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Autore: nightswimming    10/03/2010    4 recensioni
29 maggio 1997
Mi chiamo Keith Foti e ho appena chiamato la polizia. L’uomo che stavo accompagnando agli studi di registrazione si è buttato nel Wolf River cantando con quella voce, la sua voce, e non è più tornato.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And it’s not a cry that you can hear at night
It’s not somebody who has seen the light
It’s a cold and it’s a broken Hallelujah.
 
“Hallelujah”, Leonard Cohen

 

 

 

 

 

 

Mi chiamo Keith Foti.
Mi chiamo Keith Foti e se mi concentro riesco ancora a vederlo sbattere la portiera alle sue spalle, lo sguardo fisso sul fiume come fosse una bella donna.
Mi chiamo Keith Foti e se chiudo gli occhi sento ancora il ritornello gioioso di Whole Lotta Love tintinnarmi nelle orecchie, come una campana bugiarda.
Mi chiamo Keith Foti e per quanto ora mi sforzi a cercarlo con lo sguardo e mi senta dolere la gola a furia di chiamare il suo nome, supplicandolo di uscire dall’acqua, non lo vedo più.
Mi chiamo Keith Foti e ho appena chiamato la polizia. L’uomo che stavo accompagnando agli studi di registrazione si è buttato nel Wolf River cantando con quella voce, la sua voce, e non è più tornato.
Mi chiamo Keith Foti, dico in lacrime agli agenti, ero il suo roadie, non aveva bevuto, non aveva fumato niente, era solo molto allegro.
Mi chiamo Keith Foti e mentre resto immobile a guardare le luci dei traghetti arrancare sull’acqua, capisco che non ha più importanza. Non ci sarà più nessun studio di registrazione.
Solo qualche triste hallelujah, che per una profonda ingiusizia che non riesco a spiegarmi, non sarà lui a sussurrare nell’aria.
 
Qualcuno che ha sentito cantare Jeff Buckley come me, al Sin-è o in macchina, con la chitarra in mano o sovrappensiero, diceva che la sua era la “Voce di Dio”.
E allora perché trentun anni di vita, acqua e allegria sono riusciti a farla tacere per sempre?
Era vero?
Era vero?

 

 

 

Dall’autrice: non so cosa pensare di questa mezza paginetta scarna di piagnucolio nostalgico. Di certo non è un capolavoro, ma scriverla mi ha fatto un gran piacere e mi ha anche fatto salire un magone che solo la voce di Jeff Buckley è capace di suscitare. Quindi bene, direi.
Forse è solo un goffo omaggio a un grandissimo musicista e a un eterno cantante, e niente di più.
Note: Jeff Buckley (1966-1997) morì annegato nel Wolf River, un piccolo affluente del Mississippi dove si era buttato completamente vestito e cantando il ritornello di Whole Lotta Love dei Led Zeppelin. Aveva deciso di fermarsi per un bagno lungo la strada per gli studi di registrazione, dove si stava recando con Keith Foti, il suo roadie; lo stesso Foti inutilmente cercò di farlo tornare a riva gridandogli che un battello stava arrivando dalla parte opposta.
Il corpo fu ritrovato una settimana dopo impigliato fra i rami di un albero galleggiante sotto il ponte della strada principale di Memphis, Beale Street.  
Incise in vita un unico album in studio, "Grace", che contiene la cover di "Hallelujah" di Leonard Cohen, da molti considerata una delle canzoni più belle mai intepretate nella storia del rock.
   
 
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