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Autore: malandrina4ever    16/03/2010    9 recensioni
Sono un cervo. Sono un cervo. Sono un cervo. Sono un cervo...
Sono un coglione.
Sì, decisamente meglio.
Sono un coglione.
Altrimenti non si spiegherebbe il fatto che me ne sto in piedi da quasi mezz'ora al centro di una stanza pressoché vuota, ad occhi chiusi, a ripetermi nella mente che sono un cervo.
Quando è evidente che io non sono un cervo.
Ora come ora sono solo un coglione.
Anche se sono certo che Sirius, al mio posto, apparirebbe ancora più stupido.
Mentre apparirebbe meno stupido ripetere qualcosa come "Sono un leone”.
Sì, sarebbe sicuramente più dignitoso.
Ma purtroppo secondo quello stupidissimo libro io sono un cervo, sono un cervo, sono un cervo...
- James?
- ‘ono un cervo, sono un cervo, sono un ce...
- James.
- Mh?
Apro lentamente gli occhi, ritrovandomi a fissare quelli del mio migliore amico che, comodamente stravaccato su una poltroncina blu, mi osserva criticamente.
- Ci sono miglioramenti?
- Sono un cervo, Sirius?
- No, - risponde lui squadrandomi da capo a piedi.
- Mi sono spuntate delle corna o una coda a ciuffo?
- No.
- Quindi ci sono miglioramenti?
- No.
- Ecco.
*****
James sembra davvero un coglione.
Genere: Azione, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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CAPITOLO 4.

 

 


James è all’allenamento e Peter è ancora in Infermeria, quindi oggi sono da solo.

E non posso negare che per un attimo mi passi per la mente l’idea di spaparanzarmi sul divano e leggermi una bella rivista fino all’arrivo degli altri.

Non lo posso negare perché la Stanza, evidentemente in perenne connessione con i miei desideri, ha fatto apparire un’invitante rivista sul Quidditch.

Oh. E un caminetto acceso.

C’erano anche prima tutti quei cuscini sul divano? A me non sembra.

Devono essere morbidi.

No.

Un momento.

Maledetta Stanza tentatrice, io non ho bisogno di queste cose, ho bisogno di esercitarmi. 

Immediatamente tutte le comodità svaniscono, lasciando la stanza completamente vuota.

Perfetto.

Ormai è da più di metà anno che ci esercitiamo per diventare Animagus, non possiamo permetterci distrazioni: più volte siamo stati quasi sul punto di mollare, dopo ore di nulla totale, ma ad ogni luna piena Remus torna dall’infermeria con qualche cicatrice in più e l’aria più abbattuta che mai, e allora torniamo alla carica con più energia di prima.

Chiudo gli occhi e per l’ennesima volta inizio ad immaginare il mio corpo cambiare: il naso si trasforma, diventando umido e nero, i denti si allungano, diventano più acuminati, mentre la lingua bagnata spenzola fuori. Le orecchie grandi e pelose si sostituiscono alle mie, e mentre immagino le orecchie sento che sta succedendo davvero: dalla prima volta che mi sono spuntate sono riuscito a controllarle. Le mani vengono sostituite dalle zampe, le unghie diventano nere e si allungano, i peli delle braccia si infoltiscono, mentre le braccia si assottigliano...

- Dovevi vedermi Peter, ho preso il boccino dopo nemmeno cinque minuti. Il Capitano era entusiasta! Ha detto...

Io odio James Potter.

Proprio ora che ci stavo riuscendo doveva arrivare?

Apro gli occhi irritato, sicuro che se non mi avesse interrotto, questa volta ci sarei riuscito.

Mi sentivo più strano del solito.

Infatti, come tutte le volte in cui mi avvicino alla riuscita della trasformazione, sono a gattoni per terra, e guardo dal basso, ringhiando, James e Peter, che a loro volta mi fissano a bocca aperta.

Che facce da ebeti.

Aspetta. Ringhiando?

Sono io che emetto questo verso così canino?

 

***

 

- James.

Il sussurro spaventato di Peter mi riscuote leggermente, facendomi richiudere la bocca.

Ma non trovo comunque la capacità di rispondergli.

-James, c’è un cane.

Lo vedo.

Un grosso, enorme, pelosissimo cane nero.

Un grosso, enorme, pelosissimo cane nero con gli occhi grigi. 

Occhi grigi che conosco dannatamente bene.


***

 

- Sirius? - boccheggia James incredulo.

Con lo stesso tono che userei io se potessi parlare.

Perché, tentando di rispondere a James che ho appena ringhiato, ho scoperto di non poter parlare.

Ma di poter solo emettere uno strano suono, più notoriamente conosciuto con il nome di latrato.

Ho abbaiato.

Io, Sirius Black, ho abbaiato.

E prima ho ringhiato.

E sono a quattro zampe.

E non sento nessun dolore alle ginocchia premute sul pavimento, perché le mie ginocchia non sono premute sul pavimento.

Non sono nemmeno certo di averle delle ginocchia.

E questa cosa rosa che intravedo spenzolarmi fuori dalla bocca, ecco, sembra una lingua. 

Ma non una lingua normale, una lingua lunga. Sottile. Chiara.

E quella cosa strana che sento sul fondoschiena, che ha appena iniziato a muoversi freneticamente, credo, sembra proprio una coda.

Volto velocemente la testa all’indietro, cercando di scorgere il resto del mio corpo, ed il mio sguardo, per un secondo coperto da qualcosa di nero, presumo un orecchio, si focalizza subito su una lunga, coda nera che si muove veloce, proprio come avevo pensato.

Ed io ci provo a non farlo, davvero, ma è più forte di me.

 

***

 

- James?

Il sussurro di Peter mi riscuote ancora una volta dalla mia catalessi, inducendomi a chiudere la bocca, che mi si è spalancata quando quello che a questo punto non sono più sicuro essere Sirius ha iniziato ad inseguirsi la coda, nel tentativo di mordersela.

- James, sei sicuro che sia Sirius? - chiede Peter attonito.

Non lo so se è Sirius, Peter, ma spero di sì.

Perché se questa è la sua prima azione da Animagus, lo sfotterò fino alla fine dei suoi giorni.

 

***

 

È scomparsa.

La mia coda, non riesco più a vederla e...e mi gira la testa.

Un momento.

Io...io mi stavo inseguendo la coda.

Ho bisogno di uno specchio.

Perché tutti gli indizi, tra cui sono comprese anche le facce ebeti di James e Peter e soprattutto il silenzio di James, mi portano a pensare una cosa impossibile.

All’istante un grande specchio compare esattamente davanti a me, e per poco non prendo un colpo vedendomi apparire a due centimetri dal viso un enorme, bellissimo cane nero.

Che sono io.

Aspetta.

Io sono un cane.

Un bellissimo cane.

Un cane nero.

Un bellissimo cane nero.

Un cane.

Ce l’ho fatta!

Sono un Animagus!

Immediatamente inizio ad abbaiare felice, scodinzolando, per poi decidere di sperimentare altre opzioni del mio nuovo corpo: la corsa ad esempio e, perché no, il salto. E la lingua...ed ovviamente la soluzione che mi permette di usare tutte e tre le cose insieme è a pochi metri da me, con la stessa espressione ebete di quando, vedendomi, ha interrotto le sue auto-lodi riguardanti il Quidditch.

 

***

 

Il modo in cui il cane si è voltato all’improvviso verso di me non mi piace.

Mi inquieta.

Sì, la definizione giusta del suo sguardo eccitato in questo momento è inquietante.

Ed inquietante è soprattutto il fatto che quello sguardo entusiasta sia posato su di me.  

Sono così paralizzato dalla paura che quando il mostro inizia a correre velocemente verso di me non riesco a muovere un muscolo.

Non come Peter che ha fatto un salto di mezzo metro a destra ed ha osservato da una distanza di sicurezza l’immagine del cane che dopo aver spiccato un salto da record verso di me, è atterrato, volontariamente, ne sono certo, sempre sul sottoscritto, facendomi cadere a terra e spiaccicandomi tra il suo pelo nero e il pavimento.

E mentre la lingua bavosa di quello che, ora ne sono certo, è Sirius, mi sbava tutta la faccia, mi chiedo come mai la Stanza Delle Necessità non soddisfi all’istante il mio bisogno di vederlo morto.

Evidentemente anche le Stanze Magiche hanno dei limiti.

Non essere in grado di uccidere quell’uragano peloso e sbavante di nome Sirius Black evidentemente è uno di questi.

E non le biasimo.

 

***

 

È divino. 

E non parlo solo dei mugugni metà infastiditi e metà terrorizzati di James e della sua espressione impagabile, ma è proprio il leccare la gente in faccia, con questa lingua fantastica, è bellissimo!

Improvvisamente mi fermo, permettendo a James di spingermi giù dal suo corpo e rimettersi seduto.

Mi è venuta un’altra idea.

Voglio assolutamente sapere cosa si prova.

 

***

 

Schifo, schifo, schifo. Ho bava ovunque.

Bava e peli.

Cosa diavolo sta facendo Sirius ora?

Ah no, se lo scorda!

Io non ci penso proprio, non dopo che ha osato trasformarsi prima di me e non dopo che mi ha fatto questo.

- Sirius, è inutile che stai a pancia in su: non ti farò le coccole. 

Nemmeno se uggiola.

Poi sta scodinzolando come un matto, quindi i suoi uggiolii sono davvero poco credibili.

Abbaia. 

- No! Mi hai bagnato tutto! 

Abbaia di nuovo. 

- Ho detto no! 

- Cattivo, cane, cattivo!

Ed è solo in questo momento, mentre il mio migliore amico abbaia per la terza volta guardandomi negli occhi, che mi rendo conto di cosa è effettivamente successo.

-Sirius, ma tu sei...ci sei riuscito!

 

***

 

James ha dei tempi tutti suoi per metabolizzare le notizie.

Ma va benissimo così, infatti preso dall’euforia per la novità mi si è lanciato addosso e...aaahh...che goduria...dicevo, ha iniziato a farmi i grattini nella pancia e dietro le orecchie...e ...questa mano...Peter...ahhh...oh Godric, questo è il momento più bello della mia vita.

È stupendo essere accarezzati, così bello che non sento nemmeno le chiacchiere esaltate di James. Ahh, non tornerò più umano, mai più.

La vita da cani è troppo bella.

 

***

 

- Non ci posso credere, Sirius! Ci sei riuscito! Ma come hai fatto? E, - All’improvviso un dubbio terribile mi coglie, facendomi bloccare.

Sirius mugugna infastidito, facendo strane contorsioni miste a rotolamenti, credo nel tentativo di farmi capire che vuole altre carezze.

 

****

 

Cosa succede?

Perché non mi accarezzano più?

Dopo essermi rotolato a terra per un po’ mi rimetto a cuccia, irritato, ringhiando contro James che mi fissa terrorizzato.

Eh eh lo so, faccio paura, vero?

- Sirius, tu sai come tornare umano, no?

Io so come tornare umano?

 

***

 

Dal modo in cui Sirius ha appena iniziato a guaire freneticamente deduco che non lo sa.

Ma nonostante questo non devo mettermi a piangere.

Io sono ancora umano, perderei tutta la dignità che mi è rimasta, se lo facessi.

Quindi calma e sangue freddo.

- Peter, dannazione, corri a prendere il libro sugli Animagus, presto! Corri! Subito! Oh Godric, corri! 

E prima che io abbia finito di gridare istericamente, nel panico più totale, Peter si è già sbattuto la porta della Stanza alle spalle.

Sa essere un fulmine quando vuole.

La maggior parte delle volte non vuole comunque.

 

***

 

- Sì, insomma, in pratica qui c’è scritto...

Io e Peter guardiamo impazienti James, chinato su un grande e stropicciato, per colpa nostra, lo ammetto, libro.

- C’è scritto...

Cosa diavolo c’è scritto?

- Beh, in pratica niente.

Oh Godric, oh Godric.

Sento l’agitazione invadermi di nuovo e non riesco a trattenere i guaiti.

James mi prenderà in giro a vita, ma è più difficile trattenere le emozioni sotto forma di cane. 

E lui mi viene a dire che non c’è scritto niente. 

- Sarà come per la trasformazione, ci devi riuscire da solo.

Con l’unica piccola differenza che se non ci riesco non posso rimandare a domani.

E non posso metterci sei mesi.

Oh Godric, oh Godric.

Calma, Sirius, calma. 

Non è un problema.

Se mi sono trasformato, devo per forza riuscire anche a tornare umano.

Basterà che immagini il mio corpo, come ho fatto con quello del cane, o almeno spero, perché questa volta non possiamo correre da Silente e, per quanto sia bello farsi fare le coccole, rimanere un cane a vita non è proprio la mia massima aspirazione.

Fino a dopo i GUFO forse si, ma a vita proprio no. 

 

***

 

- Dannazione, potrebbero scrivere qualcosa in più. Non serve a niente questo libro! - sbotto irritato, girando nervosamente le pagine.

- Se un giorno dovessi incontrare questo Martin S. Key che ha avuto la brillante idea di scrivere un libro sugli Animagus senza accennare minimamente a come tornare umani...

- James.

- Non so cosa gli farei! Anzi, lo so cosa: prima lo immobilizzerei con un Pietrificus Totalus...

- James.

- Poi un bel Levicorpus, come con Mocciosus, poi...

- James!

- Ah, sta zitto Sirius! Forse non te ne sei reso conto, ma questa è una tragedia di dimensioni epocali. 

Aspetta.

Sirius? 

Mi volto di scatto, lasciando cadere il libro e ritrovandomi faccia a faccia con il mio migliore amico, di nuovo in forma umana.

- Sirius, ci sei riuscito! 

- Così pare, - risponde con sufficienza Sirius, guardandosi attorno con fare annoiato.

Per poi rigirarsi di scatto verso di me, con un ghigno perverso, e chiedermi raggiante:

- Invidioso?

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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