
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La rabbia di amare'
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Conteggio parole: 1808
Parte: 3/3
A/N: # Partecipa al Carnevale di Fanworld.it (New Orleans: Travestimento)
# Un grattino speciale a chi riconosce la citazione, e chi non la riconosce fili a vedersi Blade Runner! ...ops, l'ho appena detto XD



- Mi dicevano che quando Dio aveva creato l'R'n'B l'aveva fatto pensando a me. - una risata rauca esce a fatica dalla gola consumata forse dal fumo o forse dalla fame - Mi montai la testa. Più di tutto ho peccato di superbia in vita mia... non mi sono mai voluto piegare, non ho mai accettato di cambiare la mia musica per guadagnarci. Ed ora... eccomi.
Sentii una rabbia strana montarmi in corpo. Aveva peccato di superbia, e questo era innegabile. Ma forse dei meriti li aveva e forse delle colpe le avevano coloro che si erano concessi a cuor leggero tali lodi, forse delle colpe le avevano gli organizzatori di concerti, le aziende discografiche o chi per loro, che avevano preteso la sua ubbidienza. L'arte non si crea al servizio di nessuno, ed il Paradiso era pieno di persone che non avevano mai chinato la testa.

- Va bene. - mormorai dopo qualche tempo lasciando la mano ormai fredda del musicista. La sua anima era in salvo e la sepoltura del corpo non spettava a me. - Ti seguo, Death Mask.
Non c'era tristezza nella morte, non c'era lutto da portare. Dire che ora quell'uomo era in un posto migliore per me non era un'ipocrisia da mormorare a labbra strette a parenti in lacrime, ma una verità quasi banale.
- Benissimo. Ti prenderei sotto braccio se potessi. - ghignò - Guarda! - gridò poi, mentre uscivamo verso una delle strade principali.
Dovevamo avere entrambi un pessimo senso dell'umorismo, perché ci scappò da ridere vedendo un carro allegorico che rappresentava nientepopodimeno che l'Inferno da una parte ed il Paradiso dall'altra.
- E adesso? - gli chiesi.
- Ci fingiamo maschere come le altre, no? - fece una piroetta - Et voilà, non trovi che il mio travestimento da diavolo sia estremamente realistico?
Ci tuffammo fra la folla. Per muoversi a terra, le ali erano un impaccio non indifferente, ma erano in molti ad avere costumi ingombranti e nessuno fece caso a noi.
Ci inerpicammo sul carro; resistere alla tentazione di volarci semplicemente sopra fu difficile: era come dover fingere di non poter usare un braccio o una gamba, senza però avere un gesso finto a bloccarlo. Nessuno ci fermò, poiché eravamo molto simili agli altri partecipanti al carro. O meglio, loro erano simili a noi, ma forse non era il caso di farglielo notare. Certo, alcuni “angeli” esibivano complesse vesti medioevaleggianti che peccavano di vanità in maniera così palese da risultare ridicole, e alcuni “diavoli” sfoggiavano corna a dir poco elaborate, e fantasiose code che non avevo mai visto. Quelli veri erano molto più sobri.
Ci mancava solo qualcuno che interpretasse il Capo e poi sarebbe stato davvero il delirio.



Rosenmontag


A Colonia il lunedì grasso si chiama Rosenmontag perché nelle strade vengono lanciate rose dai carri, e le donne comandano. Tagliano per scherzo le cravatte agli uomini, e sono loro a prendere l'iniziativa e ad invitarli a ballare nelle numerose feste. Il carnevale è preso così sul serio che partecipa tutta la cittadinanza, dagli impiegati ai politici, dalle casalinghe agli scolari, e tutti si travestono.

Aphrodite e Death Mask avevano preso l'abitudine di festeggiare ogni anno il carnevale in un luogo diverso, in ricordo di quel loro primo strano scambio di regali a New Orleans, prima, quando avevano ancora le ali -e le corna e la coda nel caso di Mask. Quando non si potevano fingere esseri umani qualsiasi e gustare la fame, la sete, un capo stronzo sul lavoro, la lentezza degli spostamenti e gli abiti che a distanza di anni entrambi continuavano a trovare scomodi e assurdi. Ma niente fulmini divini che bruciavano la carne per una parola di troppo, niente urla di morti e morenti che imploravano pietà, niente noia di eterno e preghiere che non avevano il potere di esaudire.

- Quest'anno decido io dove andare e cosa fare. - annunciò minaccioso Aphrodite - E azzardati anche solo a pensare di ripetere i travestimenti dell'anno scorso e ti farò provare qualcosa di peggiore dell'Inferno.
Parlava con cognizione di causa, il ragazzo, anche se non tanta quanta Death Mask, che l'Inferno l'aveva visto dall'interno e non solo intravisto dall'alto.
Le sue minacce comunque non erano mai vane. Soprattutto perché l'anno precedente Mask aveva insistito per vestirsi lui da angelo, e Phro da diavolo. Dopo di che, Aphrodite aveva avuto incubi per tutta la notte e si era svegliato mille volte sentendosi riaprire le ferite sulla schiena, ormai ben cicatrizzate. Non che l'avesse ammesso, eh, ma Mask l'aveva sentito urlare nel buio e torcersi nel letto come un dannato.

Alla fine per quell'anno si erano accordati su Colonia.
- Senti questa! - rise Death Mask leggendo una guida sulla Germania mentre Aphrodite, al volante della Skoda bianca, fissava annoiato la strada.
- E sentiamo.
- «Un vecchio nobile prussiano, sentendo avvicinarsi la fine, si mette a studiare alacremente il latino. Quando gliene chiedono il motivo, questi risponde che è in caso dovesse andare in Paradiso. “E se dovesse finire all'inferno?”, gli domandano. “In tal caso,” risponde il nobile “so già il tedesco.”»
Il commento di Aphrodite fu: - Perché hai comprato una guida così scema? - poi però scoppiò a ridere - E tu lo sai il tedesco? - riuscì ad ironizzare mentre riprendeva fiato.
- See, come no. Tanto quanto tu sai il latino.
Phro gli gettò una rapida occhiata scandalizzata. - Si dà il caso che io il latino lo sappia davvero. Sai, fino al diciassettesimo secolo è stato fondamentale per la cultura. Non mi dire che tu non lo sai!
Death Mask si strinse nelle spalle. - No. Mai letto molto. I libri Giù si rovinavano presto, con tutte quelle fiamme. O si affumicavano o si bruciavano.
Aphrodite alzò gli occhi al cielo, vagamente irritato dalla spudoratissima mancanza di cultura di Mask, che sembrava persino più zotico di quanto fosse in realtà proprio perché esibiva l'ignoranza come un tempo aveva esibito sadismo e follia. Al suo posto, Aphrodite avrebbe taciuto. Era per questo che non riusciva mai a capirlo del tutto, ed era per questo che in fondo gli piaceva. Che gusto ci sarebbe stato a trascorrere la vita accanto ad un proprio riflesso?

Alla fine per quell'anno si erano accordati su Colonia e costumi da gangster americani degli anni '40. Completo gessato, scarpe eleganti e riproduzione in scala uno ad uno del Thompson, il mitra reso celebre dai gangster movies.
Aphrodite era elegantissimo, Death Mask non faceva altro che sistemarsi il colletto e allentarsi la cravatta. Ma il mitra gli piaceva da morire. - Peccato che non sia vero, eh?
- Idiota. - esalò Aphrodite. In realtà si stava divertendo da matti. Sebbene non amasse particolarmente le singole persone -altro che gap generazionale fra genitori e figli, lui aveva centinaia d'anni di differenza con chiunque e aveva davvero “visto cose che voi umani non potete neanche immaginare”- la folla gli piaceva. Gli piaceva perdersi nella massa di gente, osservare senza essere direttamente coinvolto nelle vite degli altri, cogliere brandelli di conversazione qua e là, intercettare a volte -spesso, ma era meglio che Mask non lo notasse- gli sguardi di ammirazione che lo seguivano, sentire fisicamente l'umanità pressata intorno.
- Ehi, tu dell'idiota a me non me lo dai, o lo sai dove ti ficco questo mitra?
Invece che scandalizzarsi come avrebbe fatto di solito, visto che era carnevale, Phro gli regalò un sorriso osceno. - Potrebbe anche piacermi.
- Io mi chiedo se tu un angelo lo sia mai stato. Non c'è un solo angolo di te che non sia marcio. - lo prese in giro, pur sapendo che non era vero. Non del tutto, almeno.
- Devo essere stato mal progettato. - immediatamente si portò una mano davanti alla bocca, con un grazioso movimento del polso, nel gesto tipico di chi si è appena lasciato sfuggire qualcosa che avrebbe dovuto tenere per sé - Ma il Capo non sbaglia mai. O almeno, così si dice... - sogghignò, lasciando la frase in sospeso.
Prima che la discussione proseguisse per binari ancor più blasfemi, si avvicinarono loro due donne, una delle quali poteva avere al massimo vent'anni e l'altra quaranta, entrambe con lunghe trecce bionde e un costume tipico di qualche valle sperduta. Ridevano, di quel riso che arriva agli occhi e trabocca in mille rughe minuscole e allegre di chi ha sorriso spesso, e avevano in mano un paio di forbici l'una. La più giovane prese per la cravatta Death Mask, e l'altra, probabilmente la madre a giudicare dalla somiglianza, quella di Aphrodite.
E... zac!, ci diedero un taglio netto, prima di svanire sempre ridendo in mezzo a quel marasma.
- E' come un battesimo. Ormai siamo ufficialmente nel carnevale! - rise Aphrodite, e avrebbe battuto le mani dalla contentezza se non avesse avuto il Thompson ad intralciarlo.
- Guarda, lì ci sono i carri! - esclamò poi Death, trascinandolo verso un punto con una migliore visuale, dove oltretutto vennero investiti da una pioggia continua di rose e petali di rosa per buona parte del pomeriggio.

Aphrodite si lasciò cadere sul letto della camera d'albergo. - Mi sembra di essere arrivato cinque minuti fa. È stato così bello che il tempo è passato in un attimo!
- Io invece non ne potevo più di stare in piedi in mezzo alla folla. - ribatté Death Mask con aria feroce. Si sedette sul letto ed iniziò a slacciare la giacca ad Aphrodite. Prima di gettarla di lato, sfilò dall'occhiello la rosa che vi era appuntata. Era ancora fresca come appena colta, nonostante fossero stati in giro tutto il giorno.
- Ma a me piace. Stare in piedi in mezzo alla folla, intendo. Ed essere stanco. Non trovi che la stanchezza sia bella? - domandò in tono sognante, fissando il soffitto e lasciandosi sbottonare anche la camicia.
- Tu sei tutto scemo.
- No, ascoltami. Quando sento che mi fanno male le gambe, che mi tirano tutti i muscoli, mi sembra di aver fatto qualcosa. È un segno tangibile del fatto che oggi ho vissuto. Prima... - si interruppe, perso per un momento dietro a chissà quale ricordo, mentre Death Mask iniziava ad accarezzargli il collo e poi il petto con la corolla della rosa - Prima, dico, non succedeva mai. Nemmeno a te, giusto?
- Già.
Per quanto fosse di gran lunga più pragmatico e meno poetico, e avesse nostalgia di alcuni dei vantaggi dell'essere un diavolo, Death Mask fu costretto a dar ragione al cretino coi capelli azzurri. Anche perché oltre al camminare c'erano altre piacevoli attività che massacravano i muscoli finché questi non imploravano di smettere. Sogghignò chinandosi su Aphrodite per baciarlo, quasi incredulo di poter sfiorare una tale bellezza senza restarne scottato, incredulo come ogni volta sebbene fossero passati anni da quella loro prima alba e quell'incendio, da quel mattino di fiamme e di sangue.




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E con questo giuro che tutta la mia ironia da quattro soldi su angeli e demoni si è esaurita XD

Vi amo tantissimo per avermi seguita fin qui, e approfitto di questo capitolo per fare una valanga di ringraziamenti, visto che gira che ti rigira siete sempre voi.

Per My First
Sujaku Seiryu: "Merluzzo del Baltico" è stato uno dei primi nomiglioni che ho affibbiato al custode della Dodicesima Casa, oltre un anno fa in un GDR oltremodo folle. Però, dai, ma perché dite tutti che Death Mask guarda i porno? Insomma, pare che glielo si legga in faccia, povero caro... ah, dalla regia mi dicono che in effetti è tutto vero, che anche il Kuru lo pensava quando ha creato il personaggio.
Vale11: anche tu però te la cavi bene con le definizioni dei capelli di Death! *indica il capitolo 9 de Il sigillo* Comunque io mi impegno per rendere IC anche i capelli U__U *rotola via ridendo*
Sono felice che ti sia piaciuto tanto *W* e non mi rubi niente, non credo di essere l'unica a citare pezzi di fanfic nelle recensioni! =)
Kiki May: ho amato il tuo commento oltre ogni dire. Sei persino stata citata sul mio blog, giusto perché io non amo affatto vantarmi XD E mi hai anche dato un'idea con quel tuo "Svezia - Italia 1 a 0" *fufufu* *fa grattini*
LeFleurDuMal: Thanks, il letto secondo me è proprio il loro ambiente naturale ;) se tu ti mettessi a scrivere su di loro io potrei morire di gioia \o/

Per L'ordine nel caos
beat:
dici che ho esagerato? *faccino innocente* Non è colpa mia se i personaggi attraversano crisi esistenziali! Insomma, forse ho ecceduto un'anticchia in sensi di colpa, non so, però sta di fatto che il Kuru ci ha presentato un Death Mask che passa coi buoni senza lasciarci vedere niente della sua evoluzione psicologica *deliria in giro*
*abbraccia fortissimo*
Vale11: di granito? A me hanno appena dato dell'insensibile per mezzo pomeriggio perché non ho pianto quando in classe ci hanno fatto vedere un drammone holliwooddiano (tristissimo, per carità, ma dannatamente finto). Quindi ti capisco!
Ah, Freud! Non ho ancora avuto il piacere di incontrarlo, ma se non sbaglio dovrei studiarlo l'anno prossimo, e non vedo l'ora.
Ma è vero che è carino mentre vomita! E' un modo di renderlo vulnerabile e tenero e risvegliare l'istinto materno delle lettrici XD
Kiki May: ti ho fatto capire delle cose? *-* sono felice! Alle volte non capisco nemmeno io... Scrivere mi aiuta un sacco a chiarire. Se questi personaggi mi piacessero come mi piacciono ma non riuscissi a scriverci credo che ne impazzirei. Ebbene sì, anche se non si direbbe anche i Saint hanno un'età.
Gufo_Tave: in effetti ho pensato ad Ikki alla fine. Volevo anche mettere una frase stupida tipo "chissà se vale anche per i granchi e non solo per le fenici", ma poi ho pensato che avrebbe rovinato l'atmosfera! XD

E infine-finalmente... per il capitolo "There's gotta be something better out there"!
Vale11: Lassù non è che lo strozzano, lo appendono per i piedi ad una nuvola e lo lasciano per mille anni a testa in giù XD però prima o poi lo manderò a ballare la samba a Rio con addosso solo un tanga e una parrucca *deliria*
beat: ma sai che hai ragione? Però, aspetta... io non mi ricordo mai se Aiolos è biondo. Vabbè, al massimo lui sarebbe l'eccezione. Anche Saga e Kanon sono biondi (ma loro secondo me stanno meglio coi capelli blu *-*) in effetti.
Shun tanto è un angelo anche da vivo <3 <3
*inserire cuoricini, coccole e un po' d'odio, perché dopo aver postato questo capitolo ayay andrà a studiarsi le costellazioni ancora libere per Eventuali Allievi per Feniciotti Spiumati*
Sujaku Seiryu: cosa dovevi cosplayare? *___*
Awww, sono felicissima che Shun ti sia piaciuto! In sé sarebbe un personaggio complesso, ma per le comparsate è il migliore, perché per farlo IC basta inserire una discreta quantità di zucchero XD
Un incrocio fra Shaka, Milo e Aiolos potrebbe essere considerato un'arma di distruzione di massa e l'ONU potrebbe chiedere un provvedimento contro di esso *cade dalla sedia dal ridere* no, seriamente, potrebbe anche essere, anche se non ci ho pensato a livello cosciente. Di certo c'era un po' di Shaka in lui già ne La rabbia di amare.
Kiki May: sì, brava, leggi, leggi che fa bene! *diavoletto tentatore mode on*
*patpatta i poveri Gemellini*
"Quell'avanzo di galera" è proprio un'ottima definizione per Mask *ghigna* mah, non saprei... forse ha un cuore anche lui, dai! Con uno come Aphrodite accanto non si può non emozionarsi, no?
Sono felice che Gabriele-sama ti sia piaciuto. Lo spirito del Lol era disceso su di me ed io non ero sicura di aver scritto cose sensate. Ma dopo tutto se è Shun a parlare tutto è bello!


  
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