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Autore: OliverHost    16/03/2010    0 recensioni
Gloria decide di invitare per un tè Arthur e Rebekka, due suoi amici che si erano persi di vista molto tempo prima. Come passare il tempo? Chiacchierando e raccontandosi aneddoti. Come si comporteranno A. e R.? Beh, questo non posso mica dirvelo no...? =D
Genere: Commedia, Demenziale, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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NotaDell'Autore: primo aneddoto! Spero che vi piaccia. Altrimenti... Beh, pazienza. Enjoy! ^^


"Allora, vediamo un po'..." iniziò Gloria "vi racconterò di un episodio di quando ero bambina..."

"Circa 150 anni fa?" intervenne Arthur, con il suo solito sarcasmo pungente. Ok, forse allora la frase detta prima era rivolta in parte anche a lei.


"No, caro, ti ricordo che ho solo un paio d'anni in più di te..." rispose Gloria tenendo testa all'avversario/amico.


"Quisquilie" borbottò l'uomo incrociando di nuovo le braccia al petto. Evidentemente era il suo gesto preferito.


"Falla parlare!" lo ammonì inoltre Rebekka. Ripresero le occhiate velenose tra i due fino a che Gloria non parlò di nuovo.


"Ricordo che quando avevo circa nove anni, mia madre soleva andare a far visita a sua sorella che abitava poco distante da noi. Entrambe si erano trasferite a Baltimore negli anni cinquanta, da un paesino sperduto nel nord della Francia dove abitavano con tutta la famiglia. Furono le prime a fuggire da quel postaccio..."


"Eh, adesso, mica sarà stato un posto così orribile..!" interruppe scortesemente l'uomo baffuto "i paesini nel nord della Francia fanno venire in mente graziosi campi di grano, mulini a vento e tanta allegria contadina. In questo mondo ormai fatto di città un po' di campagna è una boccata d'aria."


"Negli anni cinquanta i paesini nel nord della Francia erano sperduti ed isolati dal resto del mondo. E il mondo non era ancora zeppo di città come lo è ora. E poi, immagino che fosse e sia ancora un bel posto in cui soggiornare per una vacanza, ma viverci dev'essere stata e deve essere una tortura." rispose tagliente Rebekka.


"Sì, in effetti a quei tempi non c'erano né le automobili, né il telefono, né tanto meno quella diavoleria moderna meglio conosciuta come Internet. Era un mondo a sé stante. Ma un mondo molto duro. Mia madre e le sue cinque sorelle ne sanno qualcosa, fidatevi." concluse Gloria con l'aria di chi la sa lunga.
"Ma fatemi continuare, diamine! Dicevo, quando mia madre e sua sorella si incontravano, finivano per chiacchierare in francese. Io non ho mai capito una parola di quello che si raccontavano, ma presumo fossero i soliti pettegolezzi di quartiere, con che si era messo il fioraio, se il panettiere litigava ancora con la moglie, eccetera. Di tutto quello che si dicevano, ho sempre e solo capito una frase, anche perché mi tornava utile capirla."


"Opportunista! Se la tua conoscenza del francese si limita a una frase che ti tornava utile molti anni fa, ti consiglio di non andare a visitare i tuoi parenti in Francia!" disse ridacchiando Rebekka.


Arthur afferrò la teiera per riempirsi la tazza e commentò: "Come al solito però, quello scortese sono io..."


Gloria ridacchiò sommessamente insieme alla vecchia amica: "Hai ragione, in fondo, devo trovare il tempo di iscrivermi a un corso di francese. Ho una montagna di cugini mezzi sconosciuti in Francia, e non mi dispiacerebbe andarli a trovare, una volta o l'altra."
"Ma non è questo il punto. Mia zia, teneva sempre sul tavolo un grandissimo contenitore, in legno massiccio, pesante, intarsiato, ed estremamente invitante. Come potete immaginare, a nove anni non mi interessavo tanto del contenitore quanto più del suo contenuto."


"Fammi indovinare" ricominciò Rebekka "conteneva zollette di zucchero! Io da bambina andavo matta per le zollette di zucchero. Ne mangiavo a dozzine. Poi mi venne una carie e dovetti smettere..." terminò sconsolata.


"AH! Giusta punizione, per la tua gola. E comunque, adesso, chi è che interrompe?" chiese Arthur con tono divertito, portandosi la tazza alle labbra.
Rebekka si limitò a fissarlo male.


Gloria rise e rispose: "No, Rebekka, non conteneva zollette di zucchero, ma non ci sei andata lontano. Era pieno, zeppo, strabordante di deliziose, grosse e coloratissime caramelle. Di ogni genere, forma e sapore che io avessi mai desiderato. Una manna, per una bambina di nove anni, non credete?"


"Beh, è consolante sapere che non ero l'unica bambina golosa al mondo, vero Arthur?" riprese Rebekka guardando acidamente l'uomo ancora intento a sorseggiare il tè.


"Io ho sempre detestato caramelle, lecca-lecca e affini. Già in genere non amo particolarmente i dolci, gli unici che mi piacciono veramente sono le Madeleine che prendo a casa con il tè." rispose meccanicamente Arthur.


Gloria afferrò la scatola di biscotti dal tavolino e la sventolò sotto al naso dell'uomo con fare irritato: "Potevi anche dirmelo, sai? Le Madeleine le ho quasi sempre nell'armadietto dei dolci."


Arthur sollevò le spalle: "E io cosa ne sapevo. Qualcuno, inoltre, lo avrebbe considerato scortese..." rispose, mandando l'ennesima frecciatina a Rebekka.


La vecchina sbuffò con finto disinteresse.


"Insomma, per concludere, la frase in francese che tanto mi è stato utile imparare è , pronunciata da mia zia ogniqualvolta mi vedeva intenta a fissare la scatola dei dolciumi con sguardo bramoso." finì Gloria tutto d'un fiato per evitare ulteriori interruzioni "alla quale rispondevo sempre prontamente con uno sonoro per riempirmi le mani e le tasche di deliziose caramelle."


Rebekka fissò Gloria sollevando un sopracciglio: "Ok, allora forse tu sei ancora più golosa di me. E non credevo fosse possibile esserlo."


"Oh-ho!" ridacchiò per la prima volta Arthur "Questo sì che è divertente! Mi immagino tua zia che ti tira dietro le caramelle. Probabilmente se tu avessi rifiutato, lei avrebbe insistito fino a che non ti fossi arresa e avessi accettato l'offerta, con falsa modestia."


Gloria condivise: "Sì, lo so bene. Infatti quella era la tattica per ottenere la quantità doppia di dolci rispetto al normale!"

 

I tre amici risero insieme, per la prima volta quel giorno. Così, per un motivo sciocco in effetti. Ma non accadeva da tanto tempo.


"La mia storia finisce qui. Cioè, se volete posso anche stare a raccontarvi tutto il giorno del mio rapporto con le caramelle, le carie, e quant'altro." disse Gloria.

"Grazie, ce lo risparmiamo volentieri." risposero in coro gli altri due. Che coincidenza. Si fissarono con uno sguardo torvo. Fu nuovamente Gloria a intervenire per riscaldare l'atmosfera.


"Arthur, è il tuo turno. Che cosa ci racconti di bello?"


Il vecchio giunse le mani e rispose: "Già tocca a me? Ebbene, vi parlerò di quando ero giovane..."


"Circa 150 anni fa?" interruppe immediatamente Rebekka.

 

[to be continued...]
Edit: mi servirebbe proprio un'opinione...^^'
Grazie di aver letto!
Oliver
  
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