Entro e vedo mio marito. Gli anni non lo cambieranno mai, indossa un abito su cui ha messo fiocchi e nastri a profusione, i suoi capelli sono nascosti dalla sua alta parrucca nera con i boccoli incipriati. Ha i suoi soliti tacchi alti, un trucco per sembrare più alto di quanto non sia. Al momento è seduto e si sta mettendo il rossetto, come fa da più di dieci anni. Si alza e mi fissa, i suoi occhi mi sorprendono sempre, sono belli come quelli di Luisa, che ha ereditato da lui anche i capelli neri, a loro volta eredità della grassa banchiera, così il popolo chiamava nostra nonna Maria de’Medici.
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Continuiamo a discutere e poi esco, più sono lontana da mio marito più mi sento serena.
Il pranzo è come sempre da quando sono tornata dall’Inghilterra per una missione diplomatica, ovvero noioso e sempre uguale, inviata dal mio Reale cugino e cognato, Re Luigi XIV di Francia, per stringere un’alleanza con Carlo e per portare colei che ha permesso ciò: Luisa de Kerouallè.
La missione riuscita ha irritato mio marito, che non sopporta il mio successo e l’allontanamento del cavaliere di Lorena, tutto in un anno.
Dopo pranzato esco di fuori, dove ricevo la contessa di Lafayette, una donna che mi è molto devota.
Da alcuni giorni non mi sento bene, ma essendo stata abituata a sopportare il dolore non mi lamento.
Ordino ad una delle mie dame di portarmi un bicchiere di acqua di cicoria. Appoggio il volto sulle ginocchia della contessa e mi addormento, sognando un altro luogo, il trono che avrei dovuto avere e un marito migliore di Filippo, e soprattutto cancello dalla mia mente Lorena ed Effiat.