Anime & Manga > Bleach
Segui la storia  |       
Autore: Exodus    14/03/2010    6 recensioni
Uno sguardo dietro le quinte in dieci atti, uno per ciascun Espada, più una Overture ed un Intervallo a sorpresa; una raccolta di racconti su passato, presente e futuro dei nostri dieci piccoli Hollow preferiti. Popcorn esauriti, Yammy li ha fatti fuori tutti.
Capitolo "Overture" secondo classificato nel contest "La semplificazione - II edizione" indetto da Only Me.
Capitolo "Quinta" primo classificato e vincitore del premio Originalità nel contest "Le Fleurs du Mal" indetto da Pagliaccio di Dio.

Capitolo "Septima" secondo classificato nei contest "Riflettori sui cattivi" indetto da AkaneMikael e "Gratta e Vinci... forse" indetto da Yuri_giovane_contadina
Genere: Commedia, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Espada, Gin Ichimaru, Sosuke Aizen, Tousen Kaname, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quinta

Mia moglie è morta, sono libero! …

…La sete orribile che mi tormenta
Avrebbe bisogno, per placarsi,
di tanto vino quanto ne entra
nella sua tomba; e non è uno scherzo,

perché l’ho buttata in un pozzo
e le ho pure ammucchiato addosso
tutte le pietre del parapetto.
- La dimenticherò, se posso! ….

…Eccomi libero e solo!
Sarò ubriaco fradicio, stasera;
allora senza paura né rimorso
mi stenderò per terra

e dormirò come un cane!
Il carro dalle ruote pesanti
carico di pietre e di fango,
il vagone infuriato potrà

schiacciarmi questa testa colpevole
o tagliarmi a metà.
Me ne infischio io, come di Dio,
del Diavolo e della Santa Mensa!

(Charles Baudelaire, Il vino dell’assassino)



Puttana.

L’unica, fottuta parola che mi esplode nel cervello, mentre il mondo si fa bianco: puttana.

Tra tutti gli insulti che potrei rivolgere al mio assassino, puttana è, cazzo, l’unico fuori posto: ma tanto, lo sappiamo benissimo tutti e due a chi sto parlando, no?

L’avevo sempre immaginato, che quando quel colpo fosse arrivato, ci sarebbe stato qualcosa a farmelo capire: il mondo non era mai diventato bianco prima… nemmeno quella volta che mi hai quasi decapitato, mancando (di proposito, non è vero, troia bastarda?) di mezzo centimetro la mia giugulare. Nemmeno quella volta che –troia, troia, troia!- mi hai salvato la vita, solo poche ore dopo che avevo cercato per la prima volta di violentarti…

Non ti conoscevo bene, allora; non che conoscere a fondo ciò che sei sempre stata e sempre sarai mi abbia mai fermato, non è vero?
Ah, ci ho provato dieci, cento, mille volte, a piegarti come la troia che sei, a rimetterti al posto che ti spetta, e qualche volta... qualche volta me lo hai anche lasciato fare, ricordi, povera idiota?
Speravi di riuscire a placarmi? Pensavi che quando l’avessi avuta vinta, me ne sarei andato con la coda tra le gambe? Hah! Scopare con te era solo un altro insulto, per me… finché fossi stata tu a concedermelo, quasi che fosse un favore di milady… non che non sia stato divertente, comunque.

Puttana, come stavo appunto dicendo. E, attorno, tutto è bianco.

Eppure non sono ancora morto, perché il dolore non è cessato, anzi, pulsa sordo ed invitante ai confini del bianco, la promessa succulenta di un’altra dose di Paradiso… l’ultima.

(Merda, mi ha TAGLIATO IN DUE!)

Scommetto che riderai di me, adesso: oh, ti sbellicherai dalle risate… perché l’hai avuta vinta tu, troia.
Non ti sei presa la mia vita, come ti sei sempre rifiutata di fare: ti piaceva troppo guardarmi dall’alto in basso, e sfottermi assieme alle tue patetiche Fraccìon appena girato l’angolo, ed umiliarmi come nessuna femmina in nessun fottutissimo angolo dell' Hueco Mundo si deve permettere di fare… riderai di me persino nella morte, quando saprai che sono crepato come avevi predetto, come una bestia, macellato da una belva ancora più sanguinaria.

Ti avrei ucciso, stavolta: giuro che l’avrei fatto. Se la belva ed il piccolo, dolce Shinigami dal cuore d’oro che ti saresti portato a letto d’ora in avanti non si fossero messi in mezzo, ti avrei mangiato il cuore: e tanto peggio se non ci avrei cavato troppa soddisfazione, a spegnerti in quel corpicino strillante.

L’importante era che fossi morta, che la smettessi di guardarmi con quegli occhi… Dio, quei tuoi occhi verdi che ho odiato più di ogni cosa al mondo; ma me ne vado io, puttana… vado dove non potrai raggiungermi. Non ci sarà nessuna stronza a rompermi i coglioni, laggiù… nessuna puttana, nessun Dio, nessun maledetto Shinigami, Hollow o Arrancar che possa più logorarmi l’anima con le sue stronzate. Non ci sarò più nemmeno io: non ci sarà nulla, nulla di nulla.
… solo, se sarò fortunato, il sibilo della falce.

La falce… cade a terra, sento il suo debole tonfo metallico sulla sabbia. I suoni sono i primi a dissipare la nebbia; solo un istante dopo, l’incandescente lama della sofferenza mi trafigge il cervello, e mentre raggiungo il più potente e doloroso orgasmo che il mio corpo ricordi, riesco finalmente a dimenticarmi di te per un attimo, quando il bianco esplode in un tripudio di colori accecanti.


---------------------------------


L’Arrancar giace a terra, stremato ed ansimante, nella pozza del suo sangue… la cosa lascia vagamente sorpreso Kenpachi Zaraki.
Cioè, non il fatto che sia a terra, ovviamente; ma che sia ancora in grado di ansimare, e con che violenza, con quell’assurdo squarcio che lo dilania dalla spalla alla coscia e tutto quel sangue che schizza fuori… deve avere l’adrenalina a mille, quello lì.

Si domanda se non avrebbe dovuto mirare un po’ meglio, dopotutto: ma è così difficile dosare correttamente i colpi, quando si usa quella roba da fighetti, il comesichiama… ah, già. Il Kendo.
La battaglia non è roba in cui si dovrebbe stare tanto a pensare; del resto, anche l’Espada sembrava pensarla come lui.

E’ stato davvero un duro, un degno avversario, secondo l’opinione dello Shinigami, tanto che si chiede se non sia il caso di scambiarci due parole, tanto per dimostrare un po’ di ammirazione.
Cazzo, glielo ripete sempre anche Yachiru, che fare gli educati non costa nulla.

“Ma dai… sei ancora vivo?” butta là, mentre l’altro alza la testa e lo fissa con occhi carichi di odio bruciante.
“Che palle. Sei un bastardo robusto.”

E lo è davvero… quasi quasi, se la femmina umana si sbriga con i suoi abracadabra… ma no, poi va a finire che Kuchiki si incazza.

“Ciao.” Taglia allora corto, perdendo rapidamente interesse e voltandosi per andare a raccattare la sua luogotenente.


-----------------------------


Bastardi. Maledetti bastardi. Non smetterete mai di umiliarmi. Non finirete mai di guardarmi in quella maniera, di darmi le spalle come se fossi l’ultimo dei vermi striscianti… non si risparmia nessuno, in battaglia: non si danno seconde chance, non si deve cercare di dare un significato a ciò che esiste solo per dare la morte. Restare vivi o crepare, è la stessa cosa: il premio per il vincitore? Solo la promessa di un altro orgasmo, un’altra possibilità per cercare brividi ancora più alti, e la fine che ci aspetta al di là dell’estasi.

Non mi deruberai della mia morte, Shinigami: non mi costringerai a guardare di nuovo negli occhi quella puttana, non mi obbligherai di nuovo a… sentire…

DOVE CAZZO VAI? NON E’ ANCORA FINITA!

Ti vedo, Shinigami: le tue ferite non sono meno profonde delle mie! Riesco a vedere persino i tuoi cazzo di campanellini che tintinnano, mentre ti volti di nuovo verso di me; stampati bene in faccia il mio volto, fottuto animale, perché com’è vero Iddio, posso ancora falciarti!

“Sei scemo? E’ finita eccome, con il mio ultimo colpo. Io non ho alcun dovere di prendermi la briga di dare il colpo di grazia a uno che non può più combattere.” esclama ridendo il bastardo.

E’ la furia a darmi la forza di rimettermi in piedi; lo scintillante, rovente, accecante accesso di rabbia che mi travolge alle parole di quel fottuto armadio, con i suoi campanellini da gay e quella spada arrugginita e quel maledetto corpo che non si fa buttare giù, che si permette di sputarmi addosso la sua arroganza come se niente fosse… mi rialzo, contro ogni probabilità, sfidando la mia spina dorsale scheggiata, e divento un tutt’uno con i fasci di nervi strappati, con le vene aperte che grondano sangue, con l’estasi del dolore che attraversa ogni fibra del mio corpo.

Allora… è un motivo in più… per cui… non è finita. Perché io… POSSO ANCORA COMBATTERE!!!

Ho la sua attenzione. Bene.
E’ così che voglio che finisca: mentre mi lancio sulla sua lama sguainata, so già che questa volta non gli arriverò nemmeno vicino; questa volta, mirerà alla testa, per farla veramente finita… spappolerà il cervello, e passerò in un attimo dall’estasi al nulla, senza avere il tempo di pensare… di rivolgere il mio ultimo pensiero…

(…)

(…)

(…)

… Nnoi…tra?


----------------------------


“Neliel… io non ti sopporto. Questo dovresti saperlo anche tu. Eppure, perché continui a seguirmi come un’ombra?”.

La splendida Arrancar dai capelli verdi incrocia brevemente il suo sguardo: Nnoitra si sente pervaso dall’ira quando, per la seconda volta, gli sembra di intravedere in quegli occhi un velo di tristezza.

Ma quanto bene sai fingere, puttana?

“Tu sai perché, Nnoitra.”

“Ma certo. Me lo hai confessato con gli occhietti lucidi, il perché… speravi che ti prendessi sul serio? Una come te non si abbasserebbe mai neanche a guardare uno come me, senza qualcosa in mente… voi troie siete divise in due tipi: quelle che non la danno neanche in punto di morte... come quella nuova arrivata, quella Halinonsoche… e quelle che la danno solo per ridere alle spalle; e, detto tra noi, se mi costringessero a scegliere con la spada alla gola, credo che preferirei il tipo che almeno non spiccica una parola.” ghigna crudelmente in risposta l’Octava.

Si aspetta che ora porti la sua sporca menzogna fino in fondo: che arrossisca, che si morda il labbro, che lo insulti…
Ancora non la odia… non più delle altre.

Non più di ogni cosa al mondo.

Gli si attorciglia lo stomaco per la rabbia, perché lei continua semplicemente a fissarlo con quegli occhi così verdi, a stare in silenzio con quelle labbra così perfette… il suo ghigno si deforma in un attimo in un’espressione furiosa.

“Perciò, stronza, visto che ho già messo bene in chiaro che da me non otterrai mai nulla… piantala di sparare boiate e dimmi perché cazzo mi ronzi attorno!” le vomita addosso; e per un attimo, solo per un attimo, Neliel Tu Oderschwank sussulta ed abbassa lo sguardo.

Quando rialza il viso, i suoi occhi scintillano duri, simili più che mai a due smeraldi: “Hai perfettamente ragione… Octava. Hai capito tutto di me: speravo che ci cascassi, per avere poi modo di deriderti. Che stupida, avrei dovuto capire che non si può ingannare uno che la sa così lunga su noi… femmine.” replica con voce neutra, rialzandosi rapidamente e voltandogli le spalle.

Più inviperito che mai, Nnoitra si alza a sua volta, stringendo così forte l’impugnatura di Santa Teresa che le sue nocche diventano bianche: “Ehi! Non sperare di cavartela così, stronza! Non hai risposto alla mia domanda! Perché, di tutti i fottuti burattini di Aizen, continui a rompere i coglioni proprio a me? Dimmelo!” le urla dietro, guardandola allontanarsi in mezzo ai mucchi di cadaveri Hollow che si decompongono lentamente.

Pochi metri più in là, un giovane Arrancar biondo dall’occhio bendato ha assistito a tutta la scena in silenzio, e ora muove un incerto passo verso l’Octava, sicuro che Neliel non si prenderà la briga di rispondere; la cosa lo lascia sollevato… non dubita che, come sempre, riuscirà a trovare le parole giuste per calmare l’amico, per riportarlo alla ragione.

Ma poi lei si ferma, e dà un ultimo sguardo a Nnoitra al di sopra della spalla: prima ancora che la Fraccìon possa spalancare la bocca allarmato, Nel ha già innescato la mina che li distruggerà tutti.

“Oh, ma tu sei così furbo… di certo lo immagini, piccola mantide.” è la sua replica, accompagnata da un sorriso amaro.
E’ perché tu… sei più debole di me.

Come tutti gli Arrancar, Tesla ricorda solo vagamente il significato della parola calore; eppure, quando alla fine trova il coraggio di riportare lo sguardo sul viso di Nnoitra, si ritrova a constatare che sì, anche agli Hollow può succedere di sentire il sangue che si gela nelle vene.


-----------------------


No. Lasciami stare… non guardarmi! Non hai il diritto di rubarmi anche la mia morte. Merda… ti sto supplicando, lasciami solo!

Non voglio che il tuo corpo da mocciosa sia l’ultima cosa che vedrò; non voglio che tu sia il mio ultimo ricordo… il ricordo della mia fottuta debolezza, quando quel cretino di un quattrocchi mi ha offerto la mia occasione; non voglio che mi guardi come quel giorno, con i tuoi occhi verdi socchiusi, dopo che ti ho spaccato il cranio… non voglio…

Perché lo facevi, non l’ho mai capito: non me lo sono neanche mai domandato, perché mi odiavi tanto da diventare la mia ombra, da cercare così disperatamente di distruggere tutto quello che sono, voltandomi le spalle sul campo di battaglia con disprezzo, così che potessi rammentare, sempre, che il tuo numero sarebbe stato per l’eternità al di sopra del mio…

Mi ci hai costretto tu: non potevo più vivere finché tu fossi esistita, Neliel Tu Oderschwank, e non ti permetterò di rubarmi anche gli ultimi attimi della mia esistenza!

Ti ho risparmiata perché volevo che strisciassi fino a me, cosa credevi? Volevo che lo ammettessi, che ero superiore a te! Volevo che lo urlassi! Volevo…


-impressionarti-


… il mio ultimo pensiero, maledetta puttana: e sicuro come il cazzo, non vale neanche un fottuto penny. Non lo ammetterò mai, neanche in punto di morte: non ti darò mai questa soddisfazione, bastarda…mai. Così, la tua vittoria non sarà mai completa… perché non lo saprai mai, Nel, quanto sei riuscita a rendermi debole! Perché non lo saprà nessuno... che nell’unico, fottuto istante in cui avrei potuto finalmente ucciderti…

…ho desiderato abbracciarti.



---------------------------------



Dedicata ad AbstractError, grazie a cui ho scoperto i Fiori del Male e grazie al cui splendido lavoro “Understanding” mi è venuta voglia di scrivere su Bleach (Per Te continua, non ti preoccupare! XD)

Dedicata a Maria, perché ha sudato sette camicie per il disegno sul banner e... per essere la ragazza dolce che è.

Un grazie a tutti coloro che hanno letto le mie storie, e uno doppio per chi ha recensito!
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: Exodus